Il Consiglio di Stato ha approvato l’ampliamento della maxi-discarica del Comune di Minervino Murge, legittimando la decisione della provincia di Barletta-Andria-Trani (BAT) che ne aveva precedentemente autorizzato i lavori. La discarica Ex-BLUE triplicherà così la sua volumetria dei rifiuti, superando quota 1,135 milioni di metri cubi. Per farsi un’idea dell’estensione dell’impianto si pensi che l’Empire State Building ha un volume di circa 900 milioni di metri cubi. La decisione dei giudici ha provocato l’indignazione di cittadini e associazioni, a partire da Italia Nostra e Legambiente, cui si aggiunge il Comitato No Discarica. Quest’ultimo è stato fondato nel 2017 per contrastare l’ampliamento di una struttura presente in un’area compromessa — quella della contrada Tufarelle, divisa dal torrente Locone — che ospita altre tre discariche, tra inquinamento e processi ancora in corso.
Dopo il via libera alla soprelevazione della discarica Ex-BLUE (oggi Dupont Energetica) da parte della provincia, e una prima pronuncia del Tribunale Amministrativo Regionale (TAR), il Comune di Canosa si è rivolto al Consiglio di Stato, che ha confermato la legittimità della decisione, nonostante i dati e i processi sull’inquinamento dell’area — su cui insiste un carico ambientale complessivo di circa 2 milioni di metri cubi di rifiuti. Preoccupa particolarmente la discarica per rifiuti speciali COBEMA, chiusa nel 2005 in maniera inadeguata, come stabilito dal TAR in due sentenze, del 2012 e del 2021. “L’accertata condizione di non impermeabilità della discarica abbandonata dal gestore” — scrive la Procura di Trani — ha causato nel corso degli anni un diffuso fenomeno di inquinamento ambientale, con copiosa presenza di percolato, accertato sia al di sotto della discarica che lungo i fianchi, riversandosi in direzione dei circostanti uliveti”.
Alle indagini su inquinamento ambientale e omessa bonifica si sono aggiunti, nel 2022, il sequestro della discarica e l’avvio di un nuovo filone investigativo che vede ipotizzati i reati di truffa aggravata, corruzione e subappalti non autorizzati, con al centro il finanziamento di 4,2 milioni di euro stanziato dal Fondo europeo per lo Sviluppo e la Coesione alla provincia BAT per l’adeguata chiusura della discarica. Al momento i lavori non risultano conclusi, ma 2,3 milioni di euro sono stati impegnati. Con ogni probabilità si avranno aggiornamenti con l’avanzamento dei due processi. Nel frattempo risultano esposti decine di migliaia di cittadini a pericoli vari per la salute. Già «nel 2008, l’ASL ha certificato un aumento di tumori al fegato dovuti ai danni ambientali», ha dichiarato la consigliera regionale del Movimento 5 Stelle Grazia Di Bari, riprendendo le conclusioni di Renato Nitti, procuratore capo di Trani. Di Bari ha poi chiesto un incontro tra Regione, Provincia e ASL per mettere in discussione il progetto di ampliamento della discarica di Minervino e fare il punto della situazione su salute e ambiente, in un Paese con un evidente problema di gestione dei rifiuti e di bonifica del territorio inquinato.

Sulla salute della contrada Tufarelle, area rurale individuata come sito di stoccaggio dei rifiuti, è intervenuta anche Italia Nostra Canosa, ricostruendo le denunce d’inquinamento registrate negli ultimi 30 anni. Già «nel maggio 2004, il docente universitario Marco De Bertoldi effettuò delle indagini per conto del Tribunale di Trani. Il risultato delle analisi condotte sulle acque dei pozzi e sul terreno certificarono l’inquinamento, con valori oltre i limiti di legge per il ferro, il manganese, il cloro, l’alluminio, e in alcuni pozzi anche per gli idrocarburi. La denuncia del Professor De Bertoldi cadde nel vuoto, senza alcun seguito da parte dell’Agenzia regionale per la protezione ambientale (ARPA)», che soltanto nel 2010 ha effettuato dei controlli riscontrando in alcuni pozzi valori oltre i limiti di legge del ferro e del manganese. Nel frattempo ha preso corpo un lungo braccio di ferro tra enti locali, autorità giudiziarie, privati e associazioni cittadine che si snoda sino ad oggi, all’ampliamento della discarica di Minervino deciso dalla provincia BAT con parere positivo dell’ARPA.