venerdì 21 Novembre 2025
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Corte dei Conti Ue: 100 miliardi per il clima non sono serviti a nulla

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I finanziamenti agricoli dell’Ue destinati all’azione per il clima hanno avuto un impatto pressoché nullo nei confronti delle emissioni di gas a effetto serra derivanti dall’agricoltura.  È quanto si apprende da uno speciale report della Corte dei conti europea, dal quale emerge che tra il 2014 e il 2020 oltre un quarto del budget della politica agricola comune (Pac), ossia 100 miliardi di euro, sia stato destinato alla mitigazione dei cambiamenti climatici, ma nonostante ciò le emissioni non diminuiscono in modo significativo dal 2010. Questo perché, in realtà, molte delle misure finanziate hanno un «basso potenziale» per ciò che concerne l’alleviamento dei cambiamenti climatici. In più, a ciò si aggiunge il fatto che  gli aiuti diretti non abbiano spinto gli agricoltori ad adottare pratiche efficaci per tale mitigazione.

Detto ciò, nello specifico a costituire un problema notevole è l’allevamento del bestiame: le emissioni ad esso collegate rappresentano la metà di quelle prodotte dall’agricoltura, ed anche esse non diminuiscono dal 2010. A tal proposito, i fondi non sono stati utilizzati per cercare di limitare il numero di capi di bestiame, né per incentivare una loro riduzione. Anzi, «le misure di mercato della Pac includono la promozione dei prodotti di origine animale, il cui consumo non diminuisce dal 2014».

Ma a giocare un ruolo chiave sono anche i fertilizzanti chimici ed il letame: le emissioni derivanti da essi rappresentano quasi un terzo del totale. In tal senso, tra il 2010 e il 2018 queste ultime sono aumentate. Ciò si spiega con il fatto che, seppure la Pac abbia sostenuto pratiche che avrebbero dovuto ridurre l’uso di fertilizzanti (come lagricoltura biologica), secondo la Corte esse non hanno un impatto certo sulle emissioni. Inoltre, nel report si sottolinea che ci siano altre «pratiche di provate efficacia»  le quali però ricevono finanziamenti minori.

Poi, la Corte ricorda anche che in questi anni siano stati sostenuti economicamente gli agricoltori che coltivano le torbiere drenate, che contribuiscono per il 20% all’emissione dei gas serra agricoli dell’Ue. Infine, un’altra critica che viene fatta è quella di non aver finanziato in maniera maggiore misure quali l’imboschimento, i sistemi agroforestali e la conversione di seminativi in prato: il sostegno infatti non è aumentato rispetto al periodo 2007-2013. Ed anche le norme di condizionalità e le misure di sviluppo rurale sono rimaste pressoché immutate rispetto al periodo precedente.

Dunque, per tutti questi motivi la Corte dei conti raccomanda alla Commissione di «agire affinché la Pac riduca le emissioni dell’agricoltura, adottare misure per far diminuire le emissioni provenienti dai suoli organici coltivati ​​drenati e riferire regolarmente sul contributo della Pac alla mitigazione del clima».

[di Raffaele De Luca]

Caso George Floyd: 22 anni e mezzo di carcere all’ex poliziotto

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L’ex agente di polizia americano Derek Chauvin, che il 25 maggio del 2020 uccise George Floyd durante un arresto a Minneapolis, è stato condannato a 22 anni e mezzo di carcere. Lo ha stabilito il giudice Peter Cahill, il quale ha riferito che alla sua decisione è allegato un memorandum di 22 pagine volto a spiegarne le motivazioni, in quanto essa «non è basata sulle emozioni, e non vuole veicolare alcun messaggio».

Senza notizie: tra libertà, solitudine e chiacchiere

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La libertà: poniamo che la libertà si misuri su reciprocità, specularità, scambio dei punti di vista, presenza di alternative.

