giovedì 20 Novembre 2025
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“Big Three”: i fondi d’investimento che comandano il mondo

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I grandi fondi di investimento gestiscono ormai la finanza e l’economia mondiale ed influiscono sempre più sulle decisioni della politica sia delle nazioni che all’interno delle strutture sovranazionali. La maggior parte delle mega-banche di Wall Street e le più grandi aziende e le principali multinazionali oltre al World Economic Forum, la Federal Reserve e il governo statunitense, la Bank of Canada, la BCE e la Commissione europea: tutte queste istituzioni sono sotto vari aspetti nella morsa dello strapotere dei Big Three: BlackRock, Vanguard e State Street, i tre fondi di investimento che o...

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Per la prima volta è piovuto sulla calotta glaciale della Groenlandia

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Per la prima volta da quando si effettuano le rilevazioni la pioggia è caduta sulla calotta glaciale della Groenlandia, laddove di solito la temperatura è ben al di sotto dello zero. A rilevarlo gli scienziati della stazione Us National Science Foundation. La pioggia è caduta al culmine di un periodo straordinariamente caldo, dove in alcune zone della Groenlandia sono state registrate temperature di 18° centigradi superiori alla media del periodo. Un ulteriore segno di come il riscaldamento globale stia mostrando i suoi effetti. Lo scorso anno il ghiaccio della Groenlandia si è sciolto alla vertiginosa velocità di un milione di tonnellate al minuto.

La Norvegia disinvestirà completamente dal settore fossile

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La Norvegia eliminerà dal proprio fondo sovrano tutti gli investimenti in aziende che non stanno facendo abbastanza per diminuire il proprio impatto ambientale. Una decisione che riguarderebbe da vicino anche alcuni colossi del settore dell’energia fossile come Exxon Mobile, Chevron e BP, multinazionali delle quali il Norges Bank Investment Management (questo il nome del fondo sovrano norvegese) detiene partecipazioni. La proposta è giunta direttamente dal governo, che ha suggerito che il rischio climatico sia posto alla base delle decisioni di investimento del fondo. Ed ora un gruppo di esperti, dietro la delega del ministero delle Finanze di Oslo, si sta occupando di adattare il mandato in osservazione del quale opera il fondo per vincolarlo alla strategia ambientale.

I cambiamenti includerebbero la missione di fare pressione all’interno dei Cda delle aziende nelle quali il Norges Bank Investment Management è rappresentato per ottenere migliori comportamenti climatici, con l’impegno a disinvestire totalmente i denari norvegesi da quelle aziende che si mostreranno refrattarie o troppo lente ad agire. Una modalità di azione che ricalcherebbe quella che diversi gruppi ambientalisti stanno seguendo nel mondo, proponendosi di provare a cambiare le big oil dall’interno. Strategia che ha ottenuto il primo risultato proprio all’interno della multinazionale americana del petrolio Exxon Mobile, all’interno del cui consiglio di amministrazione il fondo di attivisti Engine No. 1 è riuscito a far eleggere due candidati nel consiglio d’amministrazione della ExxonMobile.

La notizia sta scuotendo le aziende del petrolio. Per capirne la rilevanza è importante specificare che quello norvegese è il più grande fondo sovrano del mondo con un portafoglio di oltre 1.100 miliardi di euro ed è inoltre il più grande detentore di azioni nei mercati azionari globali, possedendo quasi l’1,5% di tutte le azioni delle società quotate. Una scelta di tale portata comporterà quindi serie conseguenze per le società coinvolte dai sui disinvestimenti.

Amleto e il sax: sicurezza, controllo e potere

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La guardia è stata tranquilla? Non si è mosso un topo! L’inizio dell’Amleto di Shakespeare è contrassegnato dal cambio della guardia tra Francesco e Bernardo e, inizialmente, dalla richiesta della parola d’ordine: “Long live the King!”. In occasione della Cena di Trimalcione, nel Satyricon di Petronio, all’ingresso della casa si trova il sorvegliante della porta che ha vicino a sé, come un aiutante magico, una gazza che saluta gli ospiti. Cuore di De Amicis contiene l’episodio, eroico e sentimentale, della piccola vedetta lombarda, quel ragazzo colpito a morte mentre sull’albero controlla, guardando “dritto e lontano”, l’arrivo dei nemici.

