sabato 27 Aprile 2024

Nonostante le proteste degli agricoltori, l’Ue approva la Legge sul ripristino della natura

Nonostante le impetuose e partecipate proteste degli agricoltori in tutta Europa che si susseguono ormai da gennaio, il Parlamento europeo ha adottato ieri ufficialmente la prima Legge sul Ripristino della Natura con 329 voti favorevoli, 275 contrari e 24 astensioni. La Legge, che prevede di ripristinare almeno il 20% degli ecosistemi terrestri e marini degradati dell’UE entro il 2030 e il ripristino quasi totale entro il 2050, è stata sostenuta da tutto l’arco di centrosinistra del Parlamento europeo, mentre è stata osteggiata dai partiti conservatori, in particolare dal PPE (Partito Popolare europeo), all’interno del quale solo 25 eurodeputati su un totale complessivo di 177 hanno votato a favore della norma. Quest’ultima costituisce un pilastro importante per conseguire gli obiettivi del Green Deal europeo sulla riduzione delle emissioni di gas serra entro il 2030 e il loro azzeramento entro il 2050. Tuttavia, gli agricoltori vedono nella normativa appena approvata, nel Green Deal e nella PAC (Politica agricola europea) una minaccia al loro sostentamento e alla stessa agricoltura: lunedì centinaia di trattori si sono riversati a Bruxelles bloccando le strade della città e tentando di sfondare i posti di blocco della polizia vicino al quartier generale della Commissione europea. Altre proteste si sono verificate anche in Spagna e in Polonia.

Per quanto riguarda gli ecosistemi agricoli, la Legge sul Ripristino della Natura prevede di aumentare la percentuale di superficie agricola con elementi caratteristici del paesaggio con elevata diversità, lo stock di carbonio organico nei terreni minerali coltivati e di adottare misure per migliorare l’indice dell’avifauna e delle farfalle comuni, oltre a ridurre l’uso dei prodotti fitosanitari chimici. Inoltre, impone anche di ripristinare almeno il 30% delle torbiere drenate entro il 2030 (almeno un quarto dovrà essere riumidificato), il 40% entro il 2040 e il 50% entro il 2050 (con almeno un terzo riumidificato), poiché le torbiere sono una delle soluzioni più economiche per ridurre le emissioni nel settore agricolo. Tuttavia, queste norme – in particolare quella sulle torbiere – per gli agricoltori implicano anche la riduzione dei terreni coltivabili e quindi una riduzione della produzione che comporterebbe, allo stesso tempo, un aumento dei costi del cibo e un significativo aumento delle importazioni di prodotti dall’estero. Si tratta di uno dei tanti punti contestati dai lavoratori del mondo agricolo: l’importazione di prodotti agroalimentari da Paesi che non prevedono le rigide normative ambientali imposte da Bruxelles, infatti, rappresenta una forma di concorrenza sleale a danno dei coltivatori europei. Per queste ragioni, la Legge prevede anche un freno di emergenza che, in circostanze eccezionali, consentirà di sospendere gli obiettivi relativi agli ecosistemi agricoli qualora questi obiettivi riducano la superficie coltivata al punto da compromettere la produzione alimentare e renderla inadeguata ai consumi dell’UE. Per quanto riguarda gli altri ecosistemi, il testo prevede il ripristino di almeno 25.000 km di fiumi, trasformandoli in fiumi a scorrimento libero e la piantagione di tre miliardi di alberi.

Un altro aspetto contestato dagli agricoltori è l’eccessivo carico burocratico per poter svolgere il loro lavoro e ottenere i sussidi europei: è uno dei motivi per cui, stando alle dichiarazioni di alcuni eurodeputati, il PPE ha votato contro la Legge. «Non vogliamo nuove e maggiori forme di burocrazia e obblighi di rendicontazione per gli agricoltori […] Lasciate che gli agricoltori coltivino», ha asserito Siegfried Mureșan, un eurodeputato rumeno del gruppo conservatore. Secondo il capo dei PPE, Manfred Weber, invece, la legge è stata «redatta male». «Il gruppo PPE è pienamente impegnato sul cambiamento climatico e anche sugli obiettivi di biodiversità concordati anche a livello internazionale, ma questa legge non risponde a questi problemi», ha affermato ai giornalisti a Strasburgo.

In seguito alle rimostranze, agli inizi di febbraio, la Commissione europea era andata incontro alle richieste degli agricoltori: Ursula von der Leyen, nel suo discorso al Parlamento di Strasburgo, aveva annunciato il ritiro della proposta legislativa sulla riduzione dell’uso dei pesticidi aprendo anche a nuovi sussidi pubblici per chi lavora nelle campagne. Tuttavia, con l’approvazione della Legge sul Ripristino della Natura sembra che Bruxelles abbia rapidamente fatto marcia indietro abbandonando le aperture concesse agli agricoltori, e rendendo quindi più difficile la “transizione verde”, in mancanza di un adeguato sostegno economico e di una semplificazione burocratica che renda progressivamente attuabili gli ambiziosi obiettivi ambientali dell’UE.

[di Giorgia Audiello]

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14 Commenti

  1. Credo che sia importante ridurre l’impatto ambientale dell’agricoltura, ma credo anche che per realizzare una vera transizione ecologica, bisogna collaborare con gli agricoltori per trovare soluzioni che si prendano cura anche delle necessità di chi lavora la terra tutti i giorni, altrimenti si rischia di imporre nuovi regolamenti, senza preoccuparsi delle conseguenze che potranno avere su chi li dovrà seguire. Per cui ben venga la riduzione di pesticidi, cosa di cui sono totalmente d’accordo, ma contemporaneamente credo sia importante intervenire per supportare i contadini con leggi e incentivi per non fare pesare tutto questo sulle loro spalle.

