Thomas D’Alba, ex soldato italiano con un passato nella Folgore, è morto in Ucraina mentre combatteva al fianco delle forze di Kiev. Il quarantenne originario di Legnano era disperso da settimane. Il decesso, avvenuto sul fronte di Sumy, risalirebbe a metà giugno. In attesa di una conferma ufficiale da parte delle autorità italiane, il nome di Thomas D’Alba si aggiunge a quello di altri sei connazionali morti mentre combattevano in Ucraina, tra le fila di Kiev o quelle di Mosca. Al momento risulterebbero decine di italiani ancora impegnati sul campo, nonostante la legge vieti di combattere per Paesi diversi dal proprio. Ciò potrebbe comportare conseguenze legali al loro rientro, come accaduto ad altri italiani, tra cui coloro che nel decennio scorso si sono uniti alle forze curde nella lotta all’ISIS.
Dopo aver prestato servizio per i paracadutisti dell’esercito italiano, Thomas D’Alba è diventato un insegnante di batteria. «Ha lavorato con noi per dieci anni. A febbraio, scaduto il contratto, ci ha comunicato la sua decisione di partire per l’Ucraina. Non ci ha mai spiegato cosa l’abbia spinto, non è sceso nei dettagli su cosa andasse a fare», ha dichiarato Fabio Poretti, direttore della Scuola di musica Paganini di Legnano. Il nome di Thomas D’Alba allunga la lista degli stranieri morti durante i combattimenti tra Russia e Ucraina.
Soltanto il mese scorso era stata confermata la morte di altri due italiani: Antonio Omar Dridi, trentaquattrenne di Palermo, e Manuel Mameli di 25 anni, entrambi schierati al fianco delle forze di Kiev. Mameli è stato ucciso da un drone russo nei pressi di Pokrovsk. L’area è sotto il controllo di Mosca, il che impedisce al momento il recupero della salma. A inizio 2022, a poche settimane dall’invasione russa dell’Ucraina, Edy Ongaro è stato ucciso da una bomba a mano mentre combatteva al fianco dei separatisti del Donbass.
Al momento risulterebbero circa venti italiani impegnati sul campo, suddivisi tra i due schieramenti. Un dato in calo rispetto all’inizio della guerra, quando le stime parlavano di 60 connazionali schierati in Ucraina, per una partecipazione che li espone a conseguenze legali al loro rientro.
Per Mirco e Franco. La guerra è sempre e solamente una scorciatoia per ottenere un’ indipendenza più o meno fittizia che non resiste all’ usura del tempo. Essa lascia profonde ferite ed ampie cicatrici che hanno bisogno di tempi lunghissimi per guarire. Oggi non possiamo più seguire solo il nostro cervello rettiliano perché l’ aumento ineluttabile, tra alti e bassi, chi più chi meno, del nostro stato di coscienza e di consapevolezza ci indicherà che l’ unica via giusta ed efficacie per risolvere i problemi che, ahimè, H.sapiens si crea da solo, è il dialogo.
Idealmente è così, in pratica risolvere le cose senza arrivare al conflitto non sempre è possibile.
Questo non esclude il fatto che anche in conflitto si può entrare con rispetto.
Ad esempio riconoscendo quando la sua utilità si è estinta, senza arrivare ad estinguere la controparte.
A me questo è molto chiaro a livello personale. A livello geopolitico funziona allo stesso modo, visto da un punto di vista più alto (nel senso che vede le cose più in grande).
Mi vergono di ogni Italiano che combatte all’estero per qualunque motivo, mentre l’estero umilia, comanda e procede col genocidio del popolo per inedia in Italia.
Chi è morto in Spagna contro i franchisti e a favore del dittatore Stalin è un eroe, mentre chi combatte per l’ ucraina è un nazista. L’ unica differenza etica è tra chi combatte e muore per un ideale e chi, quale assassino in divisa, lo fa da mercenario oppure si accanisce sui civili invece che contro un esercito regolare.
Solo gli imbecilli muoiono in guerra per un ideale. Le persone intelligenti rimangono a casa propria per combattere coloro che alla guerra li vogliono mandare…
Ci sono momenti storici in cui il porgi l’altra guancia non serve a nulla: Gandhi fece quel che fece perche’ il momento storico imponeva la fine del colonialismo (a favore del neocolonialismo). Cosi’ senza una guerra saremmo ancora sotto il giogo del nazifascismo. Senza guerre molti popoli non avrebbero raggiunto l’indpendenza: la natura umana non e’ per la pace, ma per l’affermazione di se’, anche con mezzi violenti: fa parche’ del pacchetto dell’anima umana…
Nelle guerre c’è sempre una somma complessa di responsabilità individuali. Se nel rispondere alle nostre personali sollecitazioni tenessimo presente sempre il rispetto per noi stessi alla pari con quello per gli altri, probabilmente le guerre esisterebbero ancora, ma certamente molto meno distruttive.
A proposito di momento storico, questo mi sembra di quelli in cui la guerra avviene per assoluta inconsapevolezza, soprattutto di agire per interesse di altri che del rispetto degli altri non gliene può interessare meno. Non sanno che in questo modo non troveranno mai quello per loro stessi.
Questo Thomas ha fatto una scelta e la morte era ampiamente nelle possibilità e ho rispetto sia per l’una che per l’altra.
Un nazista in meno. Bene cosi
👏
Secondo me Giorgia Meloni ha promesso di concedere la grazia al loro ritorno nel caso non dovessero morire tutti …