giovedì 27 Novembre 2025
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Trump, Usa: gli ultimi giorni di mandato per rimettere Cuba tra i paesi sponsor del terrorismo

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Trump, a dieci giorni dalla fine del suo mandato, ha riportato Cuba nella lista degli Stati che appoggiano il terrorismo. Il provvedimento revoca la decisione presa dall’amministrazione Obama nel 2015 che aveva eliminato Cuba dalla lista sciogliendo uno dei nodi cruciali nel percorso intrapreso per riattivare le relazioni diplomatiche tra Washington e L’Avana. A questo punto, il percorso di Biden verrà intralciato dato che a causa di quest’ultimo provvedimento risulterà difficile riallacciare i rapporti con Cuba. Precedentemente, il New York Times aveva scritto che l’intenzione del Segretario di Stato Mike Pompeo era quella di attuare una mossa dell’ultima ora. L’embargo economico Usa già limitava fortemente la possibilità per i cittadini americani di fare affari o di visitare l’isola. Questa nuova mossa ostacolerà gli accordi commerciali con i paesi terzi su cui Cuba contava per importare beni essenziali e allontanare gli investitori stranieri dell’industria del turismo.

Trump ha inoltre dichiarato che inserirà i ribelli Huthi dello Yemen nella lista nera dei gruppi terroristici, cosa che secondo l’Onu “rischia di avere gravi ripercussioni umanitarie e politiche”. “Avrà un impatto negativo sulle importazioni di cibo e altri beni essenziali proprio mentre sempre più yemeniti stanno morendo di fame”, ha detto il portavoce Stéphane Dujarric. I ribelli yemeniti Huthi hanno risposto alla decisione Usa affermando che è proprio la politica del presidente americano Donald Trump a essere “terrorista”.

Uganda: sospesi social media e app a due giorni dalle elezioni

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La Commissione delle comunicazioni in Uganda ha ordinato l’interruzione dei social media e delle app di messaggistica a due giorni dalle elezioni. Irene Sewankambo, a capo dell’ente regolatore, ha ordinato alle compagnie di telecomunicazioni di “sospendere immediatamente ogni accesso e uso” dei social media e delle piattaforme di messaggistica online. Il candidato alla presidenza dell’Uganda Robert Kyagulanyi ha interrotto un’intervista radiofonica con un’emittente keniota dicendo che i militari avevano fatto irruzione nella sua casa aggredendo gli uomini della sicurezza. Si è potuto sentire un po’ di trambusto di sottofondo pochi istanti prima della disconnessione telefonica.

Twitter insiste con la censura: colpiti profili governativi di Iran e Cina

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Twitter è di nuovo intervenuta per cancellare un tweet dell’ambasciata cinese in America e uno di Ali Khamenei, l’ayatollah iraniano.

Nel primo caso, la storia è stata resa nota dall’Independent, che a sua volta citava il quotidiano di stato China Daily, in cui si sottolineava che le donne della minoranza musulmana non sono più macchine per fare bambini, grazie all’intervento dello stato. Cosi Pechino, che da anni è accusata di aver costretto alla sterilizzazione forzata le donne uigure (campagna demografica di genocidio), è stata censurata dal social network che ha rimpiazzato il tweet con un messaggio: “violazione delle regole di Twitter”.

Nel 2019, la Cina aveva annunciato un piano per rendere l’Islam più compatibile con il socialismo, introducendo delle misure e cinesizzare la religione. Un milione di uiguri, minoranza musulmana, sono stati detenuti in un campo, definito dall’Onu, di concentramento.

Nel caso di Ali Khamenei, guida suprema dell’Iran, Twitter ha rimosso un tweet in cui veniva contestata l’affidabilità dei vaccini occidentali contro il coronavirus. Il contenuto, infatti, è in contrasto con le regole di moderazione del social network. Khamenei ha messo in dubbio l’attendibilità dei vaccini sviluppati in Francia, Stati Uniti e Regno Unito, lasciando intendere di aderire a teorie complottiste sulla loro origine.

