venerdì 13 Dicembre 2024

Scuola, proseguono le mobilitazioni: occupati due istituti a Milano

L’ondata di proteste studentesche che ha preso il via quest’autunno non accenna a fermarsi. Sono due gli istituti occupati questa settimana a Milano, il Liceo Virgilio e l’Istituto Galvani, mentre studenti di altri licei hanno messo in atto altre forme di protesta, come i picchetti all’esterno dei licei Pareto e Lagrange. Le rivendicazioni degli studenti sono in linea con quelle presentate dalla maggior parte dei collettivi a livello nazionale: lo stop definitivo ai percorsi di alternanza scuola-lavoro, l’abolizione della seconda prova all’esame di maturità e un generale maggiore investimento da parte dello Stato nella scuola. Tuttavia vi sono altri aspetti fondamentali che animano le proteste, in particolare il bisogno estremo dei ragazzi di riconquistare uno spazio di socialità e di essere ascoltati dalle istituzioni.

Le proteste studentesche non accennano a volersi fermare. A Milano gli studenti di due istituti hanno occupato le strutture, seguendo l’onda di rivendicazioni che ha coinvolto decine di scuole in tutta Italia. La redazione de L’Indipendente si è recata all’interno del liceo Virgilio, il più grande della città, dove gli studenti per tre giorni hanno occupato la scuola e organizzato attività di autogestione, con laboratori tenuti da rappresentanti esterni di organizzazioni quali Non una di menoFridays For Future ed Extintion Rebellion. Ciò che è emerso con forza dirompente è la necessità dei giovani di riprendersi uno spazio di socialità e di coesistenza, dopo due anni di isolamento sociale e difficoltà nella gestione scolastica che ancora oggi si mostra incerta.

L’isolamento sociale imposto in ragione della pandemia ha avuto effetti importanti su un’altissima percentuale di adolescenti, ma la gravità della problematica e delle eventuali conseguenze sembra essere stata presa alquanto sottogamba dalle istituzioni. Lo stesso ministro Bianchi ha dichiarato che «la DAD non è il male assoluto», di fatto ignorando le problematiche che ha comportato sia a livello organizzativo che di disagio sociale dei giovani. “Vogliamo rivendicare il diritto ad avere i nostri spazi: vogliamo che la presidenza ci ascolti quando diciamo che non poter prendere nemmeno una boccata d’aria in cortile non ci fa bene, che ci ascolti quando diciamo che la socialità è un diritto dell’adolescenza tanto quanto seguire le lezioni, che ci ascolti quando diciamo che i problemi psicologici serpeggiano tra di noi come un’epidemia” affermano con forza gli studenti del Collettivo Autonomo Virgilio (CAV).

Essere ascoltati: ecco cosa la richiesta avanzata dai giovani alle istituzioni, dopo che troppe decisioni sono state prese in questi due anni sulla loro pelle e a scapito della loro salute. «Dalle attività laboratoriali che abbiamo realizzato in questi giorni è emerso un dato preoccupante: almeno un terzo degli studenti e studentesse dell’istituto soffre di problematiche legate all’alimentazione» racconta a L’Indipendente Isabella, rappresentante del CAV. Problematica che viene peraltro riconosciuta dallo stesso vicepreside del Liceo, che afferma di comprendere la rabbia e l’esplosione dei giovani pur esprimendo disaccordo sulle modalità di attuazione.

«Eravamo scuola divisa, ora siamo uniti, ci scambiamo pensieri: solo così è possibile la lotta. Così nessuno ci potrà fermare, nessuno ci potrà più ignorare. Così potremo cambiare il mondo» affermano gli studenti durante l’assemblea plenaria, ad altissima partecipazione, tenutasi al termine dei tre giorni di occupazione che ha visto la partecipazione attiva di circa un migliaio di studenti dell’istituto. Il Collettivo, sui propri social, definisce l’occupazione come “una appassionata scossa di vita“: in effetti, è proprio questo ciò cui abbiamo assistito tra i corridoi del liceo.

[di Valeria Casolaro]

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