lunedì 17 Giugno 2024

Israele, nuovo massacro di civili a Rafah: almeno 40 morti, molti bruciati vivi

Ieri, dopo il bombardamento rivendicato dalle brigate di Al Qassam – il braccio armato di Hamas – con il quale la resistenza palestinese ha colpito Tel Aviv e le città israeliane di Petah Tikva, Herzliya, e Ramat Hasharon, Israele non ha fatto attendere la propria brutale risposta: nella sera, infatti, lo Stato ebraico ha scagliato 8 missili su un campo per gli sfollati nell’area nordoccidentale della città di Rafah recentemente istituito vicino a un magazzino dell’UNRWA, radendo al suolo gli insediamenti e causando almeno 40 vittime, molte delle quali arse vive. Sul web girano numerosi video che ritraggono scene di efferata violenza, tra persone carbonizzate e bambini decapitati. Durante l’attacco, questi stessi video sono stati cancellati a più riprese, e i profili social dei giornalisti e dei canali di informazione che condividevano in tempo reale le immagini della cruda aggressione sono stati momentaneamente oscurati. I bombardamenti di ieri si collocano all’interno della maxi-operazione di assalto a Rafah cominciata a inizio maggio, e vanno contro la richiesta di fermare l’invasione avanzata a Israele dalla Corte Internazionale di Giustizia.

Gli 8 missili lanciati dallo Stato ebraico hanno iniziato ad abbattersi sul campo attorno alle 20.20 di ieri sera. Nello specifico a venire bersagliato è stato il campo profughi di Tal Al-Sultan, vicino a dei magazzini dell’UNRWA. A ora, come riportato dall’agenzia di stampa ufficiale palestinese Wafa le vittime registrate sarebbero almeno 40, “principalmente donne e bambini” ma sembrano destinate a crescere. Come sottolinea la Mezzaluna rossa palestinese, il campo era stato dichiarato dallo stesso Stato di Israele come “area umanitaria“, tanto che i civili erano stati spinti a trasferirvisi. Secondo l’agenzia di stampa palestinese Quds News Network, inoltre, l’attacco sarebbe avvenuto poche ore dopo l’approvazione in prima lettura di una mozione che farebbe rientrare la stessa UNRWA tra le organizzazioni terroristiche riconosciute come tali da Israele. Il sito della Knesset il Parlamento monocamerale israeliano – tuttavia, è inaccessibile da giorni, e risulta impossibile verificare la notizia; a ieri il Jerusalem Post confermava l’imminenza di un voto, senza tuttavia riportarne l’esito.

Il bombardamento a tappeto che ha raso al suolo il campo profughi di Tal Al-Sultan rientra nella tanto discussa operazione su Rafah con la quale Israele dice di volere eradicare la presenza di Hamas sul territorio. L’indiscriminazione con la quale Tel Aviv colpisce i civili, tuttavia, ha spinto la Corte Internazionale di Giustizia a esprimersi in merito, e a ordinare a Israele di fermare l’assalto e a iniziare a tutelare davvero la popolazione palestinese. Lo Stato ebraico, di tutta risposta, appena terminata l’udienza, ha iniziato a intensificare i bombardamenti sulla città. A oggi, 234esimo giorno dall’escalation del 7 ottobre, Israele ha ucciso almeno 35.984 persone, e ne ha ferite almeno altre 80.643. Gli sfollati interni sarebbero 1,7 milioni di cui 815.000 solo a Rafah.

[di Dario Lucisano]

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