sabato 27 Luglio 2024

Arruolarsi nell’esercito, contro lo Stato: le milizie anarchiche in Ucraina

Essere contro l’invasione russa non significa stare dalla parte dello Stato ucraino e della NATO che lo appoggia; essere contro le azioni della NATO e degli Stati Uniti non significa giustificare e sostenere l’invasione russa. Questa potrebbe essere la sintesi comune alle variegate posizioni assunte dai gruppi anarchici. La guerra russo-ucraina ha fatto dibattere i vari gruppi anarchici sparsi per l’Occidente, Ucraina compresa. Le posizioni assunte dai vari movimenti sono diverse, talvolta molto simili e solo sfumate tra di loro, ma tutte hanno in comune il sentimento di avversione nei confronti delle dinamiche geopolitiche, economiche e sociali del sistema basato sullo Stato e sul capitale. La guerra in corso viene letta e interpretata sui vari livelli su cui si è innescata, nella complessità del groviglio di interessi imperialisti degli Stati coinvolti, direttamente e indirettamente, in maniera palese o mascherata, così come rispetto agli enormi tentacoli del capitalismo che tutto cercano di avvolgere. Molti di questi gruppi e movimenti anarchici, tanto in Ucraina tanto nell’intero Occidente, dicono di non volersi schierare né da una parte né dall’altra, piuttosto, dicono di porsi al fianco del popolo e dei lavoratori. Nel passare dalla teoria alla pratica, sembrano molte le contraddizioni che emergono di non facile soluzione, vista la complessità delle dinamiche in campo.

Il plotone anti-autoritario che combatte sotto Kiev

Recentemente sui media mainstream si è parlato degli anarchici ucraini che hanno imbracciato le armi per combattere l’invasione russa, finendo di parlare solamente del fatto che questi stanno combattendo l’esercito russo e molto poco si spiegava del fatto che essi dicono di non essere però dalla parte dello Stato ucraino. Sarebbe forse stato complesso affrontare l’evidente cortocircuito e contraddizione, dovendone spiegare anche le ragioni, visto che, come ammesso dagli stessi gruppi anarchici, questi si sono dovuti effettivamente arruolare nell’esercito ucraino – quindi diventare parte stessa dello Stato – e le critiche e le ragioni dell’avversione al medesimo stato Ucraino. Il “plotone anti-autoritario” si è formato il 24 febbraio scorso, giorno dell’invasione russa, e si è unito alle Forze di difesa territoriale dell’Ucraina (TDF), inquadrate nell’esercito ucraino. Ilya, un anarchico di questo gruppo, intervistato da Euronews, ha riferito che il loro obiettivo è quello di resistere a quella che viene vista come una guerra imperialista ma anche che ciò viene fatto nell’interesse della società ucraina e non per lo Stato. Al momento il plotone ha fornito difesa territoriale nelle regioni centrali dell’Ucraina con funzioni di pattugliamento e assistenza alla popolazione. Nell’intervista, Ilya dice che la “denazificazione” ucraina paventata da Putin è solo propaganda e cortina fumogena per piani imperialisti di dominio e che la presenza dell’estrema destra nello Stato e nelle forze ucraine è minima.

Anche il Fatto Quotidiano, nell’edizione cartacea del 4 luglio scorso, ha riportato le parole di Ilya rilasciate ad Euronews. Nell’articolo si possono anche leggere le affermazioni di Sergey, appartenente ai “Collettivi di solidarietà”, i quali si occupano di organizzare catene logistiche per gli aiuti militari e umanitari inviati dall’Occidente. Sergey spiega che lo Stato ucraino è completamente corrotto e in mano agli oligarchi che però non riescono ad avere tutto sotto il proprio controllo, lasciando spazi di libertà che gli anarchici devono riuscire a sfruttare. Al contempo, secondo il militante, la Russia non propone nessuna vera alternativa al sistema statale ucraino e che questa vuole solo l’annientamento dell’Ucraina e degli ucraini. Sergey prosegue spiegando che le armi statunitensi che utilizzano non fa di loro i «burattini di Washington». Si tratterebbe, insomma, di scegliere momentaneamente il male minore, non avendo proprie attrezzature sufficienti ed efficaci per contrastare l’invasione russa. Secondo il Fatto Quotidiano, sarebbero tra 100 e 150 i militanti di gruppi anarchici e antifascisti – come RevDia e Black Flag Ukraine – che combattono con l’esercito ucraino.

