mercoledì 17 Settembre 2025
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Djokovic: giudice concede il visto, ma il governo procede a espulsione

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Il visto di Novak Djokovic non verrà cancellato: a prendere la decisione il giudice del Tribunale di Melbourne, che ha anche imposto il termine della quarantena. Secondo il giudice, infatti, Djokovic non ha avuto sufficiente tempo per consultare i suoi legali dopo l’ingresso nel Paese, e trovare così il modo di spiegare alle autorità di disporre di un’esenzione medica valida dal vaccino per il covid.

Il governo federale australiano ha deciso di non rispettare la sentenza. Secondo quanto comunicato da media locali il tennista sarebbe stato fermato dalla polizia a Melbourne e sarebbe comunque in corso la cancellazione del visto, con conseguente probabile espulsione, da parte delle autorità. Il “caso Djokovic” sta infiammando il mondo: il tennista n.1 al mondo si trova confinato e sotto minaccia di espulsione senza poter partecipare al torneo ATP di Melbourne in quanto non vaccinato.

Aggiornamento ore 12:15: Da quanto si apprende il ministro della Giustizia australiano ha deciso di prendere tempo. Il Governo deciderà non prima di domani se il campione serbo dovrà lasciare il paese o potrà rimanere e partecipare al torneo. In attesa della decisione Djokovic sarà un uomo libero e potrà allenarsi dopo i giorni trascorsi in un centro per migranti piantonato dalla polizia. Fuori dal tribunale centinaia di persone si sono ritrovate per manifestare solidarietà al giocatore e protestare contro il governo, la manifestazione è stata sciolta dalla polizia che ha usato anche spray urticante.

 

Vaccini, il Codacons al Governo: stop consenso informato o raffica di ricorsi

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Il Codacons, il Coordinamento delle associazioni per la tutela dei consumatori, ha richiesto in una nota che il Governo modifichi il foglio di consenso informato che viene firmato prima di effettuare il vaccino per coloro per i quali è stato introdotto l’obbligo. Quel documento infatti non sarebbe più legittimo dopo l’introduzione dell’obbligo vaccinale per i soggetti over 50. In caso la modifica non avvenga, l’associazione comunica che verranno intraprese azioni legali contro lo Stato.

Il presidente della Codacons Carlo Rienzi ha richiesto, in un comunicato stampa, che il Governo modifichi il foglio di consenso informato che viene fatto firmare ai cittadini prima dell’inoculazione del vaccino per il covid-19. L’introduzione dell’obbligo vaccinale per i soggetti con più di 50 anni, infatti, dovrebbe ora prevedere una presa in carico da parte dello Stato della responsabilità di eventuali effetti avversi che possono presentarsi in seguito alla somministrazione della dose di vaccino.

“La vaccinazione era, fino ad oggi, volontaria e lasciata alla libera scelta dei singoli” afferma Rienzi, ma con l’introduzione dell’obbligo “è evidente che il consenso informato in vigore oggi non è più legittimo, e deve essere modificato eliminando qualsiasi clausola che escluda responsabilità da danni da vaccino”. In caso questo non avvenga “nasceranno contenziosi legali e il Codacons si farà promotore di una raffica di ricorsi in tribunale contro lo Stato, per conto di tutti i soggetti coinvolti dal nuovo obbligo che subiranno danni a seguito della vaccinazione” scrive ancora il presidente del Codacons, che invita i cittadini a non firmare alcun documento che escluda la responsabilità dello Stato.

Dopo la comunicazione dell’approvazione da parte del Consiglio dei Ministri del 5 gennaio scorso dell’obbligo vaccinale per i soggetti sopra i 50 anni e tutto il personale scolastico, sono sorti molti dubbi circa le modalità con le quali il Governo ha intenzione di rendere effettiva tale misura. In attesa che il testo definitivo del decreto legge venga reso pubblico, il Presidente del Consiglio Draghi terrà oggi alle ore 18 una conferenza stampa insieme al Ministro della Salute Speranza, a quello dell’Istruzione Bianchi e al coordinatore del Comitato tecnico-scientifico Locatelli per chiarire i punti ancora oscuri di tale provvedimento.

