mercoledì 8 Maggio 2024

Mascherine nei bambini, nessuna controindicazione? Cosa dicono le ricerche

In Italia, l’obbligo di indossare la mascherina in classe non è ancora svanito totalmente: il vademecum istituzionale che specifica le nuove linee guida per contrastare la diffusione del Covid-19 all’interno delle scuole, infatti, prevede che gli alunni potranno sì frequentare le lezioni anche se affetti da raffreddore lieve, ma per farlo dovranno indossare la mascherina chirurgica o FFP2. Tale prescrizione – che vale per tutti gli studenti, compresi quelli delle scuole elementari – non può che generare la seguente domanda: le mascherine vengono di fatto trattate come uno strumento privo di qualsiasi controindicazione, ma sono realmente innocue sotto tutti i punti di vista? Ebbene, alla luce delle evidenze scientifiche al momento disponibili la risposta sembra essere negativa. Gli studi sui problemi e sui rischi per i bambini che indossano la mascherina, infatti, sono diversi e di fondamentale importanza, dato che attraverso la loro lettura è possibile rendersi conto di quanto siano variegati gli effetti collaterali dell’utilizzo di tale dispositivo di protezione. Proprio per questo, quindi, nelle prossime righe verranno riportati i lavori scientifici più rilevanti, con l’obiettivo di far comprendere al lettore per quale motivo si possa affermare che le mascherine siano potenzialmente in grado di creare problemi nei più piccoli.

L’eccessiva quantità di anidride carbonica inalata

Per quanto riguarda gli effetti collaterali a cui i bambini che indossano le mascherine possono andare incontro, ad apparire di estrema importanza è il problema della eccessiva inalazione di anidride carbonica. In tal senso, il primo lavoro scientifico da menzionare è certamente uno studio recentemente pubblicato sulla rivista Environmental Health Insights, che ha coinvolto 146 individui sani di età compresa tra 10 e 90 anni con l’obiettivo proprio di “valutare la concentrazione di anidride carbonica (CO 2) presente nell’aria inalata quando si indossano le mascherine”. I ricercatori hanno utilizzato un capnografo professionale (un dispositivo che misura la quantità di anidride carbonica) dotato di tubi per la rimozione del vapore acqueo, al fine di valutare la quantità di CO 2 nell’aria inalata dai partecipanti sia quando, in condizione di riposo, non indossavano alcun dispositivo di protezione, che nel momento in cui utilizzavano la mascherina chirurgica e la mascherina FFP2. Ebbene, ad essere emerso è il fatto che, dopo aver usufruito per 5 minuti delle mascherine chirurgiche, “la CO2 media dell’aria inalata si è avvicinata al limite di esposizione professionale di 5000 ppm (parti per milione) negli adulti e negli anziani”, mentre “questa soglia è stata ampiamente superata nei bambini che indossavano mascherine chirurgiche e in tutte le classi di età nel momento in cui indossavano le mascherine FFP2”. Inoltre, “la concentrazione di CO 2 è aumentata significativamente con l’aumento della frequenza respiratoria, raggiungendo circa 5600 ppm in coloro che facevano 18 o più respiri al minuto utilizzando le mascherine chirurgiche”, ed anche in questo caso “i minori hanno mostrato concentrazioni di CO 2 sostanzialmente più elevate rispetto agli adulti“. Risultati evidentemente allarmanti, visto che “l’esposizione a valori di CO 2 nell’aria inalata superiori a 5000 ppm, per lunghi periodi, è considerata inaccettabile per i lavoratori, ed è vietata in diversi paesi, perché provoca frequentemente segnali e sintomi come mal di testa, nausea, sonnolenza, rinite e riduzione delle prestazioni cognitive”. Non è un caso, dunque, il fatto che nello studio venga sottolineato che “le attuali linee guida sull’uso delle mascherine dovrebbero essere rivalutate” ma, ovviamente, solo “se questi risultati saranno confermati”: del resto, se da un lato quanto emerso testimonia la pericolosità delle mascherine in ottica inalazione di anidride carbonica, dall’altro “pochi studi hanno valutato direttamente la CO 2 presente nell’aria inalata della popolazione generale mentre indossa mascherine”.

