venerdì 29 Marzo 2024

La provincia di Trento vuole reagire al “pericolo orsi” abbattendoli

L’autopsia disposta sul corpo di Andrea Papi sembra non lasciar spazio a ulteriori dubbi: il runner 26enne che ha perso la vita in Trentino, nei boschi sopra Caldes, è stato ucciso da un orso. Si tratta della prima volta in cui un uomo muore ucciso da un orso in Italia da quando questi sono stati reintrodotti, negli anni novanta. Non appena il referto autoptico è stato reso noto, il presidente della provincia autonoma di Trento, Maurizio Fugatti (Lega), ha disposto l’abbattimento dell’animale. «Le decisioni assunte dalla Provincia riguardano un provvedimento contenibile e urgente, un intervento di rimozione di un orso pericoloso per l’incolumità e la sicurezza pubblica» ha dichiarato. Il provvedimento di abbattimento non riguarderà solamente l’orso in questione, ma tutti gli «esemplari problematici» o in sovrannumero in circolazione nei boschi del Trentino. Dell’incidente non si conoscono le dinamiche e, probabilmente, non si conosceranno mai: come molti esperti hanno ricordato, gli orsi difficilmente attaccano l’uomo, a meno che non siano spaventati da qualcosa – come potrebbe accadere se si sorprendesse una madre con la propria cucciolata al seguito.

Andrea Papi, il giovane che ha tragicamente perso la vita nell’incidente, era residente della zona di Caldes. Il suo cadavere è stato ritrovato nei boschi circostanti nella notte tra il 5 e il 6 aprile. All’incirca un mese prima, il 5 marzo, un altro uomo era stato ferito da un esemplare in una zona non molto distante. Alessandro Cicolini, 39 anni, era a spasso con il cane quando un orso lo ha aggredito mordendolo alla testa e al braccio. Anche in quel caso, la dinamica degli eventi non è stata del tutto chiarita: non si sa se l’orso in questione fosse stato spaventato da qualcosa – come la presenza del cane – oppure se si trattasse di una femmina con cuccioli. Anche in quell’occasione si è ipotizzato l’abbattimento dell’esemplare, motivo per il quale il presidente degli Animalisti Italiani, Walter Caporale, aveva dichiarato che «Un orso che difende sé stesso o i suoi cuccioli dagli umani impreparati sulle più elementari regole di convivenza viene considerato problematico e quindi necessariamente imprigionato o ucciso. Questa è la strategia adottata da ormai troppo tempo dalla provincia di Trento. Gli orsi sono un nostro patrimonio, l’individuazione di approcci adeguati e la condivisione di misure utili a fronteggiare talune criticità non possono più essere rimandati. L’esempio abruzzese è sotto gli occhi di tutti. Gli animali vanno salvaguardati e non perseguitati. In nome della tutela della biodiversità e degli ecosistemi che, invece, la Provincia di Trento sta distruggendo con un modello economico e turistico incurante degli animali selvatici che lo abitano».

L’OIPA (l’Organizzazione internazionale per la protezione degli animali), in una nota, sottolinea come la decisione di Fugatti sia una sostanziale dichiarazione di guerra “agli orsi che fanno gli orsi”. Addentrarsi in un territorio popolato da questi animali senza che essi se ne accorgano – col rischio di cogliergli, quindi, di sorpresa – e, peggio ancora, con al seguito dei cani sono comportamenti potenzialmente molto pericolosi per l’essere umano. Fugatti, tuttavia, ha dimostrato di essere poco interessato al benessere degli animali e alle regole basilari di convivenza che permetterebbero una tranquilla coesistenza tra uomini e animali. Nel corso della conferenza stampa, infatti, il presidente della provincia autonoma ha dichiarato «Non mi preoccupa il benessere degli animali e come verranno catturati. E non mi preoccupa neanche se i nostri organi dovessero sbagliare animale nelle azioni che fanno per identificare il soggetto».

A scontrarsi sono due concezioni diverse della natura e della montagna. Se gli animalisti sostengono che i luoghi naturali non possano essere considerati come appendici del dominio umano e che siano quindi gli uomini ad adattarsi al contesto partendo dalla consapevolezza che in natura esistono animali pericolosi, chi sostiene gli abbattimenti parte invece da una concezione “antropocentrica” dalla natura, laddove i grandi mammiferi come gli orsi (o i lupi, o i cinghiali) siano da limitare ed eventualmente abbattere ogni volta in cui mettono a repentaglio le attività umane o i loro beni (per esempio, l’abbattimento dei lupi viene chiesto perché mettono a repentaglio la vita delle pecore di proprietà degli allevatori, non dell’uomo). Attualmente gli orsi censiti in tutta Italia sono un centinaio: l’orso bruno è il carnivoro più grande d’Italia, può arrivare a pesare al massimo fino a 350–400 kg e raggiungere i 2,5 metri di altezza, mentre le femmine sono del 25% più piccole.

