sabato 20 Aprile 2024

Germania, la Procura diventa ministro della Verità: giornalista indagata perché “filo-russa”

Le autorità tedesche stanno indagando sulla giornalista Alina Lipp per i suoi articoli e messaggi sulla guerra in Ucraina. La reporter pubblica aggiornamenti sul conflitto attraverso il proprio canale Telegram dalla Russia e dal Donbass. L’accusa mossa dalla Procura ad Alina Lipp è di aver “premiato e approvato reati penali”, in riferimento all’aggressione di Mosca a Kiev: per questo motivo rischia una multa o tre anni di carcere. Nel frattempo le sono stati congelati dei fondi sul conto tedesco “per evitare trasferimenti verso banche russe”. Anche PayPal ha deciso di schierarsi, bloccando il suo account e quello del padre.

Dopo la notizia dell’avvio delle indagini pubblicata da Alina Lipp su Telegram, parte dell’opinione pubblica tedesca si è mobilitata, con diversi giornali che hanno titolato: “Avere un’opinione dissenziente è punibile in Germania“. L’accusa nei confronti della reporter fa riferimento a una norma disciplinata dall’articolo 13, paragrafo 1, del VStGB (Codice dei crimini contro il diritto internazionale), che riguarda la conduzione di guerre di aggressione o qualsiasi altro atto di aggressione “che, per sua natura, gravità e portata, costituisce una violazione manifesta della Carta delle Nazioni Unite”. Secondo l’ufficio del procuratore, “Alina Lipp mostra costantemente di essere solidale con la guerra della Russia contro l’Ucraina”. Tra gli esempi citati, vi è un messaggio risalente al 24 febbraio in cui la giornalista ha scritto: “La denazificazione è iniziata”. Allo stesso periodo risale un suo rapporto pro-Donbass, in cui viene ripetutamente affermato che l’esercito ucraino ha attaccato i russi della regione negli ultimi otto anni.

Alina Lipp è, inoltre, finita nel mirino dell’Institute for Strategic Dialogue (ISD), think tank con sede a Londra che fornisce servizi a governi e organizzazioni private in merito all’informazione a alla contro-narrativa rispetto all'”estremismo”. L’ISD sostiene l’idea di una “rete” di giornalisti e influencer che veicolano la propaganda russa, per questo motivo ha pubblicato nelle scorse settimane una serie di nomi “a rischio”: tra questi, spicca quello della reporter tedesca Alina Dipp.

[Di Salvatore Toscano]

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4 Commenti

  1. Da sempre l’occidente accusa la Russia e i paesi notoriamente filo comunisti come la Cina di manipolare le informazioni o la libertà di stampa. Noi occidentali ci proclamiamo liberali e democratici e poi permettiamo che alla luce del sole vengano taciute idee e pensieri di giornalisti o persone che pensano l’opposto di quello che i governi reclamizzano come i cattivi.
    E’ come il cane che si morde la coda. Alla fine i liberali democratici si comportano esattamente come gli odiati avversari ideologici comunisti.

  2. A parte le battute.
    Quando leggo notizie di questo tipo, mi sento fortemente a disagio. La verità difficilmente ha una faccia sola, ed il giornalisamo serio dovrebbe essere il mezzo per cui le persone normali possono farsi un’idea della realtà che li circonda e quindi decidere autonomamente che cosa pensare.
    Questo non è più possibile.

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