L’azienda Kronospan Italia, colosso della lavorazione del legno con stabilimento a San Vito al Tagliamento (Pordenone), ha perso la causa che la vedeva contrapposta a un comitato di cittadini preoccupati dal rischio per la salute pubblica che avrebbe comportato un progetto di espansione produttiva. L’azienda aveva chiesto un risarcimento dei danni per 600.000 euro, ma la corte d’Appello di Trieste, confermando la sentenza di primo grado che aveva riconosciuto il diritto di critica dei cittadini, ha condannato Kronospan a pagare le spese di giudizio per 18.500 euro. «È una sentenza importante», hanno dichiarato le portavoce del comitato, «perché ultimamente ci sono state diverse azioni legali in Friuli Venezia Giulia contro gruppi ambientalisti. E molti gruppi piccoli si sono spaventati per il rischio di subire cause onerose e hanno paura a prendere posizione contro le aziende».
Kronospan ha citato in giudizio due portavoce del comitato Ambiente Bene per le Comunità, chiedendo 600.000 euro per danni immateriali; in aggiunta a ciò, Massimo Cenerella, rappresentante legale di Kronospan Italia, ha chiesto alle due attiviste 100.000 euro di danni a titolo personale. I fatti riguardavano il progetto di ampliamento dello stabilimento di San Vito al Tagliamento, che Kronospan aveva in cantiere in coordinazione con la società Silva; il comitato ABC, mossosi contro l’iniziativa, era accusato di aver diffuso notizie «false e volutamente allarmistiche», di aver accusato Kronospan di essere collusa con i funzionari pubblici e di aver inviato a 45 diverse persone una segnalazione di «possibile notizia di reato», per circostanze successivamente archiviate. Tutte le accuse sono cadute: «L’operato del Comitato e delle sue portavoce deve essere valutato nel contesto nel quale esso si collocava all’epoca e alla luce degli scopi perseguiti dal Comitato stesso», si legge nella sentenza. «Da un lato si sono fatte portavoce della percezione di pericolo da parte della popolazione interessata, dall’altro non può richiedersi in questo contesto una assoluta obiettività, poiché lo scopo dichiaratamente perseguito dall’azione del Comitato era quello di preservare la salute pubblica, ritenuta minacciata dalla nuova opera, anche alla luce dell’inquinamento di fondo già presente nell’area».
[di Dario Lucisano]