manifestazione RevDia
manifestazione RevDia

Alcuni combattono con le repubbliche popolari del Donbass

Un gruppo non organizzato internazionale di anarchici ucraini, russi, bielorussi e di Stati europei, sul finire di febbraio, nei giorni precedenti all’avvio dell’invasione russa, ha spiegato la propria posizione nel merito della situazione ucraina, procedendo fin dagli eventi accorsi tra la fine del 2013 e il 2014. Nel testo si parla di come gli anarchici ucraini si siano fatti trovare impreparati al momento di Euromaidan, spiegando anche le ragioni dell’ascesa dell’estrema destra organizzata e del nazismo nel Paese, e la commistione tra i gruppi neonazisti e i servizi segreti ucraini, contestando di fatto quanto affermato recentemente da Ilya per Euronews sullo scarso peso dell’estrema destra nella politica e nell’esercito di Kiev. Dopo il colpo di Stato del 2014, la piccola e non organizzata galassia anarchica in Ucraina ha finito per sparpagliarsi e molti sono coloro che hanno agito individualmente. Il ruolo assunto dalle organizzazioni neonaziste e neofasciste nella rivolta di Maidan e nel “nuovo” Stato ucraino ha invece spinto altri anarchici a sostenere la Russia e le repubbliche separatiste. «Le dichiarazioni contro l’ultra destra ucraina gettano un’ombra di dubbio sugli anarchici agli occhi della gente comune», viene scritto nel testo. Vari sono i gruppi che hanno iniziato a lavorare sottotraccia, avversi sia dai servizi segreti ucraini che da quelli russi e bielorussi. Nello scritto fornito dal gruppo anarchico si dice che la propaganda ha finito per mascherare le vere intenzioni di questa guerra: i neonazisti ucraini che si sono presentati come patrioti che combattono l’invasore russo per salvaguardare l’Ucraina e gli ucraini mentre il Cremlino approfitta della presenza dei neonazisti per demistificare lo spirito imperialista e la volontà di potenza e dominio della Russia.

Secondo alcuni del gruppo anarchico, l’appoggio della NATO risulta essere cogente alla situazione delle forze in campo, tirando in causa l’esempio dei curdi siriani che hanno dovuto accettare l’aiuto occidentale per combattere il ben peggiore Stato Islamico, o anche ISIS. L’altra linea del gruppo anarchico è che «sia NATO che Unione Europea, nel rafforzamento della loro influenza in Ucraina, cementeranno l’attuale sistema di “capitalismo selvaggio” nel paese e renderanno il potenziale per una rivoluzione sociale ancor meno realizzabile. Nel sistema del capitalismo globale, la cui nave ammiraglia sono gli USA come i leader della NATO, all’Ucraina è assegnato il ruolo di umile frontiera: un fornitore di lavoro e risorse a basso costo». Proseguendo, nel testo si afferma: «è importante per la società ucraina realizzare la necessità di indipendenza da tutti gli imperialisti. Nel contesto della capacità di difesa del paese, l’enfasi non dovrebbe essere posta su tecnologia e supporto NATO per l’esercito regolare, ma sul potenziale della società come resistenza guerrigliera di base». In Ucraina, vari gruppi anarchici stanno adesso «cercando di creare legami orizzontali dal basso nella società, basati sugli interessi comuni così che le comunità possano rispondere dei propri bisogni, inclusa l’autodifesa. Questo differisce significativamente dalla pratica politica ordinaria ucraina, nella quale è spesso proposto di riunirsi intorno alle organizzazioni, rappresentanze o la polizia. Le organizzazioni e le rappresentanze sono spesso corrotte e le persone che gravitano attorno rimangono deluse».

