L’ex ministro dell’interno Salvini non ha violato le convenzioni internazionali e le sue scelte furono condivise dal governo, per questo «non sussistono gli estremi del reato di sequestro di persona» perché «il fatto non sussiste», è quanto sostenuto dal Pm all’udienza preliminare nell’aula bunker di Catania, sul caso dello sbarco dei migranti dalla nave Gregoretti, che per giorni venne impedito dall’ex ministro Matteo Salvini. Il Pm ha chiesto il non luogo a procedere.
È stata trovata la polvere dell’asteroide che causò l’estinzione dei dinosauri
Circa 66 milioni di anni fa i dinosauri si sono estinti. L’ipotesi più plausibile della causa di quella che viene chiamata estinzione di massa del Cretaceo, è sempre stata l’impatto di un’asteroide con la Terra. La spiegazione più accreditata ma non l’unica, perché anche le teorie di una serie di eruzioni vulcaniche e di altre calamità di natura terrestre non sono state mai escluse.
Negli anni Novanta, la relazione tra estinzione dei grandi animali preistorici e impatto cosmico è stata ulteriormente confermata dalla scoperta di Chicxulub, il cratere da impatto sotto il mare nella penisola dello Yucatan (Golfo del Messico), datato alla fine del Cretaceo e identificato come il punto della collisione. E proprio qui, un team di ricerca ha di recente trovato la prova scientifica che i grandi animali preistorici scomparvero dal nostro pianeta a causa dello schianto di un enorme corpo celeste. Nel 2016 infatti, l’Università del Texas con il contributo di altri istituti, ha condotto la missione internazionale International Ocean Discovery Program in corrispondenza del cratere. Con l’utilizzo di una boat lift, sono state effettuate profonde trivellazioni e prelevati alcuni campioni di rocce. Dalle analisi di questi, concluse in questi giorni, sono emerse tracce di polvere dell’asteroide e, più precisamente, l’inequivocabile segno chimico rivelatore: l’iridio, elemento rarissimo nella crosta terreste, ma presente in grandi quantità in alcuni tipi di asteroidi.
Gli scienziati sono anche riusciti a datare con precisione quando la polvere si è depositata: nei vent’anni successivi all’impatto. Questo sembra proprio essere l’intervallo di tempo massimo durante il quale questa è rimasta in sospensione nell’atmosfera prima di scendere al suolo e permettere alla luce solare di raggiungere nuovamente il pianeta. Difatti lo schianto dell’asteroide ha causato un drammatico cambiamento climatico che ha portato alla scomparsa dei dinosauri e del 75% di tutte le specie terrestri. La collisione del corpo celeste ha sollevato enormi quantità di polvere, zolfo e anidride carbonica, che si sono accumulate nell’atmosfera, impedendo il passaggio della luce solare. Di conseguenza, il buio e le temperature molto basse hanno danneggiato irrimediabilmente i fotosintetizzatori delle piante, fondamentali per gli ecosistemi e la sopravvivenza di molte specie, tra cui i dinosauri.
La ricerca, i cui risultati sono stati pubblicati su Science Advances, chiude quindi definitivamente il caso dell’estinzione dei dinosauri ed esclude una volta per tutte le altre ipotesi.
[Eugenia Greco]
Iran: avviate nuove centrifughe per arricchimento uranio
L’Iran ha attivato delle nuove centrifughe per l’arricchimento dell’uranio, il cui utilizzo è vietato dall’accordo sul nucleare del 2015. Nello specifico si tratta di una linea di 164 cosiddette centrifughe IR-6 e di un’altra di 30 centrifughe IR-5 installate all’interno del complesso nucleare di Natanz, nel centro del Paese. Le moderne centrifughe, che permetteranno di arricchire più velocemente l’uranio, sono state inaugurate dal presidente Hassan Rouhani durante una cerimonia in videoconferenza trasmessa dalla tv di Stato.
Scuola: da lunedì 8 studenti su 10 tornano in classe
Poco più di 6,5 milioni di studenti torneranno a seguire le lezioni in presenza da lunedì 12 aprile. Si tratta del 77% del totale degli alunni italiani (8,5 milioni), ossia 8 su 10 secondo le stime di Tuttoscuola. Tra questi, quasi 5,5 milioni sono bambini della scuola dell’infanzia e studenti del primo ciclo. Inoltre, 356.000 bambini potranno tornare negli asili nido, indipendentemente dal colore della regione.