Territorialità. Si sente dire spesso che la libertà nostra arriva fin dove comincia la libertà dell’altro. Jorge L. Borges direbbe che questa è una forma cartografica della realtà, come se il mondo fosse sempre diviso in confini nazionali, sfere di influenza, invalicabili proprietà recintate o, se preferite la metafora etologica, in territorialità ove vigono perenni sospetto e competizione. Libertà con reciprocità convoca dunque libertà e territorio, libertà ed estensione. Teniamolo presente per il prosieguo del discorso.

Nomenclatura. Un altro aspetto, totalmente linguistico, io lo faccio dipendere dall’uso dei sinonimi e dico che, se di fronte a noi non si presentano alternative, è come se nel linguaggio non esistessero i sinonimi, come se non potessimo dire la stessa cosa, cioè esprimere lo stesso (più o meno lo stesso) significato, con parole differenti. E allora la lingua sarebbe una nomenclatura e ogni cosa avrebbe il suo nome, ogni oggetto il suo unico cartellino, ogni pensiero la sua espressione e soltanto quella, ogni azione una e una soltanto descrizione.

Il problema è comunque sempre la testimonianza: ciò significa che siamo disposti a credere anche a qualcuno che ci si presenta in modo strano, originale, perfino inquietante. Il credere è connesso al comprendere, non possiamo accostarci a una notizia, o a una persona, partendo dal presupposto che non sia vera, che non sia autentica. E quindi prima bisogna dare fiducia, almeno per ipotesi. D’altra parte la fiducia bisogna meritarsela. Quindi, piuttosto che derivare tutto dall’esperienza diretta, è meglio, è necessario affidarsi alla lettura, a sensazioni e fatti narrati, accettare che chi scrive, quando parla di sé sia sincero, altrimenti che senso avrebbe scrivere?

Si tratta dunque di preferire un patto narrativo a un patto d’altro genere. Ricordo una delle ultime interviste di Umberto Eco che tuttavia mi aveva lasciato interdetto: la verità esiste solo nei racconti, nei romanzi, e perché no nei social, purché noi li prendiamo come risultati di un racconto, non come testimonianze di eventi realmente accaduti.

Qualche parola, allora, su leggere la libertà. Affidarsi a testimonianze che esprimano la libertà come un potenziale, quasi come la lettura, l’apertura di un libro dal quale ci aspettiamo suggestioni.

Ho davanti a me quattro libri che nel corso del tempo hanno rappresentato varianti di uno stesso tema. Appartengono a periodi storici, a situazioni assai differenti ma sono accomunati col far parte di uno stesso genere: il racconto di una separazione volontaria, ovviamente con qualche analogia con i tempi che stiamo vivendo, dove tuttavia di volontario non c’è molto.

Come per paradosso vorrei rivolgermi allora a testimonianze di realtà in cui non esistono le notizie, semplicemente perché i protagonisti narratori di cui sto parlando hanno deciso di allontanarsi dal mondo, almeno per un po’.

Henry David Thoreau vive un paio d’anni, 1845-1847, in un bosco negli Usa, nei pressi del lago Walden, Massachusetts . Denis de Rougemont, svizzero, e sua moglie Simone vanno a vivere sull’isola de Ré, 1933-1935, nord della Francia. Sylvain Tesson, francese, decide di passare in perfetta solitudine sei mesi nella Siberia profonda (2010). Pete Fromm va a vivere sette mesi da solo sulle Montagne Rocciose (1992)…

“I nostri vicini ci confermano l’esistenza del mondo”, afferma Tesson (Nelle foreste siberiane, trad.it. Sellerio 2012). E Thoreau, al suo ritorno dal periodo di “purificazione”, afferma che le opinioni dei suoi concittadini gli interessano come le notizie del “Daily Times”, cioè nulla. Pete Fromm, appena arriva in piena natura selvaggia, si ferma “al palo del telefono che secondo la guardia mi avrebbe collegato con l’esterno. Ieri avevamo scoperto che non funzionava. Tirai su comunque il ricevitore, ascoltando il suo silenzio vuoto, la voce del resto del mondo”.

