Dopo il via libera del Parlamento ungherese all’uscita del Paese dalla Corte Penale Internazionale, i legislatori del Paese hanno approvato il disegno di legge per dare il via al processo di ritiro. Quest’ultimo, si apprende da fonti mediatiche, dovrebbe durare circa un anno. La decisione dell’Ungheria di uscire dalla CPI era stata annunciata lo scorso 3 aprile, durante una visita al Paese da parte del premier israeliano Netanyahu, sotto mandato di arresto dalla CPI. Netanyahu era stato invitato nel Paese dallo stesso Orbán, e le autorità si sono rifiutate di arrestarlo nonostante fossero ancora formalmente tenute a farlo.
Cosa sappiamo della telefonata tra Trump e Putin
Ieri, lunedì 19 maggio, si è tenuta la terza conversazione telefonica tra Trump e Putin. La telefonata era attesa da tempo e carica di aspettative, essendo la prima dalla ripresa dei dialoghi tra Russia e Ucraina. Dopo circa tre ore dall’inizio della chiamata, Trump ha rilasciato un comunicato dai toni positivi, in cui annuncia che «i negoziati tra Russia e Ucraina inizieranno immediatamente». Diversa la postura assunta dalla controparte, che, pur mostrando maggiore apertura del solito ammettendo di essere pronta a fare dei compromessi, ha mantenuto i toni più distaccati e ribadito i propri consolidati punti fermi: la Russia è pronta a dichiarare il cessate il fuoco solo una volta che si sarà trovato un accordo per la tregua. Leggermente più speranzoso il portavoce del Cremlino Dimitri Peskov, che ha definito il colloquio «promettente» e confermato la piena ripresa dei dialoghi diretti con l’Ucraina.
La telefonata tra Trump e Putin si è svolta ieri pomeriggio ed è durata circa due ore e mezza a partire dalle 16.30. Al termine della chiamata, Putin è comparso davanti ai giornalisti, ringraziando Trump per gli sforzi statunitensi nel terminare il conflitto in corso in Ucraina, e ha affermato che la Russia è pronta a siglare un memorandum di pace con Kiev che includa un cessate il fuoco, ma che il raggiungimento di una intesa precede l’implementazione di una tregua. Ha infine puntualizzato che entrambe le parti dovranno fare delle concessioni per trovare un compromesso, ammettendo quindi di essere disposto a farne. Putin ha poi lasciato la parola alla conferenza stampa di Peskov che sarebbe seguita di lì a poco.
Davanti ai giornalisti, Peskov ha ribadito le parole del proprio presidente, affermando inoltre che Russia e Ucraina hanno ormai ripreso i dialoghi diretti. L’ipotesi russa è quella di firmare un memorandum di pace in cui entrambe le parti facciano passi l’una verso l’altra per giungere definitivamente a un accordo. Da quanto riporta Peskov, «sia la Russia che l’Ucraina elaboreranno i loro progetti», scambiandosi le proposte; le parti, poi, «avvieranno i contatti per elaborare un testo unico». In sede di conferenza stampa Peskov ha affermato che non esistono scadenze né tempi per il raggiungimento dell’accordo: «È chiaro che tutti vogliono farlo il più velocemente possibile, ma il diavolo è nei dettagli, ovviamente». In generale, la stampa russa pare avere accolto il colloquio a distanza con lo stesso moderato entusiasmo di Peskov: l’agenzia di stampa russa TASS conferma la buona riuscita della telefonata e afferma che tutte le parti, Ucraina compresa, sono impegnate a trovare un accordo.