[di Valeria Casolaro]

New York, maxi incendio nel Bronx: almeno 19 morti, 9 sono bambini

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Un grave incendio è divampato in una palazzina di 19 piani nel Bronx, quartiere di New York: secondo quanto riportato dai media statunitense sono almeno 19 le vittime già certificate, tra queste 9 sono bambini. Almeno 63 i feriti, 32 dei quali ricoverati e alcuni in gravi condizioni. L’incendio si sarebbe sviluppato a partire da un appartamento, ancora ignote le cause. Oltre 200 soccorritori sono sul posto.

Trenitalia: 180 treni regionali cancellati da domani causa Covid

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180 treni regionali di Trenitalia, pari al 3% dell’offerta locale, verranno cancellati a partire dalla giornata di domani per la riorganizzazione del servizio, attuata per far fronte all’aumento dei contagi Covid. In realtà però – tra cancellazioni e sostituzioni con autobus – saranno in totale 550 le corse interessate, una cifra che corrisponde al 9% del trasporto regionale. A renderlo noto è stato il gruppo Fs, il quale precisa che da domani verrà messa in atto una «riorganizzazione temporanea dei collegamenti regionali e delle Frecce con cancellazioni pianificate». La riprogrammazione tuttavia non riguarderà le fasce orarie pendolari e i collegamenti più utilizzati dagli studenti, che saranno salvaguardati.

Batterie elettriche, la sostenibilità passa per il litio ‘resuscitato’

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Un gruppo di scienziati ha escogitato un modo per rivitalizzare il litio delle batterie una volta che queste hanno terminato il loro ciclo. Il litio delle batterie ricaricabili è infatti destinato a perdere gradualmente vitalità per poi esaurirsi del tutto. Il processo, finora considerato irreversibile, avvicina sempre più i sistemi di accumulo energetico al fine vita. Considerato il vertiginoso aumento nella domanda di batterie elettriche – e quindi di tutti quegli elementi che le costituiscono – non è esagerato dire che la transizione ecologica sta già incontrando nuovi ostacoli. L’approvvigionamento delle materie prime necessarie alla conversione energetica è infatti a rischio ancor prima che quest’ultima sia completata. Di certo, batterie ricaricabili più durature aiuterebbero. In questo senso, le prime potenziali soluzioni iniziano però ad arrivare. I ricercatori dell’Università californiana di Stanford – grazie ad uno studio pubblicato su Nature – hanno dimostrato che la riattivazione del litio metallico ormai esaurito è favorita da una scarica ad alta corrente subito dopo la carica. Gli esperimenti hanno evidenziato che questo passaggio è in grado di rallentare il degrado della batteria, incrementandone la durata di circa il 30%.

Perché il litio perde vitalità? Quello impiegato nelle batterie elettriche è in forma ionica, ovvero, consiste in un atomo di litio carico positivamente che si muove tra gli elettrodi, anodo e catodo. Col passare del tempo, parte del litio diviene elettrochimicamente inattiva, originando depositi isolati che interrompono la comunicazione tra gli elettrodi. Il risultato finale è una progressiva riduzione della capacità di immagazzinare energia. L’applicazione di una tensione elettrica al catodo e all’anodo ha però dimostrato di rendere questo processo, almeno in parte, reversibile. La scarica fa muovere fisicamente le zone inattive tra gli elettrodi: si dissolve un’estremità e si deposita materiale sull’altra, fino a ristabilire la connessione elettrica.

Lo studio, inoltre – come scrivono i ricercatori – potrebbe ispirare lo sviluppo futuro di robuste batterie al litio metallico, nonché sistemi di ricarica estremamente rapidi in quelle basate sugli ioni litio. Ma quella escogitata alla Stanford University è una soluzione che, se attuata, potrebbe ridurre notevolmente la pressione sui giacimenti ricchi di ‘elementi della transizione’, quali litio, per l’appunto, ma anche cobalto, nichel e manganese. Oltreché di un numero sempre maggiore di batterie elettriche, lo sviluppo di nuove tecnologie in nome della sostenibilità non è infatti esente dal consumo di risorse. L’impatto, ad ogni modo, è necessario che sia ridotto direttamente a monte. Qualche passo in avanti, quantomeno parlando ancora di batterie al litio, è stato però fatto anche in questo senso. Dall’estrazione al riciclo, passando per l’utilizzo e lo smaltimento: l’impatto ambientale va infatti minimizzato in ogni passaggio, altrimenti, presto o tardi, ci saranno altri problemi da risolvere. 

