giovedì 18 Aprile 2024

Una vita da artista

Artista. Che brutta parola! Nell’uso comune ha un’accezione negativa. In Italia è sinonimo di “personaggio che non ha voglia di lavorare”. Ma se un artista vuole emergere e soprattutto vuole vivere della propria Arte, nel nostro paese è costretto a fare i salti mortali. Vuol dire impegnarsi nella propria passione 24/7. Ventiquattro ore al giorno per tutta la settimana. Non esistono orari o feste comandate. In qualsiasi momento l’ispirazione si presenti, un artista sa che non può lasciarsela scappare. Deve passare all’azione immediatamente, prima che l’idea voli verso chi gli dedicherà l’attenzione che merita.

Ma li hai visti come si vestono? Spesso hanno l’aria trasandata, lo sguardo sognante. Sembra che vivano in un altro mondo. In effetti vivono su altre dimensioni. Da quando sono diventato papà è una fatica enorme rimbalzare da uno stato creativo alla massima lucidità e attenzione che la vita familiare richiede. Per fortuna non fumo più le canne! Ma restano comunque universi paralleli ingestibili contemporaneamente. Una Partita I.V.A., le tasse, le bollette, la spesa, niente hanno a che vedere con la fantastica vita di un artista completamente immerso nel suo universo creativo. Anzi, essere preso dai doveri quotidiani e le spese mensili mi inchioda al mondo reale, dove spazio per sognare non ce n’è. Non parlo dell’Amore infinito che provo per la mia famiglia, appartiene al mondo dell’Arte e della bellezza che devi saper coltivare. Parlo della burocrazia implicita al far parte di questa società che per un artista diventa un dedalo di vicoli in cui è facile perdersi.

Un artista per creare ha bisogno di staccare i piedi dal suolo. In un istante puoi venire rapito da un volo che non sai dove ti porta. Molti, addirittura, decidono di non posare più i piedi per terra. Ci vuole una bella dose di sensibilità. Chi è più materiale vive incollato alla realtà, crede solo a ciò che può toccare con mano. Un animo più sensibile preferisce sorvolare su futili questioni quotidiane, non è interessato alle idee che riempiono la vita dei babbani, vuole spingersi verso territori inesplorati. É difficile da spiegare, scavi così a fondo nel tuo animo da prendere il volo e librarti nell’aria, sembra un controsenso, lo so. Quando un’emozione investe un creativo ha a che fare con un animo curioso che non si fermerà alle prime impressioni. La studierà da ogni angolazione. Cercherà frasi, colori, tele, materiali, che raccontano quell’emozione per tradurla sul piano della realtà. Cosicché chi è meno sensibile la possa vedere, toccare, ascoltare. Non riuscirà mai a riportarla esattamente come l’aveva immaginata e questa è l’eterna frustrazione di noi artisti. La musica poi è la più eterea delle Arti, la più elevata. Perfino l’architettura o l’Arte della scultura vengono considerate musica congelata, scolpita nel tempo.

Quello sguardo sognante e un po’ assente, l’aria trasandata, sono segnali che ci stiamo muovendo su altre dimensioni, siamo in cerca di risposte. Intercettiamo nuovi trend, offriamo nuovi punti di vista, analizziamo l’intimo più profondo del genere umano per raccontarlo, sviscerarlo. Questi sono i principali motivi per cui un artista andrebbe valorizzato e supportato nella società moderna così poco attenta al proprio lato interiore.

L’animo profondamente maschile che caratterizza i tempi che stiamo vivendo si rivela nella musica che il mercato propone. É un’epoca in cui l’immagine conta più della musica che produci. Ciò che si vede conta più di ciò che si ascolta o percepisce. Il fine ultimo è poter ammassare più beni materiali possibili, il messaggio non è neanche così velato, anzi spudoratamente sbandierato. Le donne devono tirare fuori i cojones in un mondo che non venera il proprio lato femminile come dovrebbe. L’iperbole della tecnologia è in piena accelerazione e stiamo vivendo tempi di cambiamento tutt’altro che semplici. Soffiano forti venti di cambiamento, nessuno sa dove ci porteranno, ed è fondamentale mantenere un proprio equilibrio.

Con l’avvento dell’era digitale molte professioni sono sparite ed è una tendenza in forte aumento. Grazie al web stiamo scoprendo nuove ed infinite possibilità, nuove figure professionali nascono ogni giorno. Nel giro dei prossimi dieci anni il mondo verrà totalmente stravolto. Siamo entrati nell’era del Web3… già da un po’… e come ogni novità ce la stiamo perdendo. L’Italia risponde sempre barricandosi in vecchie sicurezze, con l’unico risultato di rimanere una piccola fortezza esclusa dall’evoluzione verso cui il resto del pianeta si sta muovendo. Non permettere agli italiani di usufruire di Chat GPT ci ha riportato in un istante indietro di dieci anni rispetto al resto del mondo. La SIAE che taglia fuori la nostra musica dai social per questioni economiche di un accordo non raggiunto, crea un danno incalcolabile ad artisti che dovrebbe tutelare. Siamo un paese che ha difficoltà a rapportarsi con le nuove tecnologie.

Tutta questa incertezza che si respira nel mondo del lavoro per gli artisti non è affatto una novità, siamo abituati ad affidarci alla sincronicità degli eventi. Ma oggi, anche chi ha un posto fisso si è dovuto arrendere all’idea che tutto può cambiare da un momento all’altro e potrebbe essere obbligato a reinventarsi. L’ansia e gli attacchi di panico sono il perfetto sintomo della paura latente creata da questa continua instabilità. Io la vedo come una possibilità di crescita. Il mio consiglio è di cogliere al balzo l’opportunità di coltivare piccoli sogni che spesso teniamo rinchiusi. Se viviamo esclusivamente nella nostra dimensione mentale rischiamo di farci inghiottire da infiniti ragionamenti alla ricerca di una spiegazione razionale. In una società che di razionalità ne dimostra ben poca. Una possibile soluzione potrebbe essere vivere un po’ più da Artista e rispondere alle proprie sensazioni passando immediatamente all’azione.

Ma che volete che ne sappiano gli artisti? Viviamo più di pancia, seguendo il cuore. Resto un inguaribile sognatore.

[di Massimiliano Cellamaro, in arte Tormento]

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2 Commenti

  1. mamma mia, mai letti tanti luoghi comuni uno dietro all’altro
    un minimo i piedi per terra li devi avere per non essere completamente inutile
    e basta sto luogo comune della testa per aria
    fare l’artista è quanto di più concreto esista

    • beh, l’articolo è stato scritto da un Artista che fa questo mestiere da 30 anni, e ha 12 album all’attivo, a me pare che Tormento ne sappia qualcosa in termini di concretezza artistica.
      In questo articolo è evidente che vuole trattare il discorso in termini più emotivi e filosofici, quindi non ha neanche senso mettere a fuoco quello che ha volutamente omesso.

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