martedì 6 Maggio 2025
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Nuova stretta a Londra: zona rossa da mercoledì

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Torna la paura in Inghilterra, che da mercoledì torna in quasi lockdown. Matt Hancock, ministro della Sanità di Boris Johnson, ha annunciato ai Comuni che è stato rilevato un nuovo ceppo Covid che sembra diffondersi in maniera più rapida. Hancock ha inoltre spiegato, che il nuovo ceppo potrebbe essere legato all’aumento dei contagi nel Sud Est dell’Inghilterra. Per tale motivo, da mercoledì 16 dicembre quest’ultima zona, incluse Londra e la contea dell’Hertfordshire, saranno sottoposte alle restrizioni da zona rossa.

Fino al 23 dicembre, saranno previste regole molto rigide per gli incontri pubblici e all’aperto con massimo sei persone, 15 invitati massimo ai matrimoni. Ristoranti, pub e bar (salvo l’asporto), alberghi e alcuni negozi dovranno restare chiusi. Per ora non si parla di chiusura anticipata delle scuole. Probabilmente per Natale, scatterà un alleggerimento di 5 giorni. L’allarme rosso riflette un rischio d’infezione definito dalle autorità sanitarie e dal governo come “molto alto” e comporta precauzioni locali vicine a quelle di un lockdown vero e proprio. Hancock ha infine dichiarato che è “altamente improbabile” che il vaccino si riveli inefficace contro questa nuova variante del Covid-19 e che sono in corso gli esami clinici per appurarlo.

Albania, continuano le proteste dopo l’uccisione di un ragazzo da parte della polizia

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La situazione in Albania continua ad essere molto tesa: si sono registrati momenti di forte tensione, atti di vandalismo e scontri con la polizia. L’ultimo corteo è stato tre giorni fa, i cittadini sono scesi in piazza per chiedere giustizia per Klodian Rasha, 25enne ucciso martedì 8 dicembre da un poliziotto per aver violato il coprifuoco.

A seguito delle dimissioni del ministero degli Interni, la piazza ha tentato di chiedere a gran voce quelle del capo della Polizia di Stato Ardi Veliu, nonostante siano state respinte. Nelle notti di venerdì 11 e sabato 12, i manifestanti hanno protestato per le vie di Tirana, Durazzo, Scutari, Alessio. Alcuni giovani hanno fatto irruzione nella sede del partito socialista dando alle fiamme computer, sedie ed altri oggetti che si trovavano all’interno dello stabile. In un rapporto del difensore civico albanese si è rivelato che nelle sole giornate di mercoledì 9 e giovedì 10 la polizia ha fermato 124 persone, di cui 57 minori. 52 persone sono state arrestate, tra cui due minori. Nel rapporto si riferisce inoltre che durante i primi due giorni di proteste sono rimasti feriti 19 agenti di polizia e quattro manifestanti. «Gli agenti di polizia, prosegue il rapporto, hanno riportato per lo più ferite causate dal lancio di pietre e altri oggetti. Uno di loro, che aveva subito lesioni agli occhi, presentava una condizione più grave».

Sfregiò Gessica Notaro, condannato a 15 anni e 5 mesi

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La Cassazione ha confermato la condanna a 15 anni, 5 mesi e 20 giorni di reclusione per Edson Tavares. Nel gennaio 2017, l’uomo sfregiò con l’acido la ex compagna e finalista a Miss Italia 2007, Gessica Notaro, sotto casa sua a Rimini. A pena scontata. è stata confermata l’espulsione di Tavares – cittadino capoverdiano, e i risarcimenti alle parti civili tra cui la stessa Gessica e Butterfly, un’ associazione in difesa delle donne. Respinto il ricorso della difesa.

Italia sempre più vecchia: ci sono 5 anziani per ogni bambino

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L’Italia è un Paese sempre più vecchio. Lo confermano i primi dati del censimento permanente della popolazione diffusi dall’Istat. L’età media si è innalzata di 2 anni rispetto al 2011, da 43 a 45 anni.

La Campania, con 42 anni, è la regione con la popolazione più giovane, seguita da Trentino Alto Adige (43 anni), Sicilia e Calabria (entrambe 44 anni). La Liguria si conferma la regione con la media più alta (49 anni). Il comune più giovane, inoltre, è Orta (Caserta), con un indice medio di 35,3 anni e quello più vecchio è Fascia (Genova), dove l’età media supera i 66 anni.

Il progressivo invecchiamento della popolazione italiana è ancora più evidente nel confronto con i censimenti passati. L’Istat spiega che il numero di anziani per bambino passa da meno di uno nel 1951 a 5 nel 2019 e l’indice di vecchiaia (rapporto tra le persone con più di 65 anni e quelle con meno di 15) è aumentato del 146,5% dal 1951 al 2019.

