venerdì 21 Novembre 2025
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Telegram rischia una maxi multa perché rifiuta di controllare gli utenti

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Le autorità tedesche hanno avviato un procedimento contro l’app di messaggistica Telegram, accusandola di non rispettare le leggi che impongono ai social media di controllare le azioni dei propri utenti e di vietare le chat con contenuti illegali. Se non si adeguerà potrebbe essergli comminata una pesante multa dalle autorità.

La misura si basa sulla “legge contro l’odio su internet” approvata nel 2018, secondo la quale ogni social media che conta più di due milioni di iscritti nel Paese è tenuto a rimuovere i contenuti incriminati, pena una multa fino a 50 milioni di euro. Una legge che in teoria mira a impedire la diffusione sul web di materiale illegale, come quello di propaganda neonazista e antisemita, oppure la diffusione del revenge porn (contenuti pornografici privati diffusi senza l’autorizzazione dei protagonisti). Fin dall’inizio non erano però mancate le critiche da parte di numerose associazioni, timorose che la misura potesse trasformarsi in un bavaglio generale e alimentare la censura verso la libertà di pensiero.

Se le principali piattaforme come Google e Facebook si sono rapidamente adeguate alla nuova legge senza colpo ferire, creando appositi uffici per ricevere le segnalazioni relative ai post il lingua tedesca, Telegram fino ad ora non ha neppure risposto alle autorità. Secondo quanto riportato dal quotidiano tedesco Der Spiegel, la Germania chiede all’applicazione di fornire un canale ufficiale per la presentazione dei reclami e la richiesta di rimozione dei contenuti che violano gli standard tedeschi e di nominare un proprio funzionario che possa essere considerato responsabile per i contenuti pubblicati sul suolo del Paese.

Telegram, fondata in Russia ma con sede a Dubai, è cresciuta enormemente negli ultimi due anni e ora risulta la seconda chat più usata in Europa ed è installata su circa 570 milioni di telefonini. Il suo successo si basa in gran parte sul proporsi come piattaforma del tutto libera e priva di censura, e l’offensiva della magistratura tedesca la pone certamente di fronte a un bivio. Nella propria policy scrive: “Se criticare il governo è illegale nel tuo paese non ti preoccupare, Telegram non farà parte di questa censura”, e ancora “Grazie alla nostra struttura possiamo assicurare che nessun governo può ostacolare la privacy e la libertà di espressione dei nostri utenti”, fino ad assicurare che, fino ad oggi, “abbiamo divulgato 0 byte di dati a terzi, inclusi i governi”. Per ora la piattaforma non ha risposto alle autorità tedesche, lasciando quindi intendere che voglia proseguire sulla sua rigorosa difesa della privacy e della libertà dei suoi utenti, motivo che è anche alla base del suo successo commerciale.

Armenia: Nikol Pashinyan confermato Primo Ministro

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Secondo i risultati pubblicati stamattina dalla commissione elettorale centrale, il Primo Ministro Nikol Pashinyan ha ottenuto la maggioranza nelle elezioni legislative tenutesi ieri in Armenia. Il partito Contratto Civile di Pashinyan ha ottenuto il 53,9% dei voti mentre il blocco dell’ex Presidente Robert Kocharyan si è fermato al 21% dei voti. La formazione di Kocharyan contesta però i risultati denunciando brogli elettorali.

Le auto elettriche sono veramente sostenibili?

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Tra le fonti di gas serra che intaccano gli equilibri climatici un posto importante lo occupano i trasporti. A livello europeo questi sono responsabili del 30% delle emissioni di CO2, e di queste emissioni il 60% proviene dalle automobili. Ma non è tutto: i gas prodotti dalle auto sono anche fonte di inquinanti atmosferici come le polveri sottili ed ultrasottili (PM 10 e PM 2,5) che ogni anno solo in Italia provocano 12.000 decessi secondo le stime dell'OMS, concentrate principalmente nella pianura padana.
Secondo i piani del Green Deal europeo, che pianifica come perseguire la neutralità clim...

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Caso Report: la Rai ricorre al Consiglio di Stato

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Ieri la sentenza del Tar che – un attacco senza precedenti all’informazione in Italia – impone alla trasmissione Report di consegnare gli atti relativi a un’inchiesta andata in onda nell’ottobre scorso e la dura reazione del direttore della trasmissione, Sigfrido Ranucci, che ha dichiarato «Report non svelerà le proprie fonti, non lo faremo neppure da morti. Devono venire a prenderle con l’esercito». Oggi la Rai scende in campo al fianco della propria trasmissione d’inchiesta e annuncia il ricorso al Consiglio di Stato.