Apparentemente nulla accomuna dei cavalieri danesi, un ex schiavo ereditiere arricchito e un giovane eroico patriota. Apparentemente. Ma non sono i personaggi ad assomigliarsi. C’è in gioco una funzione di controllo, esercitata con la parola d’ordine, con il portinaio e la sua gazza, con lo sguardo acuto e preciso del ragazzino appostato in avanscoperta. È il comando a definire lo spazio, è la magia a stabilire chi può entrare, è l’invasore, un’azione di forza, che mette in pericolo i confini della patria. Potere e confini, territori difesi, spazi accessibili o meno.

C’è una vera e propria religione delle frontiere, nell’antichità da cui discendiamo, a cominciare dalla fondazione della città, con il suo territorio e la sua estensione, fas o nefas, sacra od ostile, propria o altrui, difesa o abbandonata, centro o periferia, dentro e fuori porta. Viene messa in gioco una purificazione nella gestione civile, che nell’antica Roma era appannaggio dei censori: purificazione e censura, un’origine comune.

Anche noi siamo stati abituati a recinti e confini, a spazi di tutti o soltanto di qualcuno; ricordiamo con tenerezza allarmata le casette di The Truman Show, allineate, eguali, ma rigorosamente distinte le une dalle altre, e monitorate. Abbiamo allenato la nostra idea di sicurezza, con le sue differenti accezioni. Di sicurezza è la serratura di casa, contro le intrusioni, di sicurezza è il comando che chiude le porte posteriori delle auto, pensando al rischio dei bambini, le assicurazioni, anche etimologicamente, promettono sicurezza, cioè scommettono sugli eventi, di sicurezza ancora sono le forze pubbliche di polizia. Gli influencer, dal canto loro, per la protezione personale, hanno la guardia del corpo, che si chiama ‘scorta’ quando invece protegge magistrati minacciati dalla mafia. Ma sicuro è anche il fatto che si verificherà certamente, sicuro è anche ciò che è affidabile, che offre garanzie. C’è dunque una sicurezza rispetto agli spazi e un’altra rispetto al potere, una rispetto alle cose e un’altra rispetto alle persone.

Quando percorriamo le nostre strade, nei tempi che stiamo vivendo, siamo di fatto circondati, assediati, i confini si sono capovolti all’interno, hanno invaso le nostre identità, ci sentiamo navi pilotate per una destinazione ignota o comunque difficile da raggiungere. Navi come navigazione: quel dispositivo che in auto, mentre ci orienta per andare dove abbiamo deciso, rivela a un sistema esperto dove siamo, ci geolocalizza quasi fossimo una centrale di energia a rischio, una banca o un patrimonio dell’Unesco. I nostri spostamenti sono oggetto di curiosità, la privacy è soltanto un’ipotesi, dopo anni di intercettazioni e di intrusioni negli ambiti personali (sempre, ovviamente, per esigenze di giustizia). Ognuno di noi, anche se stonato, rischia di suonare il suo sax in un angolo del mondo, come il protagonista, in chiusura di The conversation di Francis Ford Coppola (1974), impotente, ossessionato dalle parole e dai pensieri degli altri.

La pandemia è diventata un inquietante campo di prova. Intervistato nel 1972, il grande Marshall McLuhan citava san Tommaso d’Aquino, secondo il quale il contatto è la prima forma di conoscenza. E siccome il contatto “è costituito da piccolissimi intervalli”, tali intervalli “non devono essere troppo ampi, altrimenti si perde la connessione” e nemmeno troppo stretti “altrimenti si perde il respiro”. Metafora biologica perché, diceva nei suoi studi lo scienziato canadese (cinquant’anni fa!) era in atto una “erosione della identità individuale causata dall’ambiente del software”. Gli effetti di mutazione generati dai media rendevano necessarie “terapie sociali” e “programmi di immunizzazione nei confronti dei media, paragonabili a quelli da attuare in medicina”. Dovremmo dunque pensare che la pandemia, la trans-pandemia e la post-pandemia hanno il principale effetto non sulla vita e sulla salute della gente ma sulla ristrutturazione del potere dei media, con effetti devastanti nel mondo dei consumi, vale a dire della socializzazione e della simbolizzazione. Tra le frontiere produttive minacciate dall’imperialismo mediatico e distributivo la ristorazione, cioè l’indipendenza dell’offerta del cibo, l’imprenditorialità dell’elemento più emblematico di tutti, con i suoi transfert anche religiosi e le sue prescrizioni, con le sue varietà, i suoi tempi e le sue ritualità.

