Il nuovo governo libico di unità nazionale ha ricevuto il voto di fiducia del parlamento riunito a Sirte. A guidarlo sarà il primo ministro Abdulhamid Dbeibah. Il nuovo governo giurerà il 15 marzo e sarà ad interim, con l’obiettivo di portare il paese ad elezioni libere e democratiche il prossimo 24 dicembre, secondo il piano di pace dell’Onu sottoscritto dalle due fazioni in conflitto. Se verrà rispettato il piano potrebbe rappresentare l’uscita del paese dal conflitto che dura orma da dieci anni.
Si credevano estinte, recuperate 17 specie di piante europee
Diciassette specie endemiche della flora europea sono state riabilitate grazie ad un recente progetto di ricerca. Il team di ricercatori guidato dall’Università degli Studi Roma Tre ha svolto un’accurata indagine su 36 specie di piante endemiche considerate ‘estinte’. Diciassette di queste, però, non lo erano affatto. Tre specie sono state letteralmente scoperte di nuovo a seguito di indagini sul campo. Per alcune, sono stati rinvenuti esemplari vivi conservati presso orti botanici e banche del germoplasma europei. Altre ancora, invece, sono state riclassificate come nuove specie sulla base dei nuovi dati a disposizione. Diciannove specie, tuttavia, sono andate perse per sempre. Tra queste, nove erano italiane. Prevenire le estinzioni resta quindi prioritario.
Grazie a tecniche sempre più avanzate per indagare la variabilità specifica, il contributo più consistente alla riabilitazione è dipeso dal miglioramento delle conoscenze tassonomiche. La ricerca ha sottolineato come specie e varietà credute estinte possono, in realtà, essere riscoperte grazie ad un costante monitoraggio e impegno nella ricerca floristica. In questo contesto, orti botanici e banche del germoplasma rappresentano, ad oggi, le infrastrutture più efficienti nella conservazione ex situ delle specie vegetali. Consentono, quindi, di scongiurare la perdita definitiva di biodiversità, anche quando mancano le condizioni ambientali favorevoli al sostentamento delle popolazioni naturali. Non a caso negli ultimi anni, su queste, l’Europa vi ha investito ampiamente.
Mezzi miliari e prestiti al Kenya: come l’Italia aiuta un paese a violare i diritti umani

Tra il 2016 e il 2020, l’Aeronautica militare kenyota ha acquistato 3 elicotteri da asporto e 3 aerei da trasporto prodotti dall’azienda italiana Leonardo Helicopters. Per l’acquisto, il governo del Kenya ha ottenuto prestiti bancari per un valore cumulativo di 255 milioni di dollari. Questi scambi sono avvenuti in un periodo in cui le forze di polizia del paese si sono rese colpevoli di numerose violazioni dei diritti umani.
Come riferisce AfricaExpress, tra il 2016 e il 2018 l’Aeronautica militare keniota ha acquistato 3 elicotteri da asporto modello AW139, armati con mitragliatrici da 7,62 mm. In cambio ha ottenuto un prestito di 59 milioni di dollari dal gruppo bancario UniCredit. Tra gennaio ed ottobre del 2020, il paese ha acquistato anche 3 aerei da trasporto C-27J “Spartan,” stavolta per un prestito di 196 milioni. I mezzi di entrambi i modelli, nonché la banca coinvolta, sono italiani. L’Italia ha rifornito con mezzi e prestiti il Kenya, nonostante il paese si sia recentemente reso responsabile di gravi violazioni dei diritti umani. Soltanto durante la prima fase della crisi Covid, tra marzo e maggio del 2020, la polizia ha assassinato 15 persone nell’imposizione del coprifuoco. La polizia ha anche duramente represso le manifestazioni pacifiche degli abitanti delle baraccopoli, considerate abusive. Il 14 settembre del 2020, ha inoltre arrestato la presidente di Amnesty International Kenya, Renee Ngamau, colpevole di aver preso parte ad una marcia pacifica con i suoi concittadini.
Iran: rifiutata proposta Usa su nuovo accordo nucleare
Mohammad Javad Zarif, ministro degli Esteri iraniano, ha reso noto, tramite un tweet, che l’Iran rifiuterà la proposta statunitense di un nuovo accordo nucleare. Gli USA avevano redatto una lettera, firmata da 70 membri repubblicani e 70 membri democratici della Camera dei rappresentanti degli Stati Uniti, in cui veniva illustrato il bisogno di un nuovo accordo nucleare, ma il ministro iraniano ha sottolineato che il piano nucleare attuale sia “completo”.
Mosca: twitter verrà rallentato
L’agenzia russa delle telecomunicazioni ha annunciato che le autorità rallenteranno il funzionamento di Twitter nei confronti del 100% dei dispositivi mobili e del 50% di quelli fissi. Il social è accusato di non aver rimosso delle informazioni giudicate illegali. Nel mirino anche Tik Tok e Facebook, a causa degli inviti a prendere parte alle proteste in sostegno dell’oppositore Navalny.