Il nuovo presidente dell’Iran è Ebrahim Raisi

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La vittoria si era profilata già chiaramente dalla mattina, ma ora è arrivato anche l’annuncio ufficiale: il nuovo presidente dell’Iran è Ebrahim Raisi. Il candidato conservatore ha ottenuto il 61,95% dei voti, sconfiggendo il candidato moderato Abdolnasser Hemmati e l’ex comandante delle Guardie della Rivoluzione, Mohsen Rezai. Raisi, magistrato ed ex Presidente della Corte Suprema, è conosciuto per essere tra i responsabili della campagna di esecuzione dei prigionieri politici del 1988, quando almeno 8.000 oppositori, principalmente comunisti, vennero uccisi.

Incendi: quando le tecnologie di sorveglianza possono fare del bene

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falò fuoco bosco

Prima della pandemia di coronavirus, l’attenzione dell’intero globo era focalizzata sull’impressionante incendio che ha devastato l’entroterra dell’Australia. L’Oceania non è però l’unica area soggetta a roghi cataclismatici: la California passa tra le fiamme praticamente ogni estate e anche l’Italia sta dimostrando sempre più di essere vulnerabile a questo genere di minaccia.

Gli incendi tendono a divampare nella natura, oltre che per questioni dolose, a causa dell’incuria della silvicoltura, di un monitoraggio pieno di falle e di un avanzamento del cambiamento climatico che sta aggravando la situazione dei sottoboschi più torridi. In tutti i casi, il promuovere delle soluzioni effettive a questi problemi comporterebbe costi economici che vanno ben oltre a quanto normalmente a disposizione delle guardie forestali.

Per cercare quantomeno di prevenire le situazioni drammatiche, i ricercatori stanno rodando diversi sistemi di monitoraggio, i quali dovrebbero dimostrarsi in grado di lanciare gli opportuni allarmi sin dalle primissime avvisaglie degli incendi, così che le autorità possano intervenire prontamente per circoscrivere l’area.

La Curtin University australiana, per esempio, sta valutando di adoperare i dati Synthetic Aperture Radar (SAR) forniti dai satelliti della European Space Agency (ESA), ovvero di adoperare apparecchi che, direttamente dall’orbita terrestre, riescano a percepire la morfologia delle foreste a prescindere dal fumo e dalle situazioni meteorologiche. Anche in questo caso, però, non tutti sono d’accordo che il rapporto costi-benefici sia adeguatamente equilibrato.

Ben più pragmatica è la soluzione che stanno iniziando a imbastire a nord di San Francisco: il sistema di monitoraggio ALERTWildfire. Si tratta di semplici torri di vedetta sulla cui cima viene posta una camera da presa che scatta un’istantanea della foresta ogni dieci secondi.

Questa sovrabbondanza di immagini viene dunque gestita da un guardaboschi digitale, da un’intelligenza artificiale che, seppur sia ancora in fase di addestramento, si è già dimostrata in grado di far guadagnare preziosi minuti alle squadre di intervento. Lo strumento, di fatto, confronta l’ultimo scatto eseguito con le immagini dell’area e se percepisce una quale alterazione nel paesaggio provvede immediatamente a lanciare l’allarme.

In Italia, il Dipartimento di Scienze e Tecnologie Agrarie, Alimentari, Ambientali e Forestali (DAGRI) di Firenze ha invece messo in campo la FuelGeoData, un’app con cui i cittadini possono censire e geolocalizzare la presenza di combustibili forestali. Un approccio “dal basso” decisamente più artigianale che, nella sua semplicità, potrebbe fornire un effettivo contributo nel mappare la situazione, nonché a costruire un archivio di informazioni che verranno poi elaborate nel 2022.

Satelliti, intelligenze artificiali e applicazioni invadenti per smartphone: tutte tecniche che solitamente vediamo asservite alle mire di politici e aziendali, ma che adoperate con fini virtuosi possono effettivamente migliorare le nostre condizioni di vita e aiutare il pianeta. Come sempre il problema non è la tecnologia in sé ma l’uso che se ne fa.

