sabato 27 Aprile 2024

“L’Ucraina non ha alcuna possibilità di vincere”: intervista a Giorgio Bianchi

Per 8 anni Giorgio Bianchi ha documentato il conflitto in Ucraina, a partire dalle proteste di Euromaidan fino all’esplodere del conflitto tra separatisti filorussi e governo di Kiev. Tuttavia del suo lavoro si parla molto solamente di recente, quando le sue posizioni sulla guerra tra Ucraina e Russia hanno suscitato non poche polemiche tra le pieghe dell’informazione mainstream. Documentarista e fotogiornalista freelance, Bianchi rappresenta in effetti una voce fuori dal coro per quanto riguarda il conflitto in corso. Proprio per le sue posizioni sul conflitto ucraino una sua “foto segnaletica” è apparsa sul Corriere della Serainsieme a quella di una dozzina di giornalisti ed analisti sospettati di diffondere propaganda filorussa e disinformazione riguardo il conflitto.

Come da lui sottolineato, fino ad ora le posizioni che gli sono state contestate gli sono state «cucite addosso da altri», ma nessun mezzo di informazione si è preso la briga di concedergli un’intervista, dando più che altro spazio ad un «un clima da ‘sbatti il mostro in prima pagina’». Eppure la sua analisi critica del conflitto in corso è frutto di anni di testimonianza diretta dei fatti sul territorio, oltre che da una profonda conoscenza del contesto politico.

Secondo la sua analisi, la guerra in Ucraina è stata tutto fuorché il frutto di un’improvvisa decisione di Putin. «Per 8 anni gli ucraini hanno provocato la Russia, perché si sentivano le spalle coperte. Sono stati ignorati tutti gli avvertimenti da Mosca, fino a quando si è arrivati a un punto di rottura». La Russia era «ben consapevole che le sarebbe stato applicato il massimo in termini di sanzioni» in caso di conflitto, motivo per il quale, secondo Bianchi, «si sapeva che si sarebbe arrivati alla distruzione del Paese [l’Ucaina] qualora non si fosse giunti a compromessi». Dichiarare, da parte del governo ucraino, che il conflitto non terminerà «fino a che non saranno stati ripresi tutti i territori, compresa la Crimea, che di fatto fa parte ormai dell’amministrazione russa», significa «sacrificare il proprio Paese per fini inconfessabili». Complice di tutto ciò, aggiunge Bianchi, vi è l’assenza in Ucraina di una «opposizione degna di questo nome», che funga da contrappeso a «un governo accecato dal fanatismo e sobillato da potenze straniere».

L’Ucraina, sostiene Bianchi, non ha «nessuna possibilità di vincere questa guerra: lo hanno già spiegato generali ed esperti, illustrando la tattica russa». Putin, che «non ha mai cercato una guerra lampo», ha molto di cui guadagnare da questo conflitto, sia sul fronte delle relazioni estere, avendo «stretto i rapporti con l’Est e il Sud del mondo», sia sul fronte della politica interna. Infondati, a suo parere, sono i timori dell’estensione del conflitto ad altre zone d’Europa, in quanto «la Russia non ha necessità di altri territori, ma della sicurezza dei propri confini».

«Io credo che sul piatto a questo punto non ci sia solo la Crimea, ma le Repubbliche autonome e il confine meridionale, che Zelensky dovrà cedere. I russi organizzeranno quanto prima in questi territori referendum di autodeterminazione, su modello di quello in Crimea: se l’esito fosse positivo, questi territori saranno de facto (e non de iure) annessi alla Federazione Russa e messi sotto l’ombrello nucleare. In quel caso qualsiasi tentativo da parte dell’Ucraina o della Nato di riprenderli verrà intesa come aggressione al Paese e verranno messe in allerta le forze di deterrenza nucleari».

Di seguito riportiamo la versione integrale dell’intervista a Giorgio Bianchi realizzata da Matteo Gracis, giornalista fondatore de L’Indipendente.

[di Valeria Casolaro]

L'Indipendente non riceve alcun contributo pubblico né ospita alcuna pubblicità, quindi si sostiene esclusivamente grazie agli abbonati e alle donazioni dei lettori. Non abbiamo né vogliamo avere alcun legame con grandi aziende, multinazionali e partiti politici. E sarà sempre così perché questa è l’unica possibilità, secondo noi, per fare giornalismo libero e imparziale. Un’informazione – finalmente – senza padroni.

Articoli correlati

4 Commenti

  1. Quando in Italia ed in Occidente si parla di Propaganda, questa è intesa solo come “diffondere false notizie a favore della Russia”.
    Viviamo ormai in panorama di informazione mainstream a totale senso unico, prima il Covid, ora la guerra in Ucraina. Chiunque provi ad esprimere un’opinione diversa viene ridicolizzato e tacciato di complottismo. Se non si ha il coraggio e la voglia di cercare è diventato impossibile trovare informazioni ogettive. Il vero lavoro a cui stiamo assistendo è ormai molto vicino a quello del Grande Fratello.

  2. Grande Giorgio!
    Ti seguo da un po’ di tempo e ho capito che ascoltando certa informazione occidentale non sapremo mai niente di quello che accade veramente in Ucraina!
    Grazie per il tuo lavoro, che fai, anche con il rischio di rimetterci la pelle…
    Mi dispiace che il tuo nome, insieme a quello di Vittorio Nicola Rangeloni, sia inserito nella lista dei “nemici dell’Ucraina, sul sito ucraino del “Myrotvorets”
    Grazie anche a Matteo con i suoi servizi

Iscriviti a The Week
la nostra newsletter settimanale gratuita

Guarda una versione di "The Week" prima di iscriverti e valuta se può interessarti ricevere settimanalmente la nostra newsletter

Ultimi

Articoli nella stessa categoria

Grazie per aver già letto

10 dei nostri articoli questo mese.

Chiudendo questo pop up potrai continuare la lettura.
Sappi però che abbiamo bisogno di te,
per continuare a fare un giornalismo libero e imparziale.

Clicca qui e  scopri i nostri piani di abbonamento e supporta
Un’informazione – finalmente – senza padroni.

ABBONATI / SOSTIENI