Trivelle, il governo “ambientalista” di Draghi approva 7 progetti di estrazione
Il ministro della Transizione ecologica, Roberto Cingolani, ha recentemente firmato 7 decreti Via (Valutazione impatto ambientale) che hanno ad oggetto altrettanti rinnovi di concessioni minerarie, progetti di messa in produzione di pozzi e di perforazione off-shore (a mare) ed on-shore (a terra) in varie regioni d’Italia. Nello specifico le valutazioni di impatto ambientale, che si sono concluse «con esito positivo», hanno riguardato soprattutto l’Emilia Romagna a causa delle Via sui rinnovi delle concessioni Barigazzo e Vetta per la coltivazione di idrocarburi gassosi, nonché sui progetti di messa in produzione del giacimento per la coltivazione di idrocarburi denominato Teodorico e del pozzo a gas naturale Podere Maiar 1dir. Inoltre, sulla base di concessioni di coltivazione di petrolio e gas già presenti, sono state valutati positivamente anche i progetti di perforazione del pozzo Calipso 5 Dir nelle Marche, Donata 4 Dir fra Marche e Abruzzo e del pozzo esplorativo Lince 1, in Sicilia.
Va ricordato, però, che tali decreti non costituiscono un’approvazione definitiva, bensì semplicemente un’autorizzazione intermedia in quanto non si tratta di titoli minerari. Inoltre, attualmente essi sono legittimi ma con il Pitesai (Piano per la Transizione Energetica Sostenibile delle Aree Idonee), che sarà approvato entro il 30 settembre 2021, potrebbero non avere alcun valore nel caso in cui le relative aree di interesse dovessero risultare non idonee alla trivellazione ed alla ricerca. Dunque, non si capisce il motivo di questa frettolosa valutazione di impatto ambientale, a maggior ragione se si tiene conto del fatto che i progetti in questione sono rimasti fermi per anni al Ministero. In più, questi ultimi sono in contrasto con il Green Deal, l’obiettivo dell’Unione Europea di raggiungere la neutralità climatica entro il 2050, come dichiarato dalla stessa Commissione europea in seguito ad un’interrogazione parlamentare promossa da Eleonora Evi, l’europarlamentare dei Verdi.
Per tutti questi motivi, sono subito arrivate le critiche da parte delle associazioni ambientaliste. Tra queste, l’associazione Re:Common ed il movimento Fridays For Future, che si sono immediatamente schierati contro tali decreti definendoli una «vergogna senza fine» e sottolineando che questi ultimi sono stati firmati proprio dal ministro che dovrebbe occuparsi della transizione ecologica. Di certo l’azione del ministro Cingolani stride con le parole del presidente del Consiglio Draghi, che dichiarò che il suo sarebbe stato «un esecutivo ambientalista».
[di Raffaele De Luca]
Cina: multa da 2,78 miliardi di dollari alla multinazionale Alibaba
In Cina, il colosso dell’e-commerce Alibaba ha ricevuto una maxi multa da parte delle autorità da 18,2 miliardi di yuan (l’equivalente di 2,78 miliardi di dollari) per abuso di posizione dominante.
È la più grande sanzione mai imposta dalla State Administration for Market Regulation (Samr),l’antitrust cinese, ed è pari al 4% del totale dei ricavi dell’azienda nel 2019. La stessa Samr ha spiegato che la sanzione è stata stabilita in seguito ad un’indagine avviata a dicembre nei confronti della multinazionale.
Gli USA e il doppiopesismo sui diritti umani come arma geopolitica: il caso di Cuba
Nei giorni scorsi il Segretario di Stato americano Antony Blinken ha rilasciato il Rapporto 2020 sui paesi che violano sistematicamente i diritti umani. Il documento stila una lista dei paesi responsabili e quindi passibili di punizioni. Sostanzialmente lo strumento con cui gli Stati Uniti ogni anno danno le pagelle al resto del mondo. La prefazione si concentra sulla critica ai soliti sospetti, ovvero i paesi maggiormente nemici della potenza americana: Cina, Russia, Venezuela, Nicaragua e naturalmente Cuba. Con il rapporto gli Usa pongono le basi per confermare e applicare nuove sanzioni contro questi paesi, nonostante tali sanzioni siano condannate dagli organi internazionali e finiscano principalmente per colpire i civili.
