giovedì 13 Novembre 2025
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Non solo Covid: le vaccinazioni pediatriche sono in netta diminuzione

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I dati elaborati dall’Ufficio 5 della Direzione Generale della Prevenzione Sanitaria, riferiti a tutto il 2020, rivela una diminuzione delle attività di vaccinazione in quasi tutte le aziende sanitarie locali. Anche nel ciclo primario, si legge ancora nel report dell’ufficio della sorveglianza epidemiologica, si evidenzia “un calo non trascurabile con valori ben al di sotto della soglia che garantisce l'immunità di gregge.”
La ragione non sarebbe da ricercare tuttavia in un aumento dello scetticismo vaccinale, ma in motivi essenzialmente logistici. Almeno secondo gli estensori del report, il c...

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Ecuador, estrarre metalli da foresta viola “diritti della natura”

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La Corte Costituzionale ecuadoriana ha stabilito che l’estrazione mineraria nella foresta nebulosa di Los Cedros viola il “diritto della natura”, sancito dalla Costituzione del Paese nel 2008. Non era ancora mai successo che tali diritti si traducessero in sentenze legali. Ora non sarà più possibile concedere permessi alle imprese di estrazione, che agivano in circa due terzi della foresta. Los Cedros costituisce l’habitat di una incredibile biodiversità, che comprende diverse specie animali a rischio di estinzione. Si tratta di una decisione senza precedenti, che costituisce un punto di partenza per altri Stati per mettere in atto iniziative a tutela dell’ambiente sfruttando i mezzi della giurisprudenza.

Toscana, Pd e Italia Viva smantellano la legge sul territorio più avanzata d’Italia

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La legge toscana sul territorio e l’urbanistica, considerata la “più avanzata d’Italia”, è stata modificata con 21 voti a favore, 11 astensioni e 3 contrari. La proposta viene dal nuovo centrosinistra capeggiato da Eugenio Giani con l’appoggio di Italia Viva. In opposizione, il Movimento 5 stelle, diverse associazioni, tra cui Legambiente, e vari sindacati. L’obiettivo – hanno dichiarato i proponenti – è quello di favorire una semplificazione normativa. Intento visto, invece, come un pretesto da chi è contrario alla modifica.

La legge regionale 65/2014 della Toscana, nota come legge Marson, ha già subito diverse correzioni nel tempo, ma mai sostanziali come queste ultime. Secondo i consiglieri contrari alle più recenti modifiche si tratta infatti di una vera e propria rottamazione della norma, «una deregolamentazione in piena regola». Tra le principali novità introdotte c’è l’ampliamento della nozione di ristrutturazione edilizia, la possibilità che vengano inclusi anche interventi di aumento di volumetria, la proroga del piano operativo dei Comuni da tre a cinque anni e il dimezzamento dei tempi di attesa per l’autorizzazione sismica. Ad ogni modo, che la legge venisse rivisitata era solo questione di tempo. Bersagliata di critiche fin dal principio, non ha mai infatti trovato il sostegno di certe categorie economiche e politiche. Quando fu concepita, dall’allora assessora all’urbanistica Anna Marson, gettò le basi per un Piano di indirizzo territoriale (Pit) estremamente all’avanguardia. «Un ettaro di terra usato per la pastorizia – commentava nel 2014 Marson – non vale quasi nulla e riceve pochi finanziamenti. Un ettaro di vigne nella zona di Montalcino può valere anche cinquecentomila euro e ricevere circa quindicimila euro di finanziamento per impiantare una vigna. In pratica con l’uva ottieni una rendita fondiaria, corroborata da soldi pubblici». Uno squilibrio che la legge puntava a correggere, motivo per cui è stata da sempre attaccata da chi ha interessi nel settore viticolo, ma non solo.

«Molti aspetti, prima supervisionati direttamente dalla Regione – ha spiegato Irene Galletti, capogruppo M5S in Consiglio regionale della Toscana – vengono estremamente semplificati con inserimenti impropri di procedure autorizzative di tipo ‘silenzio assenso’ o attraverso la compressione delle competenze regionali, trasformando certi interventi quasi in un rapporto esclusivo tra il Comune e il soggetto privato, aprendo a iniziative che aumentano il carico urbanistico e spingendo verso un eccesso di consumo di suolo».

