giovedì 27 Novembre 2025
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Italia, verso la crisi di governo? I possibili scenari

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La possibile crisi del governo italiano sembra legata ai tempi e ai contenuti del piano italiano per il Recovery Fund. Il Piano nazionale di ripresa e resilienza, necessario per ottenere i fondi per rispondere alla crisi pandemica, dovrà essere presentato alla Commissione europea entro il 30 aprile del 2021. Le negoziazioni del Piano procedono con difficoltà: la prima bozza è stata contestata da Italia Viva, il partito guidato da Matteo Renzi, che fa parte della maggioranza. Non è chiaro quanto le difficoltà politiche tra il governo e Italia Viva siano legate solo ai contenuti del piano e quindi risolvibili con una mediazione. In base a come andrà la trattativa (già per domani sera è previsto il Consiglio dei ministri), diventerà più chiaro se si assisterà a una crisi di governo (e che risultati potrebbe avere).

Se il presidente del Consiglio dovesse decidere di dimettersi, sono diversi gli scenari possibili. Conte potrebbe ricevere un nuovo incarico da Sergio Mattarella per formare un terzo governo, oppure l’esito delle consultazioni potrebbe portare alla formazione di un governo con la stessa maggioranza ma con un nuovo presidente del Consiglio, o all’instaurazione di un governo tecnico o istituzionale. Conte potrebbe anche non dimettersi e optare per un rimpasto, modificando i ministri dell’attuale governo e chiedendo la fiducia alle Camere. Se in Parlamento non venisse raggiunta una maggioranza a sostegno di un nuovo governo, ci sarebbero le elezioni.

 

La Cina consente l’accesso dell’OMS per indagini sulle origini del Covid-19

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L’autorità sanitaria nazionale cinese ha detto che un team di esperti dell’Organizzazione mondiale della sanità (OMS), incaricato di indagare sulle origini della pandemia di Covid-19, arriverà in Cina il 14 gennaio. Non è ancora chiaro se avranno accesso a Wuhan. Inizialmente, gli ispettori avevano l’obiettivo di entrare in Cina all’inizio di gennaio, ma la Cina aveva bloccato il loro arrivo, sostenendo che i visti non erano ancora stati approvati. Il ministero degli esteri cinese ha definito il ritardo un “malinteso”.

L’India vuole distruggere il paradiso naturale di Goa per il carbone

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Alle ripercussioni del turismo sul piccolo Stato di Goa, in India, si è sommata la minaccia del carbone che ora il Paese si trova ad affrontare. Un progetto del governo centrale indiano prevede infatti il raddoppio della linea ferroviaria, la costruzione di un’autostrada a quattro corsie e quella di una centrale elettrica per fare di Goa un hub del carbone. Tra le conseguenze di questo piano turistico-economico, la scomparsa di 378 ettari di foresta e l’abbattimento di 40.000 alberi. I tre progetti intaccherebbero il Parco nazionale di Mollem, con il santuario naturale di Bhagwan Mahaveer e le cascate di Dudhsagar. Ad essere interessato è uno degli otto centri mondiali per la biodiversità dell’Unesco, un’area protetta di 240 km².

Il progetto, nonostante sia pianificato in nome dell’interesse pubblico e di Goa, è di fatto imposto dal governo federale di Nuova Delhi senza alcuna consultazione pubblica. Per questo all’ultima protesta hanno partecipato oltre 8.000 persone. Il piano fa parte del disegno del governo conservatore di Narendra Modi, accusato di approfittare della pandemia per annacquare le normative ambientali. Nel complesso, la perdita in termini di vegetazione ammonterebbe ad almeno 37.000 esemplari.

A tutto questo si oppongono i movimenti ambientalisti. Una lettera di protesta indirizzata al ministro dell’Ambiente è stata firmata da oltre 100 tra ricercatori, attivisti e membri di vari istituti come il National Board for Wildlife, il Project Tiger e il Forest Advisory Committee.

Almeno 1.200 migranti intrappolati a Ceuta, ora rischiano la vita per tornare indietro

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Molti lavoratori marocchini sono bloccati a Ceuta dall’emergenza pandemica e dalle misure di sicurezza delle autorità frontaliere. Recentemente, due uomini hanno rischiato di morire assiderati o di annegare pur di rientrare nel Paese d’origine. Il governo spagnolo ha reso insormontabile il muro di ferro, l’unica soluzione per superarlo è via mare. I due, nonostante le barriere lunghe circa 10 metri e il mare in tempesta, sono riuscite a bypassarle prima che la polizia doganale li catturasse.