La struttura per genere della popolazione residente si caratterizza per una maggiore presenza di donne. Nel 2019 la componente femminile era il 51,3% del totale, superando quella maschile di 1.541.296 unità. Questa maggior presenza nel Paese, fa sì che in Italia ci siano 95 uomini ogni 100 donne. Tuttavia, la struttura di genere è in maggiore equilibrio rispetto agli scorsi anni. Le differenze territoriali sono poco significative: il rapporto di mascolinità più basso è nell’Italia Centrale (93,6%), il più alto al Nord-est (95,6%).

 

India, operai non pagati in rivolta nella fabbrica di componenti iPhone

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Nei pressi di Bangalore, in India, è avvenuta una rivolta in una fabbrica di componenti iPhone del gruppo taiwanese Wistron Corporation. La causa è da attribuirsi al malcontento degli operai: l’azienda non paga da mesi la totalità dello stipendio promesso all’assunzione, e i lavoratori sono costretti a fare gli straordinari. Secondo quanto riportato dal Times of India, la rivolta è scoppiata sabato scorso, quando circa 2.000 lavoratori del turno di notte stavano lasciando l’edificio. Gli operai in rivolta hanno saccheggiato la fabbrica e gli uffici dei dirigenti, distruggendo mobili, unità di assemblaggio, pannelli di vetro e porte. La polizia indiana ha arrestato 132 persone. Il vice governatore dello Stato del Karnataka, C. Ashwathnarayan, ha definito come “violenza gratuita” il saccheggio della fabbrica, ma ha assicurato che il governo farà in modo che gli stipendi dovuti vengano pagati. Un dirigente sindacale locale ha invece denunciato lo sfruttamento a cui sarebbero sottoposti gli operai, sostenendo che il governo abbia permesso alla Wistron di non rispettarne i diritti fondamentali.

Bangalore – la capitale del Karnataka – è il centro tecnologico dell’India e fa parte dell’area industriale di Narasapura. Wistron Corporation aveva ricevuto dallo Stato 43 acri a Narapasura, dopo aver proposto di investire l’equivalente di 443 milioni di dollari e di dare lavoro a oltre 10.000 persone. L’azienda produce soprattutto componenti per Apple e prodotti IT per Lenovo e Microsoft.

 

Borse e imballaggi dispersi in mare sono i killer più pericolosi per i cetacei

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Sacchetti di plastica ed imballaggi flessibili sono tra gli oggetti più letali nell’oceano, sia per la flora che per la fauna marina. Lo afferma una revisione di centinaia di articoli scientifici pubblicata sulla rivista Conservation Letters. Anche lenze, reti scartate, guanti e palloncini sono risultati più pericolosi rispetto ad altri detriti oceanici che gli animali mangiano per errore. 

La revisione dell’agenzia scientifica del governo australiano, CSIRO, ha rilevato che l’ingestione di plastica è responsabile dell’uccisione di 80 specie diverse. Balene, delfini, tartarughe ed uccelli marini rischiano di ingoiare fili di plastica e palloncini. Le reti e le lenze dell’industria della pesca sono risultate essere le più letali per foche e leoni marini. La revisione ha analizzato 655 articoli scientifici sui detriti marini e ha trovato 79 studi in tutti i continenti abitati che dettagliano le morti di cetacei (balene e delfini), pinnipedi (foche e leoni marini), tartarughe marine e uccelli marini.

A settembre, uno studio sulla rivista Science ha stimato che nel 2016 sono arrivate, sia nei fiumi che negli oceani, tra 19 ed 23 milioni di tonnellate di plastica. Tra gli oggetti maggiormente letali la gomma e la plastica flessibile, ubique e pericolose. La ricerca elenca anche le potenziali risposte politiche per ridurre il numero degli elementi mortali per l’oceano. Finora, più di 70 Paesi hanno sostenuto un appello alle Nazioni Unite per introdurre un trattato globale che combatta l’inquinamento da plastica.

Usa 2020: vittoria Biden confermata con 306 voti

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Il collegio elettorale ha confermato la vittoria di Joe Biden con 306 voti, gli stessi che incoronarono nel 2016 Donald Trump. Il quorum per essere eletto è di 270 elettori, tuttavia, oggi, l’ex presidente ha conquistato solo 232 voti.

Prime crepe tra i repubblicani con diversi esponenti del Gop che incoronano Biden invitando a rispettare il processo costituzionale. Donald Trump ha intanto silurato via Twitter il ministro della Giustizia William Barr.