Tuttavia, sono sempre più le evidenze scientifiche a riguardo che ultimamente stanno emergendo. Anche uno studio sperimentale recentemente pubblicato sulla rivista Environmental Research, infatti, ha sottolineato come le mascherine chirurgiche ed FFP2 determinino una concentrazione di anidride carbonica molto elevata nell’aria inalata dai bambini. Nello specifico, con l’obiettivo di “determinare i livelli medi di CO 2 nell’aria inalata in seguito alla copertura del naso e della bocca (NMC) in bambini di età compresa tra 6 e 17 anni”, i ricercatori hanno misurato la concentrazione di anidride carbonica “ogni 15 secondi” – per un totale di 25 minuti – nei bambini in posizione seduta e privi di qualsiasi dispositivo di protezione individuale. Successivamente, gli studiosi hanno fornito ai bambini – in totale 45 individui con un’età media di 10,7 anni – due tipi di strumenti comunemente indossati per attuare la copertura del naso e della bocca (NMC), ovverosia “le mascherine chirurgiche e le mascherine FFP2 in sequenza randomizzata per 3 minuti ciascuna”. Così, dopo aver mantenuto “i livelli di CO 2 nell’ambiente al di sotto di 1000 parti per milione (ppm) grazie ad una ventilazione frequente”, sono stati rilevate 13.100 ppm di CO 2 nell’aria inalata con la mascherina chirurgica e 13.900 ppm di CO 2 in quella inalata con la mascherina FFP2. Sulla base di questi risultati, dunque, i ricercatori sono arrivati alla conclusione per cui “indossare mascherine chirurgiche o FFP2 fa salire rapidamente il contenuto di CO 2 presente nell’aria inalata a un livello molto alto nei bambini sani in posizione seduta”, il che “potrebbe essere pericoloso per la loro salute”. Del resto, i livelli rilevati superano di gran lunga “il livello di 2.000 ppm considerato il limite di accettabilità ed i 1.000 ppm che sono normali per l’aria in ambienti chiusi”, e tra l’altro sono “piuttosto bassi” poiché misurati solo “dopo un breve periodo in cui non è stato fatto alcuno sforzo fisico”. Dunque, aggiungono gli studiosi, le autorità dovrebbero tenere conto di tutto ciò quando “stabiliscono regole e linee guida per combattere le infezioni”.

I problemi psicologici e sociali

Venendo ai problemi psicologici e sociali che potrebbero essere causati dall’utilizzo delle mascherine, bisogna certamente citare uno studio pubblicato nel 2021 sulla rivista Frontiers in Psychology, dal quale emerso che le mascherine compromettano il modo in cui le persone leggono le emozioni. “Questo rapporto dimostra che le mascherine facciali influenzano la capacità umana di dedurre le emozioni osservando le configurazioni facciali”, si legge infatti nello studio, dal quale è sì emerso che “le difficoltà associate all’uso della mascherina sono significativamente pronunciate nei bambini di età compresa tra i 3 ed i 5 anni”, ma anche che “una mascherina che ostruisce un volto limita la capacità delle persone di tutte le età di dedurre le emozioni espresse dai tratti del viso”. Risultati che, quindi, “sono di importanza essenziale, poiché suggeriscono che viviamo in un’epoca che potrebbe potenzialmente influenzare lo sviluppo del ragionamento sociale ed emotivo e che le future abilità sociali dei bambini piccoli dovrebbero essere monitorate per valutare il vero impatto dell’uso delle mascherine”. Certo, la fascia d’età che genera più preoccupazione è come detto quella che va dai 3 ai 5 anni, la quale non è interessata dall’obbligo della mascherina a scuola, tuttavia ciò non toglie che anche nei bambini più grandi (ovverosia quelli delle scuole elementari) una ripercussione psicologica dell’utilizzo della mascherina potrebbe esservi, visto che i problemi di riconoscimento delle emozioni riguardano anche gli individui di età maggiore. Non sarà un caso, dunque, il fatto che già nell’agosto del 2020 l’Organizzazione Mondiale della Sanità (OMS) ed il Fondo delle Nazioni Unite per l’infanzia (UNICEF) tramite un apposito documento avevano fornito una “guida ai decisori, ai professionisti della salute pubblica e dei bambini” sull’uso delle mascherine da parte degli stessi durante la pandemia, sconsigliando di utilizzarle quando si ha a che fare con bambini fino a 5 anni e consigliando di valutare attentamente i vantaggi del far indossare tali dispositivi di protezione ai bambini più grandi rispetto ai potenziali danni, che comprendono problemi relativi all'”apprendimento” ed allo “sviluppo psicosociale”.

