sabato 27 Luglio 2024

L’Ucraina è alle corde: Occidente al bivio tra pace e guerra diretta con la Russia

Con la sostanziale disfatta delle truppe ucraine sul campo di battaglia, l’Occidente si trova di fronte ad una scelta che potrebbe cambiare radicalmente la strategia del blocco atlantico per “contenere la Russia”. Dopo il fallimento della guerra per procura – le armi inviate a Kiev non sono bastate per fermare l’esercito russo e, allo stesso tempo, l’Ucraina è ormai a corto di uomini – gli Stati Uniti e i suoi “satelliti” sono costretti a scegliere tra due linee opposte: da un lato, la via dei negoziati diplomatici e, dall’altro, un confronto militare diretto con Mosca con l’invio di truppe dei Paesi NATO in Ucraina. Considerato che il reale obiettivo strategico dell’asse di ponente fin dall’inizio del conflitto non è mai stato quello di cercare una soluzione diplomatica alla crisi ucraina, bensì quello di infliggere una sconfitta militare alla Russia, la seconda opzione non risulta affatto remota: in tal caso ci si troverebbe di fronte ad uno scenario catastrofico che metterebbe seriamente a rischio innanzitutto la sicurezza dei Paesi europei. Una possibilità, tuttavia, che appare più concreta di quanto si possa immaginare: dalle recenti dichiarazioni del presidente francese Emmanuel Macron – da cui hanno preso le distanze diverse cancellerie europee, ma non tutte – a quelle del capo del Pentagono Lloyd Austin, fino alla corsa agli armamenti che intende intraprendere l’UE per rispondere all’apparente “minaccia russa”, diversi elementi lasciano intuire che l’ormai declinante potenza egemone – gli Stati Uniti – non accetterà facilmente di soccombere a Mosca e di perdere un perno geostrategico per il controllo dell’Eurasia – l’Ucraina – vedendo così picconata la stabilità e la credibilità dell’ordine mondiale “imperialista” da essa stessa costruito. D’altro canto, è anche possibile che le recenti dichiarazioni bellicose di alcuni rappresentanti politici occidentali vadano lette come un modo per esercitare pressione e sondare la reazione russa in un momento di estrema difficoltà per le truppe ucraine e, dunque, per lo stesso Occidente. Ciò che è certo è che la riconversione dell’economia europea in un’economia di guerra è ormai vista come inevitabile dai Paesi del Vecchio continente e dalla Commissione europea e, anche in questo contesto, si assisterà ad una competizione tra i Paesi dell’UE con la Francia che pretende di mantenere il suo status di prima potenza militare europea. Non a caso, le dichiarazioni sull’invio di truppe europee all’Ucraina sono partite proprio da Parigi e, sebbene gli altri membri dell’Alleanza militare – compresi gli Stati Uniti – abbiano tentato di ridimensionare le esternazioni del presidente francese, esse hanno trovato un parziale e indiretto appoggio nelle affermazioni del capo del Pentagono Lloyd Austin, secondo cui «se l’Ucraina cade, credo davvero che la Nato entrerà in guerra con la Russia».

Gli avvertimenti del Cremlino e il rilancio di Macron

Il clamore suscitato dalle dichiarazioni di Macron – che durante la conferenza di Parigi per il sostegno all’Ucraina, oltre a proporre di aumentare le forniture militari a Kiev, ha prospettato l’idea di mandare truppe sul campo – ha immediatamente suscitato gli avvertimenti del Cremlino che ha affermato che ciò comporterebbe conseguenze «tragiche» per le nazioni coinvolte. «[Le nazioni occidentali] devono capire che disponiamo anche di armi in grado di colpire obiettivi sul loro territorio. Tutto ciò minaccia davvero un conflitto con l’uso delle armi nucleari e la distruzione della civiltà. Non lo capiscono? Ricordiamo il destino di coloro che un tempo inviavano i loro contingenti nel territorio del nostro Paese. Ora le conseguenze per eventuali interventisti saranno molto più tragiche», ha affermato il presidente russo Vladimir Putin in un discorso annuale sullo stato della nazione trasmesso in diretta, aggiungendo che le nazioni occidentali «Pensano che questo sia una specie di gioco. Sono accecati dal loro stesso complesso di superiorità». Le dichiarazioni di Putin sono sostenute dai recenti successi militari di Mosca in Ucraina: dopo aver conquistato agli inizi di febbraio la città strategica di Avdiivka nell’oblast’ di Donetsk, le truppe russe hanno conquistato altri tre villaggi negli ultimi giorni, mostrando uno slancio crescente nella loro avanzata. Inoltre, secondo fonti ucraine intervistate da Bloomberg, l’avanzata russa potrebbe progredire entro l’estate sfondando le difese ucraine: “le valutazioni interne della situazione sul campo di battaglia di Kiev stanno diventando sempre più desolanti mentre le forze ucraine lottano per respingere gli attacchi russi, razionando il numero di proiettili che possono sparare”, si legge nell’articolo di Bloomberg. Secondo il presidente ucraino, Zelensky, la Russia si starebbe preparando ad una nuova offensiva in primavera o all’inizio dell’estate.

