In Turchia proseguono le proteste dopo che il presidente turco, Erdogan, ha deciso di abbandonare la Convenzione di Istanbul contro la violenza sulle donne. Le associazioni femministe hanno dichiarato che, a partire da oggi, si terranno nuove manifestazioni ad Istanbul e, nella giornata di sabato, una grande protesta avrà luogo a Kadikoy, un comune situato situato nella parte asiatica della città. Inoltre, tutti i giorni alla 21:00 le donne protesteranno dai balconi delle case sbattendo padelle e pentole.
Oggi in Italia c’è il primo sciopero di tutti i lavoratori Amazon
Oggi, in Italia, si terrà il primo sciopero nazionale di tutto il personale Amazon. In totale sono 40.000 i lavoratori che aderiranno alla protesta, di cui 31.000 facenti parte della filiera legata al colosso dell’e-commerce e 9000 addetti al magazzino. Lo sciopero è stato organizzato da alcuni sindacati e le proteste avranno luogo davanti agli edifici, ai magazzini ed ai centri Amazon di tutta Italia. Amazon non è realmente disposto a venire incontro alle esigenze dei lavoratori e, perciò, i dipendenti questo lunedì oltre a non consegnare i pacchi chiedono ai clienti di non effettuare acquisti nella giornata di oggi per creare un importante disagio all’azienda. La richiesta è di diminuire l’orario lavorativo a 39 ore settimanali nonché di ridurre i ritmi di lavoro. Inoltre, si pretende un aumento della retribuzione e contratti a tempo indeterminato per i vari lavoratori precari. Al momento l’orario di lavoro è di 44 ore a settimana con un solo giorno di riposo. In più, i primi 3 giorni di malattia non vengono pagati ed i magazzinieri vengono osservati costantemente dalle telecamere, mentre i drivers, controllati tramite GPS, sono obbligati a lavorare per ben 26 domeniche all’anno.
Amazon quest’anno ha aumentato di molto i suoi guadagni, concludendo il quarto trimestre del 2020 con un fatturato record: 125,56 miliardi di dollari. Ma nonostante ciò i dipendenti lavorano in condizioni alquanto discutibili ed hanno salari bassi. In tal senso, dati del governo degli Stati Uniti rivelano che 4000 lavoratori Amazon, di cui il 70% svolge la professione a tempo pieno, sono costretti a richiedere dei buoni pasto che vengono dati alle persone con problemi economici.
Birmania: 250 vittime dall’inizio delle proteste contro il golpe
Sono 250 i manifestanti rimasti uccisi per mano di esercito e polizia dall’inizio delle proteste popolari contro il golpe che il 2 febbraio scorso ha portato i militari al potere in Birmania. È quanto denuncia l’Associazione per l’assistenza ai prigionieri politici. Ieri si sono verificati altri due casi: un manifestante è stata ucciso dalle forze di polizia a Monywa, un altro è caduto dal quinto piano di un palazzo a Yangon mentre tentava di fuggire durante un’irruzione dai militari.
La Spagna testerà la settimana lavorativa di 4 giorni
La Spagna sarà il primo paese europeo a testare la settimana lavorativa di 4 giorni. Si tratta di un progetto pilota lanciato dal partito progressista Más País e pensato per tutelare maggiormente il benessere psicologico dei lavoratori. Il progetto di transizione coinvolge 200 aziende e migliaia di lavoratori. Durerà tre anni e sarà in larga parte finanziato dallo stato. Uniche condizioni: che gli stipendi non siano ridotti e che nessun lavoratore sia licenziato.
Il quantitativo di ore di lavoro settimanali non ha una relazione chiara con la produttività. Ha invece una correlazione con assenteismo, stress e burnout e persino con l’inquinamento. Per questo il partito di sinistra Más País ha proposto di passare da una settimana lavorativa di 40 ore ad una di 32, distribuite in 4 giorni. Si tratta di uno dei primi paesi del mondo a fare una proposta così radicale. Il progetto ha suscitato reazioni entusiaste presso i sindacati, ma è stato accolto con più freddezza dagli imprenditori e soprattutto dalla destra. La Spagna è uno dei paesi europei in cui si lavora più duramente, ma con pochi effetti sulla produttività. Con l’iniziativa, il leader di Más País Errejón vuole dimostrare che si può lavorare meno e allo stesso tempo meglio. Per il primo anno, lo stato coprirà i costi della transizione per il 100%, diminuendo poi gradualmente nel corso dei due anni successivi.
Israele: proseguono le proteste contro il primo ministro Netanyahu
A Gerusalemme migliaia di persone hanno nuovamente protestato contro il primo ministro, Benjamin Netanyahu. Le proteste sono iniziate nel mese di giugno ed hanno ad oggetto la richiesta, da parte dei contestatori, delle dimissioni del premier imputato per corruzione. Tutto ciò a soli 2 giorni dalle elezioni politiche in Israele, che si terranno nella giornata di martedì.
Turchia: abbandonata Convenzione contro violenza sulle donne, proteste a Istanbul
In seguito alla decisione della Turchia di ritirarsi dalla Convenzione di Istanbul contro la violenza sulle donne, migliaia di persone, soprattutto donne, hanno manifestato proprio ad Istanbul per esprimere il loro dissenso. Queste ultime hanno invocato a gran voce le dimissioni del presidente turco, Erdoğan, il quale ha ritenuto che la Convenzione incoraggiasse il divorzio e minasse l’unità familiare, ponendosi in contrasto con i valori conservatori della Turchia.