Venerdì l’ayatollah ha annunciato il blocco delle importazioni di vaccini statunitensi e britannici, aggiungendo però di non voler impedire l’importazione di vaccini sviluppati altrove.

In Amazzonia ogni due mesi viene disboscata un’area più grande di Roma

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Un anno terribile per il polmone verde del nostro pianeta che, nel 2020, ha visto scomparire quasi 8.500 Km2 di foresta, per rendere l’idea un’area grande oltre sei volte Roma. Causa dei disboscamenti illegali praticati dai taglialegna e anche delle politiche del presidente Jair Bolsonaro, che attraverso l’Amazzonia vorrebbe ora costruirci anche un’autostrada. Azioni che hanno aggravato ulteriormente la situazione della foresta Amazzonica, aggravatasi negli ultimi anni. Stando ai dati raccolti dall’Inpe (Istituto Nazionale delle Investigazioni Spaziali) che dal 2015, con il programma di monitoraggio DETER, controlla lo stato dell’Amazzonia tramite immagini satellitari, per la foresta il 2020 è stato il secondo anno peggiore di sempre, appena sotto i 9.178 km2 persi nel 2019

L’Inpe è un’agenzia brasiliana che si occupa del controllo dell’ambiente e del clima, non ancora sotto il monopolio del Presidente. Bolsonaro infatti, fa ampio uso di militari, uomini di fiducia che mette a capo dei ministeri e delle agenzie principali  – a detta sua un antidoto contro il disboscamento illegale – ma che in realtà, come denunciato da molte ONG locali e organizzazioni internazionali, invece di frenare le attività dannose a scapito della foresta amazzonica, pensano principalmente ad intimidire gli attivisti. Infatti, l’Osservatorio brasiliano sul clima, ha dichiarato un incremento della distruzione della foresta amazzonica dell’81% da quando Bolsonaro è diventato presidente e ha autorizzato lo svolgimento di attività minerarie e lo sfruttamento del legno all’interno dell’Amazzonia.

Covid-19, studio italiano: le polveri sottili aumentano contagi e mortalità

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La proteina che protegge l’organismo contro le polveri sottili (PM2.5), è la stessa che favorisce l’azione dannosa del Covid-19. Lo afferma lo studio di Mauro Minelli, immunologo e professore di immunologia clinica nell’Università di studi Europei J.Monnet, con la dottoressa Antonella Mattei, ricercatrice di Statistica Medica. Stando a quanto affermano, non è il generale inquinamento atmosferico la causa dell’elevata incidenza del virus, ma l’esposizione delle persone al PM2.5. Quest’ultimo è un mix di polveri sottili prodotte da varie sorgenti, con particelle dal diametro inferiore o uguale a 2,5 micron.

Lo studio di Minelli e Mattei ha approfondito il legame tra i tassi d’incidenza Covid-19 e due inquinanti ambientali: PM2.5 e biossido d’azoto (NO2). Questi tassi sono correlati a due ulteriori fattori: l’indice di vecchiaia e la densità di popolazione“L’esposizione” afferma Minelli “aumenta il tasso d’incidenza del coronavirus di 2,79 ammalati ogni 10.000 persone, se la concentrazione di PM2.5 aumenta di un microgrammo per metro cubo d’aria; e di 1,24 ammalati per 10.000 persone se la concentrazione di NO2 aumenta nello stesso modo”.

Lo studio, quindi, mira ad evidenziare come l’emergenza sanitaria sia connessa a una specifica dinamica ecologica. Il nostro organismo, infatti, quando è esposto al PM2.5 sviluppa una proteina chiamata “ACE2” per difendersi, ma è proprio questa a diventare una trappola e a farci ammalare.

La tesi spiegherebbe l’elevato tasso di incidenza/mortalità da Covid-19 del nord Italia rispetto al centro-sud.