[di Simone Valeri]

Covid: business tamponi in Italia vale 315 milioni di euro al mese

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In Italia il business legato ai tamponi anti Covid vale, solo nelle farmacie, 10,5 milioni di euro al giorno, ossia 315 milioni di euro al mese. A denunciarlo è l’associazione a tutela dei consumatori Consumerismo No Profit, che fornisce i numeri sulla spese sostenute dagli italiani per i test in questione e ricorda che la cifra appena indicata non contiene quelle relative ai tamponi eseguiti presso i laboratori privati, dove i prezzi possono schizzare fino a 140 euro a test. La maggior parte dei tamponi tuttavia viene effettuata nelle farmacie, dato che dei circa 950mila tamponi che ogni giorno vengono eseguiti in Italia, 700mila sono da ricondurre ad esse.

Pakistan: pesanti nevicate causano almeno 22 morti

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Almeno 22 persone sono rimaste bloccate nelle loro auto e sono morte a Murree, una località di montagna del Pakistan situata a circa 30 chilometri dalla capitale Islamabad, dove le temperature sono scese a -8 gradi a causa delle pesanti nevicate. A renderlo noto è stata la polizia locale, la quale ha fatto sapere che la maggior parte delle vittime ha perso la vita per ipotermia. Il ministro dell’Interno, Sheikh Rashid Ahmed, ha inoltre comunicato che migliaia di veicoli sono stati tirati fuori dalla neve, mentre più di mille sono rimasti bloccati.

Annunciati accordi globali tra Stellantis (ex Fiat-FCA) e Amazon

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Il gruppo automobilistico Stellantis, sorto dalla fusione di Fiat Chrysler e PSA, in occasione del Consumer Electronics Show (CES) di Las Vegas, ha annunciato una serie di accordi globali pluriennali con il colosso Amazon. L’intenzione, grazie agli accordi stretti con la multinazionale di Jeff Bezos, è quella di trasformare Stellantis in un gruppo automobilistico “green” e ad alta tecnologia.

Amazon e Stellantis implementeranno la piattaforma digitale di Stellantis, STLA SmartCockpit, a partire dal 2024, con cui verranno sviluppati software di bordo e di infotainment e con cui il veicolo diventerà “intelligente”. Il lavoro di sviluppo di STLA SmartCockpit sfrutterà la joint venture formata da Stellantis e Foxconn nel 2021, Mobile Drive, per sviluppare cockpit digitali rivoluzionari e servizi connessi personalizzati: sviluppo di piattaforme di infotainment, telematica e servizi cloud con innovazioni software che dovrebbero includere applicazioni basate sull’intelligenza artificiale, comunicazione 5G, servizi over-the-air aggiornati, opportunità di e-commerce e integrazioni smart cockpit.

Il gruppo automobilistico ha anche annunciato che utilizzerà Amazon Web Services (AWS) come fornitore cloud preferito per le piattaforme di veicoli e fornirà lo streaming di dati in tempo reale. AWS dispone di più di 200 servizi completi per elaborazione, storage, database, networking, analisi, machine learning e intelligenza artificiale (AI), Internet of Things (IoT), mobile, sicurezza, realtà ibrida, virtuale e aumentata (VR e AR), mass-media e sviluppo, distribuzione e gestione di applicazioni. AWS e Stellantis lanceranno iniziative e strumenti di ingegneria e innovazione collaborativa per accelerare la messa sul mercato di nuovi prodotti digitali e migliorare le competenze della forza lavoro globale di Stellantis.

Inoltre, nel 2023, Amazon sarà il primo cliente commerciale per il nuovo veicolo elettrico a batteria Ram ProMaster Battery Electric Vehicle (BEV), utile per l’espansione ulteriore della rete di consegna di Amazon denominata Last Mile. «A sostegno di The Climate Pledge e del suo impegno a zero emissioni nette di carbonio entro il 2040, Amazon sta trasformando le sue operazioni dell’ultimo miglio con nuove soluzioni sostenibili», si legge sul sito di Amazon.

