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Salvare i mari dall’inquinamento: trenta paesi si uniscono nel progetto GloLitter

Le acque del nostro pianeta pullulano di rifiuti che li inquinano danneggiandone fauna e flora. La situazione è ormai al limite e, per far fronte a questo greve scenario, è stata promossa un’importantissima iniziativa a protezione dell’ecosistema marino. Si tratta di GloLitter [1], progetto nato grazie al finanziamento iniziale di 4,5 milioni di dollari del governo norvegese e alla collaborazione dell’IMO (Organizzazione Marittima Internazionale) e della FAO (Organizzazione delle Nazioni Unite per l’alimentazione e l’agricoltura). GloLitter si pone l’obiettivo di assistere i Paesi in via di sviluppo nella prevenzione dell’inquinamento marino. Il fine è infatti quello di ripulire i mari e gli oceani dai rifiuti, specialmente quelli provenienti dal trasporto marittimo e dalla pesca. 

Una vera e propria partnership [2] che coinvolge 30 paesi di cinque aree specifiche del mondo: Asia, Africa, Caraibi, America Latina e Pacifico. I dieci Paesi partner leader sono Brasile, Costa Rica, Costa d’Avorio, India, Indonesia, Jamaica, Kenya, Madagascar, Nigeria e Vanuatu. Gli altri venti sono Argentina, Capo Verde, Colombia, Ecuador, Gambia, Mozambico, Nicaragua, Panama, Perù, Filippine, Senegal, Sri Lanka, Isole Salomone, Sudan, Tanzania, Thailandia, Timor Leste, Togo, Tonga e Vietnam.

GloLitter si propone di valutare non solo l’adeguatezza delle strutture portuali di raccolta, ma anche di rafforzare la consapevolezza nei settori della navigazione e della pesca, suggerendo la marcatura degli attrezzi ittici, cosicché possano essere ricondotti al proprietario se smarriti o smaltiti in mare. Misura volta a sensibilizzare anche le fasce della popolazione non ancora pienamente coscienti dell’importanza di salvaguardare le risorse marine e costiere. A tal proposito verranno fornite ai Paesi partner gli strumenti necessari – documenti di orientamento e di formazione – e strategie per aiutarli a rispettare e far rispettare le normative esistenti. Inoltre, nei primi mesi, gli esperti della FAO e dell’IMO li affiancheranno per assistenza tecnica e per ottimizzare la comunicazione tra loro.  

I Paesi partner verranno incoraggiati a prendere in considerazione la Convenzione Internazionale per la Prevenzione dell’Inquinamento causato da Navi (MARPOL) [3], la quale vieta lo scarico di plastica – attrezzi da pesca inclusi – in mare; e la Convenzione di Londra [4] in vigore dal 1975, che regola lo scarico dei rifiuti delle navi e consente lo smaltimento solo di quelli non nocivi. Infine, è prevista la creazione di partenariati pubblici-privati per lo sviluppo di soluzioni efficaci ed economiche al fine di contrastare l’uso della plastica nei settori marini e adottare il loro riciclaggio.

[di Eugenia Greco]