giovedì 12 Dicembre 2024

Ucraina: retate nei locali per stanare i renitenti alla leva militare

Nel fine settimana, ufficiali di reclutamento dell’esercito ucraino hanno fatto irruzione in una sala concerti, in ristoranti e bar di Kiev per controllare i documenti di registrazione militare e trarre in arresto le persone ritenute non in regola. È quanto hanno riferito testimoni e media locali, che hanno diffuso online una serie di video in cui si vedono ufficiali di stanza fuori dagli ingressi intercettare vari uomini mentre escono dalle strutture, trattenendo con la forza molti di loro. I controlli sono stati effettuati al Palazzo dello Sport di Kiev, al centro commerciale Goodwine e presso il noto ristorante Avalon. Le incursioni delle forze dell’ordine per stanare i renitenti alla leva, che raramente si verificano nella capitale, riflettono il disperato bisogno dell’Ucraina di nuove reclute da impiegare nel conflitto contro la Russia.

I video degli arresti sono stati diffusi da alcuni media ucraini, tra cui Hromadske, citati da Associated Press. Gli ufficiali si sarebbero recati in vari punti nevralgici della movida della capitale ucraina, effettuando incursioni mirate. Dai filmati trasmessi è possibile vedere gli agenti fermare alcune persone in strada, alcune delle quali sono state arrestate. In sottofondo, si sentono le urla della folla che grida «vergogna» all’indirizzo delle forze dell’ordine. Testimoni oculari hanno riferito che la polizia ha controllato tutti i documenti degli uomini intercettati. Quelli che si sono rifiutati di mostrare le carte che li avrebbero esentati dal servizio militare, o i cui documenti sono stati giudicati non conformi a quanto previsto dalla legge, sono stati trascinati via. Un portavoce del Centro territoriale di reclutamento e supporto sociale di Kiev (TRSSC) ha dichiarato in seguito a Ukrinform che gli ufficiali di leva del centro di reclutamento hanno lavorato insieme agli ufficiali delle forze dell’ordine della Polizia nazionale per condurre le perquisizioni. Da tempo, i metodi utilizzati da molti uffici di arruolamento in Ucraina sono stati oggetto di inchieste, in particolare per i presunti abusi e violenze che i suoi funzionari avrebbero commesso nei confronti di civili e coscritti. Parallelamente, la magistratura ha portato avanti indagini incentrate su un dilagante fenomeno di corruzione che avrebbe segnato l’azione di centinaia di centri di reclutamento militare, con il coinvolgimento di funzionari degli uffici e di responsabili degli esami medici, finalizzato a permettere a numerosi coscritti di eludere il servizio militare.

In Ucraina è in vigore la legge marziale, secondo la quale tutti gli uomini ucraini aventi un’età compresa tra i 25 e i 60 anni possono essere arruolati e quelli tra i 18 e i 60 anni non possono lasciare il Paese. Una nuova norma entrata in vigore questa primavera impone inoltre a coloro che hanno diritto al servizio militare di inserire le proprie informazioni in un sistema online o affrontare sanzioni. In questo contesto, le forze dell’ordine hanno la facoltà di richiedere ai coscritti un documento di registrazione militare e un documento di identità, potendo anche verificare se le persone abbiano aggiornato i propri dati in conformità con le novità normative sulla mobilitazione. Se la polizia scopre che un coscritto è ricercato dall’ufficio di registrazione e arruolamento militare, è autorizzata a trattenere e consegnare il trasgressore al Commissariato Militare. Ad aprile, il servizio di guardia di frontiera del Paese ha dichiarato che almeno 30 uomini sono morti nel tentativo di fuggire dal Paese dall’inizio della guerra, spesso annegando nel tentativo di attraversare a nuoto fiumi in piena o morendo congelati sui passi di montagna. Da alcuni mesi, come già fatto precedentemente da Mosca, l’Ucraina ha iniziato a rilasciare migliaia di detenuti al fine di inserirli nell’esercito e inviarli al fronte, rimpinguando le brigate d’assalto.

[di Stefano Baudino]

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2 Commenti

  1. “stanare” non mi piace per nulla, il titolista si è immedesimato troppo nel regime ultranazista di Kiev.

    Preferisco:
    rapire
    catturare
    arrestare
    forzare all’arredamento
    obbligare a partecipare alla guerra
    imporre di morire in poche ore al fronte.

    Sono tutti termini più corretti e più realistici.

    Non mi piace neppure l’espressione “renitenti” alla leva, è un eufemismo falsante e manipolatori, è più corretto parlare di

    pacifisti
    persone che non vogliono combattere
    persone che non vogliono uccidere
    persone che non vogliono morire
    chi si rifiuta di andare al fronte
    chi si rifiuta di fare da carne da macello
    chi non vuole combattere contro i propri fratelli e parenti
    chi non vuole combattere una guerra che non ha scelto
    chi non vuole combattere una guerra che non condivide.

    Il renitente alla verità sembra l’articolista che andrebbe stancato nelle sue fonti di propaganda di guerra.

    Chi scrive dovrebbe care molta attenzione alle parole ed alle espressioni che usa, soprattutto se li fa per mestiere.

    Peccato, per una testata che leggo, di solito, con molto piacere.

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