Dal 13 marzo scorso il fenomeno migratorio è stato letteralmente stravolto dal Covid-19: a Ceuta non entra più nessuno e i governi di Madrid e Rabat hanno deciso di sigillare il varco frontaliero di Tarajal II. A maggio, alcune donne che si erano recate a Ceuta per lavorare come colf o badanti, sono state liberate con i loro rispettivi bambini. Ciò nonostante, sono ancora 1.200 i nordafricani bloccati lì. “All’inizio tutti i marocchini presenti a Ceuta sono stati messi in quarantena su una nave inutilizzata – spiega Mj Reduan, membro dell’associazione Digmun Ceuta e segretario generale del sindacato Cgt -. Al momento a bordo della nave ci sono le persone positive al Covid o soggette alla quarantena. Una volta fuori queste persone sono abbandonate al loro destino. Se non fosse stato per la parte sana della popolazione di Ceuta che hanno messo a disposizione le loro case, garage, depositi di proprietà etc, molti di loro sarebbero morti”.

Usa: l’app dei fan di Trump, Parler, è offline

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Silenziata la voce dei trumpiani. Parler, l’app popolare tra i conservatori, è scomparsa dal web dopo che Google, Apple e Amazon avevano deciso di rimuovere dai loro server l’applicazione alternativa a Twitter. Amazon aveva trovato 98 post di incoraggiamento alla violenza sulla rete social e aveva avvertito l’azienda che avrebbe perso l’accesso ai suoi server se non fosse stata capace di moderare i messaggi. Secondo il sito specializzato nel monitoraggio di internet Down for Everyone Or Just for Me, Parler è risultata disattivata da poco dopo la mezzanotte statunitense.

 

 

 

Scuola, Azzolina: “La Dad non funziona più”

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“La Dad (didattica a distanza) non funziona più”. Lo ha dichiarato la ministra dell’Istruzione Lucia Azzolina che si dice molto preoccupata. Spiega: “E’ difficile per gli studenti comprendere perché non rientrano a scuola, capisco la loro frustrazione. La scuola è un diritto costituzionale se a me l’avessero tolta non sarei qui”.

“Sono molto preoccupata, oggi la dad non funziona più, c’è un black out della socialità, i ragazzi sono arrabbiati, disorientati ed sono preoccupata per il deflagrare della dispersione scolastica”.

La vitamina D combatte il Covid-19? Aumentano le evidenze scientifiche

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Già all’inizio della pandemia erano emerse le prime ricerche che indagavano il nesso tra carenza di vitamina D e lo sviluppo di forme aggressive di Covid-19, un’ipotesi che trova sempre più spazio. Negli ospedali di Newcastle i medici hanno trattato 134 pazienti ricoverati monitorando i livelli di vitamina D e somministrandone dosi orali ai pazienti che ne erano carenti, tra questi solo tre sono deceduti e tutti avevano almeno 90 anni: un dato migliore rispetto alla media. Contemporaneamente, uno studio francese ha suggerito che l’assunzione regolare di vitamina D è “associata a Covid-19 meno grave e a migliori tassi di sopravvivenza”.

Solo una ricerca spagnola si è avvicinata a dimostrare in modo scientificamente incontrovertibile che bassi livelli di vitamina D hanno un ruolo fondamentale nel causare maggiore mortalità tra i pazienti Covid: 50  positivi hanno ricevuto una dose elevata di vitamina D, mentre altri 26 non hanno ricevuto il nutriente. Tra i primi solo un paziente è finito in terapia intensiva e successivamente è guarito, tra i secondi la metà hanno avuto bisogno della terapia intensiva e due sono deceduti. Un articolo pubblicato sul quotidiano inglese The Guardian ha messo in luce gli studi ed ospitato l’opinione di diversi ricercatori che lamentano come non vengano finanziate ricerche sulla vitamina D nella prevenzione e nella cura delle forme più aggressive del virus.

