domenica 15 Dicembre 2024

Giuliano è morto di alternanza scuola-lavoro: nessun risarcimento per la famiglia

I genitori di Giuliano de Seta non riceveranno alcun risarcimento dall’INAIL. Il ragazzo, 18 anni, è morto lo scorso 16 settembre all’interno della sede dell’azienda Bc Service di Noventa di Piave, dove svolgeva il percorso obbligatorio di alternanza scuola-lavoro (il cosiddetto PCTO). È rimasto schiacciato da una lastra d’acciaio di oltre una tonnellata, che lo ha ucciso nel giro di pochi minuti. L’INAIL ha riferito che, per via del fatto che il reddito familiare supera la soglia minima di legge – e non per l’inquadramento del ragazzo come stagista, come riferito in un primo momento da alcuni politici e media nazionali -, la famiglia non ha diritto ad alcun indennizzo. «Abbiamo riconosciuto l’infortunio mortale sul lavoro subito e questo sarà importante anche ai fini processuali. E anche gli altri aiuti previsti dalla legge sono stati erogati» riferisce la direttrice dell’INAIL del Veneto Enza Scarpa, alludendo all’assegno per le spese funerarie versato alla famiglia. «Del risarcimento non ci interessa» ha riferito il padre dello studente, «vogliamo solo sapere cosa è successo a nostro figlio».

Per la morte di Giuliano la procura di Venezia sta conducendo indagini su quattro persone, tra le quali l’amministratore unico dell’azienda Luca Brugnerotto e il responsabile di sicurezza della fabbrica Sandro Borin. Al vaglio dei magistrati vi sono due ipotesi di dinamiche su quanto accaduto quel 16 settembre: l’incidente probatorio è previsto per il prossimo 10 marzo. «Nessuno vuole attribuire la colpa a nessuno. Vogliamo solo sapere cosa è successo, perché al momento non riusciamo a darci una spiegazione. E non si può vivere con un punto interrogativo del genere» ha riferito il padre di Giuliano, Enzo de Seta, a la Repubblica.

Le proteste degli studenti che chiedevano l’abolizione dell’alternanza scuola-lavoro hanno infiammato l’autunno del 2022. Prima di Giuliano, infatti, Lorenzo Parelli e Giuseppe Lenoci, di 18 e 16 anni rispettivamente, avevano perso la vita nell’ambito del percorso obbligatorio di formazione in azienda. A più riprese e con ostinazione, gli studenti hanno denunciato le falle di un sistema del quale non intravedono l’utilità e che, come dimostrato, non reca sufficienti garanzie per i ragazzi.

[di Valeria Casolaro]

L'Indipendente non riceve alcun contributo pubblico né ospita alcuna pubblicità, quindi si sostiene esclusivamente grazie agli abbonati e alle donazioni dei lettori. Non abbiamo né vogliamo avere alcun legame con grandi aziende, multinazionali e partiti politici. E sarà sempre così perché questa è l’unica possibilità, secondo noi, per fare giornalismo libero e imparziale. Un’informazione – finalmente – senza padroni.

Ti è piaciuto questo articolo? Pensi sia importante che notizie e informazioni come queste vengano pubblicate e lette da sempre più persone? Sostieni il nostro lavoro con una donazione. Grazie.

Articoli correlati

1 commento

Iscriviti a The Week
la nostra newsletter settimanale gratuita

Guarda una versione di "The Week" prima di iscriverti e valuta se può interessarti ricevere settimanalmente la nostra newsletter

Ultimi

Articoli nella stessa categoria