L’esercito israeliano continua a intensificare gli attacchi sulla Striscia di Gaza, bombardando rifugi per sfollati e schierando sempre più militari. Nella notte, l’aviazione israeliana ha preso di mira l’istituto scolastico Fahmi Al-Jarjawi nella zona di Al-Sahaba, nel quartiere di Al-Daraj, a est di Gaza City, uccidendo almeno 30 persone. In seguito al bombardamento, nella struttura è scoppiato un vasto incendio, che ha bruciato vive alcune delle vittime. Il bombardamento nella capitale arriva in parallelo all’allargamento della campagna terrestre dell’esercito israeliano come conseguenza del lancio dell’operazione Carri di Gedeone, che prevede un allargamento delle operazioni militari su tutta la Striscia nell’ottica di una occupazione militare permanente. Secondo delle indiscrezioni apparse sui media israeliani, riprese da diversi quotidiani del Paese, con l’inizio della nuova settimana le IDF (Forze di Difesa Israeliane) avrebbero annunciato il dispiegamento di tutte le brigate di fanteria e delle unità corazzate dell’esercito permanente nella Striscia di Gaza.
Il bombardamento sulla scuola di Gaza City è avvenuto attorno all’1:33 di oggi, lunedì 26 maggio. La prima stima su danni e vittime è stata data assieme alla notizia del bombardamento, ma i numeri sono stati aggiornati nel corso di tutta la notte e della mattina; è dunque probabile che per ora si tratti di una stima solo parziale. In un aggiornamento notturno uscito circa alle 3, la protezione civile ha annunciato di essere riuscita a contenere le fiamme divampate nella struttura. L’attacco alla scuola è seguito a un altro bombardamento su Gaza City che ha preso di mira un campo con abitazioni e tende per sfollati nei pressi di Thawra Street. Nel frattempo, sono continuati gli attacchi anche a nord: attorno alle 7:40, l’aviazione israeliana ha colpito un edificio a Jabaliya, uccidendo almeno 19 persone.
I sempre più feroci bombardamenti sulla Striscia avvengono in concomitanza con l’intensificazione dell’invasione terrestre. Secondo un articolo uscito sul Times of Israel le IDF avrebbero annunciato il dispiegamento di tutte le truppe di fanteria e delle armate corazzate regolari, in una Striscia già piena di soldati permanenti e riservisti. Prima di questa notizia, riporta il ToI, nella Striscia sarebbero stati presenti «decine di migliaia di soldati» israeliani. La notizia del massiccio dispiegamento di forze israeliane non è verificabile, ma è stata ripresa da gran parte della stampa nazionale, tra cui il noto corrispondente di guerra di Kan News Itay Blumental. Da quanto comunicano le IDF, le operazioni si concentreranno in un primo momento sul Governatorato di Nord Gaza e su quello di Khan Younis, rispettivamente gli attuali confini settentrionale e meridionale delle operazioni militari.
Al presunto annuncio dell’esercito israeliano è oggi seguita un’altra indiscrezione, secondo la quale Israele punterebbe a prendere il controllo effettivo del 75% della Striscia di Gaza nell’arco dei prossimi due mesi. «Quando verrà lanciata la grande offensiva terrestre, la popolazione palestinese verrà spinta in tre piccole zone di Gaza», si legge in una articolo del ToI che avrebbe visto in anteprima il piano delle IDF. «Una nuova “zona sicura” nell’area di Mawasi, sulla costa meridionale della Striscia, dove Israele aveva precedentemente dichiarato una “zona umanitaria”; una striscia di terra a Deir al-Balah e Nuseirat, nella parte centrale di Gaza, dove le IDF non hanno operato con forze di terra; e il centro di Gaza City, dove molti palestinesi sono tornati durante il cessate il fuoco di inizio anno». Da quanto comunicano le IDF, in questo momento l’esercito controllerebbe circa il 40% del territorio. Numeri ben diversi da quelli forniti dalle autorità gazawi, secondo le quali Israele avrebbe ormai nelle sue mani il 77% della Striscia; i numeri forniti dalle autorità palestinesi rispecchierebbero le analisi indipendenti apparse su Associated Press lo scorso aprile, secondo cui Israele controllava circa il 50% della Striscia.
Dall’escalation del 7 ottobre, Israele ha distrutto o danneggiato il 92% delle case (l’ultimo aggiornamento risale a prima del cessate il fuoco del 19 gennaio), l’82% delle terre coltivabili (i dati più recenti sono di ottobre 2024), l’88,5% delle scuole (dato del 25 febbraio 2025) e, in generale, il 69% di tutte le strutture della Striscia (1 dicembre 2024). Il 59% del territorio della Striscia risulta sotto ordine di evacuazione o interdetto ai civili. In totale, l’esercito israeliano ha inoltre ucciso direttamente almeno 53.939 persone, anche se il numero totale dei morti potrebbe superare le centinaia di migliaia, come sostenuto da un articolo della rivista scientifica The Lancet e da una lettera di medici volontari nella Striscia.
L’esistenza di Israele è la conferma che dio non esiste.