«Brandendo la pandemia come pretesto, le autorità di alcuni paesi hanno adottato severe misure di sicurezza e adottato misure di emergenza per sopprimere le voci dissonanti, abolire la maggior parte delle libertà fondamentali, mettere a tacere i media indipendenti e ostacolare il lavoro delle organizzazioni non governative», ad affermarlo il segretario generale delle Nazioni Unite, Antonio Guterres al Consiglio annuale per i diritti umani (HRC).
3,9 mila miliardi: è quanto i super ricchi si sono messi in tasca durante la pandemia
Si aggiorna il conteggio delle disuguaglianze crescenti durante la pandemia. Dall’inizio dell’emergenza Covid, in un periodo in cui buona parte della popolazione ha sofferto disoccupazione, povertà e incertezza i miliardari (circa 2000 in totale, su una popolazione di 7 miliardi) hanno guadagnato quasi 4 mila miliardi di dollari. Per rendere l’idea è una cifra pari al pil della Germania e praticamente doppia rispetto a quello dell’Italia. A renderlo noto un’inchiesta sull’impatto avuto dal Covid sulla disuguaglianza a livello globale pubblicato da Oxfam.
Secondo il resoconto Oxfam, i 10 miliardari più ricchi hanno guadagnato da soli 540 dei 3,9 mila miliardi. Una cifra che basterebbe a pagare una dose di vaccino per ogni singolo abitante della terra nonché a prevenire completamente la povertà post-pandemia. Gli aumenti di patrimonio più impressionanti li hanno visti Elon Musk, che ha guadagnato 128,9 miliardi di dollari, e Jeff Bezos, che ne ha guadagnati 78.2. La situazione non è però limitata agli Stati Uniti: in Medio Oriente i miliardari si sono arricchiti del 20% e in Sud America del 17%. Il tutto mentre i poveri (chi vive con 5,5 dollari al giorno) sono più che raddoppiati. Durante la crisi del 2008 i miliardari avevano impiegato qualche anno a riassestare i propri patrimoni, mentre stavolta sono bastati pochi mesi. Questo è un segno che la disuguaglianza a livello mondiale si sta aggravando e non sta subendo nessuna limitazione nemmeno da parte dei governi.
La censura preventiva per combattere le fake news: l’ultima pericolosa idea di Microsoft
Si chiama Coalition for Content Provenance and Authenticity (C2PA), ed è un’alleanza tra alcune multinazionali high-tech per combattere le “fake news” attraverso sistemi di censura preventiva. L’iniziativa comprende Microsoft, Adobe, Arm, BBC, Intel, e Truepic, e ha tra gli obiettivi quello di «cercare di stabilire una soluzione standardizzata con l’obiettivo di combattere i contenuti fuorvianti». Nel lungo quanto vago comunicato ufficiale pubblicato sul sito di Microsoft non vi sono particolari dettagli sul funzionamento. Qualcosa in più si trova su uno dei siti ufficiali collegati all’iniziativa, dove si legge che il progetto prevede il «rilevamento dei media deliberatamente ingannevoli» attraverso l’utilizzo di algoritmi per verificare e certificare i siti che pubblicano «contenuti intenzionalmente fuorvianti». Una sorta di patente a punti dei siti di notizie giudicati affidabili, dove alcuni di questi verrebbero presumibilmente segnalati e penalizzati.
Colpisce in particolare come l’intera iniziativa, almeno da quanto riportato, non faccia alcuna menzione di confrontarsi con i poteri pubblici né delle leggi che proteggono la libertà di espressione. Grandi corporation private progettano quindi occuparsi in totale autonomia di stabilire standard globali d’informazione, senza considerare la giurisprudenza degli stati nazionali. Da notare come l’unico soggetto dei media presente nell’alleanza è la tv pubblica britannica BBC, la stessa che secondo documenti pubblicati da Anonymous pochi giorni fa avrebbe ricevuto fondi segreti dal governo inglese per screditare il governo russo.
Armenia: tentato golpe, il premier licenzia vertici esercito
Non si placano le tensioni in Armenia dopo la guerra persa contro l’Azeirbaigian per il controllo della regione del Nagorno-Karabakh. Ora il premier Nikol Pashinyan ha licenziato il capo dell’esercito e chiamato i suoi sostenitori a sorvegliare il mantenimento della democrazia nelle piazze dopo aver denunciato un tentato colpo di stato. Giovedì scorso i vertici militari del paese avevano intimato a Pashinyan di dimettersi.
Uno studio conferma: l’esposizione all’inquinamento ha conseguenze gravi sulla fertilità
Uno dei più importanti studi scientifici condotti sul tema ha confermato ciò che molti esperti sostenevano da tempo: vivere in luoghi particolarmente inquinati riduce notevolmente la fertilità. In Cina sono state studiate e analizzate 18.000 coppie che vivono in luoghi mediamente più inquinati del paese riscontrando tra queste un aumento del 20% dei problemi di fertilità, definiti come l’impossibilità di rimanere incinte dopo un anno di tentativi. Lo studio è stato pubblicato sulla rivista scientifica Scienze Direct, e ha confrontato tra loro coppie che avevano livelli simili di quelli che sono considerati gli altri fattori di rischio noti: età, peso, reddito, fumo, consumo di alcol e livelli di esercizio fisico. La sola differenza era data appunto dal vivere in zone inquinate, caratterizzate da una media di 57 µg / m3 (microgrammi di particelle inquinanti per metro cubo), livello non troppo differente a quello medio di molte città della pianura padana. Non è il primo studio che prova la correlazione tra inquinamento e infertilità. Già nel 2017 una ricerca aveva evidenziato come l’esposizione alla smog avesse conseguenze negative sulla qualità degli spermatozoi.