Il rapporto giustifica l’inserimento di Cuba nella lista dei principali violatori di diritti umani riferendosi ai frequenti episodi di repressione della libertà religiosa e di espressione del paese, oltre che all’assenza di elezioni libere e ai casi di esecuzioni extragiudiziali, sparizioni forzate e tortura. Ed è nella comparazione tra le parole durissime riservate al nemico socialista rispetto a quelle ben più caute riservate alle dittature alleate che si evince la natura politica del documento. Se Cuba è definito «uno stato autoritario» con elezioni «né libere né eque né competitive», nel capitolo sull’Arabia Saudita (paese dove vige una spietata monarchia assoluta, che però è alleata di Washington) si sottolinea il fatto che sono state svolte elezioni municipali monopartitiche «senza irregolarità significative».
Ma il paragrafo che mostra più di tutti la falsità del rapporto è quello sulle esecuzioni extragiudiziarie. Tanta è la voglia di colpire Cuba – paese che da 60 anni è avversato spietatamente dagli Usa per il solo fatto di aver scelto un ordinamento economico-sociale opposto al neoliberismo – che il rapporto si concentra su un unico fatto per provare a dimostrare che vi siano cubani uccisi senza processo. Si tratta del caso dell’uccisione di un ladro colto in flagrante e che ha ingaggiato uno scontro con le forze dell’ordine senza arrendersi, ed è stato ucciso con un colpo di pistola da un’agente. Un fatto, certamente deplorevole, unico in un anno. Peccato che gli Usa non diano pagelle a sé stessi, sarebbe stato certamente istruttivo leggere il rapporto sulle uccisioni extragidiziarie da parte della polizia americana, che solo nel 2020 ha ucciso 1.127 cittadini in circostanze sospette.
È chiaro che si tratta di due pesi e due misure. Da una parte, gli Stati Uniti si fanno giudici internazionali, accusando altri paesi di violazioni di diritti che avvengono nel loro stesso territorio. Dall’altra, le accuse sono mosse in maniera strumentale e strategica: usano la scusa dei diritti per favoreggiare o penalizzare paesi a seconda dei propri interessi. Anche l’Arabia Saudita, il Qatar e l’Egitto violano sistematicamente i diritti umani, ma non sono colpite da nessuna sanzione. Non si faticano quindi a comprendere le ragioni con le quali il ministro degli Esteri cubano Bruno Rodríguez ha definito il rapporto Blinken «fuorviante e politicizzato». Facendo notare che se gli USA fossero anche solo minimamente interessati al benessere del popolo cubano bloccherebbero le ben 240 misure di sanzione emesse da Trump contro Cuba.
[di Anita Ishaq]
Covid: direttore vicario dell’Oms indagato per false dichiarazioni
Ranieri Guerra, direttore vicario dell’Oms è indagato dalla procura di Bergamo per aver fornito false informazioni in merito al piano pandemico italiano. Al centro delle indagini c’è la possibilità che il governo Conte II abbia ingannato l’Oms dichiarandosi falsamente preparato ad affrontare la pandemia.
Erdogan, il sessismo, la Von der Leyen e l’ipocrisia di stampa e UE
Non si placa il caso ribattezzato “sofagate”, con la Turchia sotto accusa in tutta Europa per aver relegato la presidente della Commissione europea Ursula von der Leyen sul divano, in una postazione non di pari livello durante il colloquio con il presidente turco Erdogan, il ministro degli esteri turco Mevlut Cavusoglu e il presidente del Consiglio europeo, Charles Michel. Immediatamente sono piovute su Erdogan le accuse di “maschilismo” e “machismo”, accompagnate da titoli di fuoco sui media (“Lo schiaffo di Erdogan alle donne” – La Repubblica; “Il ceffone maschilista di Erdogan” – Il Fatto quotidiano, solo per citarne due tra i tanti) e un fuoco di accuse e iniziative ad alto clamore mediatico da parte dei politici di tutti gli schieramenti, di maggioranza e opposizione, con Lega e Fratelli d’Italia arrivate a chiedere, per questo fatto, il ritiro dello status di candidato all’ingresso nell’Unione Europea per la Turchia.
