venerdì 19 Aprile 2024

Vaccini mai testati sulla trasmissione: l’ammissione di Pfizer sbugiarda media e autorità

Lunedì, al Parlamento europeo, si è svolta l’audizione di Janine Small, presidente della sezione della Pfizer dedicata allo sviluppo dei mercati internazionali. Al suo posto ci sarebbe dovuto essere Albert Bourla, amministratore delegato della casa farmaceutica, per rispondere a domande scomode riguardo alle modalità di stipulazione dei contratti e per chiarire la questione sui messaggi privati che si era scambiato con la presidente della Commissione europea, Ursula von der Leyen. 

Nonostante la defezione di Bourla e l’irritazione di Kathleen Van Brempt, presidente della Commissione, non è mancato un colpo di scena. Rob Roos, eurodeputato olandese del Gruppo dei Conservatori e Riformisti Europei, ha rivolto alla Small una domanda secca, prendendola in contropiede. «Il vaccino Pfizer Covid è stato testato per fermare la trasmissione del virus prima che entrasse nel mercato?». Small ha risposto con un sorriso beffardo: «Mi chiede se sapevamo che il vaccino interrompesse o no la trasmissione prima di immetterlo sul mercato? Ma no. Sa, dovevamo davvero muoverci alla velocità della scienza». 

La dichiarazione della dirigente di Pfizer è diventata virale, in verità più sui social che non sui media mainstream, che alla notizia hanno dedicato poca o nulla attenzione, se non con goffi tentativi di debunking come nel caso del giornale Open.

L’ammissione di Small sgretola definitivamente le basi scientifiche sulle quali si poggiavano i Decreti Legge sull’introduzione del green pass e dell’obbligo vaccinale. Ha inoltre dimostrato come fosse infondato il paternalismo con cui si è inculcato nei cittadini un presunto dovere civico a vaccinarsi per non far ammalare le altre persone (Licia Ronzulli: «Chi non si vaccina è un irresponsabile, egoista e opportunista»). 

Ora è definitivamente certificato che la dichiarazione del luglio 2021 fatta da Mario Draghi a supporto dell’introduzione del green pass come «garanzia di ritrovarsi tra persone che non sono contagiose» era una bufala. Ancora il 15 dicembre 2021 a Montecitorio, Draghi ribadiva il concetto, invitando a sottoporsi alla terza dose: «Vaccinarsi è essenziale per proteggere noi stessi, i nostri cari, la nostra comunità. Ed è essenziale per continuare a tenere aperta l’economia, le scuole, i luoghi della socialità, come siamo riusciti a fare fino ad ora». 

Come accennato, inutile il tentativo di debunking di Open, per cui “I vaccini non prevengono il contagio, bensì le forme gravi di Covid”. La narrazione mainstream, volta a convertire l’opinione pubblica sulla strada per gli hub vaccinali, si è per mesi assestata sul mantra che l’efficacia del vaccino fosse quasi totale e che il siero bloccasse la trasmissione del contagio, modificandosi solo alla prova dei fatti nei mesi successivi

Nel novembre 2020 era stata proprio Pfizer a dichiarare che i primi dati mostravano che il suo vaccino sperimentale aveva un’efficacia di oltre il 90% nel prevenire il Covid-19. «Questo è un momento storico», aveva commentato detto in un’intervista Kathrin Jansen, vicepresidente senior e capo della ricerca e sviluppo sui vaccini presso Pfizer. Secondo Ugur Sahin, co-fondatore di BioNTech, «il vaccino potrebbe impedire a oltre il 90% delle persone di contrarre il Covid-19». La notizia era stata commentata con entusiasmo da Joe Biden, Anthony Fauci e Rochelle Walensky, direttrice del CDC, secondo cui i vaccini anti-Covid «riducono il rischio di infezione del 91% per le persone completamente vaccinate».  

L’idea che il vaccino bloccasse il contagio è stata promossa dalla politica che su questo falso pilastro ha costruito un sistema di misure draconiane. Su queste false premesse scientifiche si è poi indotta la criminalizzazione dei non vaccinati (Pierpaolo Sileri: «Renderemo difficile la vita ai no vax, sono pericolosi»; Giuliano Cazzola: «Serve Bava Beccaris, vanno sfamati col piombo»; Matteo Bassetti: «Vanno trattati come tali, sono un movimento sovversivo, sono dei terroristi») e la patologizzazione del dissenso (Umberto Galimberti: « I no vax sono pazzi e vanno curati»). Ai renitenti all’inoculazione sono state così addossate tutte le colpe della società e si è auspicato persino di far loro pagare le cure in caso di ricovero ospedaliero.  

I media hanno alimentato questa spirale di violenza (ad esempio il direttore di Domani, Stefano Feltri: «Escludiamo chi non si vaccina dalla vita civile»), invitando a stanare i dissidenti e ancorando nell’opinione pubblica l’idea che un non vaccinato fosse malato e un pericoloso untore. Ora, grazie all’ammissione di Janine Small, questo castello di menzogne sta definitivamente crollando.

[di Enrica Perucchietti]

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8 Commenti

  1. è senz’altro strano che se ne sia parlato poco, ma la mia impressione è che da un’audizione parlamentare non si possa partire con una filippica così su due piedi. Pfizer è un colosso mastodontico e non mancano certo comprovate pressioni della stessa anche sui prezzi della sua distribuzione nei paesi poveri, che restituisce un quadro piuttosto cinico delle sue politiche. Ma francamente mi sarei aspettato una contestualizzazione più ampia, e un rimando all’audizione integrale, perché dai video tagliati si può decontestualizzare tutto. Butac ha trascritto molto di più: https://www.butac.it/bob-roos-janine-small-pfizer/ e mi ha permesso di vedere meglio la fonte, il tweet di Ross comparato con il discorso integrale. Dovrebbe essere l’inizio di una indagine più approfondita, mentre ho avuto il sentore che le conclusioni fossero affrettate, ma spero di sbagliarmi. Lascio andare i toni molto caldi di entrambe le parti e aspetto che sia fatta luce in maniera estremamente fattuale.

  2. Io se potessi ritornare indietro rifarei la scelta di vaccinarmi contro questo virus come vorrei che i miei genitori mi rifacessero fare i vaccini obbligatori . Però non ho mai creduto a questa narrazione distorta e violenta che vedeva come i no vax il nemico da combattere piuttosto che il virus stesso.Una narrativa che ha portato ad ostracizzare persone che come tutti noi avevamo solamente paura del virus e paura di un vaccino di cui non si aveva piena contezza e certezza sull’effettiva efficacia nell’eradicare il virus.Le persone vanno educate alla scienza che resta lo strumento più potente che l’uomo ha in mano per salvare il pianeta e l’eredità più grande che ha da lasciare ai posteri .Ma quando la scienza diventa uno strumento per incutere timore e diffondere una determinata propaganda allora anche la mia “fede” scientifica vacilla.La scienza deve unire,creare dibattito non dividere .

  3. Al di là della criminalizzazione del dissenso, che ho sempre trovato indegna di una società autodefinitasi “moderna”.
    Ma che i vaccini servissero più a non intasare ospedali e terapie intensive, mentre a poco o nulla servivano per limitare i contagi, si sapeva fin dall’inizio delle relative campagne.
    Non capisco dove stia lo scoop.

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