Capisco che non c’entra nulla ma vorrei chiudere con Tesson. “A volte il mio sguardo indugia su uno specchio d’acqua libero e all’improvviso vi si posano due anatre: sembra l’avverarsi di una premonizione, come quando gli occhi scoprono in un libro la frase che la mente aspettava da tempo senza riuscire a formularla”. Lo stupore dunque, sempre, di fronte all’evidenza ma anche di fronte a ciò che è manifestamente falso. Rimane in ogni caso sempre in gioco quella “fascinosa vertigine”, come la chiama de Rougemont. che oppone la dimensione pubblica, sociale a quella interiore, spirituale. Ma tutt’e due vanno conservate in equilibrio, evitando di accettare qualsiasi cosa oppure sprofondare in sé stessi.

Se volete seguirmi nel ragionamento, qualche anno fa ho pubblicato un piccolo pamphlet, dal titolo Il barbecue della verità. Ho utilizzato lì la metafora della diligenza Venezia-Roma che in pieno Ottocento collegava Venezia a Roma. Si chiamava La ciàcola, cioè la chiacchiera. Anche lì sopra, come oggi sui social, inevitabilmente si moltiplicavano le fake news. Che rendevano gradevole il viaggio.

[di Gian Paolo Caprettini – semiologo, critico televisivo, accademico]

Messico: scontro tra narcotrafficanti, 18 morti

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18 persone hanno perso la vita durante uno scontro tra narcotrafficanti avvenuto nella giornata di ieri in un’area isolata dello stato di Zacatecas, in Messico. Lo ha riferito un portavoce del governo regionale. Sulla scena del crimine tre autovetture sono state trovate dalle forze dell’ordine, di cui una bruciata. Inoltre secondo quanto dichiarato da Rocio Aguilar, portavoce della sicurezza pubblica dello stato, lo scontro si è scatenato tra gruppi in lizza per il controllo di un’area proprio dello stato di Zacatecas, situata al confine con gli stati di Jalisco e Nayarit.

Repubblica Ceca: tornado provoca 3 morti e centinaia di feriti

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3 persone hanno perso la vita e centinaia sono rimaste ferite: è questo il bilancio provvisorio del tornado che ieri si è abbattuto sulla Repubblica Ceca. Esso, verificatosi precisamente nel Sud-Est del paese, ha danneggiato gravemente sette città e diversi villaggi. Vari edifici sono stati distrutti e più di 120mila abitazioni sono rimaste prive di corrente elettrica. Per questo, la polizia e l’esercito sono accorsi nella zona interessata dal tornado, ed anche l’Austria e la Slovacchia hanno inviato soccorritori.

Agenti cancerogeni nelle pillole antifumo della Pfizer: sospesa la distribuzione

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Pfizer, la nota azienda farmaceutica statunitense, ha deciso di interrompere la distribuzione a livello mondiale dello “Chantix”, il suo medicinale antifumo. Tale scelta è arrivata dopo che la società ha riscontrato livelli elevati di agenti cancerogeni, ossia le cosiddette nitrosammine, in alcuni lotti. Per questo, l’azienda ha disposto il ritiro di un numero indeterminato di essi, e in tal senso le autorità di alcuni paesi (come ad esempio il Canada) hanno pubblicato un avviso avente ad oggetto il ritiro del farmaco, che al di fuori degli Stati Uniti ha il nome di “Champix”.

Esso è stato approvato dalla FDA (Food and Drug Administration), l’ente governativo statunitense che si occupa della regolamentazione dei farmaci, nel maggio 2006, come medicinale che gli adulti di età pari o superiore a 18 anni possono assumere su prescrizione. Aiuta, appunto, a smettere di fumare e viene utilizzato per 12-24 settimane. Tuttavia, dopo aver riscontrato la presenza di questa agenti cancerogeni la Pfizer ha deciso di procedere in tal modo. Ed a tal proposito, l’azienda ha affermato che la decisione di interrompere la distribuzione rappresenti semplicemente un eccesso di cautela, e che essa sia stata presa in attesa di ulteriori test. «I benefici di Chantix superano i rischi potenziali molto bassi, se presenti, derivanti dall’esposizione alla nitrosamina» ha dichiarato in tal senso il portavoce di Pfizer, Steven Danehy, in una e-mail inivata alla Reuters.