  2. 1- non ci sono leggi europee che ti obbligano a fare agricoltura biologica
    2- quando ho premesso ‘con tutte le contraddizioni del caso’ alludevo proprio alla concorrenza sleale dai paesi terzi. Eventuali dazi sarebbero più che auspicabili a parere mio.
    3- io abito in Pianura Padana, in un paese dove ci sono più bovini che abitanti e molti e molti più maiali che abitanti, sai che per vedere il cielo azzurro devo aspettare la pioggia e che oramai a volte devo aspettarla per dei mesi?
    Ti sembra normale? Vogliamo continuare su questa strada? Io proprio NO! Grazie!

    • Io abito in Sicilia, in aperta campagna e il cielo azzurro e il mare azzurro li vedo ogni giorno. Se hai letto l’articolo la UE vuole imporre una serie di misure tra cui una è la diminuzione massiccia di pesticidi, e questo significa passare all’agricoltura biologica con costi almeno TRIPLICATI. Anche a me piacerebbe non sentire da casa mia l’odore degli antiparassitari sparati in aria in immense estensioni di terreno dai trattori ma poi devi dare a questi agricoltori la possibilità di concorrere ad ARMI PARI non di importare senza dazi prodotti agricoli da Paese Extra-UE che dell’ambiente se ne fottono, altrimenti l’agricoltore europeo PUO’ CHIUDERE. Per finire presumo che l’inquinamento che avete in Pianura Padana dipenda molto più dalle FABBRICHE che dall’agricoltura!

  3. Io l’estinzione dell’uomo la pretendo!! Cosa ci stiamo a fare su questo pianeta se tutto quello che facciamo e a discapito di qualcosa Di cosa discutiamo se non conosciamo minimamente le realtà di chi deve lavorare con un marea di divieti che sono a dir poco indecifrabili e poi vediamo tutta quella merce buttata nella spazatura dalla filiera della grande distribuzione a favore di qualche centesimo risparmiato su prodotti coltivati chissa dove è chissa come. Gli agricoltori protestano perché lavorano ogni giorno per nutrire gente che fosse per me la farei morire di fame, tanto è ignorante e incapace di governarci.

    • Capisco che a volte si parli per estremizzazione dei concetti, ma in commenti come questo (piuttosto frequenti per la verità) in cui si auspica l’estinzione dell’umanità non posso mai fare a meno di notare l’evidente incongruenza.

    • Hai una LONTANA IDEA della differenza tra agricoltura con antiparassitari e agricoltura biologica? Se tu fai agricoltura biologica contro i parassiti devi utilizzare l’ANTAGONISTA ovvero quell’animale per cui il parassita è la preda (per le formiche il formichiere tanto per fare un esempio). Con costi ENORMI. Che mi può anche stare bene purchè la UE metta dei dazi sui prodotti agricoli importati da Paesi Extra-UE, che invece continuano ad usare antiparassitari chimici. Mentre oggi NON vi sono dazi quindi se io agricoltore europeo devo fare solo agricoltura BIOLOGICA non potrò MAI vendere i miei prodotti contro chi fa agricoltura chimica con costi DECISAMENTE INFERIORI ai miei!!!

      • 1- non ci sono leggi europee che ti obbligano a fare agricoltura biologica
        2- quando ho premesso ‘con tutte le contraddizioni del caso’ alludevo proprio alla concorrenza sleale dai paesi terzi. Eventuali dazi sarebbero più che auspicabili a parere mio.
        3- io abito in Pianura Padana, in un paese dove ci sono più bovini che abitanti e molti e molti più maiali che abitanti, sai che per vedere il cielo azzurro devo aspettare la pioggia e che oramai a volte devo aspettarla per dei mesi?
        Ti sembra normale? Vogliamo continuare su questa strada? Io proprio NO! Grazie!

        • Ti sei chiesto perché si è arrivati a questo? Dal dibattito emerge un forte individualismo ognuno pensa al proprio orticello, senza tenere conto che nell’era del cosiddetto benessere mangiamo anche 5 volte al giorno e che produrre tutto questo cibo e trasportarlo produce inquinamento, guadagnare i soldi per comprarlo produce inquinamento e adesso è solo colpa degli agricoltori, questi estremismi nel colpevolizzare, non li reggo mentalmente una riflessione da parte di tutti è doverosa siamo tutti colpevoli allo stesso modo e sarebbe il caso di prendere atto, invece che dare la colpa a qualcun’altro.

  4. Per far fronte ai problemi posti dai contadini bisognerebbe secondo me, prima di tutto abolire i supermercati. Questi costringono i produttori a produrre in fretta la quantità richiesta. Quindi a scapito della qualita’. Bisognerebbe stimolare i mercati rionali dove ogni giorno i contadini portano le merci prodotte. Ma allo stesso tempo bisognerebbe espropriare le grandi distese di terreno destinate alla monocoltura e consegnare ai contadini la gestione del terreno per produrre cio’ di cui la popolazione ha bisogno. La produzione in piccolo da una famiglia contadina e’ piu’ produttiva della produzione fatta con mezzi industriali. con la differenza che con la piccola produzione i contadino vivono bene e la popolazione si nutre senza veleni, mentre quella industriale serve per arricchire pochi a scapito di tutti e di tutto

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