Verso le 19:30 sono arrivate le dichiarazioni di Trump, di tutt’altro tenore rispetto a quelle russe. Trump ha affermato che «il tono e lo spirito della conversazione sono stati eccellenti» e affermato che il terreno per iniziare autentici colloqui di pace è ormai fertile. Trump ha ribadito che gli USA non si ritireranno dal loro ruolo di mediatori, ma che hanno una «linea rossa» che, se dovesse venire superata, li spingerebbe a passare la palla all’Europa o alla stessa Ucraina. Il presidente ha parlato anche della situazione che si potrebbe creare dopo il raggiungimento di una tregua: «La Russia vuole avviare un commercio su larga scala con gli Stati Uniti una volta terminato questo catastrofico “bagno di sangue”, e sono d’accordo. La Russia ha un’enorme opportunità di creare ingenti quantità di posti di lavoro e ricchezza. Il suo potenziale è illimitato. Allo stesso modo, l’Ucraina può trarre grandi benefici dal commercio, nel processo di ricostruzione del suo Paese». In sede di conferenza stampa, il presidente statunitense ha poi affermato che non intende dispiegare truppe in Ucraina.
Nell’entusiasmo, Trump ha affermato che i negoziati tra Ucraina e Russia inizieranno immediatamente e che ha già avvisato Ursula von der Leyen, Emmanuel Macron, Giorgia Meloni, Friedrich Merz e il Presidente finlandese Alexander Stubb, oltre che Zelensky. Il Papa, invece, si è offerto di ospitare i negoziati. Lo stesso Zelensky ha confermato di avere parlato con Trump due volte, una prima della telefonata e una immediatamente dopo. Nella sua dichiarazione, il presidente ucraino ha mantenuto i toni moderati e affermato di essere pronto a dialogare direttamente con la Russia in qualsiasi sede e ad ascoltare «ogni proposta sul tavolo». Ha comunque lanciato un appello per inasprire le sanzioni «se la Russia non ferma le uccisioni».
Venezuela: sospesi temporaneamente i voli dalla Colombia
Il Ministro degli Interni venezuelano, Diosdado Cabello, ha dichiarato di aver ordinato la sospensione dei voli dalla Colombia. L’annuncio arriva in seguito all’arresto di 38 persone da parte del Venezuela, accusate di volere sabotare le elezioni parlamentari previste per il prossimo 25 maggio. Le persone arrestate, ha spiegato Cabello, erano dotate di «artefatti esplosivi» e il gruppo era formato da «attentatori, trafficanti di migranti e mercenari»; 17 dei 38 arrivavano proprio dalla Colombia. Da quanto ha spiegato Cabello, la misura avrà effetto immediato e durerà fino alla conclusione delle elezioni. Scadrà alle 18 locali del 26 maggio.
Migranti: Lituania denuncia la Bielorussia alla Corte Internazionale
La Lituania ha portato la Bielorussia davanti alla Corte Internazionale di Giustizia, accusandola di avere orchestrato operazioni di traffico di migranti attraverso il confine condiviso, violando il diritto internazionale. A dare l’annuncio è il ministro degli Esteri lituano che ha parlato di presunte violazioni del Protocollo delle Nazioni Unite contro il traffico di migranti via terra, mare e aria da parte della Bielorussia. La Bielorussia, di preciso, avrebbe favorito l’entrata di migranti irregolari verso il Paese vicino costringendoli ad attraversare il confine scortati dai propri militari. La Lituania ha chiesto un risarcimento completo per i presunti danni subiti, tra cui rientrano le spese relative al rafforzamento delle frontiere.
Venere potrebbe essere un pianeta più simile alla Terra di quanto si pensasse
Al contrario di quanto ipotizzato in precedenza, Venere potrebbe essere un pianeta molto più attivo e simile alla Terra di quanto si pensasse, in quanto esisterebbero prove di attività tettonica in corso sulla sua superficie: è quanto emerge da una nuova analisi condotta da un team internazionale di ricercatori, dettagliata all’interno di un nuovo studio scientifico sottoposto a revisione paritaria e pubblicato sulla rivista scientifica Science Advances. Elaborando i dati radar e gravitazionali raccolti oltre trent’anni fa dalla sonda Magellan della NASA, gli esperti hanno scoperto che le “corone”, ovvero particolari strutture ovali larghe decine o centinaia di chilometri, presentano caratteristiche compatibili con processi tettonici ancora attivi. Secondo gli autori, ciò non solo dovrebbe cambiare il nostro modo di vedere Venere, ma offrirebbe anche una finestra unica sul passato della Terra, in quanto il nostro pianeta potrebbe aver ospitato dinamiche simili. «Combinando i dati gravitazionali e topografici, questa ricerca ha fornito una nuova e importante visione dei possibili processi del sottosuolo che attualmente modellano la superficie di Venere», ha commentato Gael Cascioli, coautore e assistente ricercatore presso l’Università del Maryland e presso il Goddard Space Flight Center della NASA a Greenbelt.