È in questo contesto militare che sono arrivate le parole – da diversi osservatori considerate incaute – del capo dell’Eliseo, il quale non ha ritrattato le sue dichiarazioni, ma – al contrario –  le ha confermate: rispondendo a una domanda a margine dell’inaugurazione del Villaggio Olimpico di Parigi 2024, ha spiegato, infatti, che «Ogni parola che pronuncio sul tema della guerra in Ucraina è pesato, pensato e misurato». E se da un lato, Paesi come Germania, Gran Bretagna, Polonia, Svezia, Spagna, Italia e Repubblica Ceca si sono smarcate dalle sue dichiarazioni, dall’altro alcune Repubbliche baltiche – note per la loro radicale avversione verso Mosca – hanno accolto favorevolmente le idee di Macron. La prima ministra estone Kaja Kallas, ad esempio, ha affermato che l’Occidente dovrebbe utilizzare tutti i modi possibili per fornire assistenza militare a Kiev, compreso l’invio di truppe NATO in Ucraina. La stessa è stata inserita nella lista dei ricercati dal Ministero degli Interni russo per la distruzione dei monumenti ai soldati sovietici. Rispetto alle parole del presidente francese, Kallas ha detto a un giornalista che «Dobbiamo considerare tutte le opzioni. Cos’altro possiamo fare per aiutare l’Ucraina a vincere davvero?».

La corsa al riarmo dell’Unione europea

Strettamente vincolata alle strategie geopolitiche d’oltreoceano, l’UE non ha potuto fare a meno che allinearsi all’orientamento belligerante nei confronti di Mosca promuovendo la Strategia dell’Industria Europea della Difesa (EDIS) che, per quanto riguarda le risorse finanziarie, prevede la creazione di un mercato comune con un sistema di investimenti e acquisti congiunti su scala europea, sul modello degli acquisti per i vaccini. Il che equivale alla centralizzazione della stipula dei contratti a livello europeo e all’indebolimento dell’autonomia decisionale dei singoli Stati. Il modello è uguale a quello utilizzato per l’acquisto dei vaccini, ma anche del gas naturale durante la crisi energetica. Proprio ieri, inoltre, i deputati europei hanno approvato una risoluzione a larghissima maggioranza per aumentare il sostegno militare all’Ucraina, passata con 451 voti favorevoli, 46 contrari e 49 astensioni. Nel testo i deputati chiedono agli Stati membri di sostenere Kiev con lo 0,25% del loro Pil annuale, anche attraverso gli investimenti nell’Industria Europea della Difesa, istituita non solo per preparare l’UE ad un eventuale conflitto con la Russia, ma anche e soprattutto per sostenere l’Ucraina, i cui principali problemi sul campo di battaglia concernono la scarsità di uomini e di munizioni. Già nell’estate del 2023, il Consiglio europeo aveva lanciato il programma ASAP per la produzione di munizioni, mobilitando in via d’urgenza 500 milioni di euro dal bilancio comunitario (a prezzi correnti) per sostenere il potenziamento delle capacità di fabbricazione ai fini della produzione di munizioni terra-terra e munizioni di artiglieria nonché di missili. Un’iniziativa che, insieme all’invio di armi da parte degli Stati Uniti, non è servita a cambiare le sorti del conflitto sul campo e che il blocco occidentale è comunque intenzionato a reiterare e incrementare, non accettando, almeno per ora, di risolvere il conflitto attraverso la via delle trattative diplomatiche. Soluzione peraltro auspicata dall’ormai defunto statista Henry Kissinger che aveva spiegato come l’Europa dovesse tornare a dialogare con Mosca e a reintegrarla nel sistema europeo, in quanto in base a come la Russia vedrà se stessa e si posizionerà dipendono anche le sorti dell’Occidente.