Nonostante ciò, però, in Italia l’obbligo di indossare la mascherina a scuola è stato imposto e poi mantenuto senza pensarci due volte negli scorsi mesi, adottando una politica che appariva anche in contrasto con le politiche che erano tendenzialmente perseguite in Europa. Eppure, non solo all’epoca era già stato diramato il documento dell’OMS e dell’UNICEF nonché lo studio sopracitato, ma era anche stata pubblicata un’altra ricerca sull’International Journal of Environmental Research and Public Health che, analizzando la letteratura scientifica, aveva posto l’attenzione su diversi effetti collaterali legati all’uso delle mascherine, tra cui anche quelli psicologici. In tal senso, la ricerca non solo citava uno studio scientifico da cui è emerso che sia le mascherine che le visiere facciali “hanno generato paura nel 46% dei bambini (37 su 80)”, ma sottolineava anche che “secondo gli esperti le mascherine bloccano le basi della comunicazione umana e lo scambio di emozioni e non solo ostacolano l’apprendimento, ma privano i bambini degli effetti positivi del sorriso, della risata e del mimetismo emotivo”. Insomma, i problemi legati all’utilizzo della mascherina a quanto pare sono diversi ed alquanto rilevanti, soprattutto in virtù del fatto che “l’efficacia delle mascherine nei bambini per quanto concerne la protezione virale è controversa e mancano prove del loro uso diffuso in tali individui”. Se a ciò poi si aggiunge che già da tempo si è a conoscenza dei seri problemi a livello mentale (tra cui disturbi da stress post-traumatico, ansia e depressione) che interessano molti bambini a causa di due anni di lockdown e restrizioni in generale, la scelta di imporre le mascherine nelle scuole non può che generare dubbi e perplessità.

[di Raffaele De Luca]

L'Indipendente non riceve alcun contributo pubblico né ospita alcuna pubblicità, quindi si sostiene esclusivamente grazie agli abbonati e alle donazioni dei lettori. Non abbiamo né vogliamo avere alcun legame con grandi aziende, multinazionali e partiti politici. E sarà sempre così perché questa è l’unica possibilità, secondo noi, per fare giornalismo libero e imparziale. Un’informazione – finalmente – senza padroni.

Ti è piaciuto questo articolo? Pensi sia importante che notizie e informazioni come queste vengano pubblicate e lette da sempre più persone? Sostieni il nostro lavoro con una donazione. Grazie.

Articoli correlati

8 Commenti

  1. Sono davvero sorpreso dalla falsità affermata in questo articolo, benchè
    sia un sostenitore di questa rivista online, che ritenevo seria ed attendibile.
    Da medico-anestesista con esperienza 40ennale posso affermare che l’articolo che sostiene un rapido aumento della CO2 nel sangue con l’uso delle mascherine, siano normali mascherine chirurgiche o FFP2, è assolutamente falso. Non c’è alcun aumento di CO2, nè rapido nè lento, in quanto, ad ogni atto respiratorio, il già minimo spazio morto ( lo spazio delle vie non adibito a scambio respiratorio) contenuto nella mascherina viene rimosso di continuo. Del resto basterebbe chiedersi come mai chirurghi e anestesisti che sono in sala operatoria per ore ogni giorno per anni o decenni, non riscontrino alcun aumento della CO2 , facilmente controllabile con emogasanalisi o capnometria transcutanea, pur essendo controllati biannualmente dal medico competente e sottoposti periodicamente a controllo dei gas inalati durante le sedute operatorie con uso di gas anestetici alogenati.
    Queste affermazioni sono assolutamente ridicole per chi abbia un minimo di competenza in materia, e anche l’uso di “parti per milione”, poichè la CO2 nel sangue o nell’espirato viene quantificata in valore percentuale, in kPa o in mmHg ( millimetri di mercurio, il sistema più diffuso.
    L’articolo riportato, genericamente senza riferimenti bibliografici tali da poter controllare, è alquanto confusionari e probabilmente ripesca una notizia cheera apparsa all’inizio della pandemia e che subito era stata confutata e abbandonata per l’evidente ignoranza riportata con apparente scientificità.
    E’ disarmante che articoli come questo non vengano sottoposti a revisione scientifica da qualche esperto, e altrettanto disarmante come tanti commmentatori si scoprano dotati di capacità scientifiche ed analitiche superiori alla media degli esperti, e tutto in maniera “intuitiva”, come riportato in qualche commento, oltre a considerare ” idioti” quelli che non condividono queste affermazioni pseudo-scientifiche.
    Se l’affidabilita di questo articolo è tale, incomincio ad avere dubbi anche sul resto della rivista.
    Cordiali saluti

