mercoledì 26 Novembre 2025
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Chi è Alexei Navalny, l’oppositore di Putin che piace tanto all’occidente

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Nel racconto dei media è il politico che sta facendo perdere il sonno allo zar Vladimir Putin, il "ghandi" russo che con la forza delle idee mobilita il popolo, schivando arresti e avvelenamenti. Partecipando alle manifestazioni da lui promosse in questi giorni - secondo fonti inverificabili - sarebbero stati arrestati oltre 1.000 manifestanti, che in altre stime salgono a 3.500. Si parla ovviamente di Alexei Anatolievich Navalny, il combattente per la democrazia del momento.
Ora che l'autoproclamato presidente del Venezuela Guaidò è caduto in disgrazia, Navalny è il politico di cui più si par...

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Le erbacce che crescono per strada servono all’ambiente, anche se non lo sappiamo

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Le erbacce, anche se non apprezzate, sono indispensabili per l’ecosistema. In questi mesi di lockdown, abbiamo dato inconsapevolmente più spazio alla natura. Animali selvatici per le strade, delfini vicino alla riva ma anche molta erba nelle fessure dei marciapiedi. Le cosiddette erbacce che usiamo strappare via. Ma uno studio britannico, ha dimostrato quanto queste invece siano da rispettare e preservare. Infatti, la flora urbana, contribuisce alla vita di molti animali, tra cui gli insetti impollinatori come le api  – specie protetta in Europa – indispensabili per l’ambiente.

La presa di consapevolezza sulla flora urbana si sta diffondendo. In Gran Bretagna, per esempio, la Onlus britannica Plantlife, si impegna a sensibilizzare le amministrazioni locali a non tagliare continuamente l’erba ai lati delle strade, la quale è indispensabile – ha affermato un portavoce dell’associazione – per la sopravvivenza di circa 700  specie di piante e di molti insetti e invertebrati. Non solo. L’anno scorso è stato dato il via al progetto “More than Weeds”, con esperti botanici i quali, armati di gesso, hanno segnato per le strade di Londra i nomi di fiori e piante selvatiche per insegnare alle persone ad identificare e ad apprezzare le “erbacce” ai lati dei marciapiedi, nelle fessure dell’asfalto e sui muri urbani. Movimento simile ancheSauvages de ma rue in Francia, dove tra l’altro, gli erbicidi nei luoghi pubblici sono stati vietati nel 2017.

Usa, Facebook concede all’Fbi i dati dei manifestanti di Capitol Hill

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Facebook ha deciso di collaborare con l’Fbi, aiutando gli investigatori ad identificare ed incriminare i rivoltosi di Capitol Hill. Uno studio della George Washington University, infatti, ha dimostrato che il 78% delle 92 persone già sotto indagine ha usato le app di messaggistica dei social, Facebook su tutte.

I dati della George Washington University dicono anche che il 38% degli indagati ha ripubblicato i post di un individuo successivamente incriminato: tal Christopher M. Kelly, residente a New York e denunciato proprio da uno dei suoi contatti Facebook. Per identificarlo, l’Fbi ha chiesto a Facebook di avere accesso ai suoi messaggi privati, all’indirizzo Ip, alla mail collegata all’account e al suo numero di telefono. Il social ha accettato. Tra i dati forniti ci sono persino i messaggi privati scambiati tra Kelly ed altri utenti, che stanno aiutando ad identificare le altre persone coinvolte. Attraverso la sequenza dei messaggi e le foto postate in diretta, si stanno perfino ricostruendo i movimenti dell’uomo all’interno del Congresso.

La cronologia dell’Ip, invece, permette agli investigatori di ricostruire le tappe del suo viaggio: utile per identificare eventuali fiancheggiatori. Kelly è partito da New York ed ha dormito a Silver Spring, Maryland, non lontano da Washington. Ora si sta cercando di capire se anche le persone che lo hanno ospitato sono coinvolte nella rivolta.