Detto ciò, però, va ricordato che vi sono alcuni casi, verificatisi in passato, in cui la FDA ha richiamato le aziende i cui farmaci avevano livelli di nitrosammine superiori a quelli accettati. Ad esempio, proprio per tale motivo nel 2020 l’ente governativo statunitense ha chiesto di ritirare dal mercato il medicinale per il bruciore di stomaco Zantac. Dunque, è probabile che la scelta di Pfizer sia stata fatta anche per questo.

[di Raffaele De Luca]

Spagna: entrata in vigore legge sull’eutanasia

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In Spagna, a partire da oggi, è in vigore la nuova legge sull’eutanasia. Nel mese di marzo, infatti, è stata varata la norma con cui la Spagna si è affermata come settimo Paese al mondo ad aver depenalizzato l’aiuto a morire per gli individui affetti da alcuni tipi di malattie gravi ed incurabili. La legge, però, entra in vigore oggi poiché al suo interno era previsto un periodo di tre mesi che permettesse alle regioni di creare gli organismi responsabili di valutare le richieste di accesso a tale diritto.

L’esercito turco ha diffuso per errore un piano dettagliato per invadere la Grecia

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Non è insolito che occasionalmente emerga un documento evidenziante informazioni che i Governi avrebbero grandemente preferito mantenere occultate, almeno formalmente. Molto spesso si tratta dei proverbiali segreti di pulcinella, dettagli che non sorprendono nessuno, ma che le forze politiche si guardano bene dal dichiarare ad alta voce. Altre volte invece non è così. È quanto successo all’esercito turco che ha rivelato il dettagliato piano (con tanto di cartine e power point esplicativi) per invadere e conquistare in caso di guerra 131 isolotti e formazioni rocciose la cui sovranità è contesa con la Grecia.

La redazione del Nordic Monitor, un giornale d’inchiesta turco, è incappata in una presentazione di sedici diapositive che ha lo scopo di illustrare ai cadetti militari turchi quali siano le potenziali strategie di attacco con cui invadere le isole dell’Egeo, isole greche i cui confini marittimi sono riconosciuti da Egitto, Italia e da buona parte dell’Unione Europea, ma non da Ankara.

Negli anni, la Turchia non ha mai nascosto il suo malcontento sul come siano stati disegnati i confini delle sue coste e la sua frustrazione si è solamente intensificata, da che la Eni ha intercettato nel 2015 vasti giacimenti di gas naturali nell’area di mare che divide Cipro dall’Egitto. Da allora, la nazione ha deliberatamente e reiteratamente ignorato le limitazioni burocratiche pur di cercare i depositi delle preziosissime risorse naturali, con l’isola greca di Kastellorizo che ormai incarna l’apice del contenzioso tra i due Governi.

Almeno ai fini dello sconfinamento, insomma, l’invasione turca è già argomento di cronaca, tuttavia resta nondimeno preoccupante lo scoprire che le truppe controllate dal Presidente Recep Tayyip Erdoğan abbiano già sottomano un piano di conquista tanto esplicito. Tanto più soppesando il fatto che si tratta del progetto con il quale un paese membro della Nato ipotizza di invadere quello che in teoria è un alleato facente parte della stessa alleanza militare.

Nella presentazione si parla infatti della possibilità di entrare in possesso di 131 isole e formazioni rocciose, qualora dovesse esplodere un conflitto armato utile a sottrarre i territori ad Atene. Il segreto della vittoria sarebbe quello di assegnare a un gruppo di comando specializzato – noto come Müşterek Özel Harekat Görev Birliği Komutanliği (MÖHGBK) – il coordinamento di squadre di attacco composte da pochi uomini ben addestrati, una cuspide che potrebbe vantare il sostegno di jet e navi da guerra.