Il blocco atlantico, del resto, sta cominciando a comprendere a sue spese ciò che Putin ha ripetuto più volte, anche nella recente intervista rilasciata al giornalista conservatore americano Tucker Carlson, ossia che «è impossibile sconfiggere la Russia sul campo di battaglia». Ed è proprio questa circostanza che potrebbe indurre Washington e i Paesi europei a considerare un intervento diretto contro Mosca: sono in gioco, infatti, i “vecchi” assetti globali improntati sul modello unipolare a cui Washington non vuole assolutamente rinunciare per non vedere ridimensionato il suo primato geostrategico internazionale.

[di Giorgia Audiello]

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11 Commenti

  1. questa voglia di riarmamento europeo mi rimanda un po’ al passato direi recente… anche nella ‘Grande Guerra’ ci fu bisogno di ‘sfogare’ tutto l’armamento realizzato… anche lo sgancio delle bombe atomiche in Giappone (tra l’altro inutili) fu, oltre che a dimostrazione al mondo di chi ce l’aveva più ‘grosso’, quasi costrizione… tutti i miliardi buttati del progetto manatthan altrimenti come li avrebbero potuti giustificare… oltre al fatto che altrimenti in giappone ci sarebbero arrivati prima i russi, fregiandosi del titolo di vincitori… anche se con le guerre come sappiamo… tutti perdono… rimane comunque confermato che l’opinione del popolo contribuente non è mai richiesta… maledetti loro

  2. È frustrante vedere come la stragrande maggioranza del popolo e dei popoli si renda conto della deriva bellica che stiamo prendendo, ma non abbia voce tra i propri rappresentanti e governanti. La UE e la Nato hanno altri interessi.

  3. Alle europee dobbiamo assolutamente votare per partiti pacifisti… attualmente disgraziatamente c’è n’è uno solo i 5Stelle! Dovremmo anche firmare per la creazione del movimento di Santoro ” Pace terra dignità”.

  4. Alle europee dobbiamo assolutamente votare per partiti pacifisti… attualmente disgraziatamente c’è n’è uno solo i 5Stelle! Dovremmo anche firmare per la creazione del movimento di Santoro ” Pace terra dignità”.

  5. Ovviamente in caso di Guerra tradizionale Nato-Russia in poco tempo i Russi arriveranno ai Pirenei e solo Spagna, Portogallo ed Inghilterra resisteranno, in caso di Guerra Nucleare la Nato verrà totalmente distrutta dagli Ipermissili Russi ed il Mondo diventerà in futuro Russofono.
    Per motivi personali, al momento sono disposto a svendermi per poco e se mi chiederete di risolvere il tutto accettando l’incarico temporaneo di Principe di Kiev ( non certo dell’Ucraina manco morto ) lo prenderei in considerazione🦄🤣

  6. Ci stanno portando in guerra …si farà come sempre in Europa… quando arriveranno i militari a casa mia per portare in prima linea me e i miei figli , come stanno facendo ora in Ucraina , arruolamenti forzati … la prima cosa che farò sarà arruolarmi si ..ma per l’altra parte …e tornare poi qua nella mia Italia ..a prendere chi mi ha mandato in guerra….!!!

  7. “Ogni parola pensata, pesata e misurata…da un ben noto coglione che ha iniziato la sua storia pubblica sposando sua nonna. Questi giovani ‘leaders’ hanno davvero pesanti problemi di maturità. Come se Biden (Sleepy) potesse surrogare la evidente mancanza di una figura paterna di riferimento nella loro infanzia. Ma è un patrigno male intenzionato e non l’hanno ancora capito.

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