lunedì 25 Agosto 2025
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Presidenziali Usa, dai colossi farmaceutici una pioggia di donazioni per Biden

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Il partito democratico e il suo candidato presidente, il neoeletto Joe Biden, sono stati sostenuti da numerosi colossi farmaceutici che hanno elargito importanti somme di denaro per la sua campagna elettorale (il più finanziato con 6,324 milioni di dollari). A distanza arriva Donald Trump il quale tra i giganti del settore ha raccolto 1,590 milioni di dollari. Lo evidenzia Open Secrets, gruppo di ricerca non profit che monitora le attività di lobby sulla politica Usa.

Tra chi ha maggiormente puntato su Biden c’è l’americana Pfizer, che ha dato al partito democratico 2.226.557 dollari. Ai democratici anche i 1.232.088 dollari di Johnson & Johnson ed i 546.651 dollari di Masimo Corp. Merck & Co inoltre, che avrebbe legami con il marito di Kamala Harris (loro rappresentante legale per conto di Dla Piper), ha destinato al partito il 57,8% del milione di dollari complessivamente utilizzato per finanziare i candidati alle elezioni americane. Anche AstraZeneca PLC, Abbott, DE Shaw Research, Roche, Sanofi e GlaxoSmithKline hanno supportato Biden.

Solo tre, tra i Big Pharma, hanno indirizzato la maggior parte della somma destinata a finanziare i candidati a Donald Trump: Amgen, Eli Lilly e Boston Scientific. Dal 2000 in poi le aziende di settore sono sempre più impegnate a livello politico. È la prima volta, però, che ai democratici viene destinata una somma superiore a quella dei repubblicani (solo nel 2008 i finanziamenti destinati al partito dell’asinello superarono quelli a supporto degli elefantini).

Guerra civile in Etiopia: il governo lancia l’ultimatum ai ribelli Tigrè

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Il governo etiope ha lanciato l’ultimatum: le milizie del Fronte Popolare di Liberazione del Tigrè (TPLF) hanno 72 ore per arrendersi prima dell’assalto a Macallè, la capitale della regione. Il primo ministro del Paese, Abiy Ahmed, ha specificato che la resa incondizionata è l’unica possibilità che i ribelli hanno per “prevenire ulteriori uccisioni e la distruzioni della città”.

In Etiopia, dal 4 novembre, è in corso una guerra civile tra il governo federale e quello regionale del Tigrè. Entrambe le parti accusano l’altra di atrocità e di blocco degli aiuti umanitari. Le agenzie di Onu e Unicef hanno stimato la morte di centinaia di persone dall’inizio del conflitto e circa 34.000 rifugiati già fuggiti nel vicino Sudan. Gli scontri sono cominciati quando il primo ministro etiope Abiy Ahmed ha annunciato un’offensiva militare, in seguito al disconoscimento dell’autorità del governo centrale da parte del governo Tigrè. La decisione unilaterale dei ribelli di eleggere un’amministrazione regionale ha acuito le tensioni già presenti, legate all’esclusione dal governo federale del TPLF, partito dominante della regione.

 

 

 

Firenze: carabinieri arrestati per estorsioni e ricatti ai commercianti

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Due carabinieri del Nas sono stati arrestati a Firenze ed ora si trovano in esecuzione di custodia cautelare, in carcere. Sono accusati di aver preteso somme di denaro da commercianti e professionisti in cambio dell’insabbiamento di presunte irregolarità riscontrate durante le verifiche. Altre due persone sono finite ai domiciliari nell’ambito della stessa indagine: un ex maresciallo della Guardia di finanza e un viticoltore. I due carabinieri, sospesi dal 30 aprile 2020, si trovavano agli arresti domiciliari poiché colti in flagrante, mentre incassavano 8.000 euro da una dentista, per scongiurare la chiusura del suo studio. Secondo quanto emerso, il finanziere ed il viticoltore avrebbero agito da intermediari tra i due militari del Nas e i commercianti presi di mira. Tra i reati a vario titolo concussione, induzione indebita a dare o promettere utilità e falso in atto.

