venerdì 26 Aprile 2024

Salvare i mari dall’inquinamento: trenta paesi si uniscono nel progetto GloLitter

Le acque del nostro pianeta pullulano di rifiuti che li inquinano danneggiandone fauna e flora. La situazione è ormai al limite e, per far fronte a questo greve scenario, è stata promossa un’importantissima iniziativa a protezione dell’ecosistema marino. Si tratta di GloLitter, progetto nato grazie al finanziamento iniziale di 4,5 milioni di dollari del governo norvegese e alla collaborazione dell’IMO (Organizzazione Marittima Internazionale) e della FAO (Organizzazione delle Nazioni Unite per l’alimentazione e l’agricoltura). GloLitter si pone l’obiettivo di assistere i Paesi in via di sviluppo nella prevenzione dell’inquinamento marino. Il fine è infatti quello di ripulire i mari e gli oceani dai rifiuti, specialmente quelli provenienti dal trasporto marittimo e dalla pesca. 

Una vera e propria partnership che coinvolge 30 paesi di cinque aree specifiche del mondo: Asia, Africa, Caraibi, America Latina e Pacifico. I dieci Paesi partner leader sono Brasile, Costa Rica, Costa d’Avorio, India, Indonesia, Jamaica, Kenya, Madagascar, Nigeria e Vanuatu. Gli altri venti sono Argentina, Capo Verde, Colombia, Ecuador, Gambia, Mozambico, Nicaragua, Panama, Perù, Filippine, Senegal, Sri Lanka, Isole Salomone, Sudan, Tanzania, Thailandia, Timor Leste, Togo, Tonga e Vietnam.

GloLitter si propone di valutare non solo l’adeguatezza delle strutture portuali di raccolta, ma anche di rafforzare la consapevolezza nei settori della navigazione e della pesca, suggerendo la marcatura degli attrezzi ittici, cosicché possano essere ricondotti al proprietario se smarriti o smaltiti in mare. Misura volta a sensibilizzare anche le fasce della popolazione non ancora pienamente coscienti dell’importanza di salvaguardare le risorse marine e costiere. A tal proposito verranno fornite ai Paesi partner gli strumenti necessari – documenti di orientamento e di formazione – e strategie per aiutarli a rispettare e far rispettare le normative esistenti. Inoltre, nei primi mesi, gli esperti della FAO e dell’IMO li affiancheranno per assistenza tecnica e per ottimizzare la comunicazione tra loro.  

I Paesi partner verranno incoraggiati a prendere in considerazione la Convenzione Internazionale per la Prevenzione dell’Inquinamento causato da Navi (MARPOL), la quale vieta lo scarico di plastica – attrezzi da pesca inclusi – in mare; e la Convenzione di Londra in vigore dal 1975, che regola lo scarico dei rifiuti delle navi e consente lo smaltimento solo di quelli non nocivi. Infine, è prevista la creazione di partenariati pubblici-privati per lo sviluppo di soluzioni efficaci ed economiche al fine di contrastare l’uso della plastica nei settori marini e adottare il loro riciclaggio.

[di Eugenia Greco]

L'Indipendente non riceve alcun contributo pubblico né ospita alcuna pubblicità, quindi si sostiene esclusivamente grazie agli abbonati e alle donazioni dei lettori. Non abbiamo né vogliamo avere alcun legame con grandi aziende, multinazionali e partiti politici. E sarà sempre così perché questa è l’unica possibilità, secondo noi, per fare giornalismo libero e imparziale. Un’informazione – finalmente – senza padroni.

Articoli correlati

1 commento

Comments are closed.

Iscriviti a The Week
la nostra newsletter settimanale gratuita

Guarda una versione di "The Week" prima di iscriverti e valuta se può interessarti ricevere settimanalmente la nostra newsletter

Ultimi

Articoli nella stessa categoria

Grazie per aver già letto

10 dei nostri articoli questo mese.

Chiudendo questo pop up potrai continuare la lettura.
Sappi però che abbiamo bisogno di te,
per continuare a fare un giornalismo libero e imparziale.

Clicca qui e  scopri i nostri piani di abbonamento e supporta
Un’informazione – finalmente – senza padroni.

ABBONATI / SOSTIENI