Inutile il tentativo di Cgil, Sunia (Sindacato Unitario Nazionale Inquilini e Assegnatari), Fillea e Legambiente Toscana, che – con una lettera indirizzata alle istituzioni – hanno cercato di impedire che la legge venisse modificata. «Occorre preservare il territorio toscano inteso come giacimento di interessi collettivi, di tipo economico, sociale, ambientale e paesaggistico – hanno scritto – arginando le intenzioni presenti e future di ridurre gli strumenti di pianificazione al solo piano operativo, riducendolo a una negoziazione caso per caso, a porte chiuse, tra un singolo Comune e portatori di interessi particolari anche speculativi e di rendite immobiliari improduttive, ingenerando il rischio, ancor più grave, di favorire infiltrazioni della criminalità organizzata». E sebbene i fautori delle modifiche rassicurino che si avrà «solo semplificazione delle norme», non si comprende e non convince l’intento di alterare una legge ben vista dal Consiglio nazionale degli architetti e partorita da una professoressa ordinaria di Tecnica e pianificazione urbanistica.

[di Simone Valeri]

Nicaragua interrompe relazioni con Taiwan e riconosce Pechino

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Il Nicaragua ha annunciato di voler interrompere le proprie relazioni diplomatiche di lunga data con Taiwan per riconoscere Pechino come unica sede di potere in Cina. Scendono così a 14 gli alleati diplomatici di Taiwan, dopo che anche Xiomara Castro, neoeletta presidente delle Honduras, ha annunciato di voler passare al riconoscimento di Pechino. La decisione di Daniel Ortega, presidente del Nicaragua, è stata fortemente criticata dagli USA, che hanno anche sottolineato come le elezioni del 7 novembre siano state una “farsa”. La Cina, dal canto suo, sta esercitando sempre più pressioni economiche sui Paesi che hanno relazioni diplomatiche con Taiwan e ha ripetutamente inviato diversi velivoli militari nella zona di identificazione di difesa aerea dell’isola.

Ex Embraco: dal 23 gennaio partono i licenziamenti collettivi

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La procedura di licenziamento collettivo per tutti i lavoratori della ex Embraco di Riva di Chieri è stata riaperta dal Tribunale fallimentare di Torino: a partire dal 23 gennaio, infatti,  i 377 addetti andranno in “Naspi” (l’indennità di disoccupazione erogata dall’Inps). A renderlo noto – come riportato dall’agenzia di stampa Ansa – sono state Fim, Fiom, Uilm ed Uglm Torino, le quali hanno annunciato che il 15 dicembre si terrà una manifestazione a Roma sotto il Mise per far sì che nessuno dei lavoratori sia abbandonato a se stesso.

Il gorilla di montagna del Ruanda è salvo: un esempio di conservazione

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I gorilla di montagna del Ruanda – i gorilla beringei – dopo essere arrivati sull’orlo dell’estinzione, stanno finalmente aumentando di numero. Un avvenimento che sta attirando sempre più turisti e dando impulso all’economia locale. Un tempo, questi primati erano solo 254 sui monti Virunga, oggi sono oltre 600 – più 400 nel vicino Uganda -, e la chiave del successo risiede nella conservazione estrema attuata nel paese con una decisa stretta al bracconaggio. In più, se fino a non molto tempo fa questo animale veniva visto come un essere pericoloso, aggressivo ed era la preda preferita dei bracconieri, i quali poi vendevano le parti del loro corpo come trofei, oggi – grazie alle numerosissime ricerche effettuate nel corso del tempo – sono considerati non solo degli esseri gentili, ma anche tra le attrazioni turistiche migliori.

Nonostante le numerose criticità passate, come nei primi due mesi di pandemia durante i quali, nelle riserve, sono stati rinvenuti 822 trappole illegali dai ranger (nel 2019 “solo” 21), gli sforzi di conservazione per la salvaguardia della specie nel periodo successivo, hanno dato buoni frutti e, in tutto questo, il ruolo dei turisti è stato importantissimo. Questi, ogni giorno, pagano 1500 dollari a persona per trascorrere anche solo un’ora in compagnia dei gorilla. Una dinamica importantissima per il paese, poiché non solo l’elevato numero dei visitatori – di cui molti particolarmente benestanti – ha aumentato i posti di lavoro in specifici settori essenziali per il turismo – facchinaggio, ristorazione, settore alberghiero di lusso – ma in più, i soldi ricavati vengono investiti nel miglioramento della preservazione dei primati.

