mercoledì 15 Gennaio 2025

Israele senza limiti: ancora stragi a Gaza, mentre i sionisti assaltano Gerusalemme Est

Ieri a Gaza si è verificata l’ennesima strage di civili, dopo che l’esercito israeliano ha bombardato una scuola a Nuseirat – nel centro dell’enclave costiera – sostenendo che fosse usata come base dai militanti di Hamas. Una versione smentita dal direttore dell’ufficio stampa governativo gestito da Hamas, Ismail Al-Thawabta, il quale ha negato che nell’edificio fosse presente un posto di comando del Movimento di resistenza palestinese, sostenendo, invece, che il raid avrebbe ucciso 27 persone che si erano rifugiate nella scuola delle Nazioni Unite: «L’occupazione usa la menzogna con l’opinione pubblica, attraverso false storie inventate, per giustificare il brutale crimine commesso contro dozzine di sfollati» ha detto Thawabta all’agenzia di stampa britannica Reuters. Contemporaneamente, si sono verificati assalti violenti da parte di centinaia di coloni israeliani nella Città Vecchia di Gerusalemme est, territorio occupato illegalmente da Israele dalla Guerra dei sei giorni (1967), nonostante gran parte della comunità internazionale riconosca l’illegittimità dell’occupazione. I coloni hanno aggredito giornalisti e commercianti palestinesi e la polizia israeliana ha fatto sapere di avere arrestato diciotto persone.

L’attacco alla scuola gestita dall’agenzia dell’ONU per i rifugiati palestinesi è solo l’ultimo di una lunga serie di aggressioni alle strutture civili, protette dalla Convenzione di Ginevra, che vanno avanti dall’inizio della campagna militare israeliana nella Striscia da dopo il 7 ottobre: negli scorsi mesi, l’esercito dello Stato ebraico ha posto sotto assedio i due maggiori ospedali dell’enclave, l’Al-Shifa e l’Al-Rantisi, colpendo anche alcune scuole. Ad oggi, la situazione è aggravata dal fatto che lo Stato ebraico non sta rispettando gli ordini della Corte internazionale di giustizia, scaturiti nell’ambito della causa intentata dal Sudafrica contro Tel Aviv per genocidio, ma al contrario sta proseguendo il massacro di civili, nonostante il crescente isolamento internazionale e le pressioni per concordare un cessate il fuoco. L’ultimo bombardamento alla scuola di Nuseirat è avvenuto dopo che Israele ha intrapreso una nuova ondata di attacchi militari che, partita da Rafah – nel sud del territorio palestinese – ha coinvolto poi le restanti parti dell’enclave. Israele ha anche affermato che non ci sarà alcuna sospensione delle operazioni militari durante le trattative per un cessate il fuoco che appaiono al momento in stallo. Tel Aviv ha, infatti, ribadito che la campagna militare non terminerà fino a quando Hamas non sarà stato sconfitto.

Allo stesso tempo, scontri si sono verificati anche a Gerusalemme est, in occasione della parata per il Giorno di Gerusalemme, una ricorrenza annuale con cui Israele ricorda l’occupazione della parte orientale della città da parte del proprio esercito dopo la Guerra dei sei giorni e la conseguente annessione unilaterale. Appena prima dell’inizio dell’evento, centinaia di giovani sionisti ultranazionalisti sono entrati, attraverso la Porta di Damasco, nel quartiere musulmano della Città Vecchia, la parte più antica di Gerusalemme Est. Qui hanno aggredito i residenti palestinesi e cantato cori come «morte agli arabi» e «Maometto è morto». Secondo il quotidiano israeliano Haaretz, non riuscendo a contenere i manifestanti, le forze dell’ordine hanno dovuto impedire ai giornalisti palestinesi di entrare nella Città Vecchia. Tra le persone aggredite figura anche Nir Hasson, giornalista di Haaretz, buttato a terra e preso a calci prima di essere soccorso da agenti della polizia di frontiera, per avere aiutato un giornalista palestinese a sua volta attaccato.

Ma le tensioni in Medio Oriente non finiscono qui, perché alcuni ministri del governo di Benjamin Netanyahu hanno chiesto apertamente di ingaggiare una guerra contro il Libano, dopo che Hezbollah (il Partito di Dio libanese, nato come organizzazione paramilitare islamica sciita e antisionista) ha colpito sabato scorso il quartier generale della 769ª Brigata israeliana presso Kyriat Shmona con pesanti razzi Burkan, innescando vasti incendi. «Solo poche ore fa sono stato avvertito che la situazione nel nord del Paese sta peggiorando e che la zona di sicurezza deve essere spostata da Israele al sud del Libano», ha dichiarato il ministro delle Finanze israeliano, Bezalel Smotrich, invocando allo stesso tempo la guerra con Beirut: «Un anno fa un ministro della Difesa disse che avremmo riportato il Libano all’età della pietra. Signor Primo Ministro, signor Ministro della Difesa, signor Capo di Stato Maggiore, è giunto il momento. C’è il pieno sostegno dell’intero popolo israeliano», ha scritto su X. Da parte sua, il primo ministro israeliano, durante una visita alla zona di confine, ha avvertito che Israele è «preparato per un’operazione molto intensa nel nord. In un modo o nell’altro ripristineremo la sicurezza».

Non solo, dunque, non si intravede la fine delle ostilità a Gaza, ma la guerra potrebbe addirittura allargarsi al Libano, infuocando la già tormentata regione mediorientale, mentre Israele continua a violare tutte le norme del diritto internazionale, comprese le disposizioni della Corte internazionale di giustizia.

[di Giorgia Audiello]

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3 Commenti

  1. Ma come è possibile un dialogo con chi detiene come spirito guida un testo sacro ? Nessun popolo è riuscito a fare male a se stesso nella storia come il popolo di Sion. Il guaio è il male che riescono a fare agli altri per cecità religiosa . Una domanda . Cosa ne è delle nostre forze di pace in Libano? Quelle che Crosetto ha dichiarato essere inamovibili? Per chi non se lo ricorda la presenza non è di qualche decina di uomini .

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