lunedì 29 Aprile 2024

Il parlamento turco ha concesso il via libera all’ingresso della Svezia nella NATO

Dopo 19 mesi di trattative, la Commissione Affari Esteri del parlamento turco ha dato il proprio via libera per l’ingresso della Svezia nella NATO. La Svezia aveva presentato la richiesta nel 2022, a seguito dell’aggressione russa in Ucraina. Dopo circa quattro ore di dibattito la Commissione, presieduta dal partito AK (del quale fa parte il presidente turco Erdogan) ha quindi dato il proprio via libera, giunto soprattutto grazie alle concessioni che la Turchia è riuscita a strappare alla Svezia, in particolare in materia di lotta al terrorismo e caccia ai curdi. A giugno, infatti, il Paese nordico ha approvato la modifica costituzionale della propria legge in materia di contrasto al terrorismo e, nell’ultimo anno, ha autorizzato l’estradizione di numerosi cittadini curdi in Turchia. In cambio, lo scorso ottobre il presidente Erdogan aveva firmato i protocolli di adesione del Paese all’Alleanza Atlantica. Ora è arrivato il via libera anche dal parlamento. Nelle prossime settimane si svolgerà la votazione all’assemblea generale del Parlamento, dove il partito del presidente detiene la maggioranza.

Tra le richieste avanzate dalla Turchia per concedere l’ingresso della Svezia nella NATO vi era proprio lo stop del supporto alle organizzazioni che chiedono la nascita e l’indipendenza di uno Stato curdo (Kurdistan). Si tratta del Partito dei Lavoratori del Kurdistan (PKK) e dell’Unità di Protezione Popolare (YPG), i principali attori sul campo e alleati delle potenze occidentali nella lotta allo Stato Islamico del decennio scorso, a cui Europa e America del nord hanno deciso di voltare le spalle. I membri delle due organizzazioni (attive prevalentemente in Turchia, Siria e Iraq) che hanno trovato rifugio in Finlandia e Svezia dalle persecuzioni di Ankara – contraria alla nascita di uno Stato curdo – potranno così essere estradati. In base all’intesa raggiunta tra le parti, la Turchia ha già chiesto l’estradizione di 33 sospetti “terroristi” dai Paesi scandinavi, ma i numeri sono destinati a salire. Come previsto dagli accordi, infatti, la Svezia ha modificato la propria legge antiterrorismo. La modifica costituzionale, approvata lo scorso giugno con 278 voti favorevoli su 349, inasprisce le pene contro coloro che si ritrovino direttamente coinvolti in atti di terrorismo o che li sostengano e mira, secondo la comunità curda, a distruggere la propria rete di solidarietà e a facilitare l’arresto l’espulsione dei curdi che si trovino nel Paese per asilo politico. Una settimana dopo la sua entrata in vigore, lo scorso 1° giugno, la Svezia ha autotizzato l’estradizione del curdo Mehmet Kokolu, attivista politico da sempre sostenitori del YPG e del PKK. Qualche mese prima, dopo il raggiungimento dell’accordo tra Svezia e Turchia, era toccato a Mahmut Tat. Il 21 agosto è stato il turno di Zinar Bozkur, arrestato e, con tutta probabilità, destinato anche lui all’estradizione.

[di Valeria Casolaro]

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