«Lavorare insieme ad Amazon è parte integrante della nostra roadmap di sviluppo delle capacità, basata sia sullo sviluppo di competenze interne che su collaborazioni decisive con i leader tecnologici, e porterà competenze significative a una delle nostre piattaforme tecnologiche chiave, STLA SmartCockpit [..] Sfruttando l’intelligenza artificiale e le soluzioni cloud, trasformeremo i nostri veicoli in spazi abitativi personalizzati e miglioreremo l’esperienza complessiva del cliente, rendendo i nostri veicoli il posto più desiderato e accattivante in cui stare, anche quando non si guida», è quanto dichiarato da Carlos Tavares, CEO di Stellantis.

Andy Jassy, CEO di Amazon, ha invece affermato: «Siamo entusiasti di collaborare con Stellantis per trasformare l’industria automobilistica e reinventare l’esperienza a bordo del veicolo [..] Stiamo inventando soluzioni che aiuteranno Stellantis ad accelerare le esperienze connesse e personalizzate a bordo del veicolo, in modo che ogni momento in movimento possa essere intelligente, sicuro e su misura per ogni occupante. Insieme, creeremo le basi per Stellantis per trasformarsi da una casa automobilistica tradizionale in un leader globale nello sviluppo e nell’ingegneria basati su software».

[di Michele Manfrin]

Lavoro: in Italia più di 7 milioni di donne inattive tra i 30 ed i 69 anni

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Sono più di 7 milioni in Italia le donne inattive rientranti nella fascia di età 30-69 anni. È quanto emerge da un rapporto del centro di ricerca sul futuro del lavoro Randstad Research, nel quale si legge che si tratta di un numero elevato se confrontato con quello di altri paesi: esso infatti rappresenta il 43% delle donne in questa fascia di età in Italia contro il 32% nell’Unione Europea. Si tratta inoltre di un numero ancora più importante se paragonato con la Germania (24%) o la Svezia (19%). In più, si legge ancora nel rapporto, le donne inattive sono decisamente troppe se rapportate al numero di poco più di 20 milioni di occupati.

La Russia vieta la pesca commerciale dei cetacei

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La Russia ha recentemente deliberato una legge che porrà fine ad ogni attività ittica commerciale di cetacei e foche. Finora, i mammiferi marini venivano pescati anche grazie a quote emesse dall’Agenzia federale per la pesca, ma la risonanza internazionale derivata dalla questione di Primorye Srednaya Bay, detta la “prigione delle balene”, ha fatto sì che le cose cambiassero. Lo scandalo risale al 2019, quando un centinaio di Beluga – o balena bianca – e orche sono state catturate nel mare di Okhotsk, nell’estremo oriente della Federazione Russa, per essere vendute illegalmente agli acquari cinesi. Più di 100 cetacei sono stati tenuti illegittimamente in cattività nella regione di Vladivostok, suscitando tantissimo clamore, anche a livello internazionale.

In seguito alle denunce degli ambientalisti, le autorità russe hanno liberato 87 balene, 11 orche e cinque cuccioli di tricheco, e per impedire che venissero comunque venduti dopo la messa in libertà, sono stati estesi i controlli anche a internet. In due anni sono stati bloccati oltre 100 siti dedicati alla commercializzazione delle balene e dei delfini. Inoltre, il 30 dicembre 2021, la “prigione” è stata smantellata e, al fine di prevenire l’uso illegale dello spazio marittimo e la creazione di un’altra area di questo tipo, le costruzioni galleggianti della baia sono state smontate.

La vicenda ha indotto il governo a inasprire con una legge le regole a riguardo. Questa vieta la pesca commerciale dei cetacei e introduce un regime più severo per limitare la cattura delle specie di mammiferi marini nelle acque della Russia. Il divieto di catturare cetacei è dovuto principalmente alle caratteristiche biologiche di questi animali, nonché alla loro importanza per l’ecosistema dei mari. Delfini e balene, tuttavia, continuano a essere catturati per scopi scientifici e didattici. Per questo motivo, è stato presentato un disegno di legge alla Duma di Stato, con l’obiettivo di limitare la cattura degli animali nei loro habitat per destinarli ad acquari, delfinari ecc. (non vieta il prelevamento di quelli nati in cattività). Anche gli scienziati sono favorevoli, assicurando che oggi esistono mezzi all’avanguardia, quali telecamere e registratori, per poter fare a meno dell’interazione fisica con gli animali durante le ricerche.

[di Eugenia Greco]