martedì 8 Ottobre 2024

Dubai sott’acqua: le autorità (questa volta) negano operazioni di cloud seeding

Il National Center of Meteorology (NMC), una task force governativa responsabile delle missioni di inseminazione delle nuvole negli Emirati Arabi Uniti, ha detto di non essere intervenuta con interventi di cloud seeding nei giorni precedenti la tempesta che ha sommerso gli Emirati, accanendosi in particolare sulla capitale Dubai. L’NCM ha affermato di aver monitorato le forti piogge in arrivo, ma di non aver preso di mira alcuna nuvola durante quel periodo, attribuendo quindi la tempesta a fattori naturali. Negli ultimi anni, lo Stato del Golfo ha registrato un aumento delle precipitazioni e si prevede che andranno ad aumentare del 30% nei prossimi anni. Nel febbraio e marzo scorso, forti piogge vennero precedute da intense operazioni di inseminazione delle nuvole, confermate proprio per bocca degli stessi funzionari impiegati all’NMC. Le missioni di quello che a livello internazionale viene chiamato cloud seeding sono state introdotte negli Emirati negli anni Novanta del secolo scorso e ora vengono eseguite per più di 1.000 ore all’anno per «migliorare le precipitazioni nel Paese», come confermato dallo stesso centro di meteorologia nazionale.

La tempesta degli ultimi giorni ha scaricato sugli Emirati 250 millimetri di acqua in meno di 24 ore. Dubai si è completamente allagata, come il suo aeroporto con le piste solcate da aerei che sembravano piuttosto dei mezzi marini. Centinaia di voli cancellati e migliaia di viaggiatori dirottati o messi ad aspettare. Il 18 aprile, a distanza di due giorni dalle piogge, con l’aeroporto ancora parzialmente allagato circa 549 voli in entrata o in uscita sono stati ritardati mentre 31 venivano cancellati. Immediatamente è stata ventilata l’ipotesi che le forti piogge fossero dovute alle operazioni di cloud seeding condotte la governo emiratino.

La smentita dell’NCM segue un rapporto di Bloomberg in cui Ahmed Habib, un meteorologo specializzato, aveva affermato che le piogge di martedì erano derivate in parte dall’inseminazione delle nuvole. Omar Alyazeedi, vice direttore generale dell’NCM, ha assicurato che l’agenzia «non ha condotto alcuna operazione di semina durante questo evento». L’NCM ha detto di aver monitorato le forti piogge in arrivo, ma di non aver preso di mira alcuna nuvola durante quel periodo, attribuendo la tempesta a precipitazioni naturali. Il vice direttore generale ha aggiunto: «Prendiamo molto sul serio la sicurezza del nostro personale, dei piloti e degli aerei. L’NCM non conduce operazioni di inseminazione delle nuvole durante eventi meteorologici estremi».

Lo stato del Golfo ha registrato un aumento delle precipitazioni negli ultimi anni. Nature prevede che negli Emirati Arabi Uniti le precipitazioni aumenteranno del 15%-30% nei prossimi anni, come conseguenza del cambiamento climatico. Va detto che l’inseminazione artificiale delle nuvole negli Emirati non è tabù e che il National Center of Meteorology opera queste operazioni in maniera continuativa. Questo era avvenuto anche prima delle forti piogge di febbraio e marzo scorso. In quelle occasioni il National Center of Meteorology ammise di aver condotto l’inseminazione delle nuvole prima che si verificassero le forti piogge. D’altronde, gli Emirati Arabi Uniti hanno comunicato che, per il 2024, prevedono di effettuare circa 300 voli di inseminazione delle nuvole, come spiegato dal vicedirettore dell’NMC. L’inseminazione delle nuvole viene utilizzata negli Emirati fin dagli anni Novanta con l’intento di risolvere la carenza d’acqua. Le missioni di semina sono ormai la normalità e vengono eseguite più di 1.000 ore di inseminazione delle nuvole ogni anno, con uno specifico programma governativo dedicato a questo.

Come spiegato dallo stesso vicedirettore dell’NCM, l’inseminazione delle nuvole negli Emirati Arabi Uniti è iniziata alla fine degli anni ’90 del secolo scorso. Negli ultimi tredici anni nel Paese sono stati condotto migliaia di voli per missioni di inseminazione delle nuvole. Per questo operazioni l’NCM utilizza un sofisticato radar di sorveglianza meteorologica (WSR), che è responsabile del monitoraggio della pressione atmosferica e delle formazioni nuvolose 24 ore su 24 per capire quando è il momento propizio per intervenire con il cloud seeding, che viene effettuato quando vi sono «forti correnti ascensionali e alta umidità».  Dal 2001, il programma ha collaborato con organizzazioni come il National Centre for Atmospheric Research (NCAR) in Colorado, USA, così come la Witwatersrand University in Sud Africa e l’Agenzia Spaziale degli Stati Uniti, la NASA. Gli Emirati Arabi Uniti hanno lanciato il Premio UAE per l’Eccellenza per l’avanzamento della scienza e della pratica della modificazione del clima, in collaborazione con l’Organizzazione Meteorologica Mondiale (OMM), proprio perché hanno da subito deciso di puntare forte su questa tecnologia di modificazione metereologica.

[di Michele Manfrin]

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