 

 

La Silicon Valley intensifica la censura: tutti contro il social “sovranista” Parler

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L’intensificarsi di controlli sempre più serrati sui contenuti postati dai diversi utenti è un fenomeno di rilevanza non trascurabile sulle principali piattaforme social, Facebook e Twitter in primis (basti pensare al recente caso Trump). Il social Parler è andato in controtendenza, trovando nel suo motto “libertà di parola” le ragioni di un esplosivo quanto breve successo: se ieri mattina figurava come l’app più scaricata degli iPhone d’oltreoceano, al tramonto era già costretta a chiudere i battenti sugli store. Un’impennata di download, schizzati in una settimana da 4,5 milioni a ben 7,6 milioni è un traguardo incredibile per un’applicazione inizialmente trascurata: le ragioni di una così improvvisa popolarità sarebbero logicamente riconducibili ad un travaso dei gruppi sostenitori dell’ex Presidente Trump, messi al bando su Facebook e Twitter per aver diffuso storie su presunti brogli elettorali ed alla ricerca di uno spazio dove proseguire la propaganda Pro-Trump. Sul Parler è così fiorito un campo di post violenti, fake news, teorie complottiste che Google ed Apple hanno tagliato alla radice, estromettendo la piattaforma dai propri store.

La decisione dei due colossi, cui si aggiunge il negato accesso al servizio di web hosting su AWS da parte di Amazon, ha acceso una battaglia politica: se i big della rete ritengono necessari tali provvedimenti per una piattaforma reputata incapace di esercitare controlli adeguati ai propri contenuti, Parler li accusa di scelte anticoncorrenziali.

Cina, iniziano i test per provocare la pioggia artificiale

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Decolla l’aereo per le piogge artificiali in Cina, l’obiettivo è la protezione ecologica. Servirà ad aumentare le riserve di ghiaccio e neve, a promuovere la preservazione delle montagne Qilian – al confine tra Gansu e Qinghai –  ma anche a mitigare la carenza d’acqua in alcune zone della provincia  di Gansu. Battezzato “Ganlin-1”, in cinese “dolce pioggia”, è un modello UAV (unmanned aerial vehicle), un aereo senza pilota. Si è innalzato dall’aeroporto di Jinchuan, al fine di generare finte precipitazioni nella provincia di Gansu (Cina nord-occidentale). L’obiettivo è stato raggiunto, poiché il velivolo – il cui volo è durato circa 40 minuti – è riuscito nelle operazioni di modifica del clima. Ganlin-1 infatti è in grado di generare suoni atmosferici a lungo raggio, acquisire dati aerei e seminare catalizzatori per produrre precipitazioni. Un successo, che ha fatto nascere l’intenzione di raddoppiare l’area di copertura dell’UAV e di prolungarne le operazioni all’intero anno.

Un aereo dal costo non troppo elevato, con caratteristiche più vantaggiose rispetto agli aerei con equipaggio. “Ganlin-1” infatti, non solo può volare per lunghi periodi in condizioni meteorologiche non favorevoli, ma è anche in grado di trasportare carichi pesanti e raccogliere una quantità consistente di dati. L’uso di UAV per la modifica del tempo atmosferico è una novità per la Cina, e contribuirà all’iniziativa del piano per lo sviluppo sostenibile “Beautiful China”.

Strage di Viareggio, nessun colpevole: prescritti i reati di omicidio colposo

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La Corte di Cassazione ha ribaltato la sentenza della Corte di Appello di Firenze sulla strage di Viareggio, dichiarando prescritto il reato di omicidio colposo plurimo, in conseguenza del venir meno dell’aggravante della violazione delle norme sulla sicurezza sul lavoro. I difensori dell’ex amministratore delegato di Fs e Rfi, Mauro Moretti, e dell’ex ad di Trenitalia, Vincenzo Soprano, si possono ritenere soddisfatti: erano stati rispettivamente condannati a 7 e 6 anni. Pianti, urla e rabbia davanti al Palazzaccio di Roma quando è arrivata ai familiari delle 32 vittime la notizia che i loro cari quella tragica notte del 29 giugno 2009 sono morti per autocombustione. “Per 11 anni e mezzo siamo stati zitti, buoni e abbiamo ascoltato di tutto in silenzio. Ma dopo questa sentenza non si può più”, grida Luciana Beretti, che ha al collo le foto di suo figlio e sua nuora, due delle 32 vittime

“In un paese civile non può esistere che la morte orribile di 32 persone resti senza colpevoli e la prescrizione impedisca l’accertamento delle responsabilità di chi doveva vigilare e poteva impedire che si verificasse una strage e non l’ha fatto”, ha dichiarato il sottosegretario alle Infrastrutture e ai Trasporti Roberto Traversi. “La cosa più grave di questa sentenza è che non è stata riconosciuta l’aggravante del mancato rispetto della normativa relativa alla sicurezza sul lavoro, anche perché ha portato alla prescrizione del reato di omicidio colposo. Siamo amareggiati, vedremo le motivazioni ma non è finita”, commenta Tiziano Nicoletti, legale dei familiari delle vittime.