[di Walter Ferri]

Hong Kong: negata cauzione a direttore e Ad del quotidiano Apple Daily

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Ad Hong Kong, il rilascio su cauzione è stato negato a Ryan Law e Cheung Kim-hung, rispettivamente direttore e amministratore delegato del quotidiano Apple Daily. Questi ultimi sono stati arrestati giovedì in seguito al blitz della polizia presso la sede del giornale che ha sostenuto il movimento pro-democrazia e sono apparsi oggi davanti ad un giudice che, però, non ha concesso a loro tale possibilità. Ciò poiché non è certo che «non continuino a commettere atti che metterebbero in pericolo la sicurezza nazionale». Gli altri tre dirigenti dell’Apple Daily arrestati giovedì, invece, sono stati rilasciati ieri su cauzione.

Mix di vaccini: diecimila italiani hanno già fatto causa allo Stato

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Il Codacons, un’associazione senza fini di lucro che si occupa di difendere i consumatori, ha recentemente lanciato un’azione collettiva contro lo Stato italiano con la quale viene chiesto un risarcimento in favore delle persone con meno di 60 anni a cui è stato somministrato il vaccino AstraZeneca. L’iniziativa è nata a causa delle indicazioni contrastanti fornite nel corso del tempo dalle autorità nonché dei «numerosi eventi avversi, anche letali, riportati dai soggetti fruitori del siero anglo-svedese». Ad essa, come dichiarato dal presidente del Codacons Carlo Rienzi, hanno finora aderito quasi 10.000 cittadini, i quali si ritengono lesionati dalla comunicazione farraginosa e contraddittoria da parte delle istituzioni. A tal proposito, l’ultima decisione in ordine di tempo è quella di effettuare il “mix vaccinale” nei confronti dei giovani che hanno ricevuto la prima dose di AstraZeneca: una scelta priva di un reale fondamento scientifico.

Nello specifico, l’azione del Codacons si basa su tre fattispecie di risarcimento. Innanzitutto vi è quello basato sul danno non patrimoniale causato dalla paura di ammalarsi per aver ricevuto il vaccino in questione, il quale è «ormai riconosciuto dalla Giurisprudenza» e «potrà forfettariamente quantificarsi nella misura di 10.000 euro». Poi si fa riferimento al «risarcimento del danno non patrimoniale-biologico permanente o temporaneo, anche in termini di danno differenziale, con riserva di indicazione e quantificazione specifica». Infine, vi è «l’indennizzo a carico dello Stato , previsto dalla Legge 201/92, per essersi sottoposti a vaccinazione da cui è derivata la menomazione psicofisica permanente da valutarsi e quantificarsi nel prosieguo (da indicare qualora sussistente)».

Detto ciò, il Codacons si è reso anche protagonista di un’altra azione. Infatti, in seguito alla morte della 18enne ligure Camilla Canepa, deceduta dopo aver ricevuto il vaccino AstraZeneca, l’associazione ha presentato un esposto alla Procura della Repubblica di Genova chiedendo di iscrivere nel registro degli indagati il Ministro della Salute Roberto Speranza, il Commissario Francesco Paolo Figliuolo e la Asl competente.

[di Raffaele De Luca]

Birmania: Onu condanna golpe e chiede di fermare flusso di armi

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Una risoluzione non vincolante è stata adottata dall’Assemblea Generale dell’Onu. Tramite la stessa è stato condannato il colpo di Stato in Birmania. Inoltre, il testo contiene un appello rivolto a tutti gli Stati membri con cui si chiede di mettere fine al flusso di armi verso il Paese asiatico. La risoluzione è stata approvata da 119 Paesi, mentre altri 36 si sono astenuti. Tra essi la Cina, il principale alleato della Birmania.

Onu: Antonio Guterres rieletto segretario generale

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Antonio Guterres, il diplomatico portoghese 72enne, è stato confermato come segretario generale delle Nazioni Unite. L’Assemblea Generale dell’Onu lo ha infatti eletto per acclamazione: si tratta del secondo mandato, esso ha una durata di cinque anni ed inizierà il primo gennaio 2022. «Sono profondamente onorato e grato per la fiducia che avete riposto in me, servire le Nazioni Unite è un privilegio immenso e un dovere nobilissimo», ha affermato Guterres in seguito alla conferma.