lunedì 24 Novembre 2025
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Italia, come nell’800: botte, perquisizioni e arresti contro gli operai in sciopero

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La mattina del 10 marzo 2021, una doppia azione repressiva ha colpito i lavoratori del centro-nord. A Prato, la polizia è intervenuta contro gli operai della Texprint in presidio permanente, ferendo gravemente due dimostranti. A Piacenza, un blitz diretto contro lavoratori Fedex-TNT e operatori del sindacato Sicobas ha portato a numerose perquisizioni, arresti, multe e revoche di permessi di soggiorno. Secondo Sicobas, si tratta di un primo assaggio di come l’era Draghi affronterà le lotte dei lavoratori.

Da quasi 60 giorni i lavoratori di Texprint a Prato protestavano per le proprie condizioni lavorative. Texprint non solo ha legami con la ‘ndrangheta, ma costringe i propri lavoratori a turni di 12 ore al giorno inclusi i weekend. I reparti antisommossa sono intervenuti tre volte, brutalmente. Nello stesso momento, a Piacenza le forze dell’ordine hanno fatto irruzione nelle case di decine di lavoratori della Fedex-TNT, protagonisti di recenti scioperi. Due coordinatori del Sicobas sono stati messi agli arresti domiciliari per resistenza aggravata. In più, vi sono stati 6 avvisi di revoca del permesso di soggiorno, 5 divieti di dimora e più di 13 mila euro in multe. Sicobas ha dichiarato in un comunicato: «Quel che sta accadendo in queste ore a Piacenza rappresenta il primo vero biglietto da visita dell’era Draghi: fermi, perquisizioni e arresti domiciliari per chi difende i lavoratori dai soprusi padronali, in continuità con i decreti-sicurezza dei governi precedenti».

Pd: Letta si candida come nuovo leader

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Enrico letta ha annunciato, tramite un tweet, la sua candidatura alla guida del Partito Democratico. L’ex presidente del consiglio ha affermato che l’amore per la politica e la passione per i valori democratici lo hanno spinto a prendere queste scelta e che parlerà in assemblea nella giornata di domenica.

Covid: a Pasqua tutta Italia verso zona rossa

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Il governo ha intenzione di imporre una zona rossa nazionale dal 3 al 5 aprile. Ciò è quanto emerge dall’incontro di oggi tra il governo, le Regioni e gli Enti Locali. Inoltre, la volontà è quella di eliminare le zone gialle: la bozza del nuovo decreto legge prevede che dal 15 marzo al 6 aprile le zone gialle diventeranno arancioni.

Reggio Emilia: assolti per aver violato il coprifuoco, Tribunale ritiene incostituzionali i DPCM

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Due coniugi di Correggio escono di casa durante il coprifuoco, i carabinieri li fermano e loro presentano una autocertificazione fasulla, c’è scritto che la donna deve fare delle analisi all’ospedale, ma non è vero, sono fuori per una passeggiata. Scattano multa e denuncia penale per il reato di “falso ideologico in atto pubblico”. Ma al processo il giudice di Reggio Emilia li assolve perché “il fatto non costituisce reato”. Non solo: il magistrato sancisce anche l’illegittimità del DPCM dell’8 marzo del 2020 che autorizzava le persone a uscire di casa solo “per comprovate esigenze lavorative, situazioni di necessità, spostamenti per motivi di salute”. Secondo il giudice non è costituzionale imporre a tutti i cittadini il coprifuoco, neanche in presenza di un’emergenza sanitaria. L’obbligo di permanenza domiciliare – stabilisce il giudice – è una sanzione penale che può essere decisa dal magistrato per singole persone “per alcuni reati, e soltanto all’esito del giudizio”. Anche perché, spiega il giudice, l’art. 13 della Costituzione prescrive che le limitazioni alla libertà possono essere solo un «provvedimento individuale, diretto dunque nei confronti di uno specifico soggetto».

Importante: la sentenza non dichiara incostituzionali i DPCM, né tantomeno li fa decadere: sono decisioni che solo la Corte Costituzionale può assumere. La sentenza riguarda solo i due coniugi in questione, nulla toglie che presso altri tribunali, altri giudici potrebbero valutare differentemente la stessa condotta.

Incendio in Egitto: 20 morti e 39 feriti

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Un incendio verificatosi in una fabbrica di vestiti situata nella città di Obour, a nord del Cairo, ha generato la morte di 20 persone e 39 feriti. La tragedia è avvenuta questa mattina intorno alle ore 10:00. Per questo, si è deciso di formare un comitato tecnico che dovrà verificare se l’edificio garantisse le condizioni di sicurezza richieste. Questo è quanto dichiarato, tramite facebook, dal Governatorato di Qalyubiyya che, inoltre, verserà degli indennizzi alle famiglie dei deceduti e dei feriti.

Gli Usa stanno costruendo nuovi missili nucleari da 100 miliardi di dollari

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An LGM-118A Peacekeeper intercontinental ballistic missile is launched during the eighth flight test of the program.