    • Gentile Stefano, l’articolo non è affatto senza riferimenti bibliografici come lei sostiene. Come potrà verificare leggendo meglio nel testo sono citati numerosi studi scientifici condotti da istituzioni di ricerca affidabili, pubblicati su riviste scientifiche e sottoposti a revisione paritaria. Su questi ci siamo basati – come sempre – per scrivere questo contenuto. Per ogni studio citato è inserito (come sempre facciamo) il link che permette a tutti di verificare la fonte utilizzata. Un saluto.

    • Il punto è, a cosa serve indossare le mascherine a scuola che i bambini si ritrovano a giocare al parco o alle feste di compleanno? A cosa serve indossarle in classe se tra la pelle e la mascherina passa l’aria e si è in un ambiente chiuso per 8 ore? Dandole anche ragione per quanto lei afferma sui livelli di concentrazione di CO2 (che sulla mia pelle comunque ho provato mancanza di fiato e bocca estremamente impastata quindi qualcosa cambia tra indossarla o meno), mi può dire a cosa serve farle indossare a bambini e adolescenti? Grazie

  2. Aggiungiamo anche che non c’è alcun obbligo di indossare la mascherina a scuola. Le Ats l’hanno reso un obbligo su loro scelta arbitraria sulla base dell’indicazione del Miur di inizio anno scolastico. Mi è bastato scrivere una pec ai dirigenti scolastici delle scuole dei miei figli dove con un secco NO grazie ho comunicato la mia ferma intenzione. I miei figli non hanno mai messo fino ad ora le mascherine anche in periodo di auto sorveglianza.

  3. Io,in questo periodo oscurantista,mi sono reso conto che anche le cose che ritengo più banali(come il pormi una semplice domanda senza avere la testa come un battipali)non lo sono affatto per la stragrande maggioranza delle persone…quindi,ahimè,non mi stupirei affatto se esista qualcuno che non sappia che martellarsi una mano faccia male…

  4. Da sempre, ho il massimo rispetto per la vera scienza. Ma il paradosso di questo periodo oscurantista è che si debba cercare studi scientifici per sostenere cose così ovvie che una qualunque mente anche non acculturata potrebbe capire e affermare sulla base della logica e della ragionevolezza. Che le mascherine “bloccano le basi della comunicazione umana e lo scambio di emozioni”, che “comprendono problemi relativi all’”apprendimento” ed allo “sviluppo psicosociale”, che “potrebbero potenzialmente influenzare lo sviluppo del ragionamento sociale ed emotivo”, che “indossare mascherine chirurgiche o FFP2 fa salire rapidamente il contenuto di CO 2 presente nell’aria inalata”, sono concetti che anche un idiota potrebbe elaborare senza “studi”. Che martellarsi le dita fa male, non necessita studi di conferma.

    • Egr. P.C, lei ha perfettamente ragione, ma potrà concordare che il termine “Scienza” è un concetto astratto sviluppato da studiosi, scienziati appunto, che sostengono una teoria ed altri scienziati (un esercito) che magari sono finanziati solo se sostengono teorie opposte che hanno un immenso risvolto economico per alcune elite finanziarie…(quelle che appunto finanziano!). Tutto ciò va spesso, molto spesso, contro il buon senso, ma tanto per fare il solito esempio trito e ritrito…ci sono voluti 60 anni perché la “vera scienza” riconoscesse che il fumo di sigaretta è nocivo.
      Se volessimo un altro esempio assurdo, è recentissimo il riconoscimento del rapporto causale tra inquinamento e patologie!
      Basta cercare anche qui su L’indipendente “inquinamento e malattie”… oppure martellate e dolore!

Iscriviti a The Week
la nostra newsletter settimanale gratuita

Guarda una versione di "The Week" prima di iscriverti e valuta se può interessarti ricevere settimanalmente la nostra newsletter

Ultimi

Articoli nella stessa categoria

Grazie per aver già letto

10 dei nostri articoli questo mese.

Chiudendo questo pop up potrai continuare la lettura.
Sappi però che abbiamo bisogno di te,
per continuare a fare un giornalismo libero e imparziale.

Clicca qui e  scopri i nostri piani di abbonamento e supporta
Un’informazione – finalmente – senza padroni.

ABBONATI / SOSTIENI