Ma le accuse di maschilismo, su questo caso specifico, hanno senso? Difficile muoversi nei complicati protocolli e nel galateo istituzionale che prevede l’ordine nel quale i partecipanti ad un incontro di stato debbano salutarsi, sedersi, parlare. Di certo la von der Leyen è una pari status dell’altro partecipante europeo all’incontro, Charles Michel, che invece è stato fatto sedere al fianco di Erdogan (e per non aver rifiutato la sedia al fine di difendere l’onore della presidente della Commissione è anch’esso sotto accusa in Europa) ed è di status superiore al ministro turco che è stato fatto sedere di fronte a lei. Tuttavia va sottolineato che le cariche di alto livello in Europa abbondano. L’Ue non è nemmeno uno stato ma per poltrone di massimo livello non è seconda nemmeno a un impero: presidente del Consiglio europeo, presidente del Parlamento europeo, presidente del Consiglio UE, presidente della Commissione UE.
I protocolli con i quali vengono stabilite le formalità di questi incontri tra l’altro sono solitamente concordati tra delegazione ospitante e delegazione ospite. Un punto di vista interessante e certamente autorevole sulla questione lo ha fornito in una intervista Carlo Marsili, ambasciatore italiano in Turchia dal 2004 al 2010: «Le accuse di sessismo sono sciocchezze. Il sesso non c’entra, le visite di donne ai vertici in Turchia sono all’ordine del giorno, basti pensare alla cancelliera Merkel – ha dichiarato – in sette anni in Turchia ho dovuto preparare parecchie visite di Stato ed ufficiali tra cui quelle degli allora presidenti della Repubblica Ciampi e Napolitano. Quando si prepara una visita ci sono due parti che decidono minuto per minuto che succede: uno è il protocollo locale, in questo caso turco, l’altro è l’ambasciata della delegazione ospite». «I turchi – prosegue l’ex ambasciatore – in questi casi vogliono sapere chi è il capo delegazione per una questione di protocollo. Se Michel e von Der Leyen erano sullo stesso livello, allora bastava farlo presente ed esigere parità di trattamento. Non capisco come mai non ci sia stata un’intesa preventiva, si decide in due e se l’ambasciata non è d’accordo basta dire che la visita non si fa e normalmente la controparte si adegua».
Sembrerebbe quindi che ci sia stata una disattenzione da parte europea. Di certo, in rete si trovano foto e immagini che confermano che Erdogan, quando ha ricevuto Angela Merkel, l’ha fatta accomodare al suo pari come ogni altro leader di stato.
Soprattutto – andando oltre al “sofagate” – Erdogan è un leader che negli ultimi anni ha, in una lista nemmeno esaustiva: sterminato centinaia di curdi e arrestato i loro rappresentanti in parlamento, messo sotto controllo i media, destabilizzato la Siria invadendone parte del territorio, incarcerato migliaia di oppositori, usato i migranti per ricattare l’Europa e ristretto le libertà civili e politiche dei cittadini turchi fino al ritiro del paese dalla convenzione contro la violenza sulle donne (questo si un atto che avrebbe meritato critiche severe di maschilismo). Eppure la politica europea e la stampa mainstream sobbalzano solo ora, perché la von Der Leyen ha subito lo sgarbo di doversi accomodare sul divano. Materiale per concentrarsi su questioni che riguardano in modo più sostanziale i diritti delle donne e di tutti i cittadini turchi ce ne sarebbe, o no?
Uk: morto il principe Filippo, marito della regina Elisabetta
È deceduto a 99 anni il principe Filippo, principe di Edimburgo e consorte della regina d’Inghilterra Elisabetta II. La notizia è stata battuta pochi minuti fa dai media inglesi, il principe si è spento nel castello di Windsor.