manifestazione RevDia

Denis Pilash, scienziato politico e attivista del gruppo anarco-socialista Sotsialnyi Rukh, ha più volte esortato la necessità di una solidarietà dei popoli con l’Ucraina e contro la guerra, rifiutando la «falsa solidarietà dei governi». Secondo Pilash, occorre rifiutare il sistema, partendo dall’Ucraina come proiezione al mondo: «Spero che, mentre avanziamo richieste specifiche per la situazione ucraina, possiamo anche essere trascendenti verso qualcosa di più globale. Quindi, quando parliamo di sostegno e aiuto ai rifugiati ucraini, la nostra richiesta è per i rifugiati di tutto il mondo. Se chiediamo la cancellazione del debito estero ucraino, esso trascende la questione dell’indebitamento della maggior parte dei paesi, in particolare dei paesi più poveri. Se chiediamo di impadronirci dei beni degli oligarchi russi e forse ucraini per usarli per ricostruire l’Ucraina, apriamo anche le questioni delle scappatoie fiscali utilizzate ovunque dalla classe capitalista globale per immagazzinare i loro beni. Se chiediamo di chiudere le forniture di petrolio e gas dalla Russia, dovremmo estenderlo anche a Stati come l’Arabia Saudita con la sua guerra criminale nello Yemen. Questi sono tutti imperi di combustibili fossili che devono essere terminati con una ricostruzione eco-socialista del sistema globale». In sostanza, sostiene Pilash, ogni questione più piccola fa parte di una discussione più ampia. Questo sarebbe il motivo per il quale è importante avere la solidarietà tra popoli di regioni diverse poiché tutti colpiti fondamentalmente dagli stessi problemi, anche mentre affrontano dinamiche e contesti specifici.

militanti RevDia

Anarchici dell’Ovest e dell’Est

L’International Marxist University, fin dall’inizio dell’invasione russa dell’Ucraina, ha chiaramente spiegato la propria posizione di condanna dell’azione della Russia così come quella della NATO, Stati Uniti in testa. Seppur si riconosca la perniciosa storia della NATO dopo il crollo sovietico, con le varie guerre, colpi di stato e rivoluzioni colorate, proiettate ad estendere l’influenza e la capacità imperialista degli USA, allo stesso tempo si leva la condanna alla Russia, intenta a controllare gli Stati dell’ex Unione Sovietica come una propria ed esclusiva zona di interesse e influenza, in una sorta di imperialismo su piccola scala. Si tratterebbe, dunque, di uno scontro tra differenti imperialismi, posti su scala diversa, uno mondiale e l’altro regionale. E sullo sfondo di questa sfida imperiale vi è un altro impero, quello cinese, i cui interessi e attriti sono intrecciati tra Russia e Stati Uniti. «Non possiamo sostenere nessuna delle due parti in questa guerra, perché è una guerra reazionaria da entrambe le parti. In ultima analisi, si tratta di un conflitto tra due gruppi di imperialisti. Non sosteniamo nessuno dei due. Il popolo della povera e sanguinante Ucraina è la vittima di questo conflitto, che non hanno creato e non desiderano. L’unica alternativa al carnevale della reazione e alla sofferenza della guerra per i lavoratori e i giovani ucraini è una politica di unità di classe contro gli oligarchi ucraini, così come contro l’imperialismo statunitense e russo. La questione nazionale in Ucraina è estremamente complicata e qualsiasi tentativo di governare il paese sulla base del nazionalismo (sia esso ucraino o filo-russo), porterà inevitabilmente alla disgregazione del paese, alla pulizia etnica e alla guerra civile», viene scritto nella conclusione del comunicato rilasciato il 28 febbraio scorso a Londra.

