martedì 23 Aprile 2024

Cos’è e come funziona realmente la maternità surrogata?

In questi giorni si fa un gran parlare di maternità surrogata, con la politica che si spreca in dichiarazioni sui diritti delle donne, diritti dei bambini, diritti dei genitori e chi più ne ha più ne metta. Un gran caos soprattutto mediatico e politico, dove sembra che tutti abbiano qualcosa da dire senza aver capito bene di cosa si sta parlando, dando così spazio a strumentalizzazioni e dichiarazioni imbarazzanti (come quelle di Federico Mollicone, deputato di Fratelli d'Italia, che ha definito la maternità surrogata un reato «più grave della pedofilia»). Il corpo delle donne diventa quindi n...

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15 Commenti

  1. Ahimè, la storia dimostra che quando la legge interviene a vietare atti strettamente connessi con questioni come la procreazione, il risultato e’ sempre di tipo coercitivo. Io trovo ripugnante il mercato che si crea intorno alla procreazione. E personalmente non condivido il bisogno spasmodico di avere un proprio figlio biologico, né mi piace l’idea che si alterino figure fondamentali e archetipiche come quella paterna e materna, con tutto il portato simbolico che l’ inconscio della nostra specie attribuisce a queste figure. La mia sensazione è che il mercato si unisce all’ egoismo individuale, mentre il mondo e’ pieno di bambini, e anche adulti, che hanno solo bisogno di amore. Ma vietare tutto questo creerebbe, credo, solo un clima repressivo e ipocrita.

  2. il punto è l’aborto surrogato, ho visitato un po’ di siti e appunto non è specificato cosa accade se i committenti (non parliamo di genitori: un titolo che si deve guadagnare!) cambiano idea, non sono contenti del sesso del nascituro, o di problemi di salute o ancora vogliono solo un “prodotto”.
    E terrei a dire di non essere contraria all’aborto. Mi pare però terribile creare un essere senza una storia, da un miscuglio di vendite e committenze. Non sarebbe meglio facilitare -comq qualcuno suggerisce- le adozioni? ma anche in quel caso ahinoi molti soldi circolano, in un paese che neppure ha censito le case famiglia esistenti.
    Inoltre si fa volutamente confusione tra la “surroga” e il sesso o orientamento dei committenti.
    Poi certo, io credo che questa modalità di vendita del proprio corpo sia una sorta di violenza. Stranamente sono persone povere che si vendono. E ancora più triste sapere che esistono bambini creati così magari ad un certo punto rifiutati, magari abortiti o persi senza neppure essere stati amati o rimpianti un momento da nessuno. E’ proprio la desolazione dell’umano.

  3. Grazie per questo articolo molto chiaro ed esauriente sullo stato attuale delle leggi e sul dettaglio delle pratiche legali in vari stati d’Europa e d’America del nord.
    L’inquadramento legale mira generalmente alla protezione di tutte le parti (inclusi i nascituri poi bambini), in questo campo come in molti altri (adozioni, aborto, patria podestà,…). Mi sembra quindi preferibile all’assenza di regolamentazione, ma anche al divieto puro e semplice che non risolve nulla.

  4. ABOLIRE LA NATURA (i nove mesi di intimo rapporto tra madre e figlia/o, di nutrimento e sviluppo bio-psico-animico per l’uno e di crescita personale per l’altra); surrogare; ingegnierizzare; commerciare (a favore dei capricci dei ricchi); RENDERE STERILE il pensiero (ciò che è “moderno”, tecnologico e presentato dal main stream come “progressista” e “liberale” è buono e giusto) e le persone. SDOGANARE ogni forma di eccesso e perversione sessuale. MANIPOLARE le menti dei giovanissimi. SEPARARE l’uomo dalla sua COSCIENZA/spirito.
    E non vengano a parlare di amore e di famiglie felici, quando l’albero è marcio dalle sue radici e non si riesce a vedere al di là del proprio interesse, egoismo, capriccio. E, peggio ancora, non si riesce a vedere la direzione alla quale ancora una volta si contribuisce ad andare: l’uomo artificiale; l’uomo senza anima… ultima frontiera della manipolazione delle élites: “gli uomini non nascevano più, venivano coltivati… in campi sterminati”.

  5. Grazie agli autori dell’articolo
    Questo è lo status quo ed è importante conoscerlo. Le opinioni sono un’altra cosa. Tutto è merce e trovate qualcosa che non lo sia. O forse sarebbe bene ricordare quello che disse quel principe del deserto: tutto quello che puoi comprare non ha alcun valore.

  6. Considerando quanti bambini ci sono negli orfanotrofi e strutture simili, il solo pensiero di usare questa pratica per poter diventare genitori, lo trovo quanto meno aberrante! Il capitalismo ci sta uccidendo tutti, ma nell’anima però!

  7. Con o senza compenso, che poi è sempre da verificare, rimane una pratica triste. Per la partoriente è un trauma, per il figlio quando lo scopre pure.
    Ci si può raccontare tutte le favolette che si vuole, ma è così.
    Invece di perdere tempo con questo argomento, si dovrebbe fare qualcosa per velocizzare e rendere più accessibili a tutti l’adozione.

  8. Una domanda: se il bambino vuole sapere da dove proviene geneticamente ( il che conta o porrebbe contare per il nascituro, quando sarà cresciuto)* come gli si può garantire che possa conoscere la sua madre biologica?
    Se non può mi sembra una violazione dei diritti del nascituro di cui nessuno parla.
    Ricordk che la maternità è la paternità sono une responsabilità prima che un diritto

  9. …”donna ucraina benestante offre l’utero, astenersi perditempo…”

    La descrizione tecnica delle varie metodologie non fa una piega, scartare a prescindere il fatto che questa non sia una pratica aberrante diventa una posizione, che personalmente non condivido.

    Dopodiché, ognuno si senta libero, io percepisco un nichilismo che fatica a meritare persino pietà.

  10. Tema complesso e di difficile, se non impossibile, soluzione. Un intreccio di eugenetica, business, egoismo, dove il nascituro è ridotto a merce di scambio. I divieti sono raramente efficaci ma in questo contesto storico sono propenso a sostenere la legislazione spagnola, che per altri versi è molto più liberale nella tutela dei rapporti di coppia.

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