Siamo scesi in strada, siamo personaggi della pittura iperrealista, solitari dietro vetrine, accomunati da traiettorie ma non sappiamo da cosa altro. Abbiamo lasciato a casa i nostri pc con le loro password e i loro reticoli di potenzialità e di prescrizioni e ci siamo avventurati nelle strade con gli smartphones, che delineano una realtà apparentemente illimitata e che hanno potenziato i vecchi telefonini. – Dove sei? Qualcuno ci chiede.

Le case attorno a noi brulicano di sirene antifurto o di sistemi di sorveglianza, nelle strade occhieggiano, prossime o remote, telecamere che monitorano non soltanto luoghi sensibili ma anche semplicemente la gente qualsiasi, i percorsi più vari, i gesti più banali. Potremmo avere l’insana impressione di essere telecomandati, a forza di essere controllati.

Molti sono già i poteri sottratti alla nostra volontà, oltre all’azione dei governi e degli stati, osservava James Hillman: ad esempio, gli istinti, le pulsioni, le emozioni. Tuttavia, benché siamo continuamene osservati, fortunatamente ce ne dimentichiamo. Ma dovremmo e dovremo ricordarcene, e scendere in piazza, riprenderci i luoghi di tutti. “La piazza universale di tutte le professioni del mondo”, titolo dell’opera di un geniale enciclopedista di fine Cinquecento, barocco e visionario, fantasioso e provocatorio, retorico e realista, Tomaso Garzoni da Bagnacavallo, artefice di un ritratto del mondo caleidoscopico e variegato, pieno di attività e iniziative, di ripetizioni e di scoperte, imprevedibile, come la libertà, anzi come le libertà e i poteri, al plurale.

[di Gian Paolo Caprettini]

Vaccini Covid mRNA: gli Usa verso l’approvazione definitiva

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L’agenzia del farmaco statunitense (la FDA) si appresterebbe a concedere l’approvazione definitiva ai vaccini anti-Covid basati su tecnologia a mRNA messaggero prodotti di Pfizer e Moderna. Lo sostiene il New York Times precisando che l’annuncio è atteso per lunedì. Il vaccino è stato fino ad ora utilizzato negli Usa grazie ad una approvazione in via provvisoria ed emergenziale, come in Europa. Secondo il giornale americano l’approvazione definitiva sarà probabilmente seguita dall’introduzione dell’obbligo di vaccinazione per i dipendenti di molte organizzazioni pubbliche e private che aspettavano questo passaggio per introdurlo.

Bevande estive al supermercato: quali davvero dissetanti e salutari?

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Succhi di frutta, bevande, tè freddi. Siamo sicuri di conoscere bene gli effetti nutrizionali di questi preparati industriali? Ci sono persone che ne fanno un consumo giornaliero, ignorando i danni che questi prodotti provocano alla salute; sia nel breve termine (subito dopo l’assunzione, con picco glicemico e iperstimolazione di insulina), sia nel lungo termine (obesità, diabete, infiammazione).

I Succhi di frutta industriali

I succhi di frutta che compriamo già preparati non sono un’opzione salutare, soprattutto se consumati regolarmente. Sono preferibili alle bevande zuccherate, light o gassate, tipo coca-cola e simili, ma rappresentano comunque una scelta nutrizionale di bassissimo profilo, inferiore di molto ad un vero succo preparato in casa. Infatti la frutta che si usa per la preparazione dei succhi industriali è di bassa qualità (seconda e terza scelta) e inoltre se ne impiegano percentuali bassissime (spesso è presente il 20% di frutta soltanto nel prodotto), vengono aggiunti conservanti e in molti casi anche zucchero. Infine, tutti i succhi di frutta confezionati subiscono il trattamento di pastorizzazione, che ne garantisce la durata per molti mesi, spesso oltre un anno di conservazione, ma che altera il contenuto nutrizionale.