Vietato filmare la polizia e droni in strada: la Francia protesta contro la nuova legge

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Continuano in tutta la Francia le proteste contro la legge di “sicurezza globale”, che dovrebbe essere approvata il 24 novembre. In particolare, la nuova legge prevede (art. 24) un anno di carcere e 45mila euro di multa chi diffonde immagini di poliziotti con il non meglio precisato “scopo manifesto di danneggiarne l’integrità fisica o psichica”, l’aumento della videosorveglianza e delle telecamere negli spazi pubblici (art. 20 e 22) e il ricorso ai droni per controllare l’ordine pubblico (art. 21). Le manifestazioni sono state organizzate dai sindacati dei giornalisti e dalla Lega dei diritti dell’uomo per allertare sulla limitazione del diritto di informare. Critiche sono arrivate anche dalla commissione per i diritti umani dell’Onu.

La nuova legge è già stata votata in prima battuta dall’Assemblea Nazionale (146 voti a favore, 24 contro) e martedì dovrà essere ratificata. La norma è stata richiesta dai sindacati di polizia che lamentano un aumento delle aggressioni ai loro danni, tuttavia i sindacati e le associazioni che hanno lanciato la protesta ritengono che si tratti di un bavaglio contro la libertà di stampa e una norma a favore dell’immunità per le forze dell’ordine, sottolineando che solo le immagini fatte da giornalisti, militanti e semplici cittadini sono servite in passato per smascherare abusi di potere commessi dalla gendarmeria.

La plastica è in tutto il pianeta: residui trovati vicino la vetta dell’Everest

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Gli scienziati hanno trovato l’inquinamento da microplastiche nella neve del Monte Everest, la vetta più alta del mondo (8.848 m). Lo afferma uno studio, pubblicato sulla rivista One Earth, che ha analizzato i campioni raccolti dal National Geographic nel 2019. Le microplastiche sono state rinvenute in ogni campione di neve raccolto tra i 5.300 e gli 8.440 metri di altezza, con una media di 30 particelle per litro d’acqua. Ovviamente gli scienziati hanno trovato le concentrazioni maggiori intorno al campo base, dove alpinisti ed escursionisti trascorrono più tempo. È molto probabile che le fibre provenissero da indumenti, tende e corde.

Nel 2018 gli scienziati rivelarono di aver trovato i detriti di plastica anche nel punto più profondo della Terra, la Fossa delle Marianne. Ora è chiaro che i rifiuti dell’umanità hanno inquinato l’intero pianeta.

Guatemala: proteste contro il governo, incendiato il Parlamento

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Dopo l’approvazione della legge di bilancio, centinaia di manifestanti hanno dato fuoco ad un’ala del Parlamento guatemalteco. La polizia ha arrestato decine di manifestanti ed almeno 50 sono rimasti feriti negli scontri. Anche un’altra manifestazione pacifica si è svolta davanti al vecchio palazzo del governo. I dimostranti esigono le dimissioni del presidente Alejandro Giammattei, per la mancanza di risorse in contrasto all’epidemia e l’approvazione della legge finanziaria da 13 miliardi di dollari. Il governo, infatti, ha stanziato fondi soprattutto per le infrastrutture legate alle grandi imprese, senza misure per contrastare la povertà (in cui si trova il 60% della popolazione).

Giammattei, medico di 64 anni, è salito al potere a gennaio promettendo di eliminare la corruzione e combattere la criminalità organizzata.

 

Caso Regeni: per la prima volta l’Egitto promette piena collaborazione alle indagini

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Da ieri, per la prima volta, dopo la telefonata tra il presidente Al-Sisi ed il premier Conte, “l’Egitto coopererà pienamente con le controparti italiane nelle indagini, cercando di giungere alla verità” sul caso di Giulio Regeni. Lo riferisce il portavoce della presidenza egiziana, l’ambasciatore Radi.

I pm di Roma che indagano dal 2016 sull’uccisione di Regeni (ricercatore italiano), ritrovato senza vita lungo l’autostrada nel deserto, tra la capitale egiziana ed Alessandria, notificheranno la chiusura dell’inchiesta entro il 4 dicembre, termine previsto dalla legge. I sospettati del sequestro e dell’omicidio del giovane italiano sono 5 agenti della National Security egiziana. L’Egitto non ha ancora comunicato il domicilio degli indagati, una protezione che adesso dovrà fare i conti con la chiusura delle indagini da parte dei pm romani. Per i 5 agenti verrà chiesto il processo con l’accusa di omicidio, che si celebrerà anche in caso di mancata collaborazione da parte del Cairo. L’ultima occasione per collaborare, per il presidente Al-Sisi che ha sempre proclamato la massima disponibilità, dimostrando, nei fatti, l’esatto opposto.