Pompei è stata fondata dagli etruschi? Lo sostengono sempre più studiosi

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Sarebbero stati gli Etruschi a fondare Pompei, la colonia romana resa celebre insieme ad Ercolano dalla tragica esplosione del Vesuvio nel 79 d.C.: la città presenterebbe infatti un’organizzazione urbana analoga a quella di Tarquinia, Veio e Cerveteri, ovvero un orientamento di strade che rispecchia quello “del cielo e delle stelle“, e la costruzione di santuari sulle vie che collegavano le città ai porti, all’epoca principali snodi dei traffici commerciali. L’ipotesi è stata avanzata “con grande insistenza” da Massimo Osanna, direttore del famoso parco archeologico nonché patrimonio dell’umanità, alla luce degli ultimi scavi. Osanna ha presentato le nuove scoperte con l’archeologo Carlo Rescigno presso la storica Accademia dei Lincei, in una tavola rotonda cui hanno preso parte anche illustri professori come Luigi Vanvitelli e Fausto Zevi. Pompei sarebbe stata fondata molti secoli prima della colonizzazione romana, costruita in pochi decenni da una comunità di cultura etrusca a cui appartenevano forse anche schiavi liberati. Non esenti da influenze limitrofe, le mura, i templi e le case pompeiane testimoniano il ricorso alle maestranze campane e, in via indiretta, italiche e greche. Animata da un fiorente commercio, la città avrebbe subito nel 474 a.C. una tragica sconfitta dai greci, in seguito alla quale fu costretta ad un secolo di silenzio. Furono i romani a ridarle una seconda vita, infine sepolta dalle ceneri del Vesuvio.

In Perù oltre cinquemila donne sono scomparse nel 2020

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In Perù oltre 5000 donne sono scomparse tra gennaio e novembre 2020. Secondo il rapporto del Defensoría del Pueblo – dal titolo ¿Qué pasó con ellas? – si tratta nello specifico di 1.506 donne adulte e 3.510 tra bambine e adolescenti, riportate come disperse secondo il sistema di ricerca delle persone scomparse e le segnalazioni fatte alla polizia nazionale del Perù. L’ente ha precisato che nel mese di novembre sono stati segnalati come dispersi 390 minorenni, di cui 325 di sesso femminile. Questa maggioranza indica come le sparizioni siano legate a questioni di genere. Inoltre, le donne adulte scomparse a novembre sarebbero 190, ossia il 20% in più rispetto al mese precedente. L’aumento di queste cifre è preoccupante: potrebbe esserci un nesso tra le sparizioni e le denunce di violenza. Nel rapporto si legge come nel 26% dei più recenti casi di femminicidio (33 su 127), le vittime erano state segnalate in precedenza come scomparse.

La Defensoría del Pueblo è un organo costituzionale autonomo, creato dalla Costituzione politica del Perù del 1993. Si occupa di difendere e promuovere i diritti degli individui e della collettività, con particolare attenzione a chi si trova in condizioni di vulnerabilità, e di vigilare sull’adempimento dei doveri dello Stato.

Il ritorno del bisonte europeo: era quasi estinto, ora ce ne sono seimila esemplari

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Il bisonte europeo non è più una specie in via di estinzione. Lo ha annunciato l’IUCN, la più autorevole associazione per la conservazione della natura. Il numero di individui sta cominciando a crescere grazie a programmi di allevamento e di reintroduzione in habitat protetti, dopo essere quasi scomparso. Per questo l’unione ha ora aggiornato la propria classificazione dell’animale da “vulnerabile” a “quasi minacciata”. 

Agli inizi del Novecento, il Bison bonasus, una specie eurasiatica mediamente più alta del bisonte americano, poteva essere trovato soltanto in cattività. Dopo la Seconda guerra mondiale è iniziato il progetto di ripopolamento: nel 2000 erano 1800 gli esemplari allo stato selvatico. L’anno scorso, però, il numero ha raggiunto 6200 individui in 47 mandrie disseminate in foreste della Polonia, della Bielorussia e della Russia.


Se per il momento il bisonte europeo sembra salvo, la IUCN avverte che altri animali sono in grave pericolo. 31 specie sono elencate come estinte e tutti i delfini d’acqua dolce sono ora minacciati. Attualmente, un totale di 128.918 specie di animali fanno parte di questo elenco, tra cui 35.765 a rischio di estinzione. Stessa sorte anche per la flora: un terzo delle querce di tutto il pianeta e gli alberi di macadamia selvatica, a causa di insetti invasivi, malattie e cambiamento climatico rischiano di sparire.