[di Valeria Casolaro]

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15 Commenti

  1. Si ripresenta l’orizzonte tipico del mondo medievale, quando gli animali venivano processati e puniti per reati come se fossero persone. Celebre il caso del lupo di Gubbio sicuramente un reietto cacciato dalla città che poi San Francesco si incarico’ di fare pentire e quindi riammettere nella società civile. Penso che il problema oggi sia anche etologico, cioè che necessiti della competenza di esperti. L’ambiente vitale per ogni specie animale, compreso l’uomo, ha precise salvaguardie. E bisogna creare limiti e comportamenti accettabili.

  2. introduciamo gli orsi e poi se accade qualche cosa li eliminiamo, trattiamo i cani come bambini e poi quando ci stanchiamo li abbandoniamo, usiamo la terra ed i suoi abitanti come se fossero oggetti acquistati. Ci indigniamo se gli animali si difendono, e noi li mangiamo, la massacriamo senza rispetto, e così gli alberi, e le piante…distruggendo la nostra casa ed i suoi abitanti, ci distruggeremo velocemente.

    • Arroganza, prevaricazione, ignoranza all’ennesima potenza. Siamo la specie vivente più idiota che esista sulla terra. Tutto nel nome di una finta difesa della salvaguardia degli umani che in realtà non interessa a nessuno. E’ solo il pretesto per tutelare, in maniera miope ed ipocrita, alcuni interessi economici. Vedasi avvelenamento del territorio da parte dell’agricoltura intensiva della mele nello stesso trentino. Di quale “incolumità e sicurezza pubblica” parla la provincia di Trento? E’ solo un uso manipolatorio di concetti che vengono usati per tutelare ben altro.
      Strategie manipolatorie, che anche la regione in cui vivo, l’Emilia Romagna, utilizza magistralmente: abbattimenti di aree verdi, pinete protette, distruzione di eco-sistemi, per tutelare gli interessi privati dell’industria fossile e del cemento, che ovviamente vengono spacciati come interessi collettivi. Mi sento sovrastata dal dolore e dalla rabbia. Perdonate lo sfogo

      • Care Luigia e Alida spesso anch’io cedo allo sconforto ma grazie ad Anime belle, sensibili ed evolute come le vostre non mi sento poi così tanto solo e disperato di fronte a queste cose. Grazie a Voi e a tutti coloro che scrivono e commentano in tale sintonia.

  3. È ora di finirla con il politicamente corretto che difende a oltranza gli animali.
    Prima di parlare è necessario informarsi, in Trentino sono stati introdotti gli orsi prendendo soldi dall’Europa senza nessuno che abbia considerato l’elevata antropizzazione del territorio.
    È vero che l’orso fa l’orso ma ormai c’è da aver paura a fare una passeggiata nel bosco.
    È vergognoso che si possa accusare una persona che è morta perché è andata a correre nel bosco vicino a casa.
    E che mi dite di tutti gli animali degli allevamenti di montagna massacrati da orsi e lupi, sono forse animali di serie B ?
    Io non sono contro orsi e lupi ma sono contro chi ha voluto reintrodurli in un territorio ristretto.
    E poi chiedo all’articolista dove ha preso i numeri, 100 orsi in tutta Italia, ma se ne vengono dichiarati 100 solo in Trentino….

    • Ho riletto più volte il tuo commento e, con tutto il rispetto, non riesco a trovare una cosa giusta e condivisibile! I numeri mi sembrano giusti: un centinaio in Trentino, una cinquantina in Abruzzo, stop.
      Gli animali non massacrano, come invece fanno gli umani. Seguono i loro istinti e la loro natura. Non ci sono animali di serie b (per i veri animalisti).
      Nessuno potrebbe mai accusare qualcuno perché è andato a correre nel bosco. Il politicamente corretto non c’entra niente in questa vicenda, si inorridisce “solo” dii fronte alla solite mentalità vendicative e con le intenzioni di sterminio tipiche dell’uomo occidentale padrone dell’universo mondo. In più di un Paese asiatico si convive e pure con qualche morto, con serpenti velenosi da secoli senza fare battaglioni di caccia! Anzi, si affinano specialisti di settore e strategie per una sempre migliore convivenza con tali animali pericolosi senza ucciderli! C’è la faremo in Italia a non sterminare per migliorare ciò che si chiama Vita in Natura? La responsabilità è sempre dell’uomo. Anche in Trentino. E mi fermo qui anche se ci sarebbe altro da dire.

    • Carissimo, non sono del Trentino ma lavorando già al fronte della gestione delle risorse naturali, non posso altro che condividere ciò che vuole comunicare. Purtroppo le tastiere da scrivania non possono ne vogliono comprendere. Spesso sono dei troll, altre volte semplicemente ignoranti. Qualche volta gente complice nel far andare il mondo in questa direzione.

  4. Bellissimo articolo, complimenti! Fossero tutte così “evolute” le persone in politica e nei ruoli di responsabilità sociale… Certo, quelli della lega sono un po’indietro nella concezione del rapporto uomo – natura, fatta di salamelle e doppiette… E purtroppo non sono gli unici.

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