lunedì 14 Ottobre 2024

Brasile, sentenza della Corte Suprema Elettorale: Bolsonaro non potrà ricandidarsi per 8 anni

L’ex presidente brasiliano Jair Bolsonaro è stato escluso dalla candidatura fino al 2030 dopo che venerdì una giuria della Corte Suprema Elettorale ha concluso che ha abusato del suo potere e ha sollevato dubbi infondati sul sistema di voto elettronico del paese. La decisione sconvolge il futuro politico del 68enne e, secondo il professore di scienze politiche Carlos Melo, probabilmente cancella ogni possibilità di riconquistare il potere. Bolsonaro ha definito la sentenza un attacco alla democrazia, denunciando che il processo fosse politicamente motivato. Tra i cinque magistrati favorevoli alla condanna, due hanno ricevuto l’incarico dal politico rivale Lula e uno ha intrapreso azioni legali non indifferenti contro l’ex presidente. Ora Bolsonaro potrà fare appello alla Corte Suprema Federale. Nella Corte Suprema però ci sono anche alcuni dei giudici già membri della Corte Elettorale e protagonisti di questa decisione.

Cinque giudici della Corte Suprema Elettorale hanno convenuto che Bolsonaro ha utilizzato i canali di comunicazione del governo per promuovere disinformazione e seminare sfiducia nei confronti del voto. Il caso si è concentrato su un incontro del 18 luglio 2022. Bolsonaro ha utilizzato il personale del governo, il canale della televisione di Stato e il palazzo presidenziale di Brasilia per dire agli ambasciatori stranieri che il sistema di voto elettronico del paese era stato truccato. Il metodo elettronico è applicato in Brasile dal 1996 e le autorità non hanno mai trovato prove di frodi diffuse. Secondo Carlos Melo, professore di scienze politiche all’Università Isper di San Paolo, “dopo questa decisione cercherà di restare fuori dal carcere. Eleggerà alcuni dei suoi alleati per mantenere il suo capitale politico, ma è molto improbabile che possa mai tornare alla presidenza”.

La Corte Elettorale Superiore (o Tribunale Superiore Elettorale, TSE) è il più alto organo della giustizia elettorale brasiliana, che comprende anche una Corte elettorale regionale in ciascuno dei 26 stati e il Tribunale federale Distretto del paese. La composizione del TSE è regolata dall’articolo 119 della Costituzione del Brasile, che stabilisce che il tribunale sia composto da sette membri. Tre di loro vengono eletti con voto segreto tra i giudici della Corte Suprema Federale (STF) e altri due giudici saranno eletti con voto segreto tra i giudici della Corte Superiore di Giustizia. I restanti due vengono nominati dal Presidente del Brasile tra sei avvocati di notevole cultura giuridica e buona reputazione morale nominati dalla STF.

Parlando ai giornalisti, l’ex presidente ha definito la sentenza un attacco alla democrazia brasiliana e si è lamentato del fatto che il processo fosse iniquo e politicamente motivato. “Parleremo con gli avvocati. La vita va avanti. È un momento piuttosto difficile”. Ciò a cui Bolsonaro si riferisce è, probabilmente, la storia politica dei giudici che hanno votato a favore della condanna. La vicepresidente del Tribunale Superiore Elettorale, che ha espresso il voto decisivo del 4 a 1, è Cármen Lúcia, nominata nel 2006 dal presidente rivale Lula da Silva alla carica di ministro della Corte Suprema e per la prima volta ministro del Tribunale Superiore elettorale nel 2009, sempre durante il governo Lula. Gli altri magistrati a favore sono Benedito Gonçalves, Floriano Marques (nominato il 24 maggio 2023 sempre da Lula), Andrè Ramos Tavares (nominato durante il governo Bolsonaro a maggio 2022) e Alexandre de Moraes, magistrato conservatore che si è distinto per aver avviato diverse indagini sull’ex presidente e per aver appoggiato l’arresto di alcuni suoi principali alleati. Il 20 agosto 2021 Bolsonaro aveva persino presentato una richiesta di rimozione di Moraes dal Tribunale Federale, richiesta respinta e ritenuta infondata dal Senato. I due giudici contrari alla decisione invece sono Raul Araújo (entrato nella Corte nel 2020 durante il governo Bolsonaro) e Nunes Marques (nella Corte dal 2011 e nominato alla Corte Suprema Federale da Bolsonaro nel 2020). L’ex presidente potrà ora presentare appello alla Corte Suprema. Nella Corte però, ci sono 3 magistrati che hanno già preso posizione nella Corte Elettorale, ovvero Cármen Lúcia, Alexandre de Moraes e Nunes Marques.

[di Roberto Demaio]

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1 commento

  1. A prescindere dalla vicenda Bolsonaro rimarrò sempre TOTALMENTE CONTRARIO AL VOTO ELETTRONICO. Volete sapere perchè? Immaginate che ina una famiglia un tizio muore (il giorno prima o il giorno stesso delle elezioni) ovvero non è più in condizioni di intendere o di volere, per i familiari sarà un giochetto votare AL POSTO SUO. Ah le password? Ma lo sapete quanti profili di Facebook di DEFUNTI sono aperti e i familiari vi continuano a pubblicare da subito dopo il decesso?

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