Il Libano è in bancarotta: da una settimana i cittadini sono in strada a protestare
Il Libano sta affrontando la peggiore crisi degli ultimi decenni ed a gennaio è stato dichiarato lo stato di emergenza. Da una settimana sono in corso le violente proteste dei cittadini contro il governo a causa della crisi economica e del rialzo dei prezzi. I manifestanti hanno bloccato le strade delle principali città del paese ed hanno dato fuoco agli pneumatici delle autovetture. Molto forte la repressione da parte dell’esercito, come richiesto dal presidente libanese. Intanto l’inflazione dilaga, il valore della sterlina libanese è crollato di oltre l’80% e lo Stato sta bloccando i conti in banca delle persone, che possono prelevare solo piccole cifre di denaro. Dietro tutto ciò c’è la crisi di governo: è da 7 mesi che il paese non ha un esecutivo nella pienezza dei suoi poteri. Anche il governatore della banca centrale, Riad Salameh, non è esente da colpe: è accusato di aver ingannato i cittadini finanziando il paese nonostante sapesse che la bancarotta si sarebbe verificata. A tutto questo si aggiunge la crisi sanitaria dovuta al Covid-19: ieri quasi 4000 nuovi casi e 54 morti.
La formazione di un governo permetterebbe al Libano di ricevere ben 253 milioni di euro raccolti da una commissione internazionale patrocinata dal presidente della Repubblica francese Emmanuel Macron, ma i cattivi rapporti tra il presidente libanese Michel Aoun e l’incaricato premier Hariri stanno precludendo questa possibilità al paese.
Tunisia: naufragio uccide 39 migranti
Nella giornata di ieri un naufragio di due imbarcazioni di fortuna, con a bordo più di 150 persone, ha provocato la morte di ben 39 individui. Lo ha dichiarato il ministero della Difesa tunisino. La tragedia si è consumata al largo delle isole Kerkennah, in Tunisia, ed il resoconto è ancora provvisorio: la ricerca di possibili superstiti è ancora in atto.
Come i Paesi occidentali importano deforestazione fingendo di agire per l’ambiente
I paesi ricchi dell’Occidente stanno contribuendo alla deforestazione globale anche se allo stesso tempo le foreste al loro interno stanno riallargandosi. Può sembrare un paradosso, ma l’enorme importazione di prodotti alimentari e di legname dai paesi del sud del mondo, costringe questi ultimi ad una deforestazione selvaggia per creare sempre maggiori spazi per le coltivazioni. Spazi che non possono essere sostituiti dalle riforestazioni in altri paesi. La differenza che ne consegue fra “deforestazione importata” e “deforestazione esportata è che i paesi ricchi causano il 12% della deforestazione globale. Inoltre le deforestazione su “commissione” si concentra su foreste tropicali primarie e autoctone (la maggior parte in Brasile e in Indonesia) spesso più produttive delle foreste temperate, cioè capaci di immagazzinare più carbonio e più ricche di biodiversità.
Mettere riparo a questa situazione è urgente ma non semplice. I paesi ricchi dovrebbero prendersi carico e aiutare i paesi più poveri ad analizzare e migliorare i sistemi di coltivazione dando supporti tecnologici, migliori sementi, concimi e tecniche innovative di produzione agricola. Potrebbe essere anche importante preservare le foreste primarie e autoctone che non sono ancora state disboscate rispetto alle foreste ricresciute che hanno perso i loro ecosistemi precedenti. Dovremmo quindi tenere presente che l’area forestale non è l’unico aspetto che conta: dove si trova quella foresta e quanto è ricca di vita è altrettanto importante.
Il Parlamento europeo revoca immunità al leader catalano Puigdemont
Il Parlamento europeo ha votato a favore della revoca dell’immunità all’ex presidente della Catalogna Carles Puigdemont e ai due ex ministri catalani Clara Ponsati e Toni Comin. I tre nel 2017 erano a capo del governo catalano che proclamò l’indipendenza dalla Spagna e per questo sono sotto processo a Madrid. La rimozione dell’immunità permetterà la ripresa dei procedimenti che riguardano la richiesta di estradizione dei tre leader catalani (nel 2019 eletti eurodeputati) da parte delle autorità spagnole.
Sono in sperimentazione i tatuaggi tecnologici per monitorare la salute umana
A breve, il circuito OLED diventerà un tatuaggio temporaneo che, a contatto con la nostra pelle, sarà in grado di rilevare importanti informazioni attorno a noi ma, soprattutto, sulla nostra salute. Si tratta di una sperimentazione dell’Università College of London e dell’Istituto Italiano di Tecnologia. OLED (Organic Light Emitting Diode) è un tipo di tecnologia utilizzato per realizzare i display di alcune televisioni e smartphone che, secondo i ricercatori, non solo aumenterebbe le possibili applicazioni dei dispositivi indossabili, ma sarebbe anche economica e riproducile su larga scala.
I sensori già esistenti, sono caratterizzati da tante applicazioni, le quali ormai vengono utilizzate quotidianamente. Pensiamo agli orologi sportivi, utili per contare i chilometri percorsi durante l’allenamento e monitorare i parametri fisiologi (battito cardiaco e pressione); o ai microchip sottopelle, i quali permettono di effettuare pagamenti contactless. Adesso però, i ricercatori vogliono fare un passo in più, utilizzando il circuito OLED. Questo infatti, se combinato ad un sensore del sudore, potrebbe emettere un segnale luminoso in caso di disidratazione; oppure, in ambito alimentare, potrebbe segnalare quando i prodotti non sono più commestibili. Ma, cosa più importante, questa tecnologia potrebbe essere utilizzata nella medicina, non solo per tenere costantemente aggiornato il personale sanitario sulle condizioni di salute dei pazienti, ma anche – se associata a terapie fotosensibili -, per colpire le cellule tumorali (fotochemioterapia).







