martedì 16 Aprile 2024

Milano soffoca nello smog? Il Comune abbatte 67 alberi per fare posto ad altro cemento

Nella tanto inquinata quanto autodichiaratosi “verde” Milano, una quercia secolare e altri 67 alberi hanno dovuto lasciare il posto ai cantieri per lo sviluppo del campus universitario del Politecnico. Nuovo cemento quindi in una delle città con la peggior qualità dell’aria della Penisola e con una quantità di verde urbano pari a 17,8 metri quadrati a fronte di una media italiana di 33,8. L’abbattimento, denunciato dal Comitato La Goccia, rappresenta l’inizio della trasformazione, in coerenza con il progetto di Renzo Piano, di un luogo difeso e amato dai cittadini. L’intervento dell’archistar prevede la realizzazione di venti nuovi edifici di 4 piani e di 16 metri di altezza, per un totale di circa 105.000 metri quadrati. 24 ettari di bosco verranno risparmiati: attualmente però sono oltre 40. «L’immagine della Quercia abbattuta – scrive il comitato condannando l’abbattimento dell’emblematico esemplare arboreo – è il segno visibile di una logica di sviluppo incentrata sul cemento e sul consumo di suolo, che da troppo tempo cancella il verde dai luoghi che abitiamo e che continua a devastare quel poco che è sopravvissuto a Milano. L’unica speranza è che questa immagine serva a rilanciare con grande forza la voce e l’impegno di chi, come noi, mira ad immaginare un rapporto differente con la natura, anche in città, e si oppone al greenwashing».

La quercia secolare abbattuta nel Parco milanese de La Goccia (Fonte: parcogoccia.com).

Il Comitato La Goccia, costituitosi nel 2012, racchiude un gruppo di cittadini determinati a difendere il bosco urbano omonimo, così chiamato per la peculiare forma dovuta ai tracciati ferroviari che lo circondano completamente. Per il momento, stiamo parlando di 42 ettari di bosco spontaneo situati nel quartiere Bovisa. Oltre 16.000 alberi ad alto fusto che dominano un’area verde come poche nel tessuto urbano del capoluogo lombardo. Ciononostante, il settore è sotto costante minaccia di cementificazione da parte del sindaco progressista Beppe Sala. Minacce che, tra l’altro, si sono già concretizzate. Gli abbattimenti di questi giorni sono infatti solo l’inizio: più della metà dell’attuale bosco verrà rasa al suolo per lasciare il passo al moderno campus del Politecnico di Milano. “Scuole Civiche, connesse da viali alberati pedonali in un mix di funzioni che ne faranno un quartiere vivo – scrive l’amministrazione riguardo al progetto – un grande asse ciclo pedonale a sud, tra gasometri e il campus Lambruschini, unirà le 2 stazioni, Bovisa e Villapizzone, che saranno rinnovate ed interconnesse all’intero Campus”.

Al di là delle belle parole, si tratta però dell’ennesimo scempio ecologico a discapito di una natura già altamente sotto pressione. Il tutto poi in un contesto già di per sé estremamente delicato in termini di impatto sulla salute pubblica. Milano è infatti, dopo Torino, la seconda città più inquinata d’Italia per polveri sottili PM10. Con ben 84 giorni di sforamento dei limiti di concentrazione di tale inquinante nell’aria nel 2022, la metropoli lombarda si è quindi di nuovo confermata nel triste podio della contaminazione atmosferica. Preservare ogni centimetro di verde dovrebbe pertanto essere un obbligo morale. Perché, anche laddove vi sia la necessità di dar vita a nuove infrastrutture o servizi, nulla giustifica il non ricorrere alla riqualificazione di aree dismesse già artificializzate. In questo senso, soprattutto poi se si considerano anche i dati relativi al consumo di suolo. Milano, con altri 19 ettari permeabili persi nel 2021, è anche la terza città italiana in termini di nuove colate di cemento. E la Lombardia, la prima regione dello Stivale. Dati che, sebbene raccolti e diffusi allo scopo di correggere il tiro, a quanto pare servono solo ad evidenziare la negligenza e l’ipocrisia della politica. Ai cittadini, intanto, non resta che commemorare gli alberi abbattuti: lo scorso sabato, in Piazza della Scala a Milano, si è tenuto un requiem per la quercia centenaria e gli altri 67 esemplari arborei.

[di Simone Valeri]

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