sabato 7 Dicembre 2024

La reazione dei Paesi Esteri e dei mercati all’elezione di Trump

A nemmeno un giorno dall’annuncio della riconferma del candidato Donald Trump alla Casa Bianca, iniziano già ad arrivare le prime reazioni a caldo di mercati e Paesi esteri. Le felicitazioni sono giunte da tutto il mondo, ma è nei toni che si misurano le aspettative sul prossimo quadriennio statunitense: c’è chi, come Zelensky, ha fatto buon viso a cattivo gioco celebrando la vittoria del tycoon e congratulandosi per la sua «eccezionale campagna», e chi, come la Cina, ha mantenuto un certo distacco, evitando ancora di sbilanciarsi. Concretezza e positività per il vice di Putin, Dmitri Medvedev, che elogia la «qualità di non sperperare» dell’imprenditore, e, come prevedibile, grande festa in casa Netanyahu. Un’analoga ondata di risposte è arrivata dalle grandi aziende e da tutto l’universo della finanza, che hanno parlato nella lingua che più gli si addice: quella dei numeri. In netta crescita il settore petrolifero, l’industria della difesa, il settore finanziario, e in calo le aziende del rinnovabile. Il maggiore balzo in avanti, tuttavia, è stato registrato da Tesla, che ieri ha aperto con un rialzo del 14,5%.

Le reazioni dei grandi leader mondiali alla vittoria di Trump sono arrivate sin da quando stava cominciando a delinearsi la sua vittoria, poco dopo il discorso che ha tenuto ieri davanti ai suoi sostenitori. Uno dei primi a congratularsi con il tycoon è stato il Presidente francese Emmanuel Macron, che ha detto di essere pronto a lavorare con lui come già fatto in precedenza. In generale, le reazioni dei leader europei sono state tutte molto simili: piatti nei toni, la maggior parte dei capi di governo e di Stato ha rilasciato un messaggio d’ufficio di buon augurio, tanto a lui quanto ai futuri rapporti che si creeranno. Analogamente, anche il presidente ucraino Zelensky ha voluto diffondere un messaggio di felicitazioni e speranza in un consolidamento delle relazioni tra Washington e Kiev. Più pragmatica, invece, la linea russa: dopo la notizia della vittoria di Trump, Medvedev ha voluto precisare che egli «ha una qualità che ci è utile, essendo un uomo d’affari fino al midollo, è mortalmente avverso a spendere soldi per tirapiedi e alleati idioti», aggiungendo che, in ogni caso, gli obiettivi della guerra in Ucraina «restano invariati e saranno raggiunti».

Le dichiarazioni più emblematiche sono però arrivate da Cina e Israele. La portavoce del ministero degli esteri cinese ha dichiarato che il Paese continuerà a «affrontare e gestire le relazioni tra Cina e Stati Uniti sulla base dei principi del rispetto reciproco e della coesistenza pacifica»; è stata, insomma, misurata, come di consueto, la risposta di Pechino, che già durante il primo mandato di Trump aveva assistito a un’intensificazione della guerra commerciale con gli USA, in seguito ai dazi imposti nel quadriennio 2017-2020. I più importanti membri di spicco del governo Netanyahu, invece, hanno celebrato vistosamente l’elezione di Trump. Netanyahu ha definito quello del presidente repubblicano «il più grande ritorno della storia», mentre il ministro delle Finanze Bezalel Smotrich si è lasciato andare in un sollevato «Dio benedica l’America». In Italia, grande entusiasmo da Salvini, e auguri più istituzionali dagli altri esponenti del governo Meloni e Tajani, così come dal leader del Movimento 5 Stelle Giuseppe Conte. Auguri conditi da un’ammissione di sconfitta da parte di Renzi, e riflessioni circa la criticità della vittoria di Trump da Calenda, +Europa, PD, e AVS.

Il trionfo di Trump non ha suscitato una reazione solo nei leader mondiali. A parlare, sebbene non a parole, sono stati anche i mercati, che hanno visto un generale rialzo in tutti quei settori a cui ci si aspetta che Trump rivolga maggiori attenzioni. Ieri, le grandi aziende dell’energia da idrocarburi Exxon Mobil e Chevron hanno aperto entrambe con un balzo superiore al 4%, mentre sono schizzati rispettivamente di circa l’8% e il 10% gli istituti finanziari Goldman Sachs e JP Morgan. Cresce l’industria della difesa, specialmente Lockheed Martin, che ieri ha aperto con un +4,69% e chiuso con un +2,4%. Aumenta anche il valore di Bitcoin, che per la prima volta nella storia ha superato la soglia di 75.000 dollari, e si rafforza il dollaro su yen, franco, ed euro. Dall’altro lato della medaglia, si registra un calo nelle varie aziende del rinnovabile. First Solar, la più grande azienda produttrice di pannelli solari al mondo, ha perso il 18,4% nelle ultime 24 ore, mentre NextEra Energy, una delle principali compagnie statunitensi nel settore del rinnovabile, è calata del 4,13%. Molti analisti ritengono che anche il mercato delle obbligazioni subirà un contraccolpo.

Queste prime tendenze di mercato rispecchiano appieno il programma economico di Trump, che ha più volte mostrato che punterà su tagli alle tasse, maggiori tariffe sui prodotti di importazione e più deregolamentazione. Anche le reazioni dei leader mondiali rispecchiano le aspettative che in tanti si erano dati. Zelensky dipende dagli USA, e non può che provare a stare vicino a qualsiasi leader il popolo statunitense scelga come propria guida, mentre la Russia conosce la politica dura di Trump e sa che il tycoon ha fatto della critica agli investimenti democratici un argomento di campagna elettorale. Anche se non si può ancora prevedere come cambieranno le cose sul fronte ucraino, le reazioni dei principali contendenti non si allontanano da quanto ci si poteva immaginare. L’istituzionalità europea è a tratti dovuta, un po’ perché tradizione, un po’ perché dopo le varie dichiarazioni di Trump relative al potenziale aumento dei dazi commerciali, è certamente meglio non inimicarsi subito chi finirà per avere tra le proprie mani una buona fetta del commercio comunitario verso l’estero.

[di Dario Lucisano]

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