[di Eugenia Greco]

Covid: è nata la “Commissione Dubbio e Precauzione”

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È nata la “Commissione Dubbio e Precauzione”, un’iniziativa indetta con lo scopo di indagare dati alla mano sulla gestione pandemica e sulla campagna vaccinale nel nostro Paese, promossa da Massimo Cacciari, Giorgio Agamben, Ugo Mattei e Carlo Freccero. La Commissione è stata presentata nella giornata di ieri tramite una videoconferenza di oltre 10 ore: più di 50 relatori – in buona parte medici e scienziati – hanno infatti lanciato i lavori tramite una diretta che Facebook ha però prontamente oscurato.

Reporters sans frontières lancia l’allarme sulla libertà di informazione in Italia

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Reporters sans frontières (RSF), la nota organizzazione non governativa che promuove e difende la libertà di stampa e di informazione, ha lanciato un allarme sullo stato della stessa in Italia: facendo riferimento alla neo direttrice del TG1 Monica Maggioni, RSF ha criticato tramite un tweet il fatto che nel nostro Paese «la tv pubblica non darà voce a chi mette in discussione la politica vaccinale del governo», sottolineando che «anche durante la pandemia bisogna preservare il pluralismo delle opinioni nei media pubblici». Tali critiche hanno infatti fatto seguito alle dichiarazioni recentemente rilasciate da Monica Maggioni, la quale ha affermato che al TG1 non sarà data voce ai cosiddetti “no vax” precisando che «non tutte le opinioni hanno lo stesso valore».

Parole dunque molto dure, nei confronti delle quali c’era da aspettarsi una reazione da parte di Reporters sans frontières. Infatti, l’organizzazione già la settimana scorsa aveva espresso tramite un articolo la sua preoccupazione sulla libertà di stampa in Italia, affermando che nel nostro Paese ci fosse «una volontà politica di controllare l’informazione» che avrebbe potuto «rimettere in discussione un quadro normativo tradizionalmente solido a tutela della libertà di stampa». In tal senso, RSF aveva citato le parole «dell’influentissimo senatore a vita Mario Monti», che il mese scorso aveva dichiarato: «Nella comunicazione di guerra c’è un dosaggio delle informazioni, che nel caso delle guerre tradizionali è odioso, ma nel caso della pandemia bisogna trovare delle modalità meno democratiche secondo per secondo».

Il già espresso disappunto sulla libertà di informazione in Italia, quindi, è stato poi reso noto in maniera più esplicita tramite il recente tweet sopracitato. Quest’ultimo però non è stato di certo l’unico, in quanto ad esso hanno fatto seguito altri due tweet. Con il primo Reporters sans frontières è tornata a criticare, stavolta in maniera molto più esplicita, le parole di Monti, dicendosi «profondamente preoccupata per la nascente volontà politica di controllare l’informazione». Con il secondo, invece, ha espresso apertamente il suo dissenso nei confronti della Rai, ribadendo: «L’obiettivo legittimo di combattere la disinformazione non può essere perseguito a spese della restrizione del pluralismo dei media e della censura delle opinioni critiche nei confronti del governo».

[di Raffaele De Luca]

È morta la regista Lina Wertmüller

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La grade regista italiana Lina Wertmüller si è spenta nella notte a Roma, all’età di 93 anni. Wertmüller, nata il 14 agosto 1928 nella capitale, aveva firmato film come “Travolti da un insolito destino nell’azzurro mare di agosto”, “Mimì metallurgico” e  “Pasqualino settebellezze”, segnando così la storia della commedia italiana. Proprio grazie a quest’ultimo, poi, si era affermata come la prima donna nella storia ad essere candidata all’Oscar come migliore regista, nel 1977. Nel 2020, inoltre, le era stato assegnato il Premio Oscar alla Carriera.