Pompei: rinvenuti 2 corpi nella Villa suburbana di Civita Giuliana

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I corpi pressoché integri di due uomini, un 40enne avvolto in un mantello di lana e il suo schiavo, sono stati ritrovati durante gli scavi a Pompei. E’ la nuova scoperta rivelata in esclusiva da ANSA. Il ritrovamento è avvenuto solo alcuni giorni fa durante uno scavo in corso dai primi mesi del 2020, presso la grande villa suburbana a Civita Giuliana (700 metri a Nord di Pompei).

“Una scoperta davvero eccezionale” per il ministro dei Beni Culturali Dario Franceschini, perché “per la prima volta dopo più di 150 anni è stato possibile realizzare i calchi perfettamente riusciti delle vittime e delle cose che avevano con sé nell’attimo in cui sono stati investiti e uccisi dai vapori bollenti dell’eruzione”. Si tratta dell’antica tecnica di realizzazione dei calchi, ideata nell’Ottocento da Giuseppe Fiorelli, che prevede l’introduzione di una colata di gesso liquido nelle cavità lasciate dai corpi.

OMS: 700mila morti per resistenza agli antibiotici, problema grave come una pandemia

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Circa 700.000 persone muoiono ogni anno a causa della resistenza antimicrobica, che minaccia di annullare un secolo di progressi medici. Lo ha affermato l’Organizzazione mondiale della sanità (OMS) venerdì. Questo fenomeno si verifica quando batteri, virus, funghi e parassiti resistono all’attività di un farmaco antimicrobico, rendendo le infezioni più difficili da trattare e aumentando il rischio di morire. Il 90% dei paesi dispone di piani d’azione nazionali per affrontare il problema, tuttavia solo il 20% ha trovato finanziamenti per attuarli. Per contrastare questa resistenza, l‘OMS ha chiesto negli ultimi anni lo sviluppo di nuovi antibiotici, ma il processo è complicato e costoso.

Diversi fattori, tra cui l’abuso di farmaci negli esseri umani, nel bestiame e nell’agricoltura, nonché la mancanza di accesso ad acqua potabile sicura, servizi igienici e igiene, hanno amplificato la minaccia rappresentata dalla resistenza antimicrobica in tutto il mondo, afferma l’OMS.

Marocco: gli indipendentisti saharawi riprendono le armi dopo 30 anni di tregua

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Il Fronte Polisario, gruppo indipendentista del popolo del Sahara occidentale, ha annunciato la ripresa della lotta armata per ottenere l‘indipendenza dal Marocco, decisione che rompe la tregua in vigore dal 1991. L’annuncio arriva dopo settimane di tensione al valico di frontiera di Guerguerat, che collega il Sahara Occidentale meridionale con la Mauritania. Uno spazio che, secondo l’accordo di pace siglato da entrambe le parti con l’Onu, dovrebbe essere mantenuto smilitarizzato, ma che le forze marocchine hanno oltrepassato per far fronte alle proteste dei saharawi, che contestavano il fatto che il varco venisse utilizzato dal Marocco per i commerci con i paesi africani. Il re del Marocco, Mohamed VI ha assicurato che il suo paese rimane “impegnato per il cessate il fuoco” nel Sahara Occidentale, ma ha avvisato che reagirà con la “massima durezza” in caso di attacco.

Il Sahara occidentale fu parte dei domini coloniali spagnoli, nel 1975 la Corte internazionale dell’Aja stabilì il diritto all’autodeterminazione del suo popolo, tuttavia il Marocco mantenne l’occupazione provocando la ribellione armata dei saharawi. Negli accordi di pace del 1991 si stabilì il diritto dei saharawi ad ottenere un referendum per l’autodeterminazione, ancora una volta negato nella pratica. Ora il Fronte Polisario riprende la lotta, anche se non è chiaro quale sia la forza attuale del suo esercito, un tempo forte di diecimila effettivi ed armato da Libia e Algeria.