Stando alle fonti, le diapositive in questione sarebbero emerse per una leggerezza nell’archiviazione di alcune carte di tribunale, una svista tanto macroscopica che è lecito sperare che le strategie non siano altro che una forma di esercitazione puramente intellettuale e ipotetica. O che siano magari una forma di propaganda utile a convincere i giovani militari che la nazione abbia mire espansionistiche, così da distogliere la loro attenzione dai problemi interni al Paese.

La posizione geografica e politica della Turchia ha permesso a Edogan di adottare atteggiamenti audaci che sono comunque stati tollerati dagli alleati Nato, tuttavia è difficile credere che un attacco esplicito a un paese dell’Unione Europea possa in qualche modo sfociare in soluzioni convenienti ad Ankara. Ci sono molte opzioni diplomatiche più efficienti e meno pericolose della guerra su cui la nazione potrebbe far leva per ritrattare.

[di Walter Ferri]

Anche la Germania approva nuove leggi per la sorveglianza dei cittadini

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Lo spettro della repressione e del securitarismo si aggira per l’Europa. Anche la Germania ha adottato un disegno di legge che permette la sorveglianza di massa e la repressione immediata e tempestiva di ciò che è ritenuto lesivo per lo Stato e la Costituzione tedesca. La giustificazione è quella di combattere il terrorismo e l’estremismo di destra ma ciò che sembra fare è mettere un faro acceso su tutta quanta la popolazione.

Il Bundestag ha adottato il disegno di legge del governo federale “sull’adeguamento della legge sulla protezione della costituzione”(19/24785 19/24900) modificato dalla commissione per gli affari interni (19/30477). In una votazione per appello nominale, 355 deputati hanno votato a favore del disegno di legge mentre 280 lo hanno respinto; quattro le astensioni. In una seconda riunione, i gruppi di opposizione avevano votato contro la bozza del governo.

Ai servizi di intelligence e alle forze di sicurezza e polizia vengono conferiti «poteri supplementari di informazione attraverso il regolamento sulla sorveglianza delle telecomunicazioni, compresi i servizi di messaggistica». Secondo il ministero federale dell’Interno questo potere risulta essere particolarmente importante per il monitoraggio della comunicazione digitale e criptata da software di crittografia.

Nell’acceso dibattito al Bundestag si è parlato di «proporre nuovi poteri di controllo» e si è detto chiaramente che tale controllo sarà totale. Non sapendo dove possa nascondersi l’islamismo radicale o l’estremismo di destra, il controllo deve essere capillare e riguardare tutta la popolazione tedesca.

Non solo la Germania. Ad aprile fu la volta della Francia che varò la “legge sulla sicurezza globale” che, tra le altre cose, ha introdotto il reato per chiunque diffonda immagini in grado di «danneggiare l’integrità fisica e morale» degli agenti di polizia.

Ad inizio giugno la Gran Bretagna ha adottato una legge, intitolata Police, Crime, Sentencing and Courts Bill, che ha istituito nuovi poteri per la polizia, consentendole di decidere se una protesta è giustificata o meno, imporre un orario di inizio e di fine e chiudere una protesta sul posto, con motivazioni molto generiche e aleatorie.

[di Michele Manfrin]

Turchia: Gay Pride vietato per settimo anno di fila

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Anche per quest’anno le autorità turche hanno deciso di vietare la Marcia dell’Orgoglio Lgbti+, prevista per domani nel quartiere di Maltepe – periferia asiatica di Istanbul. Nel suo provvedimento, la prefettura di Istanbul afferma di non ritenere la manifestazione “appropriata” per ragioni di sicurezza e ordine pubblico, sostenendo che l’evento potrebbe portare ad “azioni ed eventi provocatori”. Con questo, sono sette anni che la manifestazione viene vietata.