Cina, miniera Qixia: tratto in salvo il primo dei 22 minatori intrappolati

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I soccorritori sono riusciti a salvare oggi il primo dei 22 minatori intrappolati sottoterra da due settimane nella Cina orientale. Lo ha riferito la televisione di stato Cctv. Dal 10 gennaio, giorno dell’esplosione nella miniera di Qixia, i soccorritori lavorano per tentare di salvare i minatori bloccati a più di 300 metri e minacciati dall’innalzamento dell’acqua. I superstiti sarebbero una decina. La causa del grave incidente non è ancora nota.

Terremoto in Antartide di magnitudo 6.9, Cile evacua base

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Un forte terremoto di magnitudo 6.9 ha colpito l’Antartide vicino alla base cilena Eduardo Frei, successivamente messa in allerta evacuazione per rischio tsunami.

Il sisma è stato registrato alle 20:36 (ora locale) con ipocentro a circa 15 km di profondità ed epicentro circa 210 km a est della base cilena.

L’Ufficio nazionale di emergenza del ministero dell’Interno (Onemi) cileno, ha chiesto di “abbandonare la costa del territorio antartico”.

   

Boeing annuncia aerei 100% ecologici entro il 2030: realtà o greenwashing?

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Il gigante dell’aviazione Boeing ha annunciato un progetto ambizioso, che mira ad usare aerei 100% ecologici entro il 2030. Un primo passo in tale direzione sarebbe stato già effettuato nel 2018, quando la compagnia ha inaugurato il primo volo commerciale al mondo interamente alimentato da biocarburanti con il cargo modello FedEx Corp 777. Boeing non è l’unico colosso che ambisce a ridurre le emissioni di CO2 tramite il brevetto di nuovi aeromobili, obiettivo che interessa fortemente anche Airbus SE, la rivale europea. Si prospetta una vera competizione che verterà su diverse sfide, soprattutto di ordine tecnico: cruciale sarà ad esempio la messa in sicurezza dei voli stessi, per cui sarà necessario prendere misure adeguate ad ovviare i cambiamenti legati all’uso delle nuove fonti di alimentazione, ottenute da materie di origine naturale quali l’olio vegetale ed i grassi animali.

Ridurre l’impatto ambientale causato dai combustibili fossili è definito da Boeing come “la sfida del secolo”. Intento indubbiamente nobile, dietro cui potrebbe però nascondersi una mera opera di greenwashing, l’ecologismo di facciata che crea un’immagine ingannevole al fine di distogliere l’attenzione da eventi negativi che hanno intaccato la reputazione della compagnia. Sarebbe un dubbio legittimo, considerando soprattutto le ultime vicende del colosso americano: si ricordino in primis le due tragedie aeree, le polemiche dovute alle carenti misure di sicurezza ed il recente crollo delle quotazioni in borsa.

Così l’Africa è diventata la discarica di rifiuti elettronici del mondo

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Il continente africano è la pattumiera elettronica del mondo, lo conferma una lettera di denuncia, redatta da due ricercatori africani, i quali affermano che attualmente il continente si trova nel pieno del cosiddetto “razzismo ambientale”, a causa dei rifiuti elettronici provenienti da Europa, Stati Uniti e Asia. Infatti, di tutto ciò che di elettronico buttiamo – monitor, telefonini, stampanti – viene smaltito solo il 17%. Il restante finisce illegalmente nel continente africano con i conseguenti effetti negativi. Questi scarti includono materiali che, se bruciati o riversati nelle discariche, diventano tossici e causano gravi danni non solo all’ambiente, ma anche alle popolazioni in loco, le quali sono sempre più colpite da tumori, infezioni e malattie respiratorie e della pelle.

I rifiuti elettronici una volta in Africa vengono gestiti dal mercato illegale e finiscono nelle discariche di Costa d’Avorio, Ghana, Nigeria e altri paesi. In queste aree povere, ci sono cantieri illegali in cui persone lavorano gli scarti in cambio di pochi dollari al giorno, perché loro unica fonte di guadagno. Nella lettera, i due ricercatori riportano che, nei porti della Nigeria, si stima che ogni mese, da Europa, Usa e Asia, arrivino ontainer carichi di 500mila dispositivi elettronici usati. Rifiuti di cui molto spesso non si conosce il vero contenuto, poiché questi approdano con etichette riportanti “non vendibili” o “riutilizzabili”, per eludere convenzioni internazionali come quella di Basilea.

