A Piazza De Ferrari, la principale piazza di Genova, i ristoratori del gruppo «ProtestaLigure» hanno posizionato tavolini e sedie per protestare contro la decisione del governo di non far riaprire i locali al chiuso. Nello specifico, sono stati allestiti una quindicina di tavoli ai quali si sono sedute alcune persone con l’ombrello aperto a causa della leggera pioggia. «Ad oggi ci troviamo con 5 milioni di vaccinati, tanti guariti e non si capisce perché non possiamo fare ciò che facevamo durante la seconda ondata. È una cosa assurda», ha affermato un manifestante.
Nigeria: attacco jihadista, morti almeno 31 soldati
In Nigeria, almeno 31 soldati sono morti ieri nel nord-est del Paese in seguito ad una imboscata al loro convoglio effettuata da parte di jihadisti legati all’Isis. Lo hanno riferito due ufficiali nella giornata di oggi. Inoltre, secondo quanto affermato da un’autorità militare in condizione di anonimato, tra i soldati che hanno perso la vita ci sarebbe anche il loro comandante, un tenente colonnello.
Come Facebook e Google stanno comprando il giornalismo
Da quando si è iniziato a leggere le notizie principalmente tramite i social media, il giornalismo ha subito un crollo repentino e uno sconvolgimento nel suo modello di business. I grandi tramiti, Google e Facebook, sono diventati dei partner obbligati per le testate giornalistiche. Senza di loro, quasi nessuno raggiungerebbe gli articoli. Questo cambiamento è stato particolarmente deleterio per i giornali locali, quelli meno conosciuti e, soprattutto, per i media “alternativi.” La tendenza è infatti all’accentramento. Tra il 2004 e il 2019, negli Stati Uniti un giornale su quattro ha chiuso i battenti.
Le testate hanno provato ripetutamente a farsi pagare per i contenuti e anche i governi hanno provato ad adottare politiche più severe, capaci di regolamentare almeno parzialmente un commercio così intangibile come quello delle notizie sui social media. Un caso esemplare è stato l’Australia. A fare le conquiste più significative però sono stati Google e Facebook.
L’iniziativa Facebook News, recentemente, ha contribuito al processo di concentrazione canalizzando enormi risorse finanziarie verso i soliti sospetti: New York Times, Washington Post, Wall Street Journal e pochi altri. Lo scopo è sovvenzionare le testate più importanti d’America. Facebook paga il New York Times più di 3 milioni di dollari l’anno per pubblicare i link dei loro articoli su Facebook News, un’entrata non indifferente nemmeno per il giornale più importante degli Stati Uniti. Come le altre testate coinvolte nell’iniziativa, il giornale si è di fatto ritrovato schiavo di questi finanziamenti: uscirne è molto complesso.
Questa iniziativa va inserita in un contesto più ampio: già dal 2018 i Big Tech hanno messo le mani sul giornalismo. Praticamente non c’è grande giornale negli Stati Uniti che non riceva dei finanziamenti dalla Silicon Valley. Nel 2020, si trattava di un investimento pari a ben 700 milioni di dollari. Tra i canali attraverso cui si esercita questo controllo: la Google News Initiative e il Facebook Journalism Project, ma anche iniziative di fact-checking. E non solo: finanziamenti per giovani giornalisti emergenti, borse di studio, offerte di stage e somme donate ai più importanti convegni di giornalismo in giro per il globo.
Iniziative come Facebook News, oltre a colpire i giornali piccoli o alternativi, ovviamente minano l’indipendenza dei percettori di questi finanziamenti. È una condizione di opacità, in cui di fatto le testate sono soggette alle decisioni e ai criteri imposi dai Big Tech. Un’altra conseguenza preoccupante è l’omogeneizzazione dell’offerta (mentre il giornalismo dovrebbe fornire più prospettive concorrenti). Sembrerebbe insomma che Facebook e Google stiano cercando di comprarsi i giornali e questo è in primo luogo un problema per la democrazia.
[di Anita Ishaq]
Ue: avviata azione legale contro AstraZeneca
La Commissione Europea ha avviato, nella giornata di venerdì, un’azione legale nei confronti di AstraZeneca per conto dei 27 Stati Membri. Lo ha annunciato oggi un portavoce dell’esecutivo comunitario, il quale ha aggiunto che la procedura legale sia stata effettuata poiché l’azienda non è stata capace di fornire una strategia affidabile per la consegna dei vaccini. Inoltre, la decisione è stata presa anche perché non sono stati rispettati alcuni termini del contratto aventi ad oggetto proprio la consegna delle dosi.
Turchia: mandati di cattura per oltre 500 militari
A quasi 5 anni dal fallito colpo di Stato, le procure di Istanbul e Smirne hanno emesso 532 mandati di cattura nei confronti di militari, 459 dei quali tuttora in servizio, sospettati di appartenere alla presunta rete golpista di Fethullah Gulen. Intanto si apre nel tribunale del carcere di Sincan, ad Ankara, il maxi-processo per “terrorismo” contro 108 politici curdi.
Spesa militare globale sempre in aumento
Il rapporto annuale dell’Istituto di ricerca internazionale per la pace di Stoccolma (Sipri) afferma che la spesa militare globale ha continuato a salire nel 2020, nonostante la pandemia di Covid-19, sfiorando i 2.000 miliardi di dollari, a fronte di una diminuzione importante del Pil mondiale. Al primo posto, con il 39% delle spese globali, gli USA; seconda, con il 19%, la Cina.
Perù: uccisa missionaria italiana
Nadia De Munari, 50 anni, originaria di Schio (Vicenza), è stata uccisa in Perù a colpi di ascia mentre dormiva. La missionaria laica italiana è stata portata in ospedale e sottoposta ad un intervenuto chirurgico d’urgenza risultato purtroppo inutile. La missionaria era responsabile nel centro “Mamma mia” di Nuevo Chimbote, realizzato da padre Ugo De Censi