Covid, le proteste contro il lockdown continuano ad attraversare l’Europa
Nella giornata di ieri, in molti paesi europei ci sono state delle manifestazioni contro il lockdown e le altre restrizioni anti covid-19. Si tratta del “World Wide Rally For Freedom and Democracy”, un movimento mondiale che rivendica libertà e democrazia. Germania, Paesi Bassi, Serbia ed Inghilterra sono solo alcune delle nazioni dove i cittadini sono scesi in strada a protestare. A Londra, migliaia di manifestanti hanno espresso il loro dissenso per il lockdown imposto radunandosi a Hyde Park per poi marciare verso il centro. Tuttavia, oltre 30 persone sono state arrestate. Anche a Belgrado e ad Amsterdam si sono svolte tali proteste. Nella capitale della Serbia il raduno è stato pacifico e non ci sono stati disordini. In quella olandese, invece, seppur la protesta non sia stata violenta, la polizia è intervenuta gettando acqua sui cittadini, che stavano semplicemente cantando “Amore, libertà, no alla dittatura”. Ben diversa la situazione nella città di Kassel, in Germania, dove si sono verificati degli scontri. Più di 10.000 persone hanno aderito alla manifestazione ed una parte di loro ha tentato di sfondare un cordone delle forze dell’ordine. Per questo, gli agenti hanno utilizzato spray al peperoncino, cannoni ad acqua e manganelli.
Anche in Italia le proteste hanno avuto luogo. Ieri centinaia di cittadini si sono radunati a Torino per manifestare contro le restrizioni anti covid. “Verità, giustizia, libertà, respirare”, recitavano i cartelli. Manifestazioni anche ad Udine e Venezia, seppur con una minore partecipazione delle persone.
Vaccini e farmaci anti covid sul web: oscurati 14 siti
I carabinieri dei Nas, durante alcuni controlli contro il cybercrime farmaceutico, hanno scoperto ben 14 siti dediti alla vendita di vaccini e farmaci anti covid-19. I siti, collocati su server esteri e con riferimenti di gestori non individuabili, sono stati oscurati. Al loro interno vi era la pubblicità nonchè l’offerta in vendita di vari medicinali, tra cui soprattutto quelli contro il Covid-19. Ad esempio, in uno dei siti venivano proposti in vendita 4 vaccini anti covid che, potenzialmente, potevano essere comprati da persone connesse dall’Italia.
L’ISS ha rilasciato 3 tonnellate di rifiuti nello spazio: “si smaltiranno da soli”
La Stazione Spaziale Internazionale (ISS) ha immesso 2,9 tonnellate di spazzatura nell’orbita terrestre. In particolare, tramite un braccio robotico, è stato rilasciato l’accumulo di 48 batterie al nichel-idrogeno sostituite sulla Stazione negli ultimi anni. Si tratta della più grande quantità di spazzatura spaziale mai entrata in orbita. Il materiale – ha chiarito la Nasa – dovrebbe impiegare dai due a quattro anni per rientrare in atmosfera e bruciare. Anche se non si hanno statistiche su quanti residui potrebbero sopravvivere all’impatto e finire quindi sulla Terra.
L’inquinamento di rifiuti nello spazio – space debris – è un problema ormai annoso che richiede la cooperazione delle varie agenzie spaziali. La Inter-Agency Space Debris Coordination Committee, ad esempio, monitora e propone soluzioni per affrontare la questione dei detriti spaziali. Sono migliaia i frammenti grandi più di un centimetro e decine di milioni i resti di satelliti che attualmente orbitano nello spazio. Contribuiscono ad inquinare l’atmosfera terrestre, ma il problema non è solo di natura ambientale. Secondo il fisico Donald J. Kessler si potrebbe verificare uno scenario per cui i detriti intorno alla Terra, entrando in collisione tra loro, generano reazioni a catena che potrebbero provocare un numero esponenziale di collisioni. Questo effetto – che prese il nome di Sindrome di Kessler – potrebbe rendere impossibile percorrere l’orbita bassa della Terra. I detriti che vi orbiterebbero, infatti, potrebbero avere direzioni imprevedibili e velocità potenzialmente letali.
Today’s ROBO team (@ROBO_Seagram @ROBO_Birchnall in @csa_asc & @LeVayNathan in @NASA_Johnson) released the HTV-9 Exposed Pallet with old @Space_Station batteries using #Canadarm2 & magic of orbital mechanics! EP been on ISS for a while. Will burn up in atmosphere in 2-4 yrs! pic.twitter.com/9QhB6jJhVs
— Kam Bahrami (@ROBO_Kam) March 11, 2021
Forte terremoto in Giappone: allerta tsunami
Nella regione del Tohoku, a nord est di Tokyo, si è verificata una scossa di terremoto di magnitudo 7.2 alle ore 18:09 (ora italiana 10:09). In base a quanto affermato dalla Japan meteorological agency, il sisma ha avuto epicentro in mare al largo della prefettura di Miyagi e, la stessa agenzia, ha annunciato il pericolo di tsunami. Per ora non si hanno notizie riguardo le eventuali vittime o danni provocati dal terremoto.







