A qualche giorno dalla presentazione del sesto pacchetto di sanzioni contro la Russia, il primo ministro ungherese Viktor Orbán ha ribadito la propria opposizione, ostacolando l’intesa. L’accusa principale è rivolta all’embargo al greggio proveniente da Mosca che dovrebbe avvenire entro sei mesi (con deroghe per Ungheria e Slovacchia, particolarmente dipendenti). «La proposta di sanzioni Ue al petrolio nella sua forma attuale è inaccettabile. Ne aspettiamo una nuova», ha affermato Orbán, secondo cui «le sanzioni varate finora dall’Unione europea causano più danni all’Europa che alla Russia».
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