domenica 15 Dicembre 2024

Esplode un impianto del petrolchimico a Brindisi: i cittadini chiedono spiegazioni

A Brindisi, in Puglia, ieri mattina si è verificata una grave esplosione nell’impianto di pressurizzazione del petrolchimico Versalis, società chimica del gruppo ENI. A saltare in aria sarebbe stato un tubo con all’interno etilene. Il boato è stato udito da diverse zone della città e una nube nera alta decine di metri si è sprigionata in seguito all’innesco di un incendio. L’incidente non ha prodotto feriti, ma sul posto è comunque intervenuto il nucleo della polizia giudiziaria dei vigili del fuoco di Brindisi per avviare le indagini sull’origine dell’esplosione, nonché Arpa Puglia per accertamenti sull’eventuale inquinamento collaterale. Dopo aver domato le fiamme, i vigili del fuoco hanno provveduto a raffreddare le strutture portanti e a monitorare la pressione degli impianti. E ora la cittadinanza e le istituzioni locali si stanno attivando per capire cosa sia realmente accaduto all’interno dell’impianto, che tipo di conseguenze potrà comportare l’incidente sulla popolazione e come si interverrà sugli eventuali rischi.

Dalla prefettura, informata sull’evoluzione della vicenda dagli stessi vigili del fuoco, si apprende che «non ci sono stati effetti tali di attivare il piano di emergenza esterna o altre iniziative». Rassicurante l’attuale primo cittadino della città, il sindaco di centro-destra Giuseppe Marchionna, che ha dichiarato che chiederà alla direzione di Versalis una relazione sulla vicenda: «sulle motivazioni, sulle modalità e sui meccanismi di controllo e sicurezza messi in atto». Solo in seguito «potrò valutare le condizioni complessive dell’impianto ed assumere le consequenziali iniziative», ha detto. Al contempo, Marchionna ha comunque dichiarato che «non c’è mai stata una situazione di pericolo» per i cittadini e che l’emergenza «è rientrata nel giro di pochissimi minuti».

Le opposizioni, però, vogliono vederci chiaro. Il più battagliero è sicuramente l’ex sindaco di Brindisi Riccardo Rossi, oggi Consigliere comunale di Brindisi Bene Comune – Avs. «Ieri è accaduto qualcosa che a mio avviso non può essere derubricato semplicemente a un incidente – ha detto l’ex sindaco a L’Indipendente -. Noi sappiamo che c’è stata l’esplosione di una parte di impianto e che le torce si sono accese successivamente, probabilmente dopo il blocco dell’impianto. Ma qui si sta parlando di un grande gruppo come ENI che non ha ancora dato una comunicazione su ciò che è successo. Occorre che ce lo spieghi, anche solo con una nota stringata. È grave che ciò non sia ancora avvenuto». Rossi si appella alla magistratura per «l’accertamento delle eventuali responsabilità», ritenendo necessario «capire se gli impianti hanno ricevuto adeguata manutenzione, se sono in sicurezza, perché nel 2023 eventi di questo tipo non devono poter accadere». Spiega Rossi: «I venti fortunatamente in quel momento non puntavano verso la città, ma dopo l’incendio ci possono essere state ricadute importanti sulla qualità dell’aria. Nel giro di alcuni giorni Arpa farà un monitoraggio su quanto segnalato dalle loro centraline, restituendo un quadro della qualità dell’aria in corrispondenza dell’incidente».

A muoversi è anche il mondo dell’associazionismo, che ha voluto tenere il punto sulla questione. «Senza voler strumentalizzare nulla, questo incidente ha messo in evidenza, se ancora ve ne fosse bisogno, della situazione estremamente delicata esistente a Brindisi e che di tale situazione si deve tener conto volente o nolente. Non dobbiamo aspettare che accada l’irreparabile per poi piangere sul latte versato, cerchiamo di costruire, tutti cittadini e politica un futuro sostenibile – hanno scritto in una nota collettiva varie entità, tra cui Italia Nostra, Legambiente, WWF Brindisi, Medicina Democratica, Medici per l’Ambiente, Forum Ambiente Salute e Sviluppo, No al Carbone e Anpi Brindisi -. Chiediamo al Prefetto e al Sindaco di pretendere dalla Versalis cosa realmente sia accaduto e ciò venga portato alla pubblica conoscenza, quanto prodotto è stato bruciato, cosa è stato emesso in atmosfera e cosa l’Arpa abbia registrato oltre a far conoscere ai cittadini quali sono per il futuro le azioni che si intendono prendere, soprattutto in termini di sicurezza, per non far vivere la città nella paura. Chiediamo anche che Versalis si adegui alle prescrizioni di ISPRA che ha intimato all’azienda di dotarsi di una rete di monitoraggio». Chiudendo il comunicato, le associazioni sottolineano come l’incidente abbia reso «urgente l’aggiornamento dei piani di sicurezza anche per verificare i rischi sinergici presenti nell’aria industriale» e manifestato la gravità della «scelta del Ministero dell’Ambiente di non realizzare all’interno dello stabilimento petrolchimico una rete di monitoraggio ambientale moderna e gestita da enti pubblici».

In merito alla reazione della città, l’ex sindaco Rossi ha affermato che «da un lato c’è quell’insieme di associazioni e cittadini che hanno a cuore il tema ambientale e della sicurezza», mentre dall’altro vi è «una parte che taccia chi solleva questi temi di essere contro il lavoro e l’idea di sviluppo». Quest’annosa questione, secondo Rossi, non può ad ogni modo essere demandata «alla comunità di una città che vede 11 impianti a rischio di incidente rilevante e presto ne vedrà un altro, il deposito GNL Edison, che si intende realizzare nel Porto di Brindisi, a circa un chilometro dal centro cittadino», mentre «deve essere il governo a prenderla in mano».

[di Stefano Baudino]

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