Problemi nutrizionali dalla pastorizzazione dei succhi

Qual è il problema con i succhi di frutta pastorizzati? Il processo di pastorizzazione implica che il succo venga scaldato ad alta temperatura (80°C oppure anche oltre i 100°C, nel caso dei concentrati di frutta, che sono molto usati per la preparazione industriale). Stiamo parlando dei succhi di frutta “da concentrato”, una dicitura che ritrovate sulla confezione. La pastorizzazione abbatte la carica batterica naturale della frutta fresca e assicura che il prodotto duri per mesi senza marcire all’interno della confezione. La pastorizzazione è dunque una esigenza meramente industriale dei produttori. L’inconveniente è dato però dal fatto che con questo processo si distruggono anche le vitamine termolabili del prodotto, in particolare la vitamina C e quelle del gruppo B, si disattivano inoltre anche gli enzimi del prodotto fresco, che sono utilissimi invece per una corretta digestione e assimilazione da parte dell’intestino di tutti i nutrienti della frutta. In pratica, non rimangono nutrienti di rilievo in questi succhi pastorizzati, solo acqua dal momento che nemmeno le fibre della frutta sono presenti nel succo e sono già state eliminate a monte del processo produttivo, con la spremitura.

L’opzione più salutare resta sempre quella di preparare noi stessi dei succhi naturali. Si tratta dell’alternativa più vitaminica e rimineralizzante, e si possono preparare con un frullatore tradizionale, uno spremiagrumi o un estrattore di succo. Possiamo poi aggiungervi menta, zenzero, cannella, limone e altre sostanze nutraceutiche di grande valore per la salute, che sono anche degli aromatizzanti naturali.

Ovunque troppi zuccheri

Vediamo a titolo di esempio la confezione di un prodotto destinato ai bambini, dove l’enorme quantitativo di zucchero viene addirittura segnalato dal produttore stesso attraverso un bollino in evidenza sul frontale della confezione raffigurante un bambino obeso, con una scritta di avvertimento per i genitori che li invita ad un uso moderato del prodotto. Questo succo viene venduto in piccolissimi brik da 200 ml, comodi per le mamme da dare ai propri figli per la merenda a scuola ma micidiali per il loro contenuto di zucchero: pensate, ogni brik contiene ben 29 grammi di zuccheri semplici totali tra quelli della frutta e quelli aggiunti dal produttore, una quota pari a 6 cucchiaini di zucchero.

Il produttore ha inserito un bollino di avvertimento raffigurante un bambino in sovrappeso, sul lato frontale della confezione, a segnalare l’elevato contenuto di zucchero.

Meglio un tè freddo?

Ogni anno, tra primavera e inizio estate, le corsie dei supermercati brulicano di queste bevande e ci viene offerta un’ampia gamma di preparati a base di tè. Tuttavia anche questo genere di bevanda non si presta affatto ad essere inclusa in un’alimentazione sana.
Tutti questi tè in bottiglia in commercio non sono semplicemente composti di acqua ed estratti di foglie di tè, come ci si dovrebbe aspettare. Al contrario sono tutti addizionati di zucchero in grande quantità, vi sono aggiunti inoltre sempre i correttori di acidità, che servono proprio al fine di controbilanciare la percezione eccessivamente dolce della bevanda. Senza il correttore di acidità la bevanda apparirebbe al palato stucchevole ed eccessivamente dolce. Con il correttore, la bevanda è ancora eccessivamente dolce ma il consumatore non se ne accorge. Nei tè freddi in commercio ci sono almeno 100 grammi di zucchero per 1 litro di bevanda: una bottiglia da 1,5 L presenta dunque la incredibile quantità di 150 g di zucchero, pari a 30 cucchiaini.

Bibite gassate: assolutamente da evitare

Dopo aver preso in analisi alcune bevande spesso considerate sane – succhi di frutta, tè – ed i loro effetti sulla salute, passiamo ora ad esaminare le bibite, bevande dolci che molti ancora considerano innocue bevande “dissetanti”: mi riferisco ad esempio ad aranciate e limonate. Chiediamoci: le bibite costituiscono delle alternative più sane rispetto ai succhi di frutta industriali? Vi invito a leggere quello che segue, comprenderete perché non dissetano e perché è meglio evitarle o farne un consumo del tutto eccezionale. Prendiamo in esame 2 bibite famose e molto diffuse: la Fanta (aranciata) e la Lemonsoda (soda al gusto di limone).