Il Garante contro Tik Tok: ecco cosa cambia dopo il blocco

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Il Garante per la protezione dei dati personali ha disposto nei confronti di Tik Tok il blocco immediato dell’uso dei dati degli utenti per i quali non sia stata accertata l’età anagrafica. L’Autorità ha deciso di intervenire in via d’urgenza a seguito della terribile vicenda della bambina di 10 anni di Palermo. La piccola è stata trovata in bagno con la cintura di un accappatoio avvolta attorno alla gola e agganciata a un termosifone, mentre partecipava alla “black-out challenge” su Tik Tok. Il divieto durerà per il momento fino al 15 febbraio, data entro la quale il Garante si è riservato ulteriori valutazioni.

Il Garante già a dicembre aveva contestato a Tik Tok una serie di violazioni: scarsa attenzione alla tutela dei minori, facilità di iscriversi per i minori sotto i 13 anni, poca chiarezza nelle informazioni rese agli utenti, uso di impostazioni predefinite non rispettose della privacy. C’era stato un primo parziale adeguamento del social a gennaio: tutti gli account delle persone tra i 13 e i 15 anni sono diventati privati, ogni follower deve quindi essere approvato prima di poter accedere ai contenuti condivisi dall’account. Inoltre, sugli stessi account i commenti non sono più aperti a tutti: possono commentare solo i followers approvati e, nella sezione privacy, gli account di chi ha meno di 16 anni hanno disattivata la voce “suggerisci il tuo account agli altri”, che serve per pubblicizzare il profilo.

Sci: trionfo bis di Sofia Goggia nella discesa di Crans Montana

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Sofia Goggia non smette di stupire. A Crans Montana, la ventottenne bergamasca ha centrato l’undicesima vittoria in carriera (quarta stagionale), bissando così il successo di venerdì. Domani la campionessa olimpica e attuale leader della coppa di disciplina potrà puntare al terzo trionfo consecutivo nel superG.

La discesa si è conclusa con il terzo posto di Elena Curtoni (sesto podio in CdM), preceduta dalla svizzera Gut-Behrami, e il quarto della Pirovano. Nella “top ten” Brignone nona.

Etiopia, le violenze nel Tigrè continuano nel silenzio internazionale

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Le Nazioni Unite hanno ricevuto numerose segnalazioni di violenze sessuali e abusi nella regione del Tigrè, colpita duramente nei mesi scorsi dal conflitto in Etiopia. Pramila Patten, rappresentante speciale delle Nazioni, come segnala Aljazeera, dice di essere molto preoccupata per le gravi accuse provenienti dalla regione. Soprattutto da Mekelle, capitale del Tigrè. Secondo quanto riferito, alcune donne sono state costrette dai militari a fare sesso in cambio di prodotti di prima necessità. Altre sono state spinte a compiere atti sessuali con i propri familiari. Non ci sono dati certi, però, dal momento che nessuna organizzazione internazionale ha in programma di intervenire attivamente. Pare, però, che centri medici abbiano riscontrato un notevole aumento della domanda di contraccettivi d’emergenza e test per le infezioni a trasmissione sessuale. Elementi che fanno pensare ad un incremento di violenze sessuali.

Il primo ministro etiope Abiy Ahmed aveva dichiarato la vittoria dopo che il suo esercito era riuscito ad entrare nella capitale a novembre. Anche se i leader del Fronte di liberazione popolare del Tigrè (gli oppositori dell’esercito del primo ministro) hanno promesso di continuare a combattere, al momento la guerriglia sembra essere cessata. Sorprende, quindi, che mentre la polizia federale e la polizia locale sono tornate in città, riprendendone il controllo, continuano ad aumentare le segnalazioni di stupro. Più di quanto accadeva mentre il conflitto era ancora vivo.