Un uomo sulla trentina, con degli stracci addosso e con il volto smunto, dai capelli impolverati rovista nella spazzatura. Ha fame come tanti altri a Gaza e cerca con foga nei rifiuti. Con lui, immerso nel mucchio di schifo e umido, ci sono cani, gatti, topi. Ma in questo campo profughi a Khan Yunis, a sud di Gaza, quest’uomo affamato non cerca solo cibo. L’uomo cerca tracce, indizi. Raccoglie contenitori di cibo usato, confezioni di plastica, lattine bucate, legna. Ogni giorno cerca, divide, seleziona e porta via i rifiuti in sacchetti di immondizia. A osservarlo, nascosti tra le macerie di u...
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Ieri mattina mi trovavo al mare(spiaggia libera) e guardavo commosso una scolaresca di bambini felici in acqua. Una felicità che inevitabilmente perderanno da adulti. Adulti che non sanno fare altro che spargere sangue: con grande convinzione e soddisfazione. Che strazio.
Allora c’è una resistenza palestinese: dagli articoli di solito si evincono al 90% i crimini di Israele nei confronti dei civili, ma non si parla di questa resistenza palestinese. Ad ogni modo, essendo una resistenza che usa la forza e la violenza, essa va probabilmente a giustificare da parte di Israele il genocidio in atto. E’ spiegato anche nell’articolo “Una delle armi utilizzate da Tel Aviv per cercare di piegare la resistenza palestinese è colpire i civili. Bombardare ospedali, scuole, campi profughi è utilizzato per fiaccare la popolazione, rendere la terra inospitale e costringere i movimenti palestinesi ad accettare lo sfollamento e la deportazione sotto la pressione delle bombe, della fame e della distruzione totale. ” Quindi non conviene, sarebbe meglio una resistenza non violenta: il rapporto di morti è sempre sfavorevole ai Palestinesi..
Gran bell’articolo, grazie.
Assolutamente d’accordo, grazie davvero
Come sempre gli eroi sono uno su mille, in Italia uno su un milione.