Primo prodotto: la Fanta

Salta subito all’occhio, guardando la lista ingredienti, che si tratta in massima parte di acqua (primo ingrediente in cima alla lista), con solo 12% di vero succo di arancia, poi zucchero al terzo posto e più sotto anche gli aromi di agrumi per dare sapore (dato che il contenuto di arancia nel prodotto è molto esiguo). L’anidride carbonica serve a creare le bollicine. Andando a leggere sulla confezione del prodotto, possiamo notare l’incredibile quantità di zucchero che contiene questa bevanda, pari a 11,8g ogni 100 ml di bevanda. Dunque, 118g di zucchero per litro. Le lattine in formato classico di questa bevanda sono da 330 ml, pertanto abbiamo in una lattina 39g di zucchero, pari a 8 cucchiaini. Non si tratta di un’aranciata dunque, ma di acqua e zucchero aromatizzata all’arancia in sostanza.

Secondo prodotto: Lemonsoda

Contiene ancora più zucchero aggiunto della Fanta appena esaminata. Ben 13 g di zucchero aggiunto ogni 100 ml di bevanda (verificato sulla confezione). Vediamo gli ingredienti:

• Acqua,
• succo di limone 12%
• zucchero,
• sciroppo di glucosio-fruttosio,
• anidride carbonica,
• aromi naturali.

Questo prodotto ha una connotazione ancora più negativa dal punto di vista salutistico, in quanto accanto allo zucchero classico è presente tra gli ingredienti anche lo sciroppo di glucosio-fruttosio, uno sciroppo dolce ricavato dalla lavorazione del mais OGM, molto usato dall’industria alimentare e al centro del dibattito scientifico ormai da anni tra i ricercatori. Le industrie dei produttori lo impiegano ovunque ma dagli studi risulta chiaramente trattarsi di prodotto molto insalubre e nocivo, negli USA è l’indiziato numero uno riguardo obesità e diabete. I danni di questa sostanza sono prevalentemente a carico del fegato e del pancreas, con conseguenze nell’aumento di trigliceridi e colesterolo nel sangue, pertanto con ripercussioni metaboliche anche sul sistema cardiovascolare (aumento di rischio per ipertensione, ictus, infarto, ecc.).

In conclusione

Vale la pena ricordare che in presenza di zucchero la sete non scompare ma anzi viene stimolata, esattamente come avviene per il sale. Pertanto tutte le bevande esaminate e quelle similari non si collocano affatto tra le bevande dissetanti. E per amore di verità va detto che al supermercato non troviamo bevande davvero dissetanti, a parte l’acqua. Le bevande davvero dissetanti sono quelle preparate in casa senza aggiunta di zucchero.
In buona sostanza, negli anni l’informazione mediatica basata su menzogne e consumatori acritici, sempre più distratti, manipolati e poco informati su argomenti di vera prevenzione e di alimentazione sana, hanno portato al fiorire di decine di bevande non salutari in commercio.

Oggi sembra di assistere ad un risveglio generalizzato del pubblico su argomenti di salute e benessere. Speriamo non sia soltanto una moda ma un vero ritorno ad un consumo più attento sia nei confronti della salute delle persone che di quella dell’Ambiente.

[di Gianpaolo Usai]

Israele riceverà dei finanziamenti dal Qatar: raggiunto l’accordo

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Ufficializzato da ieri l’accordo tra Israele, il Qatar e le Nazioni Unite per degli aiuti finanziari dallo Stato del Golfo alla Striscia di Gaza. A seguito delle violenze che hanno avuto luogo dal 10 al 21 maggio 2021, l’accordo rappresenta un modo per sostenere l’enclave. È stato così autorizzato l’ampliamento dell’ingresso – prima limitato al 30% – di diverse risorse attraverso il valico Kerem Shalom. Il Comitato per la ricostruzione ha poi fatto sapere che per le famiglie più bisognose di Gaza, è previsto un aiuto economico mensile pari a 100 dollari.