Terremoto 6,8 al confine tra Russia e Mongolia

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Una scossa di terremoto di magnitudo 6.8 è stata registrata al confine tra Mongolia e Russia. Lo riferisce l’istituto di geofisica americano UsgsLa scossa si è verificata alle 22.32 di ieri (ora italiana), con epicentro a 33 km a sud-sudovest dalla città mongola di Turt. L’ipocentro è stato individuato a 10 km di profondità.

Altre tre scosse di magnitudo 5.2, 5 e 4.5 si sono susseguite alla prima nel giro di un’ora. Lo riferisce l’istituto Usgs, secondo cui il rischio che vi siano feriti è debole.

La Costa Rica ha un piano per salvare l’ecosistema della barriera corallina

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La Costa Rica ha un piano per salvare l’ecosistema della barriera corallina. Alla base, l’idea che mette in gioco da tre anni un team di scienziate, il “Raising Coral Costa Rica“: rimuovere pezzi di corallo dalle barriere coralline per farli crescere in un vivaio subacqueo, e da lì riesportarli nell’arco di qualche mese sulle strutture ormai scheletriche di coralli per rivitalizzarli. Protagoniste dell’operazione sono Socorro Ávila, Joanie Kleypas e Tatiana Villalobos: un team di ricercatrici disposte a discendere di volta in volta nel giardino di coralli del Golfo Dulce, nel sud della Costa Rica, per riemergere in superficie con campioni da esaminare. Forte di un’esperienza trentennale di ricerca sulle barriere coralline, Kleypas ha così collaborato con la ricercatrice aggiunta Ávila e con Villalobos, appartenente alla divisione di scienze oceaniche e d’acqua dolce dell’Università della Costa Rica: tre menti brillanti che si uniscono sia per perfezionare tecniche collaudate che per mettere in pratica idee sperimentali. Centrale è stata infine l’intuizione di Kleypas, che ha proposto di scommettere sui coralli locali, tipicamente ignorati perché incapaci di formare grandi scogliere ma che hanno il merito di sostenere alti livelli di biodiversità nonché di comportarsi in maniera analoga alle grandi barriere coralline caraibiche.

La Costa Rica, Paese che coniuga una felice posizione geografica ad investimenti lungimiranti, si presenta oggi anche come pioniere dell’energia non fossile.

Risoluzione rimozione Trump verrà votata domani

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I democratici alla Camera hanno presentato una risoluzione per chiedere al vicepresidente Mike Pence di invocare il 25esimo emendamento della Costituzione per rimuovere Trump: accusando il presidente uscente di “incitamento all’insurrezione”, i democratici hanno quindi ufficialmente presentato la risoluzione, che però i repubblicani hanno bloccato per metterla al voto domani.

Perché la vicenda di Julian Assange riguarda tutti quanti

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Tra i titoli di giornale degli ultimi giorni è riemerso il caso di Julian Assange, il fondatore di WikiLeaks. Il tribunale di Londra, infatti, gli ha negato la libertà su cauzione il 6 gennaio e quindi il quarantanovenne resterà in carcere.
Ma qual’è il motivo per cui è così importante parlare di quest’uomo?
Julian Assange è un giornalista e un attivista australiano. Nel 2006 dà vita a WikiLeaks, un'organizzazione senza scopo di lucro, che riceve in modo anonimo documenti (coperti da segreto di Stato, militare, industriale e bancario) e li carica sul proprio sito web. L’organizzazione è divenu...

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Merkel considera problematico il blocco social di Trump

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La cancelliera tedesca Angela Merkel ritiene problematico il blocco definitivo degli account appartenenti al presidente uscente degli Stati Uniti Trump. Come riferisce il portavoce Seibert, Angela Merkel ritiene il principio di libertà d’espressione di primaria importanza, motivo per cui un qualsiasi intervento a proposito deve essere esercitato nel quadro definito dai legislatori e non dal web management. Anche il ministro francese La Maire esterna perplessità sul ruolo assunto dai colossi del web nel regolamentare la Rete.