giovedì 2 Maggio 2024

“Palestina libera”: piazze piene in tutta Italia, ma i media si voltano dall’altra parte

Lo scorso week end in tutta Italia le piazze si sono riempite di decine di migliaia di persone che chiedevano la fine dell’aggressione militare di Israele contro Gaza e dell’occupazione della Palestina. Da Milano a Catania, passando per Torino, Bologna, Brescia, Roma, Napoli, Ancona e tantissime altre città, la popolazione ha urlato forte il proprio dissenso, chiedendo all’Italia e alla comunità internazionale di fermare il genocidio in atto nella Striscia di Gaza. Nonostante l’enorme portata del fenomeno, che dà voce a una parte di popolazione tutt’altro che marginale, gli eventi sembrano essere misteriosamente sfuggiti alla stragrande maggioranza dei quotidiani italiani.

 A Torino, alle 14 di domenica 22 ottobre, oltre 3 mila persone si sono date appuntamento in piazza Crispi per dar vita a un corteo che ha marciato pacificamente per le strade della città verso il centro, portando bandiere che recavano la scritta “I popoli hanno diritto alla lotta – Palestina libera!” e “L’ultimo giorno di occupazione sarà il primo di pace”, scandendo a gran voce lo slogan “Free Free Palestine”. Nelle stesse ore, a Bologna, diverse migliaia di persone hanno percorso la città da piazza dell’Unità fino a piazza Maggiore, chiedendo lo stop immediato ai bombardamenti a Gaza e l’ingresso degli aiuti umanitari nella Striscia, oltre alla fine dell’occupazione dei territori da parte di Israele. “È necessario continuare a mantenere viva l’attenzione sulla Palestina, anche al di là di momenti tragici come questo, e contrastare costantemente la narrativa filo-israeliana dei media maistream e di gran parte della politica che dipinge tutti i palestinesi come terroristi e li disumanizza per giustificare i crimini di guerra e contro l’umanità di Israele” ha scritto il Coordinamento della Campagna BDS (Boicottaggio, Disinvestimento e Sanzioni verso Israele) di Bologna, tra gli organizzatori della manifestazione. Stessa cosa a Catania, dove al corteo hanno preso parte anche il Comitato No MUOS/No Sigonella e altre realtà antimilitariste e pacifiste – come accaduto anche al corteo per la Palestina a Cagliari, svoltosi sabato. Ad Ancona i cittadini hanno sfilato per le strade per la seconda volta in pochi giorni, mentre sabato il sit-in per la Palestina organizzato in piazza Vittorio, a Roma, si è trasformato in un corteo che,  marciando dietro a un enorme striscione recante la scritta “Contro l’apartheid Palestina libera”, ha raggiunto piazzale Aldo Moro. A Firenze, poi, svolgerà oggi una “fiaccolata della pace” che vedrà la partecipazione tanto della comunità musulmana quanto di quella ebraica.

Quelle elencate sono solamente alcune delle manifestazioni che si sono svolte in tutta Italia (alle quali si aggiungono i cortei che si sono svolti in moltissime tra le principali città d’Europa) e che hanno visto una fortissima partecipazione anche delle comunità arabe locali, che dimostrano come un’ampia porzione della popolazione civile sia fortemente contraria tanto all’aggressione militare israeliana in corso, quanto all’occupazione dei Territori palestinesi, che si protrae da 75 anni nella connivenza della comunità internazionale. Una tale partecipazione per una questione non riguardante problematiche interne al Paese non si registrava da tantissimo tempo. D’altro canto, sono ormai quasi 5 mila i morti accertati nella Striscia di Gaza a seguito dei bombardamenti israeliani, dei quali quasi 2 mila sono bambini. È tuttavia probabile che i numeri siano fortemente sottostimati, dato l’altissimo numero di corpi che si trova ancora intrappolato sotto le macerie degli edifici bombardati.

I media italiani, stranamente, sembrano ignorare del tutto queste forme di dissenso. O, quando se ne accorgono, sembrano propendere per una lettura piegata su posizioni violente e anti-semite, distorcendo del tutto il senso della manifestazione.

[di Valeria Casolaro]

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3 Commenti

  1. I media significa la 7 degli Ebrei, Mediaset di Berlusconi e le Reti Rai della Meloni, questa è l’Italia post fascista, come un serbatoio d’acqua in una nave durante la Tempesta che finisce sempre dalla parte sbagliata senza freni, portando al naufragio.

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