venerdì 19 Aprile 2024

Le mosse di Amazon nel settore medico-sanitario

Con una mossa inaspettata, Amazon ha annunciato la chiusura di Amazon Care, attiva dal 2019 come servizio di assistenza sanitaria e telemedicina. L’annuncio del termine del servizio al 31 dicembre prossimo segue l’annuncio sull’intenzione di acquistare One Medical, società di assistenza sanitaria quotata in borsa, per un valore di circa 3,9 miliardi di dollari. Se confermato, l’accordo sarà pagato interamente in contanti e costituirà la terza più grande acquisizione nella storia di Amazon, dietro solo all’acquisito di Whole Foods e MGM Studios. Le mosse di Amazon sembrano riflettere una volontà di aggiustamento e accelerazione nel rafforzamento e nello sviluppo all’interno del settore medico-sanitario, al quale Amazon si è affacciato nel 2018.

Sulla scia dell’annuncio di acquisto di One Medical da parte di Amazon, è arrivato anche l’annuncio di chiusura – alla fine di quest’anno – del servizio Amazon Care. Lanciato nel 2019 come servizio pilota per i dipendenti con sede a Seattle, Amazon Care fornisce visite virtuali di assistenza urgente, nonché consulenze di telemedicina e visite a domicilio a pagamento da parte di infermieri per test e vaccinazioni. L’anno scorso si è esteso a livello nazionale ai dipendenti non Amazon, introducendo servizi di persona in almeno sette città e firmando contratti con alcuni clienti aziendali, tra cui Hilton, Silicon Labs e Whole Foods (di proprietà di Amazon). La chiusura è sorprendente dati i piani annunciati a febbraio scorso per espandere i servizi Amazon Care di persona in 20 nuove città entro la fine di quest’anno.

In una nota interna relativa alla decisione, il responsabile di Amazon Health Services, Neil Lindsay, ha affermato: «Non è un’offerta abbastanza completa per i clienti delle grandi imprese a cui ci siamo rivolti e non avrebbe funzionato a lungo termine». La capacità di Amazon Care di attrarre clienti aziendali è diventata una delle sue sfide più significative, ha spiegato R. “Ray” Wang, fondatore e principale analista di Constellation Research, con sede nella Silicon Valley. Tuttavia, Wang ha detto che è servito come esperienza di apprendimento per Amazon. «La tecnologia utilizzata per Amazon Care ha contribuito a pilotare una serie di innovazioni che utilizzeranno e riutilizzeranno», ha affermato Wang, aggiungendo che Amazon ha «imparato quali tipi di pazienti preferivano quali tipi di servizi, fino a che punto può arrivare la telemedicina e quando invece è necessario visitare fisicamente con un medico». Con l’acquisizione di One Medical, Amazon potrà contare su una struttura fisica già sviluppata e con il potenziale di un ulteriore sviluppo, vista anche la potenza economico-finanziario-politica del colosso guidato da Jeff Bezos.

One Medical, per cui Amazon intende sborsare 3,9 miliardi di dollari in contanti, è un servizio di assistenza primaria basato su un abbonamento che offre ai suoi membri l’accesso 24 ore su 24, 7 giorni su 7, alle cure virtuali e alla telemedicina con uffici medici strategicamente posizionati in tutto il paese per integrare la sua piattaforma basata sulla tecnologia. Google e Airbnb offrono ai propri dipendenti gli abbonamenti di One Medical mentre l’azienda è riuscita a sviluppare anche un modello di collaborazione con ospedali e sistemi sanitari a livello nazionale. Attualmente, One Medical possiede e gestisce 188 cliniche in più di 20 principali città statunitensi tra cui Atlanta, Austin, Dallas-Ft. Worth, Los Angeles, New York, Phoenix, Raleigh-Durham e Seattle. One Medical vanta la sua capacità di fornire appuntamenti lo stesso giorno o il giorno successivo, con servizi di assistenza primaria completi e convenienti, tra cui servizi di laboratorio in loco e in fasce orarie ampie.

Evidentemente il colosso di Bezos ha deciso di continuare a percorrere la strada intrapresa con grande convinzione nel mondo della medicina e della salute ma preferendo inglobare società esterne già affermate nel settore, come accaduto nel settore alimentare con Amazon Fresh, quando nel 2017 Bezos preferì acquistare la già affermata Whole Foods per quasi 14 miliardi di dollari. Uno dei primi passi mossi nel settore medico-sanitario da parte di Amazon è stato l’acquisto, nel 2018, di PillPack, farmacia online che offre medicine pre-dosate e consegne a domicilio negli USA; il costo dell’operazione è stato di circa un miliardo di dollari. Dalla base del know-how acquisito è stata poi lanciata, negli Stati Uniti, Amazon Pharmacy, la farmacia online della multinazionale.

Lo stesso Washington Post, di proprietà del fondatore di Amazon Jeff Bezos, fa notare che Amazon Care è tra i fondatori, insieme ad altre società del settore, di un gruppo di pressione – nato nel 2021 – chiamato Moving Health Home. Una delle società di salute domestica, Landmark Health, è stata fondata da Adam Boehler, il quale gestiva Medicaid e Medicare sotto il Presidente Donald Trump. Dalla momento della sua nascita, la coalizione ha incoraggiato il Congresso a estendere le deroghe approvate durante la pandemia di coronavirus, le quali hanno allentato le normative federali sull’assistenza sanitaria domiciliare. L’obiettivo finale del gruppo è quello di rendere permanenti le deroghe poste con l’emergenza sanitaria.

Secondo Open Secrets, che tiene traccia dell’influenza del denaro in politica, Moving Health Home ha speso 440.000 dollari in attività di lobbying sul governo federale nel 2021 e altri 220.000 nella prima metà del 2022. Evidentemente Amazon sente la necessità di un’accelerazione nello sviluppo della sua fetta di mercato nel settore medico-sanitario per non rischiare di rimanere tagliato fuori, nella lotta con gli altri giganti del medesimo, rispetto agli effetti benefici che l’emergenza Covid-19 ha generato nel campo privato medico-sanitario.

[di Michele Manfrin]

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4 Commenti

  1. Credo che ormai sia inutile chiedersi “pubblico” o “privato”, i tentacoli del potere e del denaro, arrivano ovunque e, questa ultima operazione di Bezos la dice lunga sul disegno della sottomissione dei popoli per renderli schiavi di tecnologie atte non certo a favore delle popolazioni, soprattutto le più deboli. Ormai stanno già tirando le reti.

  2. Grazie M.M. E’ difficile non ripensare alla vecchia questione: Sanità pubblica o privata? E la ricerca deve svolgersi prevalentemente nelle Università pubbliche o nei centri privati? E che dire delle case farmaceutiche, vere e proprie multinazionali?
    Se mi permettete una semplificazione estrema si potrebbe meditare sulle due seguenti, semplici, (proposizioni) alternative:
    Se la sanità è privata (cioè un business) conviene* che la gente si ammali. Se la sanità è pubblica conviene* che la gente sia sana.
    NO?
    *= economicamente conveniente, escludendo giudizi etici, morali…etc…

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