A differenza della Terra, spiegano gli scienziati, la superficie di Venere non mostra evidenti segni di placche tettoniche in movimento. Se sulla Terra, infatti, tali placche si spostano, collidono e si riciclano nel mantello, modellando la superficie in un ciclo continuo, su Venere, invece, la crosta appare rigida e priva di questi movimenti orizzontali. Tuttavia, da tempo gli scienziati sospettano che il pianeta possa essere deformato da dinamiche interne, come la risalita di pennacchi di materiale caldo dal mantello. Le “corone”, strutture geologiche circolari e fratturate osservate in gran numero sulla superficie di Venere, sono per questo da anni al centro di questo dibattito, anche se finora, però, le limitazioni nei dati gravitazionali non avevano permesso di chiarirne la natura. Per questo motivo, gli autori hanno deciso di combinare modelli geodinamici tridimensionali con le misurazioni di gravità e topografia della sonda Magellan per identificare diversi stadi di attività e scenari evolutivi delle corone. Inoltre, la ricerca ha mostrato come l’uso congiunto di dati topografici e gravitazionali consenta di distinguere tra strutture inattive e quelle ancora alimentate da dinamiche del mantello.

In particolare, delle 75 corone analizzate, 52 hanno mostrato anomalie gravitazionali compatibili con la presenza di materiale caldo e galleggiante sotto la superficie, il che sarebbe segno di processi tettonici in corso. In alcuni casi, come nelle corone “Eithinoha” e “Atahensik”, i dati hanno suggerito agli autori una dinamica simile alla subduzione terrestre – dove porzioni della crosta vengono spinte verso il basso e riciclate nel mantello – mentre in altri, come “Pavlova” e “Aruru”, i segnali hanno indicato pennacchi mantellari incapsulati sotto una crosta più spessa, senza riciclo del materiale superficiale. I ricercatori, inoltre, hanno anche identificato possibili casi in cui la scarsa risoluzione dei dati Magellan potrebbe aver mascherato la presenza di attività interna, come nel caso della corona Demeter. Tutte caratteristiche che, secondo l’esperta Anna Gülcher, indicano che la formazione delle corone è guidata da processi attivi. «Le corone non si trovano oggi sulla Terra ma, tuttavia, potrebbero essere esistite quando il nostro pianeta era giovane e prima che si stabilisse la tettonica a placche», concludono i coautori, aggiungendo che missioni future aggiungeranno risoluzioni fino a quattro volte superiori rispetto a quelle ottenute grazie a Magellan, le quali potrebbero chiarire definitivamente la natura di queste strutture. Secondo la coautrice Suzanne Smrekar, infine, questa nuova generazione di dati potrebbe «rivoluzionare la nostra comprensione della geologia di Venere e delle implicazioni per la Terra primordiale».
La Russia ha dichiarato Amnesty organizzazione non desiderata
La Procura generale della Federazione Russa ha deciso di riconoscere le attività dell’organizzazione non governativa internazionale Amnesty come indesiderate sul territorio del Paese. «L’organizzazione», si legge nel comunicato stampa della Procura, «si posiziona come attiva sostenitrice della tutela dei diritti umani nel mondo, ma in realtà, la sede londinese è il centro di preparazione di progetti russofobi globali, finanziati dai complici del regime di Kiev». La Russia di preciso, accusa l’ONG di sostenere organizzazioni estremiste e di finanziare le attività di agenti stranieri.