Afghanistan: la Corte Internazionale non indagherà sui crimini dell’esercito USA

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Lunedì 6 dicembre, Karim Khan, procuratore per l’Afghanistan della Corte Penale Internazionale (CPI – International Criminal Court), ha confermato che le indagini sui crimini di guerra commessi nel paese verranno momentaneamente concentrate esclusivamente sulle azioni dello Stato Islamico nella provincia del Khorasan (Islamic State Khorasan Province – ISKP) e dei talebani; nessuna inchiesta indagherà invece i crimini dei soldati statunitensi né degli alleati di Washington. Khan, ha infatti dichiarato durante una riunione dei paesi membri della CPI che la decisione è stata presa sulla base di “prove”, considerando che i crimini peggiori in termini di gravità, portata ed estensione sarebbero stati commessi da ISKP e talebani.

Le indagini preliminari sui crimini di guerra in Afghanistan da parte della Corte erano iniziate nel 2006. Nel 2019, l’ex procuratore della CPI, Fatou Bensouda, aveva richiesto un’indagine a tutti gli effetti, poiché c’era un “ragionevole” sospetto che sia le truppe statunitensi che i talebani avessero commesso crimini di guerra. In particolare, Bensouda aveva indicato i centri di detenzione segreti gestiti dalla Central Investigation Agency (CIA), come luoghi principali in cui tali crimini erano stati commessi. Un esempio è la prigione amministrata dalla CIA denominata “Salt Pit”, nome in codice Cobalt, a pochi chilometri dall’aeroporto di Kabul. Proprio a Salt Pit, morì di ipotermia nel 2002 Gul Rahman dopo essere stato incatenato a un muro seminudo durante la notte a temperature sotto lo zero. La prigione venne poi “casualmente” data interamente alle fiamme prima della ritirata delle truppe statunitensi da Kabul lo scorso agosto. Tra i crimini di guerra contestati alle truppe statunitensi ci sarebbero inoltre uccisioni sommarie e l’utilizzo “sfrenato” di raid aerei, che avrebbero causato migliaia di morti tra la popolazione civile in Afghanistan. Una lunga scia di sangue che si è protratta fino al momento del ritiro, preceduto da un’ennesima strage di civili

La decisione della CPI di indagare sui crimini commessi dalle truppe americane è stata a lungo oggetto di conflitto. Gli Stati Uniti, che non sono membri dello Statuto di Roma che istituisce il tribunale internazionale, hanno sostenuto che la corte non ha giurisdizione per indagare sulle azioni del governo americano o su quelle delle sue truppe. Il solito discorso: secondo Washington nessuno, tolto i tribunali americani, può indagare la condotta delle truppe a stelle e strisce, nemmeno il tribunale internazionale né, tantomeno, i giudici dei paesi dove le violazioni sarebbero accadute. Addirittura, nel giugno 2020 a seguito di questa polemica, l’ex presidente degli Stati Uniti Donald Trump aveva imposto sanzioni a Fatou Bensouda, predecessore di Khan, e ad altri membri dello staff della CPI. Nonostante i rapporti tra Washington e la CPI siano leggermente migliorati a seguito dell’insediamento dell’amministrazione Biden – che ha revocato le sanzioni contro i membri della corte – gli Stati Uniti continuano ad opporsi alle indagini sull’operato delle sue truppe in Afghanistan.

Per dovere di cronaca va segnalato che presunti crimini di guerra sarebbero stati commessi anche dalle truppe di altri paesi della coalizione. Nel 2019, Panorama, programma investigativo della BBC, aveva evidenziato che uccisioni ingiustificate di civili afgani erano state tenute nascoste dal governo britannico e dai vertici dell’esercito. Mentre nel novembre del 2020, a seguito di un rapporto sull’uccisione di 39 civili e prigionieri afgani, i vertici dell’esercito australiano (Australian Defence Force – ADF) avevano richiesto il licenziamento di 13 soldati delle forze speciali.

Questa vicenda, evidenzia ancora una volta come gli Stati Uniti (e non solo loro), scelgano di evadere le proprie responsabilità a livello internazionale nonostante la propaganda sul rispetto dei diritti umani, della democrazia e della libertà sia il punto cardine della politica estera di Washington. Anche l’utilizzo di sanzioni per mettere a tacere i membri della CPI ha suscitato molto scalpore a livello internazionale, considerando che oltre 120 paesi hanno sottoscritto lo statuto fondatore della corte.

[di Enrico Phelipon]