Fortemente criticata da parte dei gruppi rivoluzionari e anarchici è stata la “sinistra radicale” statunitense, i Socialisti Democratici d’America (DSA), con Bernie Sanders e Alexandra Ocasio-Cortez su tutti. Infatti, il 10 maggio scorso, il Congresso ha votato per approvare la richiesta di Joe Biden per destinare 40 miliardi di dollari in aiuti militari e finanziari all’Ucraina, con il sostegno di tutto il DSA. «Il voto segna l’attraversamento di un Rubicone politico. È un’approvazione della guerra USA/NATO contro la Russia. Toglie denaro dalle mani dei lavoratori che affrontano l’inflazione e la povertà in patria e lo dirige verso la morte e la distruzione all’estero. Aumenta drammaticamente la possibilità di una guerra mondiale tra potenze nucleari», è ciò che si legge sul World Socialist Web Site.

In uno dei passaggi dell’intervista condotta dal gruppo Moiras agli anarchici russi del Kras, si legge: «la coscienza pubblica di massa tende a cercare risposte semplici e rozze alle questioni. Non abbiamo motivo di simpatizzare con l’inquilino del Cremlino e la sua amministrazione. Le sue politiche neoliberiste hanno portato ad un vero collasso dei sistemi sanitari ed educativi, alla povertà dei pensionati e dei lavoratori del settore pubblico della provincia. I salari nel paese sono mostruosamente bassi, il movimento operaio è davvero paralizzato… Ma, a prescindere da questo, si capisce che tutto questo è il prodotto di un certo sistema basato sullo Stato e sul Capitale [..] il nostro compito è spiegare alle persone la condizionalità sistemica dei problemi che scuotono il mondo oggi. Comprese le guerre di questo mondo. E che l’unico modo per risolvere questi problemi è distruggere il sistema sociale che li crea». Più avanti, gli anarchici del Kras aggiungono: «Nella guerra in corso, stiamo parlando esclusivamente del confronto tra due stati, due gruppi di capitalisti, due nazionalismi. Non spetta agli anarchici scegliere tra loro il “male minore”. Non vogliamo la vittoria per l’uno o per l’altro. Tutta la nostra solidarietà va ai comuni lavoratori che oggi muoiono sotto i proiettili, i missili e le bombe».

[di Michele Manfrin]

L'Indipendente non riceve alcun contributo pubblico né ospita alcuna pubblicità, quindi si sostiene esclusivamente grazie agli abbonati e alle donazioni dei lettori. Non abbiamo né vogliamo avere alcun legame con grandi aziende, multinazionali e partiti politici. E sarà sempre così perché questa è l’unica possibilità, secondo noi, per fare giornalismo libero e imparziale. Un’informazione – finalmente – senza padroni.

Ti è piaciuto questo articolo? Pensi sia importante che notizie e informazioni come queste vengano pubblicate e lette da sempre più persone? Sostieni il nostro lavoro con una donazione. Grazie.

Articoli correlati

2 Commenti

  1. I “poveretti” nella storia cambiano nazione di quando in quando, ma sono gli unici che si sanno adattare in comunità diverse delle loro. Imparare dalla vecchia saggezza ancora non lo abbiamo capito.

Comments are closed.

Iscriviti a The Week
la nostra newsletter settimanale gratuita

Guarda una versione di "The Week" prima di iscriverti e valuta se può interessarti ricevere settimanalmente la nostra newsletter

Ultimi

Articoli nella stessa categoria

Grazie per aver già letto

10 dei nostri articoli questo mese.

Chiudendo questo pop up potrai continuare la lettura.
Sappi però che abbiamo bisogno di te,
per continuare a fare un giornalismo libero e imparziale.

Clicca qui e  scopri i nostri piani di abbonamento e supporta
Un’informazione – finalmente – senza padroni.

ABBONATI / SOSTIENI