Non ancora del tutto noto il meccanismo attraverso il quale l’inquinamento causerebbe aumento dell’infertilità, tuttavia gli studiosi sono ormai concordi nell’ipotizzare che le infiammazioni causate nel corpo dalle particelle di inquinamento potrebbero danneggiare la produzione e la qualità sia degli spermatozoi nell’uomo che degli ovuli nella donna.
Il Venezuela ha espulso l’ambasciatore dell’Unione Europea
Il Governo di Nicolas Maduro ha concesso 72 ore di tempo per lasciare il paese all’ambasciatrice Ue, Isabel Brilhante Pedrosa. La decisione è stata comunicata alla diplomatica con una lettera firmata dal ministro degli Esteri ed è causata dalle nuove sanzioni approvate dell’Europa contro il governo socialista democraticamente eletto. il Consiglio Europeo ha aggiunto altri 19 funzionari venezuelani all’elenco delle persone oggetto di restrizioni, che ora sono salite a 55.
Il Regno Unito ha finanziato segretamente i media per screditare il Cremlino
Un dettagliato articolo sul The Gray Zone a firma del giornalista investigativo Max Blumental, rende noto che da alcuni documenti trapelati grazie agli attivisti di Anonymous, il ministero degli Estri inglese (Foreign and Commonwealth Office), ha finanziato l’agenzia di stampa inglese Reuters e la BBC, autorevole tv del Regno Unito, affinché fosse istituita una vera e propria guerra informativa che attraverso programmi di formazione per giornalisti russi, avrebbe avuto il fine di influenzare positivamente la loro opinione del Regno Unito agevolando così gli obiettivi finanziari, geopolitici e ideologici inglesi a livello mondiale. Il tutto allo scopo di indebolire e screditate il governo russo. L’operazione, verso la quale sono stati effettuati finanziamenti quantificati in oltre 100 milioni di sterline dal 2017 a oggi, veniva finanziata segretamente giustificando l‘ingente spesa come supporto alle risorse umane per la sicurezza nazionale.
Il governo inglese non è nuovo a queste pratiche. Nel 2014 per stimolare il consenso in occidente all’intervento armato in Siria, organizzò numerose interviste a leader dell’opposizione siriana, trasmettendole sui canali della BBC, mirate naturalmente a favorire e influenzare l’opinione pubblica e tutti i principali media contro il governo di Assad. Altri documenti dimostrano che già tra il 1960 e il 1970, ai tempi della guerra fredda, fu sviluppata in egual modo una forte propaganda antisovietica organizzata dalla Reuters, dalla BBC e da altri organi di stampa inglesi.
Congo, altri due attacchi: almeno 13 morti
Altri due attacchi armati hanno scosso il Nord Kivu, la regione della Repubblica Democratica del Congo dove ieri è stato ucciso l’ambasciatore italiano Luca Attanasio. Secondo quanto riferito dal governo sono almeno 13 le vittime del duplice attacco avvenuto nella città di Beni. Il governo ha attribuito gli attentati ai ribelli delle Forze Democratiche Alleate (Adf), un gruppo armato ugandese di matrice islamica.
Tonnellate di petrolio di provenienza ignota hanno invaso le coste israeliane
Enormi chiazze di greggio stanno inquinando le acque e le spiagge di Israele, in quello che le autorità hanno definito il peggior disastro ambientale avvenuto nel paese mediorientale negli ultimi dieci anni. Ben 170 chilometri di costa – su un totale di 190 – sono attualmente devastati dal petrolio. Questo si è diffuso da nord a sud, andando a toccare anche l’area della Riserva Naturale di Gador, dove sono stati avvistati pesci, tartarughe e altri animali marini ricoperti di catrame. Problemi sanitari anche per molti volontari accorsi per cercare di salvare pesci e cetacei contaminati.
Il governo israeliano ha istituito una riunione di emergenza, per decidere come agire e limitare il danno, mentre le cause del disastro ambientale sono ancora incerte. Potrebbe essere state generato da una perdita di greggio di una petroliera che, durante una tempesta, lo scorso 11 febbraio viaggiava a 50 chilometri dalla costa. La bandiera battente della petroliera in questione non è però stata resa nota. Gli investigatori stanno usando immagini satellitari per restringere la ricerca, monitorando diverse possibili navi colpevoli. Secondo alcune ricostruzioni è possibile che il Paese abbia già un’idea precisa su chi sia il responsabile, ma eviti l’annuncio per “sensibilità diplomatiche o aziendali”. Ipotesi rafforzata dall’iniziativa di un giudice israeliano, che ha emesso un ordine di silenzio sulle informazioni relative alle indagini, compresi i dettagli che potrebbero identificare i sospetti.
Roma, morto suicida l’ex Garante Antonio Catricalà
É stato ritrovato morto nella propria abitazione romana Antonio Catricalà, ex Garante della Concorrenza e del Mercato e sottosegretario con i governi Monti e Berlusconi. Catricalà, secondo quanto si apprende da fonti investigative, si sarebbe suicidato sparandosi un colpo di pistola.








