Centinaia di Maori hanno iniziato una grande marcia verso la capitale neozelandese, Wellington, per protestare contro un’iniziativa di legge che reinterpreterebbe il Trattato di Waitangi, il documento che da quasi duecento anni definisce le relazioni politiche tra il governo della Nuova Zelanda e la popolazione indigena. Il disegno di legge, introdotto da Associazione Consumatori e Contribuenti (ACT), un partito di minoranza del governo di centro-destra, è stato presentato la prima settimana di novembre e mira a rendere «più chiari, coerenti e specifici i principi del trattato», includendolo di fatto nella legislazione neozelandese e dando al parlamento il potere di ridefinirne i contenuti. Sin dal lancio della proposta, le proteste sono esplose in tutto il Paese e si sono intensificate dopo la decisione di anticipare la discussione di circa due settimane. Gli indigeni hanno così deciso di riunirsi nella parte settentrionale del Paese, a Capo Reinga, da dove marceranno per nove giorni verso sud, tenendo manifestazioni in villaggi e città neozelandesi.
La marcia del popolo Maori verso Wellington è iniziata all’alba di oggi, lunedì 11 novembre, in seguito a una cerimonia svoltasi a Capo Reinga. Sebbene la marcia sia stata lanciata in opposizione al disegno di legge attualmente sotto inchiesta parlamentare, gli organizzatori sperano che essa possa innescare un dibattito più ampio sulla relazione della Nuova Zelanda con i Maori. I manifestanti dovrebbero arrivare mercoledì ad Auckland, la più grande città della Nuova Zelanda, dove è in programma una grande manifestazione per la quale si attendono decine di migliaia di adesioni. In generale, gli organizzatori contano di raggiungere sempre più persone man mano che si spostano per il Paese. L’arrivo a Wellington è previsto per il prossimo martedì. Una serie di proteste era scoppiata già lo scorso giovedì 7 novembre, quando il governo neozelandese aveva deciso di anticipare la discussione della legge di circa due settimane. In quell’occasione i manifestanti si erano concentrati a Auckland, e un piccolo gruppo di indigeni era giunto anche nella stessa Wellington, davanti al palazzo del parlamento.
Il cosiddetto “Trattato sui Principi di legge” sancirebbe un’interpretazione più ristretta delle Carte di Waitangi. Esse sono state firmate nel 1840 e sono rimaste immutate fino al 1975, quando l’allora governo laburista approvò la “legge sul Trattato di Waitangi”. Questa stabiliva che il compito di interpretare i principi del Trattato spettasse al Tribunale di Waitangi, una commissione permanente di inchiesta istituita appositamente. Da allora, il Tribunale e il servizio pubblico hanno gradualmente elaborato questi principi, in modo autonomo rispetto alle istituzioni neozelandesi, rilasciando giudizi perlopiù non vincolanti in merito al loro rispetto da parte della Corona. Al di là delle questioni di merito, il Trattato sui Principi di legge intende inserire il Trattato di Waitangi nella legislazione del Paese, dando al parlamento il potere di cambiarne i principi e togliendo spazio al Tribunale di Waitangi. L’opposizione ha già dichiarato che non appoggerà la riforma e, almeno per ora, anche gli altri due partiti che formano il governo di maggioranza sembrano essere schierati contro ACT.
[di Dario Lucisano]
Cosa c’è dietro? Perchè vogliono esautorare il Tribunale di Waitangi?
Ovviamente se continueranno in una opposizione così da primitivi perderanno, se chiederanno l’abbandono del Fascismo Occidentale per aderire ai Brics, vinceranno.