Il governo Meloni ha mentito due volte. Prima il ministro Crosetto aveva assicurato che le vendite di armi a Israele erano state «sospese dopo il 7 ottobre». Poi, dopo che nel mese di marzo una inchiesta della testata giornalistica Altreconomia aveva dimostrato che le vendite erano continuate, aveva assicurato in Senato che le armi inviate erano «materiali che potevano essere impiegati con ricadute nei confronti della popolazione civile di Gaza», sostenendo si trattasse di forniture a fini civili. Ma ora è direttamente un rapporto dell’Agenzia delle Dogane a smentirlo, certificando che, solo nei mesi di dicembre 2023 e gennaio 2024, l’Italia ha esportato in Israele armi e munizioni da guerra e non per uso civile per oltre due milioni di euro. Contando che Israele è sotto accusa per genocidio alla Corte Internazionale di Giustizia, la vendita potrebbe comportare un’accusa di complicità nella violazione del diritto internazionale di fronte alle Corti dell’Aia.
A fine maggio, le Dogane hanno diramato dati scorporati per sottocategorie all’interno della voce “Armi e munizioni” attraverso i quali è possibile constatare come il materiale arrivato a Tel Aviv da Roma non sia affatto stato veicolato per uso civile. I numeri sono emblematici: solo le esportazioni registrate sotto la categoria “Bombe, granate, siluri, mine, missili, cartucce ed altre munizioni e proiettili, e loro parti”, riferite ai mesi di dicembre 2023 e gennaio 2024, ammontano complessivamente a oltre 2.083.544 euro (730.869,5 euro il primo mese, 1.352.675 euro il secondo). Proprio a gennaio 2024, la Corte internazionale di giustizia ha annunciato l’ammissibilità della causa intentata dal Sudafrica a carico di Israele per violazione della Convenzione sul genocidio, ordinando allo Stato ebraico di adottare tutte le misure in suo potere per “prevenire il genocidio” contro il popolo palestinese e per garantire la conservazione delle prove del presunto genocidio. «Esportando armi a Israele, il nostro Paese starebbe perciò violando precisi obblighi di prevenzione di atti di genocidio e si sarebbe reso complice della facilitazione della commissione di atti plausibilmente genocidiari, nella piena consapevolezza di questo rischio – ha rilevato Triestino Mariniello, docente di Diritto penale internazionale alla John Moores University di Liverpool, già nel team legale delle vittime di Gaza dinanzi alla Corte penale internazionale –. E uno Stato terzo potrebbe richiamarci alle nostre responsabilità, così come ha fatto il Nicaragua nei confronti della Germania per la medesima questione».
Altreconomia aveva sollevato la questione già nel febbraio 2024. Dopo aver vagliato i numeri contenuti nelle Statistiche del commercio estero periodicamente aggiornate dall’Istat, aveva infatti rivelato che il nostro Paese ha effettuato invii di armi e munizioni a Israele anche in seguito ai fatti del 7 ottobre – sicuramente nel mese di ottobre e in quello di novembre – nonostante il governo avesse assicurato lo stop all’esportazione di armi verso lo Stato ebraico. “Il fatto contraddice il governo Meloni, che in più occasioni ha invece dichiarato pubblicamente di aver ‘sospeso’ e ‘bloccato’ l’esportazione di armi verso Tel Aviv dal 7 ottobre 2023 – ha scritto la testata –. Pure ipotizzando che i 230mila euro di ottobre siano partiti prima del giorno 7, i dati di novembre coprono un periodo in cui i bombardamenti sulla Striscia di Gaza erano già pesantemente iniziati”. Negli scorsi mesi, sia il vicepremier e Ministro degli Esteri Antonio Tajani che il ministro della Difesa Guido Crosetto avevano formalmente dichiarato che il governo, dal 7 ottobre, ha disposto la sospensione della vendita di armi allo Stato ebraico. Sulla base del nuovo rapporto dell’Agenzia delle Dogane, ora sappiamo che quelle vendite sono proseguite anche nei due mesi successivi. E per finalità molto diverse da quelle dichiarate dall’esecutivo.
[di Stefano Baudino]
Di cosa meravigliarsi quando uno stato secreta l’acquisto e la vendita di armi. Di cosa meravigliarsi se ci troviamo alla difesa un ministro di nome Guido Crosetto i cui rapporti con Leonardo SPA erano ampiamente noti . Pensavate che fossero sufficenti le dimissioni? La domanda doveva sorgere spontanea su chi ce lo aveva voluto. PS: un ringraziamento anche per questo al Presidente Mattarella.
In un altro processo, abbastanza famoso, la circostanza “dell’eseguire ordini”, non fu proprio interpretata come una scriminante, infatti vennero tutti condannati a morte.
La Storia non insegna niente.
Ricevono ordini ed eseguono punto . Non c’è possibilità di opposizione . L’Italia è una repubblica a sovranità limitata dalla fine della seconda guerra mondiale .
Esatto è proprio così. E poichè il vento cambia ed è ciclico e naturale che anche un potenza come gli Stati Uniti debba prima o poi abdicare al trono di prima potenza mondiale, ci ritroveremo ancora una volta dalla parte sbagliata…I brics incalzano più che mai, gli africani ci cacciano.
Le cose cambiano.