Gli Stati Uniti stanno pianificando di rinnovare il loro arsenale balistico, costruendo dei nuovi missili nucleari GBSD. La stima in costi di acquisizione è di 100 miliardi di dollari Il progetto è affidato alla Northrop Grumman Corporation società americana leader nel settore balistico già costruttrice del’ aereo da caccia Tomcat F-14. Il nuovo arsenale che sarà pronto a l’uso nel 2029 andrà a sostituire il precedente sistema missilistico di origine nucleare Minuteman LGM-30 denominati ICBM. L’operazione rimarrà attiva con la costruzione il funzionamento e la manutenzione fino al 2075 per un costo totale di circa 264 miliardi di dollari. Il nuovo programma GBSD consisterà nel sostituire circa 450 missili, inizialmente con l’ordine già effettuato dall’Aereonautica americana di circa 600 pezzi. La Federation of American Scientists  (FAS) in un rapporto sostiene che sul progetto non c’è stata una seria valutazione del ruolo di queste armi da clima di guerra fredda in un ambiente di sicurezza post-guerra fredda, ritenendolo obsoleto e inutile se non fosse guidato da intense pressioni industriali e da politici di stati che ne trarranno solo un vantaggio economico.

Il sistema missilistico balistico intercontinentale GBSD Ground Based Strategic Deterrent è un’ arma di distruzione di massa con un raggio di azione di circa 6.000 miglia, con una testata termonucleare W87 dalla potenza stimata di 475 kt (Kilotoni) 20 volte più potente di quella sganciata Hiroshima il 6 agosto 1945

 

 

Il Parlamento europeo ha votato una nuova legge contro le emissioni di CO2, ma servirà a poco

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Da tempo l’Ue si è dotata di una legge che dovrebbe servire a costringere le aziende più inquinanti a ridurre le proprie emissioni di CO2, ma fino ad oggi non ha mai funzionato, tanto che le emissioni sono diminuite di un misero 1% negli ultimi 15 anni. L’attuale legge prevede un tetto alle emissioni per ogni azienda, ma queste possono acquistare sul mercato ulteriori quote di emissioni (il sistema Emission Trading Scheme) e in più in alcuni paesi è ancora attivo il sistema dei crediti di carbonio gratuiti, che permette di sforare senza nessun onere economico. Questo sistema venne pensato per evitare che le aziende delocalizzassero in Paesi extra-Ue con legislazioni ambientali più permissive, ma alla prova dei fatti non è servito per ridurre le emissioni, né per impedire le delocalizzazioni che evidentemente sono spinte anche da altri fattori, come la riduzione del costo del lavoro.

La nuova legge, proposta dai Verdi, prevedeva di eliminare gradualmente i crediti di carbonio gratuiti e mettere una tassa sulle importazioni di CO2. Un modo per obbligare realmente le industrie alla conversione, continuando a cercare di impedire le delocalizzazioni, non attraverso un sistema di premi (i crediti gratuiti) ma di dazi doganali. Tuttavia il Partito Popolare (maggioranza dell’emiciclo) si è opposto, sposando le posizioni delle lobby industriali, ed è riuscito ad approvare un emendamento che mantiene in vita il sistema dei crediti gratuiti. Dal Parlamento esce quindi una norma azzoppata, senza reali possibilità di incidere sulle emissioni. Dopo il colpo di mano dei popolari i verdi hanno deciso di astenersi dalle votazioni. La norma dovrà comunque essere ratificata dalla Commissione Europea per diventare operativa.

La Danimarca sospende uso vaccino AstraZeneca

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La Danimarca ha deciso di sospendere a tempo indeterminato la somministrazione del vaccino anti-Covid prodotto da AstraZeneca. Secondo quanto riferito dalle autorità del Paese la decisione è stata presa «a causa di problemi di coagulazione del sangue in alcuni pazienti».

In Francia i lavoratori dello spettacolo hanno iniziato ad occupare i teatri nazionali

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Dopo un anno di chiusura i lavoratori dello spettacolo francese hanno deciso di passare all’azione, con la determinazione che spesso contraddistingue le proteste d’Oltralpe: negli ultimi giorni sono iniziate le occupazioni di decine di teatri. La prima azione è stata giovedì, quando sono stati organizzati cortei di protesta da parte dei lavoratori del settore che hanno coinvolto migliaia di persone in tutte le principali città francesi. A Parigi il corteo è terminato con l’occupazione del principale teatro della capitale, l’Odeon, in una cinquantina ci si sono accampati dentro, giurando di rimanerci «tutto il tempo necessario». Nei gironi successi le occupazioni si sono allargate coinvolgendo altri luoghi mitici della cultura francese, come il Theatre National de la Colline di Parigi e il Teatro Nazionale di Strasburgo, e decine di piccole sale in tutto il paese. Il sindacato CGT appoggia la forma di protesta.

Oltre alla riapertura degli istituti culturali, i manifestanti chiedono l’estensione dell’esenzione fiscale per i lavoratori autonomi e stagionali. Immediata la risposta del ministro della Cultura, Roselyne Bachelot, che si è presentata all’Odeon per aprire un negoziato diretto con gli occupanti. In Francia già esiste una legge molto avanzata per i diritti dei lavoratori dell’arte, che garantisce ai precari del settore di ottenere il sussidio di disoccupazione avendo lavorato almeno 507 ore nell’anno precedente. I manifestanti pretendono che il sussidio sia potenziato per tutti.

Il Messico ha legalizzato la cannabis

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Il parlamento messicano ha approvato ieri una legge che legalizza e regolamenta il consumo di cannabis per i cittadini maggiorenni. A questi sarà consentito il possesso legale di massimo 28 grammi e la produzione di cannabis per il proprio consumo, anche in forma organizzata tra comunità di consumatori (sul modello dei Cannabis Social Club diffusi in Spagna). La legge è stata approvata con 316 voti a favore, 129 contrari e 23 astensioni.