Toscana: mille sanitari ricorrono al TAR contro l’obbligo vaccinale

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Circa un migliaio tra medici e infermieri hanno deciso di fare ricorso al Tar della Toscana. L’obiettivo è quello di ottenere la sospensione dei provvedimenti adottati nel momento in cui ci sia la scelta, da parte degli operatori sanitari, di non vaccinarsi. Nello specifico, gli operatori sanitari chiedono l’annullamento delle sanzioni previste dalle Asl di appartenenza per la mancata vaccinazione. I ricorrenti di cui si parla fanno parte della stessa macrocategoria ma vengono da diversi settori: ci sono medici sia di famiglia che ospedalieri, farmacisti, biologi, psicologi, veterinari… ma anche impiegati, contabili e coloro che dirigono le strutture tanto pubbliche quanto private. Il ricorso al Tar è stato depositato dagli avvocati Tiziana Vigni e Daniele Granara, il quale ha già presentato ricorsi similari in diverse regioni d’Italia, accogliendo le richieste di ben 6.500 operatori sanitari.

L’atto contro le diffide dell’Asl – la quale prevede delle sanzioni nel caso in cui non venga rispettato l’obbligo vaccinale – si compone di cinquantatré pagine; nel ricorso si fa riferimento alla presunta violazione dell’articolo 32 della Costituzione, nel quale si stabilisce che «Nessuno può essere obbligato a un determinato trattamento sanitario se non per disposizione di legge». L’obbligo vaccinale per gli operatori sanitari è stato inizialmente approvato dal Consiglio dei ministri con il DECRETO-LEGGE 1 aprile 2021, n. 44, che impone la vaccinazione ai fini di «Mantenere le condizioni di sicurezza nella cura e nell’assistenza» in quanto essa rappresenta un «Requisito essenziale» per potere esercitare la professione. Il suddetto obbligo si concretizza, stando alle parole dei legali, dal momento in cui c’è un «Consenso informato, che non è né un consenso, essendo estorto con la minaccia della sospensione dalla professione e della retribuzione…né informato, in quanto non sono note le controindicazioni a lungo termine».

I legali, quindi, hanno fatto riferimento al mancato «Diritto alla salute e alla propria libertà di autodeterminazione» per gli operatori sanitari costretti a sottoporsi al vaccino.  Nel ricorso il focus è poi sul carattere sperimentale della vaccinazione – visto che l’Aifa ha imposto studi fino al mese di dicembre dell’anno 2023 – caratteristica che potrebbe, precisano i legali, portare a «Danni e rischi di permanente natura e di grave entità, senza contare che potrebbe arrecarne ulteriori ancora, tuttavia, allo stato ignoti». Le cinquantatré pagine del ricorso si concludono riportando un passaggio di una sentenza (la numero 118) della Corte Costituzionale, del 18 aprile 1996, che recita: «Nessuno può essere semplicemente chiamato a sacrificare la proprio salute a quella degli altri, fossero pure tutti gli altri». Questo il materiale presentato ai giudici del Tribunale amministrativo regionale di Firenze, i quali, in data 7 settembre 2021, dovranno pronunciarsi sulla potenziale sospensiva dei provvedimenti. Qualunque scelta venga presa dal Tribunale, le ripercussioni sull’intera società saranno numerose e impossibili da trascurare.

[di Francesca Naima]

Sydney, Australia: troppo diffusa la variante Delta, imposto il coprifuoco notturno

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La variante Delta, altamente infettiva, è dilagata in Australia interessando soprattutto lo stato del Nuovo Galles del Sud. Le autorità hanno quindi deciso di imporre il coprifuoco notturno a ben due milioni di residenti della città di Sydney. Il coprifuoco inizierà a partire dalla prossima settimana e l’intento è quello di rallentare il più possibile – e al più presto – la variante Delta.

Cameroon, Africa: grave caso di violenza etnica, 32 morti

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Trentadue persone sono morte nel Nord del Cameroon, dall’inizio di un conflitto tra allevatori e pescatori. È stata l’Agenzia per i rifugiati dell’Onu (UNHCR), nella giornata di ieri, a diffondere la notizia degli scontri, definendoli come il peggior caso di violenza etnica degli ultimi anni. Dal 10 agosto hanno infatti avuto inizio dei combattimenti tra gli allevatori di etnia araba choa e i pescatori e gli agricoltori mousgoum, in quanto il bestiame dei primi cadeva nelle buche scavate – per catturare i pesci nelle pozze delle acque alluvionali – dai secondi. A seguito degli scontri, si contano 7.300 sfollati, mentre sono 11.000 le persone che hanno scelto di fuggire verso il Chad.